Oggi, 11 febbraio 2009
Cosa pensa del conflitto istituzionale innescato da Berlusconi?
«Non considero esaurita la forza, la spinta del berlusconismo. Ma l’ossessione di affermare la sua autorità, facendo leva sulle posizioni neodogmatiche della Chiesa, questa volta ha fatto commettere un errore a Berlusconi. Il quale teme un asse fra i due altri presidenti, quello della Camera Gianfranco Fini e quello della Repubblica Giorgio Napolitano, che imbrigli la sua azione di governo. E’ ricorso quindi al decreto legge, ingaggiando un braccio di ferro con il presidente della Repubblica. Il suo è un fastidio esibito contro ogni impiccio che lo ostacoli. Ma Berlusconi non si rende conto che sul tema da lui scelto per scatenare questo conflitto la società italiana è molto più avanti delle pagnotte e bottiglie piazzate davanti alla clinica La Quiete. Tutti i cittadini prima o poi, tramite qualche parente, hanno avuto a che fare con la pratica pietosa e silenziosa di interrompere gli accanimenti negli ospedali, per evitare che la tecnica imprigioni la vita. Il neodogmatismo illiberale mal corrisponde all’evoluzione del costume. Mi sembra che Berlusconi abbia presunto troppo dalla forza del suo consenso».
Riuscirà a cambiare la Costituzione?
«Berlusconi l’ha già stravolta da tempo, con la prassi della decretazione d’urgenza. Ha instaurato una nuova costituzione materiale, riducendo il rapporto con il Parlamento a una cinghia di trasmissione».
Sul caso Eluana si sarà fatto guidare da qualche sondaggio.
«Mi pare che questa volta abbia agito d’istinto, approfittando dell’appoggio delle gerarchie del Vaticano per liberarsi da quello che per lui ormai è diventato un vero e proprio incubo: l’asse Fini-Napolitano. Ma credo che sia stato un autogol, perché una volta finite le accuse irrazionali di omicidio, o le affermazioni secondo cui una ragazza dovrebbe morire, mentre ormai purtroppo si tratta di una donna, passato tutto questo, a Berlusconi resterà poco in mano».
Mauro Suttora
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