Londra, 6 maggio 2012
dall'inviato Mauro Suttora
Mancano dieci settimane alle Olimpiadi di Londra, ma con puntualità ed efficienza britanniche tutto è già pronto. Così, per la prima volta lo scorso fine settimana i principali impianti sono stati aperti: lo stadio dell’atletica per i campionati universitari britannici, quello della pallanuoto per un quadrangolare femminile Gran Bretagna-Stati Uniti-Australia-Ungheria (le squadre si riaffronteranno dal 28 luglio, con l’Italia fra le favorite), e poi tennis, tiro con l’arco e hockey.
Arriviamo al parco olimpico di Stratford (comune della Grande Londra a dieci km. dal centro) in sei minuti dalla stazione di St. Pancras con il treno veloce Javelin costruito apposta, che poi prosegue per Canterbury e Dover. Ci sono anche due linee di metropolitana.
Centro commerciale annesso
Migliaia di londinesi si riversano con disciplinata allegria negli stadi. Per raggiungerli bisogna passare attraverso un nuovo centro commerciale: un modo per rientrare nei costi, già aumentati da nove a 14 miliardi.
Abbiamo sperimentato per primi sabato i controlli ai cancelli della zona olimpica: simili a quelli degli aeroporti, anche qui non si possono introdurre liquidi. Al varco ci imbattiamo per caso in Sir Sebastian Coe, indimenticabile medaglia d’oro del mezzofondo a Mosca 1980 e Los Angeles ‘84, poi datosi alla politica (conservatore), nominato Lord e oggi capo del Comitato organizzatore.
In Italia arriverebbe in auto blu, scortato da gorilla. Qui si aggira a piedi con la tessera di riconoscimento al collo come tutti, con su scritto «guest» (ospite) e solo dopo la specificazione «chairman» (presidente). Accetta sorridente di fermarsi per una foto, parla italiano.
Fra gli eventi collaterali c’è il sorteggio dei gironi di pallanuoto. In quella maschile gli italiani campioni del mondo sono testa di serie con i serbi. Accompagniamo alla cerimonia Sandro Campagna, ct della nazionale. È presente il gotha degli sport acquatici mondiali: tutti i dirigenti dagli Stati Uniti alla Russia, dalla Cina al presidente della federazione internazionale Julio Maglione, uruguaiano. Segretario è Paolo Barelli, campione di nuoto anni 70, olimpionico a Monaco e Montreal, oggi senatore Pdl. Dirige il sorteggio un’altra vecchia gloria: Gianni Lonzi, oro del Settebello a Roma ’60.
Sono tutte qua, le leggende viventi dell’ultimo mezzo secolo. Compreso Ratko Rudic, allenatore di Campagna nella nostra nazionale che trionfò a Barcellona ’92, unico ct al mondo ad aver conquistato l’oro con squadre diverse (prima con la Jugoslavia). Ora ci riprova con la Croazia. Chiediamo a Compagna: che squadra spera di evitare? «Montenegro». Accontentato: è finito nell’altro girone.
Intanto, Londra si prepara. Non che una grande metropoli abbia bisogno di un’Olimpiade per accendersi, com’è stato per Pechino. Ma c’è egualmente entusiasmo: sono ben 70 mila i volontari, anche di una certa età, che già in questi giorni hanno diretto il traffico pedonale, controllato le borse degli spettatori ed effettuato altri compiti nella grande prova generale.
Unica preoccupazione: i terroristi
Un giornalista del quotidiano Sun ha sbeffeggiato i controlli portando dell’esplosivo nella zona protetta. Ma sono ben 23 mila gli agenti e soldati che dal 27 luglio al 12 agosto veglieranno sui 10 mila atleti da 200 nazioni (330 italiani) e i seimila giornalisti che daranno vita al più grande spettacolo del mondo: 900 medagli da assegnare in 26 sport.
Capita solo una volta ogni quattro anni, Londra è immune da attacchi terroristici dal 2005, ma la preoccupazione è palpabile. Sul Tamigi si è ancorata la più grande nave da guerra inglese, una portaelicotteri. Speriamo che rimanga inattiva...
Mauro Suttora
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