dall'inviato a Londra Mauro Suttora
Oggi, 3 agosto 2012
Ruta Meilutyte, quindicenne lituana, ha stupito il mondo vincendo i 100 rana di nuoto. Ha perso la mamma quando aveva quattro anni: attraversava sulle strisce pedonali a Kaunas, un'auto l'ha investita.
Cresciuta dalla nonna, due anni fa è andata a vivere con il padre a Plymouth, in Inghilterra. Lì il signor Meilutyte lavora come assistente di disabili. Prepara ogni giorno da mangiare alla figlia: "È ghiotta di pancetta affumicata con cipolla per colazione, ma non posso fargliela spesso perché non è un cibo adatto a una sportiva".
Nel Plymouth college Ruta ha trovato un bravo allenatore che ha subito capito il suo talento. La ragazza, alta uno e 72, portava il 43 di scarpe già due anni fa.
Guor Marial, 28 anni, maratoneta del Sud Sudan, è uno dei quattro atleti che gareggia sotto la bandiera olimpica. Il suo Paese, il Sud Sudan, è diventato indipendente solo un anno fa e non ha ancora un comitato olimpico. È scappato dal suo villaggio della tribù dei dinka nel 2001, dopo che i soldati sudanesi lo bruciarono uccidendo otto dei suoi dieci fratelli. Poi fu rapito da nomadi e ridotto a schiavo da un ufficiale dell'esercito.
Infine l'approdo a Flagstaff (Arizona), dove ora lavora di notte in un centro per malati mentali e vive in una camera ammobiliata. Non ha un dollaro, un unico paio di scarpette da corsa logore, e il Cio (Comitato olimpico internazionale) gli ha pagato aereo per venire a Londra.
Shin A Lam, 25 anni, spadista sudcoreana, passerà alla storia di queste olimpiadi per il suo pianto di un'ora sulla pedana della scherma, che non voleva più lasciare dopo la ingiusta sconfitta in semifinale con una tedesca. Aveva ragione lei. La federazione della scherma ha riconosciuto l'errore degli arbitri, che non avevano dato ancora il via alla gara quando la tedesca ha affondato la sua stoccata decisiva sul 5-5.
Ma il risultato non ha potuto essere più cambiato. Nel frattempo, la povera Shin aveva perso anche la finale per il bronzo. Le hanno dato una medaglia di consolazione.
Ye Shiwen, 16 anni, è una nuotatrice cinese accusata di doping perché ha percorso l'ultimo tratto dei 200 misti, quello a stile libero, a una velocità superiore perfino a quella dei massimi campioni maschi della specialità, Ryan Lochte e Michael Phelps. Ye ha vinto sia i 200, sia i 400 misti. E, soprattutto, gli esami non hanno trovato alcunché di illegale nel suo corpo.
Restano i sospetti, anche perché i genitori della ragazza dicono che è stata portata via di casa quando aveva sei anni, e che piange quando li chiama al telefono. La Cina, come una volta la Germania Est e altri Paesi comunisti, è una dittatura che considera lo sport un affare di stato. E le olimpiadi un modo per dimostrare la sua supremazia.
Hiroshi Hoketsu, giapponese, a 71 anni è l'olimpionico più vecchio. Gareggia nell'equitazione, così come aveva fatto già alle olimpiadi di Tokyo nel 1964, quasi mezzo secolo fa, arrivando 40esimo. È un miliardario, affronta enormi spese per praticare il suo hobby. Dopo Tokyo non era più riuscito a qualificarsi fino ai Giochi di Seul 1988. Ma, sfortuna, Il suo cavallo fu messo in quarantena. Poi niente fino al 2008, quando a Pechino è arrivato nono. Non è però l'atleta più anziano in assoluto: uno svedese nel 1920 partecipò alla gara di tiro a 82 anni.
Zara Phillips, 31 anni, è nipote della regina Elisabetta e figlia della principessa Anna e di Mark Phillips. Fa parte della squadra britannica di equitazione, che ha vinto l'argento. Peccato che l'errore decisivo, quello che ha fatto perdere l'oro alla sua squadra, sia stato commesso proprio da lei. Ma la Bbc non lo ha sottolineato, forse per timore di offendere le altezze reali convenute in quantità a tifare per lei.
Zara stava per andare ai Giochi di Atene e Pechino, ma in entrambi i casi il suo cavallo si è infortunato prima di partire. Da un anno Zara è sposata con un famoso rugbista inglese, che pare la tradisca.
Alessio Sartori e Romano Battisti hanno vinto l'unica medaglia del canottaggio italiano, che da tempo non fa registrare i risultati dei tempi degli Abbagnale. Il particolare incredibile è che erano stati esclusi dalla nazionale. Hanno dovuto qualificarsi da soli, come equipaggio delle Fiamme Gialle.
Una figuraccia per il commissario tecnico Giuseppe De Capua, criticato anche da Rossano Galtarossa, olimpionico con quattro medaglie ma ridotto a riserva.
Mauro Suttora