I 200 parlamentari con auto blu incassano anche 1.300 euro mensili per i taxi
Oggi, 16 giugno 2010
di Mauro Suttora
Sono circa duecento i parlamentari che hanno diritto all’auto blu: ministri, sottosegretari, presidenti e vicepresidenti di Camera e Senato, delle 40 commissioni parlamentari, segretari e questori. Alcuni ce l’hanno fissa con autista, altri attingono al parco macchine delle due Camere.
Contemporaneamente, però, ogni parlamentare incassa anche 1.300 euro al mese come rimborso forfettario per i taxi. Compresi quelli che non lo prendono mai, perché hanno l’auto di servizio. Uno spreco di cui si è reso conto il senatore Pietro Ichino (Pd), il quale racconta così il proprio (vano) tentativo di rinunciare a questo privilegio: «Sono soggetto per motivi di sicurezza [minacce di morte come ai suoi colleghi giuslavoristi Marco Biagi e Massimo D’Antona uccisi dalle Br, ndr] a un dispositivo di protezione che mi costringe a circolare soltanto su un’auto blindata della Guardia di Finanza, con molti svantaggi facilmente immaginabili, ma con il vantaggio di non avere mai spese di taxi. Eletto al Senato nel 2008, mi sono informato se fosse possibile rinunciare al rimborso delle spese di taxi. Mi è stato risposto che questo atto non era previsto, e avrebbe creato problemi burocratici di difficile soluzione. Ho pertanto deciso di devolvere il rimborso percepito alla Fondazione Giuseppe Pera, per l’istituzione di borse di studio a giovani laureati».
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