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Sunday, June 12, 2022

Palermo, Italia: i seggi non aprono perché c'e la partita. L'ultimo affronto a noi elettori fessi



L'altra scusa per l'improvvisa moria di presidenti sarebbe la scarsa retribuzione, 280 euro: però conoscevano i compensi prima di accettare. Il caso siciliano ci mostra il grado d'affezione alla cosa pubblica

di Mauro Suttora

HuffPost, 12 Giugno 2022

"Immagina che i politici dichiarino guerra, ma nessuno vada a combatterla": è l'antico sogno dei pacifisti, ora rovinato dalla gran voglia di difendersi degli ucraini. Il sogno degli anarchici, invece, si è avverato stamane a Palermo: "Immagina che i politici indicano elezioni, ma nessuno possa votarli". 

È l'odiato stato che si liquefa, la disprezzata democrazia rappresentativa che fa harakiri, la politica che si suicida. Migliaia di palermitani si sono svegliati anche di buon'ora per esercitare il proprio diritto/dovere elettorale, magari prima di andare a trovar refrigerio al  mare. E invece sono stati puniti per tanto malposto spirito civico: a tanti i vigili hanno detto di tornare più tardi, perché i presidenti di 178 seggi (su 600) si sono dati latitanti.

I più furbi lo hanno fatto già ieri, nel pomeriggio di preparazione, vidimazione schede, eccetera: forfait grave ma non gravissimo, c'era tempo per rimediare. Ma non presentarsi stamane alle sei, all'ultimo minuto, è stata una vigliaccata. Anche perché quello di oggi a Palermo è l'elezione più importante d'Italia: si sceglie il sindaco del capoluogo di una grande regione, oltre a votare per i referendum. 

Scatteranno denunce per interruzione di pubblico servizio. Ma dopo la pubblicazione su un quotidiano delle foto di nove sospetti 'putiniani' ci permettiamo di suggerire un'identica sanzione, immediata e alternativa: l'esposizione al pubblico ludibrio della lista dei fuggitivi. Nomi e cognomi: una piccola gogna mediatica per risarcire i fessi che sono andati inutilmente ai seggi sotto il sole a 33 gradi.

L'attenuante invocata è la partita Palermo-Padova, che stasera decide l'ammissione in serie B. Ma non ci risulta che nella città veneta si sia verificata una simile morìa di presidenti di seggio allo scopo di andare allo stadio o di piazzarsi di fronte alla tv.

Un'altra scusa: 280 euro sarebbero pochi "per quattro giorni di lavoro", si lamenta una candidata consigliera comunale. Che spero non venga eletta, perché il lavoro, se spicciato celermente, dura due giorni e mezzo. Presidenti e scrutatori conoscevano il compenso quando hanno accettato l'incarico. E molti di noi sono stati sempre felici di svolgerlo quando si era più giovani, anche solo per 50 o 100mila lire.

L'ottimo La Russa è caduto nel trappolone, e in automatico per l'emergenza ha invocato l'intervento dei militari. Ma gli ex fascisti sanno meglio di chiunque che fra i soldati il modo più semplice e veloce per rimpiazzare gli ufficiali caduti, o in questo caso disertori, è quello di promuovere sul campo i più alti in grado. Bastava quindi nominare presidente lo scrutatore più anziano, per risolvere subito il problema. 

Ma sicuramente esiste un comma che lo proibisce, e allora il buonsenso della ministra dell'Interno Lamorgese ha suggerito: accorpate le sezioni. Niente da fare, la burocrazia è anelastica, nonché tremebonda per ricorsi al Tar. 

E così la tragicommedia palermitana si è dipanata per l'intera mattinata, finché alle 14 tutte le sezioni sono state aperte.
 Per fortuna il candidato sindaco di centrosinistra Franco Miceli ha aggiunto una nota di buonumore con questa sua dichiarazione: "Esprimo solidarietà ai dipendenti comunali che stanotte hanno cercato di ottemperare all'assenza dei presidenti con un lavoro straordinario". Ottemperiamo.

Mauro Suttora