Oggi, 8 maggio 2013
di Mauro Suttora
Non fosse per quella benedetta ricrescita di capelli che
ogni tanto svela la verità, Michaela Biancofiore sarebbe l’esatto contrario di
Cécile Kyenge: (finta) bionda, nata a Bolzano (seppur romano-pugliese), di
destra. E poi il cognome, un destino di purezza.
Era stata nominata sottosegretaria alle Pari opportunità. Ma
lei ha subito ha perso l’opportunità di dimostrare il proprio valore, causa poco
opportune dichiarazioni «omofobe» come «chi va con i trans ha seri problemi di
posizionamento sessuale», «oggi purtroppo l’omosessualità è estremamente
comune», «i gay si autoghettizzano, sono una casta». Spostata ad altro
incarico.
Molte dichiarazioni anche su Cécile Kyenge, nuova ministra
per l’Integrazione: «In un Paese civile non lo sarebbe mai diventata», l’ha
accarezzata l’eurodeputato leghista Mario Borghezio, «è un elogio
dell’incompetenza, fa parte di un governo bonga bonga». Lei ha risposto sobria,
spiazzando i politicamente corretti: «Non dite che sono “di colore”: sono fiera
di essere nera».
Nata nel Katanga, Congo profondo: padre benestante
funzionario statale, capo villaggio con quattro mogli e 37 figli. Cécile voleva
studiare medicina all’università, in Congo i burocrati la obbligano a
iscriversi a farmacia, lei si ribella e riesce a ottenere una borsa di studio
per la Cattolica di Roma. Arriva 30 anni fa, per mantenersi lavora come
badante. Si specializza in oculistica, vent’anni fa si sposa con un ingegnere
italiano, acquista la cittadinanza, ha due figlie oggi adolescenti: Giulia e
Maisha. A Modena dove vive fonda un’associazione che aiuta gli immigrati, nel
2004 è consigliere di zona Ds, nel 2009 consigliere provinciale Pd. Eletta
deputata in febbraio, la sua bandiera è lo «ius soli»: significa «legge del
suolo», si è cittadini del Paese dove si nasce e non di quello dei propri
genitori.
Michaela invece diventa berlusconiana già nel ’94, dopo il
diploma magistrale. Si definisce «imprenditrice nel settore del wellness», ma è
stata anche assistente alla regia in film di Carlo Verdone prodotti da Mario
Cecchi Gori (Al lupo, al lupo, Maledetto il giorno che ti ho incontrato). «Sono
una kamikaze imbottita di tritolo berlusconiano puro», dice, e non si toglie
mai l’anello di Damiani che Silvio le ha regalato. Già fidanzata dell’ex
ministro degli Esteri Franco Frattini, che dieci anni fa la nominò «consigliere
per le autonomie locali», consigliere provinciale Forza Italia nel 2003, deputata
dal 2006. E adesso non vede l’ora di opporsi alle idee di Cécile.
Mauro Suttora
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