I DEPUTATI DEL MOVIMENTO 5 STELLE SI LASCIANO ANDARE A SCENATE INCONSULTE IN AULA
Oggi, febbraio 2014
di Mauro Suttora
Oggi, febbraio 2014
di Mauro Suttora
È passato solo un anno da quando sono entrati in Parlamento, emozionati e perfino intimoriti nelle giacche e cravatte comprate per l’occasione. I 150 parlamentari 5 stelle portavano aria nuova, pulita. Oggi, però, molti dei loro 9 milioni di elettori faticano a riconoscerli. Li vedono urlare sconcezze in aula, assaltare i banchi del governo, bloccare conferenze stampa, impedire fisicamente l’uscita dei deputati dalle commissioni.
Cos’è successo? Promettevano di riportare senso civico nelle istituzioni. Ma ora si comportano in modo «disgustoso e demenziale», come denuncia perfino l’unico giornale loro vicino, Il Fatto di Antonio Padellaro e Marco Travaglio (il quale però ne elenca anche gli atti positivi, a pag. 26). Il deputato Giorgio Sorial definisce «boia» il presidente Giorgio Napolitano. Angelo Tofalo grida «Boia chi molla!», slogan fascista. Samuele Segoni indica platealmente il proprio basso ventre durante un discorso. Massimo De Rosa dice alle deputate Pd di essere state elette grazie al sesso orale. Alessandro Di Battista insulta il mite capogruppo Pd Speranza.
«Inaccettabile degrado del costume e del linguaggio», li bacchetta Stefano Rodotà, loro candidato presidente. Il quale boccia Beppe Grillo anche quando chiede di processare Napolitano per alto tradimento: «Populismo degradante». I 5 stelle perdono altri fan: Adriano Celentano, Pippo Baudo, Antonello Venditti, Jacopo Fo (suo padre Dario invece sostiene ancora Grillo). Critico pure il senatore 5 stelle Luis Orellana, loro candidato presidente del Senato, e metà dei suoi colleghi. Grillo, intuendo il disastro, corre a Roma e invita i suoi “ragazzi” a moderarsi e «sorridere».
Augias: «Violenti inconsapevoli»
Niente da fare. Dopo poche ore appare sul suo blog un video divertente contro la presidente della Camera Laura Boldrini (accusata di aver interrotto un loro ostruzionismo anti-banche) confezionato dall’attivista romano Denis Ferro, emigrato a Paderno Dugnano (Milano). Purtroppo, però, il titolo aizza al linciaggio: «Cosa fareste a Laura in auto?». Immaginabili le risposte. Da «squadristi inconsapevoli», secondo il giornalista e scrittore Corrado Augias. Al quale viene riservato un trattamento neonazi: i suoi libri bruciati in video.
Ciliegina sulla torta: un altro gentleman, Claudio Messora, scrive alla Boldrini che aveva accusato i grillini di avere fra loro dei «potenziali stupratori»: «Volevo tranquillizarti [sic], tu non corri nessun rischio». Messora, nominato «capo della comunicazione» direttamente da Gianroberto Casaleggio, è il vero capo dei senatori 5 stelle: i capigruppo ruotano ogni tre mesi, lui resta.
Infine, un tocco comico: Rocco Casalino, ex concorrente del Grande Fratello nel 2002, oggi addetto stampa grillino in Senato, attacca Daria Bignardi, ex presentatrice di quel Grande Fratello, perché ha “osato” chiedere a Di Battista in tv del padre fascista: «Il suocero della Bignardi, Adriano Sofri, è un assassino».
«Dare dei “fascisti” ai grillini è esagerato», commenta con Oggi Mario Capanna, pure lui 30 anni fa protagonista di memorabili ostruzionismi. «Anche noi di Democrazia Proletaria eravamo rivoluzionari, quindi criticavamo tutti. Però col Pci discutevamo sempre, cercavamo sponde e alleanze. E lottammo contro il decreto sulla scala mobile assieme a Berlinguer. Non ci isolavamo».
Memorabili anche gli ostruzionismi radicali: nel 1981 Marco Boato parlò 18 ore contro il fermo di polizia. Record mondiale. Lo soprannominarono “vescica di ferro”. Adesso giustifica la Boldrini: «Era suo preciso dovere interrompere l’ostruzionismo dei 5 stelle e permettere la votazione, perché i tempi stavano scadendo. Una minoranza può ricorrere al filibustering per ritardare l’approvazione di una legge che ritiene ingiusta, creando attenzione su di essa e appellandosi all’opinione pubblica, ma non può impedire il libero voto».
Marco Pannella, antesignano dei referendum contro il finanziamento pubblico ai partiti e delle lotte anti-Casta, avverte Grillo: «Passa dal monologo al dialogo, altrimenti illuderai e deluderai i tuoi milioni di simpatizzanti».
Gli altri “papà” dei grillini sono i verdi. «Stessi temi ecologici, ma nonviolenti non so», sostiene l’ex consigliere regionale Veneto Mao Valpiana. «Noi non eravamo mai aggressivi e arroganti, massimo rispetto per gli avversari. Gandhi insegna che bisogna convincere, non insultare. Costruire ponti, senza rinchiudersi in se stessi. Invece i 5 stelle sembrano una setta tipo Scientology. Un gruppo chiuso, controllato dal centro».
Mauro Suttora
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