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Friday, December 24, 2021

Il proscioglimento di Rackete condanna la politica di Salvini

L’archiviazione dell’accusa di ‘favoreggiamento dell’immigrazione clandestina’ per la 33enne tedesca della nave Sea Watch dimostra che erano illegali i decreti con cui nel 2019 il governo Conte 1 chiuse i porti italiani 

di Mauro Suttora

HuffPost, 23 dicembre 2021



Salvini e i grillini si mettano il cuore in pace: Carola Rackete è innocente. Lei e tutte le ong che hanno fatto sbarcare migranti in Italia.

L’archiviazione dell’accusa di ‘favoreggiamento dell’immigrazione clandestina’ per la 33enne comandante tedesca della nave Sea Watch dimostra che erano invece illegali i decreti con cui nel 2019 il governo Conte 1 chiuse i porti italiani alle navi dei soccorritori.

L’archiviazione di Agrigento rappresenta la vittoria definitiva per la Rackete, che era già stata prosciolta otto mesi fa dall’altra accusa: quella di resistenza a pubblico ufficiale e violenza a nave da guerra, per il presunto speronamento di una motovedetta nel porto di Lampedusa il 29 giugno 1919.

Anche la nave Mare Jonio è stata prosciolta. Gli unici incriminati restano i ragazzi tedeschi della Iuventa, sospettati di aver preso un appuntamento in alto mare con gli scafisti libici nell’estate 2017 per trasbordare i migranti.

Ma la linea dura dei porti chiusi arrivò solo nel 2018-19, con il governo felpastellato. E ora la gip di Agrigento ha deciso che il decreto con cui i ministri Salvini, Trenta e Toninelli pretendevano di non fare sbarcare i cinquanta migranti della Rackete violava la Costituzione. 

Ci aveva già pensato la Cassazione a stabilirlo, quando non convalidò l’arresto della giovane tedesca: non poteva essere considerato ‘luogo sicuro’ la sua piccola nave in balia delle onde, né ‘porto sicuro’ quello di Tripoli dove i gialloverdi pretendevano fossero riportati i disperati.

Anzi, l’inchiesta è andata avanti e il proscioglimento è arrivato solo adesso perché la procura di Agrigento ha esaminato tutti i migranti e ne ha arrestati tre, ex custodi di un campo di prigionia in Libia.

Insomma, i leghisti la smettano di difendere i respingimenti attuati dal loro governo: se Salvini viene assolto perché aveva il diritto di emanare decreti seppur sconclusionati, anche le ong vengono assolte perché avevano il diritto di rispettare le leggi internazionali marittime. 

Quanto ai grillini, sembrano colpiti da una singolare amnesia: Di Maio accusava le ong di essere “taxi del mare” al servizio degli scafisti libici, Conte non batteva ciglio davanti ai diktat dei suoi ministri, ma ora parlano di accoglienza e solidarietà.

Dopodiché, il problema resta. Gli immigrati clandestini si sono moltiplicati per otto rispetto al 2019. Ma smettete di dare la colpa alle navi ong. La persecuzione contro di loro attuata dal governo Conte-Salvini ha funzionato come deterrente: si sono ridotte di molto. Ma il deterrente contro gli scafisti e i mafiosi libici, ai quali si affidano tuttora decine di migliaia di migranti, dev’essere ancora trovato. E non fuori dalle leggi.

Mauro Suttora 

Saturday, October 05, 2019

intervista di Mauro Suttora sul M5s

CAOS M5S
“Ogni espulsione sono 50mila euro l’anno in meno per il partito di Casaleggio”

Intervista a Mauro Suttora

5 ottobre 2019

Il Sussidiario.net

È il decimo anniversario della nascita di M5s, che oggi appare lacerato da dissidi interni. Del primo movimento non è rimasto più nulla
Dieci anni fa, il 4 ottobre 2009, nasceva ufficialmente il Movimento 5 Stelle, dopo i “meet up” lanciati da Beppe Grillo nel 2005 e il “V-Day del 2007. 
In dieci anni passano dall’irrisorio 1,7% alle elezioni siciliane e dal 2,4% di quelle romane del 2008, quando ancora erano liste civiche denominate “Amici di Beppe Grillo”, al boom del 2013, quando con oltre il 25% il M5s diventa il primo partito della Camera. E poi l’ingresso al governo con il 32% del voto nel 2018. 

Cosa resta di quel movimento antagonista, contro tutto e tutti?
Secondo Paolo Becchi, filosofo del diritto, primo ideologo del movimento, “a dieci anni di distanza il M5s è diventato un partito come gli altri, disposto ad allearsi con il partito della casta per salvare la poltrona”. 

Non solo: nel movimento tira aria di scissione da tempo. Proprio in questo decennale alcuni cosiddetti “scettici” hanno dato vita alla “Carta di Firenze” in cui si fanno richieste precise: attribuzione della piena proprietà della piattaforma Rousseau, oggi della famiglia Casaleggio, al Movimento, e un’assemblea nazionale per una riforma dello statuto con il superamento della figura del capo politico. 

Secondo Mauro Suttora, anche lui partecipante ai primi meet up e poi diventato criticissimo del Movimento, giornalista e scrittore, “si tratta di richieste legittime di regole che ogni associazione di adulti ha al proprio interno, ma essendo il Movimento una setta, subisce il dominio del figlio del padrone dopo che il padrone è morto, e quelle richieste non si potranno mai realizzare”.

Chi sono gli autori della Carta di Firenze? È da tempo che si respira aria di malcontento all’interno di M5s.
"È facile ipotizzare che siano coloro che hanno già fatto dichiarazioni pubbliche di critica come la Lombardi, la Ruocco, la Lezzi, forse anche Toninelli. Gli ex ministri trovano il coraggio di parlare solo dopo aver perso il posto".

Che ripercussioni ci potranno essere?
"Se il movimento non fosse la setta che è, ci sarebbe una maggioranza assoluta che chiederebbe cose minime come in ogni associazione di persone adulte, e che non dovrebbe subire il comando del figlio del padrone dopo che il padrone è morto. Nonostante tanti discorsi contro la meritocrazia e i familismi, il M5s è un partito-proprietà privata, proprio come quello di Berlusconi che loro tanto hanno criticato. Anzi, peggio: Berlusconi non ha imposto il figlio alla leadership di Forza Italia".

Paolo Becchi, ex ideologo del Movimento, dice che il Movimento non è più quello di dieci anni fa. È così?
"Certo, ma è da tempo che è diventato così. Negli altri partiti, anche nella Lega, esistono statuti precisi. La stessa Giorgia Meloni, leader carismatica di Fratelli d’Italia, rispetta uno statuto dove non è indicata come socio fondatore e inamovibile. Il problema non sono gli organi politici del M5s comunque inesistenti, ma il fatto che il partito vero è la piattaforma Rousseau che è di proprietà del socio fondatore Davide Casaleggio. Il quale è anche l'unico socio fondatore del M5s con Luigi Di Maio".

Questa Carta di Firenze potrà portare scompensi alla presenza al governo dei pentastellati?
"No. Quelli che sono al governo stanno fissi e tranquilli dove sono: hanno appena evitato di sparire mettendosi con il Pd, e adesso non mandano certo tutto all’aria. La stessa cosa vale per deputati e senatori".

Sembrava che Di Maio volesse fare un proprio gruppo parlamentare, cosa c’è di vero?
"Se e quando i grillini verranno ulteriormente dimezzati dal secondo abbraccio mortale, questa volta del Pd dopo quello della Lega, accadrà qualcosa. Non sappiamo cosa, ma tutto è possibile. C’è poi da tenere presente la figura di Conte che sta emergendo prepotentemente.

A cosa porteranno questi mal di pancia? Emorragia di voti, scissione, una nuova blindatura da parte di Casaleggio?
"Blindature di Casaleggio no, perché ha capito che ogni senatore che espelle sono 50mila euro all’anno in meno per i suoi gruppi parlamentari. Non fanno più espulsioni a valanga come nella passata legislatura".

Una possibile scissione, invece?
"Finché parlamentari e ministri possono stare nella maggioranza al governo non ci saranno scissioni, perché sanno che in caso di elezioni uno su due torna a casa".
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