"Siete dei romantici razzisti"
Romantici come chi conosce il mestiere di vivere . Razzisti con il Sud peggio degli yankee con i negri . Scopriamo quale ritratto di noi riporta negli Usa un gruppo di ragazzi che ha vissuto un anno di scuola nel Bel Paese con i programmi di scambio Afs/Intercultura
di: Suttora Mauro
L'Europeo, 19 luglio 1986
I paninari ? Li odio , li odio tutti , sono stupidi , materialisti , vuoti . Quelli della mia scuola sono andati avanti per tre mesi a parlare delle loro scarpe , dei negozi dove era meglio andare a comprarle , dei vestiti , di Burghy . . . " .
A vederlo camminare per Milano , il diciassettenne Noah Elkin potrebbe essere un bellissimo paninaro . Paninaro doc : capelli corti , viso pulito e abbronzato , orologio colorato Swatch al polso . Ma doc soprattutto perche' Noah e' un americano purosangue del Massachusetts , con la mascella larga e gli occhi verdi . E invece no : questo tipico ragazzo dell' impero Usa disprezza i ragazzotti della provincia Italia che si dannano per assomigliare un po' di piu' agli americani .
Sono ritornati a casa all' inizio di luglio Noah e gli altri 50 giovani statunitensi che hanno passato quest' anno scolastico in Italia con una borsa di studio dell' associazione Intercultura . Eta' media 17 anni , hanno frequentato il terzo anno di scuole e licei sparsi in tutta la penisola , cosi' come piu' di 200 loro coetanei italiani hanno passato 12 mesi in famiglie e high school degli Stati Uniti .
Intercultura e , piu' in piccolo , Afsai (Associazione formazione scambi e attivita' interculturali) e Experiment international living sono le uniche organizzazioni che permettono a liceali di tutto il mondo di andare all' estero per dodici mesi senza perdere l' anno di scuola nel proprio paese (vedere il riquadro a pag . 28) .
Cosi' , ogni estate c' e' un andirivieni di migliaia di teenager che attraversano gli oceani (e in particolare l' Atlantico , perche' gli scambi Stati Uniti Europa occidentale rappresentano la grande maggioranza del totale) per andare a sperimentare un anno di vita normale all' estero , ospiti di scuole e famiglie .
È un momento particolare nei rapporti fra Italia e Stati Uniti . Nell' ottobre scorso l' Achille Lauro e il quasi scontro fra carabinieri e marines a Sigonella ; in dicembre l ' attentato a Fiumicino ; in marzo la " piccola guerra " della Sirte fra le navi americane e la Libia ; in aprile , infine , il bombardamento di Tripoli ordinato da Ronald Reagan . In mezzo , tante incomprensioni piccole e grandi fra i governi di Roma e Washington .
Risultato finale : l' ostracismo decretato dai turisti americani verso l' Italia e l' Europa , un po' per paura dei terroristi palestinesi , un po' per punire la " mollezza " degli alleati . Vacanze disdette , aerei semivuoti , accuse di opportunismo pacioso da una parte e controaccuse di rambismo sfrenato dall' altra .
Anche gli scambi culturali giovanili sono stati colpiti dalla " paura d' Europa " che pervade l' America : le universita' statunitensi hanno dovuto cancellare molti " stage " estivi a Roma , Venezia e Firenze per il forfeit dei partecipanti .
" Noi invece non abbiamo risentito di queste paure " , assicura Roberto Ruffino , segretario generale di Intercultura , " perche' i nostri programmi sono di durata piu' lunga , da due mesi a un anno , i partecipanti sono molto motivati , vivono in famiglia e ricevono un' adeguata preparazione e assistenza " .
Ma come hanno vissuto quest' anno un po' particolare i giovani americani ospitati in Italia ? " L' unica cosa che mi e' dispiaciuta " , rivela Noah , che a Milano e' stato ospitato dalla famiglia di un funzionario dei Cigahotels , " e' stato quando alcuni giovani hanno bruciato in piazza la bandiera americana durante la manifestazione dopo l' attacco di Tripoli " .
Fino ad allora Noah aveva partecipato con entusiasmo a tutti i cortei dei ragazzi dell' 85 : " E stata un' esperienza bellissima , sono andato anche alla dimostrazione di Roma in novembre . Negli Stati Uniti gli studenti non fanno piu' manifestazioni " . Pero' subito aggiunge , con concretezza americana : " Peccato che non abbiamo raggiunto alcun risultato : a gennaio era tutto gia' finito , e la Falcucci e' ancora li " .
Anche Sarah Riegle , come Noah , ha passato l' anno al liceo scientifico Vittorini di Milano , con tanto di occupazioni e cortei . E quella manifestazione di aprile contro Reagan e' stata l' unica a cui non e' voluta andare : " Era troppo sbilanciata , avrebbe dovuto essere contro tutti e due , Stati Uniti e Libia . Anch' io comunque ero molto arrabbiata con Reagan , e adesso che ritornero' a casa , a Flint nel Michigan , penso che litighero' con mio padre , che e' un repubblicano ultraconservatore . Lui non lo sapeva , ma il padre della famiglia che mi ha ospitato qui , un dirigente d' azienda , era comunista e portava sempre a casa l' Unita' , oltre al Corriere della Sera . Per chi voterei in Italia ? Mah , tutti questi partiti mi confondono . Forse a sinistra , ma non per i comunisti . Negli Stati Uniti sara' un problema : io sono d' accordo con Reagan per la politica interna , per quella estera no "
E' difficile trovare nelle high school americane ragazzi di buona cultura come quelli che abbiamo incontrato . Ma , in confronto con le degradate scuole italiane , quelle americane suscitano rimpianto , se non altro per le strutture : " Li' possiamo stare a scuola al pomeriggio e fare sport , teatro , musica " , spiega Eugenie Seifer , dal New Jersey a Milano . " Poi alla sera ci sono le ' ' high school dances' ' e gli spettacoli . Invece qui bisogna stare cinque ore tutti nella stessa aula al mattino e poi via , ognuno per conto suo a casa a fare i compiti . La scuola italiana e' pesantissima e non favorisce l' amicizia , non c' e' l' orgoglio di stare in una scuola e di fare il tifo per la propria squadra " .
" E un sistema arcaico " , rincara Noah , " per esempio in fisica non abbiamo imparato quasi niente perche' non abbiamo mai fatto esperimenti , e perche' per due mesi il prof ha continuato a interrogare , senza andare avanti col programma . Invece da noi un giorno si fa un test scritto , e basta . Certo , anche le interrogazioni hanno i loro pregi , insegnano a fare un discorso . Ma non bisogna esagerare " .
" Pero' qui si studia filosofia , da noi no " , dice Sarah . " Il mio professore era un dio , ho imparato moltissimo sulla Grecia e su Roma antica " .
Heidi Steinmetz , che viene dalla Silicon Valley californiana , culla dei computer , se la prende soprattutto con le cose da imparare a memoria : " E importante soprattutto esprimersi e pensare , perche' con l' invenzione del computer non serve piu' memorizzare per poi dimenticare i fatti e le date " .
L' immagine tipica dell' Italia , fra i giovani statunitensi , e' ancora quella portata in America dagli emigranti del Sud contadino . " Ma e' un problema reciproco : lo stereotipo dell' Italia per noi e' il Sud , mentre per molti di voi tutta l' America e' Dallas " , nota Mark Johnson , dal Connecticut a Biella .
Dice Noah : " Andare al Sud per me e' stata un' esperienza stupefacente : l' Italia e' veramente divisa in due , e il Sud rappresenta sul serio un altro mondo , totalmente diverso . Sono rimasto affascinato dalla varieta' dei dialetti , diversi dappertutto : dimostrano tutti i millenni di storia che si porta dietro l' Italia , e che ho studiato con enorme interesse . Ma il problema principale del vostro paese , secondo me , e' proprio la disparita' fra Nord e Sud , che andrebbe risolta al piu' presto " .
Sarah : " Appena arrivata l' anno scorso mi hanno portato due settimane in Puglia , e li' la vita e' veramente lenta come immaginavo che fosse in tutta Italia . E ho perfino incontrato qualche tipica mamma italiana che dice ai figli ' ' Mangia gli spaghetti' ' . . . " .
June Sample ha passato un anno a Treviso , e denuncia : " Per uno straniero che va a vivere nel Veneto la prima cosa che colpisce e' il clamoroso pregiudizio , a volte perfino l' odio , dimostrato da parte dei veneti contro le famiglie di immigrati dal Sud . C' e' una vera e propria separazione sociale , e qualsiasi contatto reciproco fra i gruppi e' scoraggiato , specialmente quando si tratta dei rapporti fra i giovani " .
Conferma Sarah : " E vero , al Nord c' e' molto razzismo verso i ' ' terroni' ' : quando la mia classe e' andata in gita scolastica in Umbria non abbiamo mai parlato con una classe di napoletani che stavano nello stesso albergo . Anche da me a Flint il 70 per cento della popolazione e' nera , ma i piu' simpatici e popolari a scuola sono proprio i giovani di colore".
I giovani Usa descrivono le abitudini degli italiani con distacco quasi antropologico . Un luogo comune che non e' stato intaccato , ma anzi e' uscito rafforzato dal loro anno in Italia , e' la " dolce vita " . Dice Heidi : " La vita qui e' molto piu' tranquilla . Non voglio dire che gli italiani non lavorino e siano pigri , ma danno molta importanza ai rapporti umani e al vivere senza fretta e furia . Per esempio , anche durante il lavoro scambiano spesso due parole su argomenti personali , sulla famiglia o sulla salute . Per voi sono importantissime anche le piccole cose quotidiane : bere un caffe' in un bar , leggere il giornale , comprare il pane , il latte , la verdura . . . Anche nel tempo libero vi accontentate di piccole cose : fare una passeggiata di sera in centro , mangiare e parlare con gli amici , riposare . Da noi e' molto diverso , perche' pensiamo che non fare cose importanti sia uno spreco di tempo .
" Questo vale soprattutto nello sport " , continua Heidi : " Gli italiani preferiscono vedere le partite piuttosto che giocarle . I giovani non fanno molto sport , soprattutto perche' sono molto impegnati con lo studio . Il tempo libero non lo trascorrono in attivita' organizzate : preferiscono stare con gli amici , e questo significa ' ' andare in giro' ' . In pizzeria , in un bar o in un posto fisso all' aperto si divertono molto anche senza far niente di preciso , a loro basta ridere e scherzare . Spesso neanche alle feste ci sono giochi o balli organizzati , ma i giovani si divertono lo stesso fra loro , senza alcol o droga come in America " .
" Si " , conferma Karla Shreckengaust , da Kansas City a Biella , " perche' da noi non si puo' bere fino a 21 anni , pero' i ragazzi bevono lo stesso e si ubriacano spesso . Qui e' meglio : si puo' bere , e non ci si ubriaca . Si puo' andare al bar anche solo per un cappuccino " . Negli Stati Uniti i giovani non possono bere , ma hanno la patente a 16 anni : " Cosi' ci sono tanti incidenti quando i ragazzi bevono e guidano . Ma con la macchina c' e' anche piu' responsabilita " , spiega Karla . " Infatti molti studenti americani lavorano e contemporaneamente vanno a scuola , che e' obbligatoria fino ai 18 anni . Per noi e' un orgoglio non dover chiedere soldi ai genitori . Paghiamo per tutto : vestiti , trucco , benzina , assicurazione , parte del costo dell' universita' . . . " .
Molti dei ragazzi che sono tornati a casa si preparano a un' estate di lavoro : chi in una banca , chi in un bar o in un fast food , chi in un negozio . Il lavoro part time li' non e' difficile da trovare .
Altra grande differenza , l' amore : " Per voi e' una cosa molto seria " , dice Heidi , " non e' insolito trovare un ragazzo e una ragazza che stanno assieme per un paio d' anni " . " I ragazzi italiani non sono cosi' ossessionati dal sesso come quelli americani " , sostiene Eugenie . " Come no ? , i miei amici lo erano eccome " , ribatte Noah . " Si' , ma solo a parole . Qui sono piu' calmi , parlano tanto ma non fanno niente . Invece in America c' e' l' usa e getta . No , qui siete piu' romantici " .
Karla in Italia si trova meglio perche' baciarsi e' piu' normale , meno impegnativo : " Io e i miei amici in America siamo molto affezionati , ci baciamo spesso , anche fra ragazze . Cosi' ci hanno accusato di essere lesbiche . Ma poi pensano che sia impossibile essere amica di un ragazzo e baciarlo senza starci assieme . Qui invece e' normale dare baci agli amici , anzi , se non lo si fa e' un' offesa . Adesso non so cosa faro' quando tornero' : mi comporto come un' italiana o come un' americana ? Vedremo ! " .
Ragazzi , qual e' la cosa che vi e' piaciuta di piu' durante quest' anno in Italia ? " I tortelloni " . " L' antichita' del paese " . " L' unita' della famiglia italiana . Negli Stati Uniti ci sono troppi divorzi " , afferma Wendy Poole , da Malibu in California a Modena . E le canzoni ? " La musica italiana non la conosco , perche' tutti i miei amici qui ascoltavano musica americana " , dice Noah . Sarah : " Pino Daniele " .
E la cosa che vi e' piaciuta di meno ? " I padri troppo severi " , si lamenta il biondissimo Brett Gradinger , che dal Missouri e' arrivato fino a Lecco , acquistando un perfetto accento lombardo . " Il nepotismo " , denuncia Sara Donaldson , da Washington a Torino , " qui si va avanti solo per conoscenze . Io all' universita' voglio fare ingegneria , e quando dico a qualche italiano che mio padre e' docente di ingegneria mi sento rispondere : ' ' Ah , adesso capisco perche' . . . ' ' " . Eugenie : " La lentezza di tutto , la burocrazia . Per esempio , una volta sono dovuta andare in un ufficio sanitario , quello con tre lettere . . . si' , la Usl . Dovevo fare una iniezione contro l' allergia , e mi hanno fatto fare file , riempire moduli e mettere timbri per due ore . E poi , qui a Milano stanno costruendo il metro' , no ? Quanti anni fa hanno cominciato ? E quando finiranno ? Fra due anni ? Mah . . . " . E per fortuna che Eugenie non conosce la storia dei metro' di Roma e di Napoli .
Alcuni vorrebbero che per prima cosa venisse restaurata Venezia , altri si preoccupano per i bimbi che chiedono l' elemosina di fronte alla stazione Termini a Roma . Ma nessuno , proprio nessuno , ha mai sentito contro di se' l' ombra di un antiamericanismo anche solo accennato . Eppure , dopo la strage di Fiumicino dello scorso Natale a molti di loro sono arrivate dagli Stati Uniti lettere o telefonate preoccupate dei genitori . " Non ho mai temuto niente " , assicura invece Brett , " anche perche' lo scontro Usa Libia non mi riguardava " . Come , Brett , non sei un patriota ? " Si' , si' , certo che lo sono " , si affretta a precisare , " ma io ero in Italia e non ci potevo fare assolutamente nulla " .
" Quando sono stata a Napoli " , racconta Wendy , " ho visto un gruppo di soldati americani assai grezzi , completamente ubriachi , che davano fastidio alla gente e che certo non hanno fatto fare una bella figura all' America . Il fatto e' che molti americani purtroppo pensano di essere superiori , i migliori " . " I soldati americani sono convinti che il loro compito e' quello di distruggere il comunismo nel mondo " , dice scettica Sarah . " Mio fratello e' andato volontario nella marina , adesso e' in Giappone . Io glielo dico sempre : mi raccomando , sta' attento a non fare la figura dell' ' ' Ugly american' ' , del cattivo americano " .
Adesso questi ragazzi americani sono tutti tornati a casa , e stanno raccontando il loro anno a parenti e amici : Sarah fra le macchine della General Motors di Flint , Noah fra i boschi del Massachusetts , Wendy sulla spiaggia di Malibu , Eugenie nel suo New Jersey , vicino a Bruce Springsteen , Brett e Karla sulle rive del Missouri . . . Racconteranno anche che l' Italia non brulica di terroristi , e che c' e' stato solo un piccolo cambiamento nel loro programma di quest' anno : sono ritornati a casa prendendo l' aereo a Milano invece che a Roma . Per non impressionare nessuno con il nome " Fiumicino " .
Mauro Suttora
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