Friday, October 21, 2005

La famiglia con 16 figli

... e tutti iniziano per J...

Oggi, 20 ottobre 2005

Springdale (Stati Uniti)
Quando Jim Duggar, agente immobiliare dell'Arkansas (lo stesso stato dell'ex presidente Bill Clinton), sposò Michelle nel 1984, l'idea era di avere due figli. Ma con calma, perchè lei era appena diciottenne. Il primo, Joshua, nacque nel 1987. «Subito dopo rimasi di nuovo incinta», racconta Michelle, «nonostante prendessi la pillola. Ma ebbi un aborto spontaneo. Noi siamo molto religiosi, e leggemmo sulla Bibbia che i bambini sono un regalo di Dio. Però, usando gli anticoncezionali, ci sembrava di rifiutarli. Così gliene chiedemmo altri, e iniziai subito la gravidanza di due gemelli, Jana e John-David, che oggi hanno 15 anni. Da allora non abbiamo più smesso: ho avuto quasi un figlio ogni anno».
L'ultima, Johannah, è arrivata due settimane fa. In mezzo: Jill, Jessa, Jinger, Joseph, Josiah, Joy-Anna, i gemelli Jedidiah e Jeremiah, Jason, James, Justin e Jackson, di un anno e mezzo. Tredici parti naturali, tre cesarei. Dieci maschi, sei femmine: totale, sedici. Record mondiale? Chissà, forse in Africa... Quel che è certo, è che tutti i loro nomi iniziano per J. Perchè? «Non c'è un motivo particolare, abbiamo cominciato da mio marito Jim», spiega la supermamma Michelle, «e poi abbiamo continuato così per non far sentire nessuno escluso».

Ma come si svolge la vita in una famiglia con sedici figli? «Col tempo abbiamo sviluppato una strategia giornaliera per assicurare un ordinato andamento delle cose. La nostra casa ha 240 metri quadri con quattro camere da letto, e molti letti a castello. Jim ed io ci alziamo alle sei, i ragazzi alle sette. Ognuno si lava, si veste, si pettina, e i più grandi ne hanno uno o due da accudire. Alle otto ci sediamo per fare colazione. Abbiamo calcolato che ogni settimana consumiamo un'ottantina di litri di latte, quindici forme di pane, sei chili di burro. E poi 35 chili di mele, trenta di patate, 24 di gelato, venti di riso, una quindicina di mais e di frutta surgelata, cinque di carne di pollo... Dimentico qualcosa? Ah, sì, 140 banane. La nostra spesa settimanale per il cibo è sui 500 dollari.

«A colazione leggiamo qualcosa dal libro dei Proverbi, poi ognuno pulisce una parte della casa. I grandi hanno dei compiti fissi, una specie di 'giurisdizione', e si possono far aiutare dai più piccoli a loro affidati. Durante il giorno stiamo attenti a non lasciare le cose in giro e a buttare ogni cartaccia e residuo, ma il disordine si crea comunque. Alle nove comincia la scuola. I nostri figli studiano tutti a casa, abbiamo deciso così dopo aver visto gli eccellenti risultati di altri ragazzi educati in questo modo. In questo modo si crea anche più unità in famiglia. E poi, studiare assieme è più divertente. Io ho cominciato a insegnare a Joshua quando ha compiuto quattro anni. Anche qui, i più grandi insegnano lettura, scrittura e matematica ai più piccoli, e poi si dedicano ai propri compiti individuali. Tutti imparano a suonare il violino e il pianoforte.

«A mezzogiorno interrompiamo per pranzare. Jill, che ha 14 anni, è quella che più spesso mi aiuta a preparare da mangiare. Dopo puliamo i piatti, riordiniamo, e all'una e mezzo quelli che hanno meno di quattro anni vanno a fare il riposino. Con i più grandi, invece, nel pomeriggio io stessa affronto le materie più impegnative: scienza, storia, legge, medicina. Impariamo a memoria molte poesie e anche inni religiosi, per esercitare il cervello. Alle quattro finiscono le lezioni collettive e fino alle cinque tutti studiano per conto proprio. A cena tocca a Jana, la nostra primogenita femmina, aiutarmi a far da mangiare. Alle sette tempo libero per tutti, anche se visto che abbiamo un solo pianoforte da dividere in undici dobbiamo fare i turni fino a sera. I più piccoli si preparano ad andare a letto, e uno dopo l'altro tutti fanno la doccia o il bagno e si lavano i denti.

«Alle nove di sera arriva quello che è forse il momento pìu bello della giornata. Papà, che è tornato dal lavoro, ci legge dei brani della Bibbia e poi ne discutiamo assieme. I più piccoli si addormentano sul divano, e comunque andiamo tutti a letto alle dieci. Intanto la lavatrice è sempre in funzione: facciamo sette bucati al giorno, mettiamo tutto nell'asciugatrice e poi qualcuno mi aiuta a piegare e riporre negli armadi. Una stanza intera l'abbiamo dovuta convertire in armadio per i vestiti da appendere. Calze, mutande e magliette di ciascuno stanno in grandi scatole col nome del proprietario. Le femmine portano calze bianche, i maschi nere, così possiamo fare lavatrici uniformi. A ogni cambio di stagione mettiamo i vestiti che non usiamo più in grossi scatoloni che etichettiamo e portiamo in cantina, per liberare gli armadi.

«Avere tanti figli può sembrare faticoso, ma non è così, perchè tutti aiutano. Lavoriamo in squadra, al muro della sala da pranzo c'è appesa la lista dei compiti di ciascuno. Abbiamo anche delle pagelle mensili, con i voti che ciascuno prende in quattro campi: studio, lavori domestici, musica e igiene personale. Così i bambini si responsabilizzano e imparano a essere premiati o puniti. In casa ci sono sette computer, tutti col filtro per internet, ma niente tv.

«Andiamo a fare la spesa nel minivan con 15 posti, oppure nel bus con 21 posti se dobbiamo comprare parecchia roba. Di solito riempiamo dai cinque ai sette carrelli. Non riceviamo alcun aiuto finanziario esterno, lo stipendio di Jim (dai 50 ai 70 mila dollari annui) ci basta, ma stiamo molto attenti ad approfittare di ogni offerta speciale, e a risparmiare. Compriamo molti vestiti e giocattoli usati... Ogni tanto facciamo una scampagnata col nostro bus. Ho calcolato di aver avuto doglie per un totale di 127 ore, ma se Dio ci benedirà con altri figli li accoglieremo con gioia. So che posso sembrare una pazza a dirlo, ma ce la faremo comunque. Ora stiamo comprando una nuova casa da 700 metri quadri con due grandi dormitori per i maschi e le femmine. Non vediamo l'ora di traslocare, ma siamo comunque una famiglia unita e felice».

Mauro Suttora

1 comment:

Auntie Sam said...

... MA DIO BONO: 16 FIGLI...

knock on wood, touch iron and take the pill :-)

s.