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Tuesday, February 15, 2022

Anche noi garantisti ci arrendiamo, il romanzo di Renzi prevale sul diritto

Tanto inutile a livello processuale, quanto succulento come commedia umana, una mail spiega più della disquisizione di un politologo la politica italiana del terzo millennio

di Mauro Suttora

HuffPost, 15 febbraio 2022

Quanto ci metterà ora un pm qualsiasi ad aprire un nuovo fascicolo contro il giglio magico di Renzi? La notizia di reato c'è: babbo Renzi accusa Boschi, Bonifazi e Bianchi di essere una banda Bassotti (e complimenti per la poetica allitterazione). Al magistrato non resta che ordinare una perquisizione nella sua soffitta per trovare le relative prove sulle annate di Topolino.

Confesso che noi garantisti siamo esausti. Mica vorrete subirvi l'ennesimo predicozzo contro i magistrati che infilano fra gli atti di un'incriminazione l'e-mail privata di un padre al figlio, spacciata per indizio a carico (o a discarico, visto che Renzi senior scrive a Matteo di essersi fatto turlupinare dai soci). 

Dobbiamo invece ringraziare la procura di Firenze, perché essa conferma la superiorità della narrativa sulla saggistica. Un romanzo di Balzac o Dostoevskj vale più di dieci libri di storia su Francia o Russia. E una mail renziana senior spiega più della disquisizione di un politologo la politica italiana del terzo millennio. 

Ringraziamo come giornalisti: ci regalate titoli e copie. E siamo lieti come lettori: le vostre perquisizioni, intercettazioni e intromissioni nel privato dei potenti (come la insuperabile "sguattera guatemalteca" detta dal fidanzato di una ministra poi archiviata) risultano tanto inutili a livello processuale, quanto succulente come commedia umana.

Infatti l'altro passaggio saliente della mail senior-junior è il lamento del padre settantenne: "Quando devo pensionarmi lo decide il buon Dio, non tu". Ecco un doppio dramma: quello del padre ancora pimpante che il crudele figlio vorrebbe ridurre a umarell, a faccendiere sfaccendato. E quello del junior diventato presidente del Consiglio, ma danneggiato dalle imprese del padre.

Mai eleggere governanti troppo giovani. Finora erano i figli a danneggiare i politici: Piccioni, Leone, Donat-Cattin, Bossi, Lupi. Ora invece sono i genitori iperattivi a creare imbarazzo. L'anziano Tiziano Renzi, non contento di essere indagato per la bancarotta della sua ditta, nel 2014 si era messo a scorrazzare per tutta l'Italia, da Sanremo a Fasano in Puglia, allo scopo di propagandare progetti di outlet. Ovvio che il figlio, da palazzo Chigi, gli avesse chiesto di calmarsi: l'accusa impalpabile ma onnicomprensiva di "traffico d'influenze" era dietro l'angolo.

E adesso babbo Tiziano glielo rinfaccia: chi è stato il fesso? Io, o te che ti sei fatto incantare dal bel faccino di Maria Elena? 
Tutte questioni con scarsa o nulla rilevanza giudiziaria. Come il milione elargito dal satrapo saudita a Renzi, d'altronde. Al massimo ci sarà qualche fratello del satrapo assai irritato per codesta dilapidazione delle finanze del regno. Invece di inutili consulenze, si comprasse la Fiorentina. Allora sì che Renzi si solleverebbe dal suo attuale deprimente due per cento, e verrebbe rieletto con trionfi superiori a quelli di dieci anni fa.

Mauro Suttora