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Thursday, July 07, 2022

Le armi nucleari sono vietate (anche se non se n'è accorto nessuno)

Da ben cinque anni, ma i paesi che hanno la bomba Usa, Russia, Cina, Francia, Regno Unito, India e Pakistan quel trattato non lo hanno firmato. Bisognerà, dopo l'Ucraina, riprendere la strada della non proliferazione

di Mauro Suttora

Huffingtonpost.it, 7 Luglio 2022 


Cinque anni fa, il 7 luglio 2017, l'Onu ha vietato le armi atomiche. Non se n'è accorto nessuno, perché il trattato che le mette al bando è stato firmato finora da un'ottantina di Paesi. E fra questi naturalmente non ci sono quelli che le bombe nucleari le hanno: Usa, Russia, Cina, Francia, Regno Unito, India e Pakistan. 


Non aderiscono al Tpnw (Treaty for the Prohibition of Nuclear Weapons) neanche i Paesi Nato, la cui dottrina è la deterrenza atomica: le useremo soltanto in risposta a chi le lanciasse contro di noi. E men che meno l'Italia, uno dei cinque Paesi europei che ospita testate atomiche Usa sul proprio territorio (oltre a Germania, Olanda, Belgio e Turchia). Come Berlinguer nel 1976, ci sentiamo più sicuri così. 

Il bando alle armi atomiche era da più di mezzo secolo il sogno dei movimenti pacifisti di tutto il mondo. Il fatto che nel 2017 per la prima volta abbia ricevuto l'imprimatur dall'Onu è stato quindi una loro grande vittoria. Non per nulla nello stesso anno il premio Nobel per la pace è stato assegnato all'Ican (Campagna internazionale per l'abolizione delle armi nucleari), cui aderiscono centinaia di associazioni: per l'Italia una quarantina, dalla Rete pace e disarmo di Mao Valpiana alla Lega Ambiente, da Pax Christi ai Disarmisti esigenti di Alfonso Navarra.


Per il quinto anniversario del trattato l'Ican ha fatto il punto della situazione in un incontro a Vienna. Ironia della sorte: la Campagna è guidata da un'avvocatessa svedese, Beatrice Fihn. E proprio in questi giorni il suo Paese, storicamente pacifista, sta entrando nella Nato.

La guerra di Putin all'Ucraina ha allo stesso tempo indebolito e rafforzato le ragioni degli antinucleari. Da una parte l'aggressione ha drammaticamente riportato il mondo indietro di 80 anni: fu Hitler, infatti, l'ultimo a invadere un Paese in Europa. La guerra è tornata possibile, e i pacifisti sono rimasti spiazzati. 

D'altra parte, però, proprio il rischio che un conflitto possa degenerare in guerra atomica dimostra quanto sia prezioso arrivare prima o poi a un disarmo: almeno atomico, almeno parziale. Certo, poco importa che uno Stato possa contare su un centinaio di testate atomiche (come Francia e Regno Unito) o un migliaio (come Russia e Usa). Per schiacciare il bottone nucleare basta un solo autocrate aggressivo, e Putin ha dimostrato che il pericolo esiste.


Sarebbe sbagliato, quindi, relegare la campagna dell'Ican fra le utopie ireniste. Bisognerà, dopo l'Ucraina, riprendere la strada faticosa dei trattati di non proliferazione, di riduzione e di proibizione delle armi nucleari. Qualsiasi de-escalation, ovviamente reciproca e bilanciata, sarà preziosa.