LE ASSURDITA' DEI NUOVI PROGRAMMI DI STORIA ALLE ELEMENTARI E MEDIE INFERIORI
di Mauro Suttora
Oggi, 20 aprile 2011
Fino a una decina di anni fa la storia si cominciava a studiare in terza elementare. A otto anni ci appassionavamo alle vicende di Attilio Regolo con la sua botte, di Muzio Scevola con la sua mano, delle oche sul Campidoglio. Oggi, se accompagniamo i nostri figli di dieci anni in gita a Roma, notiamo gran sorpresa quando vedono il Colosseo. Non sanno nulla. Perché il programma di storia è stato spalmato su tutti gli ultimi sei anni della scuola dell'obbligo, e i romani si studiano solo in quinta.
Tutta la terza elementare si perde fra i cavernicoli della preistoria. La quarta va dagli egizi e sumeri ai greci. E così via. In teoria, un ragazzino italiano non conosce Garibaldi fino a tredici anni. Così si sprecano proprio gli anni in cui meglio si imprimono storie, concetti e nozioni (sì, nozioni). Sanno tutto su Pokemon e Gormiti, e poco o nulla sulla storia nostra. Forse prima era assurdo ripetere tre volte (elementari, media, liceo) la stessa storia. Ma ora si esagera nell'altro senso.
Anche in geografia. Prima imparavamo a memoria tutte le province a 8-9 anni. Ora Enna e Lecco non sanno dove sono. E per Brasile o Cina si aspetta fino a 13 anni.