Wednesday, August 17, 2016

Biografia definitiva di Pannella

IL PRIMO AMORE. I RADICALI CHE SCOPAVANO NEI GABINETTI. I LANCIATORI DI MERDA. LA FUGA DI TONI NEGRI. IL LIBERISMO. LE BATTAGLIE ALL'ONU

di Mauro Suttora

Libero, 5 agosto 2016


alcuni estratti dal libro:

Anni ‘30
Sulla spiaggia di Pescara nel 1938 il piccolo Marco Pannella, 8 anni, scopre il razzismo: «Avevo una compagna di giochi, si chiamava Adria. Era il mio primo amore, avevo preso una cotta gigantesca per lei. Ci vedevamo tutti i pomeriggi a giocare. Ma un giorno, d'improvviso, non si vide più. Scomparsa. Era figlia di ebrei, la sua famiglia era scappata a Tangeri. Allora ho capito cosa vuol dire perseguitare le minoranze. Fatterelli, ma dimostrano che vita privata e vita pubblica sono un tutt'uno. È sempre l'esperienza personale che si trasforma in politica».

Anni ‘40
«Un giorno, nel ‘45, ho visto in edicola il quotidiano Risorgimento liberale, organo del Pli. L'ho comprato, mi ha interessato. C’era dentro quel che più amo, la libera discussione intelligente. Da quel giorno ne ho sempre comprato due copie: una per me e una per i miei compagni di scuola, perché la leggessero e ne discutessero, mi portassero le loro obiezioni ed esponessero le loro idee...» È divertente immaginare il Pannella quindicenne impegnato già allora in una missione di proselitismo permanente.

Anni ‘50
Nel 1950 Pannella diventa capo nazionale degli universitari liberali. Augusto Premoli, senatore pli: «Spiccava per gusto della polemica, qualità degli argomenti e, come avrebbe detto Einaudi, per il felice paludamento verbale con cui difendeva le proprie tesi. A queste doti aggiungeva fantasia, fiuto nello stanare e inventare temi che avrebbero fatto presa sull'opinione pubblica, e uno spiccatissimo senso del teatro. Eravamo spettatori non del tutto convinti, ma certo attratti dal livello della recita».

Anni ‘60
Nel 1965-'66 i radicali attraggono gli hippies che seguono la rivoluzione musicale di Dylan, Beatles e Rolling Stones. «Eravamo 70-80 in tutta Italia», racconta Pannella, «quelli delle marce antimilitariste, dei capelloni e delle canzoni pop, delle sedi dove si scopava nei gabinetti, in cui si ciclostilavano i volantini e si preparavano i cartelli-sandwich, in cui già apparivano attivi gli omosessuali, in cui si riunivano anarchici e situazionisti, iraniani e sudvietnamiti, disertori e latitanti, divorzisti e cristiani anticlericali...»

Anni ‘70
Nel 1979 il segretario radicale Jean Fabre e Angiolo Bandinelli, consigliere comunale a Roma, si fanno arrestare per aver fumato uno spinello: chiedono la legalizzazione delle droghe leggere. Poi Fabre viene incarcerato nella sua Francia. «Andiamo tutti a Parigi in corriera per protesta», propone Pannella. Ma la sua idea viene bocciata dai radicali a congresso: è la prima volta che capita. Sdegnato, il leader definisce «lanciatori di merda» gli oppositori. I quali impediscono l'elezione a segretario di Giovanni Negri, un 22enne beniamino di Pannella.


Anni ‘80
Nel 1983 il parlamento dice sì all'arresto del deputato radicale Toni Negri. Il professore scappa in Corsica da Punta Ala sulla barca di Emma Bonino, con l'impegno socratico di tornare per farsi arrestare in grande stile e suscitare così un «caso». Ma a Parigi Negri cambia idea. Pannella lo va a trovare. Litigano. Racconta Negri: «Due giorni di discussione con il Guru. Faticosissimi. Lui, con cinismo avvoltolato in bistecche di sorrisi, mi fa capire che debbo accettare il suo piano: consegnarmi alla polizia». Missione fallita.

Anni ‘90
Nel 1993 sondaggi danno i radicali al quarto posto dopo Dc, Pds e Lega. A Mixer un‘intervista di Giovanni Minoli a Pannella fa il record: otto milioni di spettatori. Tangentopoli procede, con indagini su centinaia di parlamentari. Pannella organizza un convegno apposito contro Eugenio Scalfari: «È un libertino mascherato da tartufo, che con una mano indica il Dio della Democrazia e con l'altra tocca le cosce dell'autoritarismo e della corruzione. Ha fornicato per anni con coloro che attaccava».

Anni 0
«Porteremo le gigantografie di Roosevelt e di Milton Friedman». Marco Pannella promette una presenza «non banale» dei radicali alla manifestazione pro-Usa del 10 novembre 2001 a Roma, dopo la strage delle Torri gemelle. «Oppure srotoliamo dal Pincio uno striscione con le bandiere di Stati Uniti, Gran Bretagna, Israele e la nostra, quella col viso di Gandhi».
Roosevelt e il capo degli economisti di Chicago non hanno nulla in comune, tranne la nazionalità americana e l’antiproibizionismo: il presidente del New Deal legalizzò gli alcolici, il Nobel liberista voleva liberalizzare anche lo spinello.
Ma i radicali sono i precursori dell’Usa Pride: da 15 anni propugnano istituzioni americane (collegi uninominali), giustizia americana (pubblica accusa distinta dai giudici), economia americana (mercato libero).

Anni 10
La notte del 21 aprile 2014 Pannella, 84 anni, viene ricoverato al policlinico Gemelli di Roma per un aneurisma all’aorta e messo in terapia intensiva. Poi ricomincia uno sciopero della sete contro il sovraffollamento delle carceri e per l’amnistia, che interrompe dopo una telefonata di papa Francesco. Pannella afferma di essere divenuto amico del pontefice argentino, e di ammirarlo.
In estate riprende la protesta nonostante un tumore ai polmoni con metastasi epatica, per cui subisce operazioni e radioterapia. Il 28 luglio si fa fotografare in un ristorante sotto casa mentre mangia un piatto di pasta al pomodoro dopo la prima seduta di chemioterapia. E continua le sue visite nelle prigioni di tutta Italia, anche a Ferragosto, Natale e Capodanno. In autunno viaggia in Niger.
Nascono le sue ultime campagne: per «il passaggio dalla ragion di stato allo stato di diritto», e per il «riconoscimento da parte dell’Onu di un nuovo diritto umano: quello alla conoscenza». 
Mauro Suttora

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