Showing posts with label francesco caltagirone. Show all posts
Showing posts with label francesco caltagirone. Show all posts

Monday, April 15, 2013

Finocchiaro, Severino, Cancellieri: meglio di no


Sono azzoppate da conflitti d'interesse tre delle quattro donne candidate alla presidenza della Repubblica. E tutte, curiosamente, per colpa di uno stretto familiare.

La ministra della Giustizia Paola Severino ha un marito un po' ingombrante: Paolo Di Benedetto, 66 anni, gran navigatore del sottobosco del potere romano: ex commissario Consob, attualmente consigliere d'amministrazione Acea (la municipalizzata squassata dalla mala gestione di Alemanno e nel mirino di Francesco Caltagirone, suocero di Casini e padrone del Messaggero, e che ora raddoppia. E' stato infatti appena nominato consigliere d'amministrazione di Edison, colosso multinazionale dell'energia.

La ministra dell'Interno Anna Maria Cancellieri ha invece un figlio imbarazzante: Piergiorgio Peluso, che nel 2012 ha preso 5 milioni da Fonsai, società di Ligresti che ha lasciato in rosso per quasi un miliardo, e di cui ci siamo già occupati qui. Ora Peluso è alto dirigente Telecom.

Anna Finocchiaro, infine, è stata danneggiata dalle foto che l'hanno ritratta mentre andava a fare la spesa all'Ikea con la scorta. Ma, soprattutto, il marito Melchiorre Fidelbo è stato incriminato lo scorso ottobre per truffa aggravata e abuso d'ufficio (un appalto da 1,7 milioni affidato senza gara a Catania).

Fra le candidate donne, quindi, non resta che Emma Bonino. Altrimenti si rischia un replay di Giovanni Leone, che negli anni '70 fu vittima delle stravaganze di moglie e figli.  

Wednesday, March 21, 2012

Corruzione in Italia

Vent'anni dopo Tangentopoli abbiamo fatto un esperimento. Abbiamo registrato, regione per regione,
tutti i casi di malaffare degli ultimi tre mesi. Il bilancio, da Milano a Reggio Calabria, è deprimente.

di Mauro Suttora

Oggi, 14 marzo 2012

Regione Lombardia decimata: il presidente del consiglio leghista Davide Boni indagato per tangenti, dopo che, per lo stesso motivo, era stato arrestato il suo vice Franco Nicoli Cristiani (Pdl), e l’altro vicepresidente Filippo Penati (Pd) costretto a dimettersi. A Imperia finisce in carcere per truffa sul porto turistico Francesco Bellavista Caltagirone (da non confondere con l’omonimo padrone del Messaggero e suocero di Pier Ferdinando Casini), l’ex ministro Claudio Scajola (Pdl) è indagato. E, sempre la settimana scorsa, al deputato Marco Milanese (Pdl, ex braccio destro di Giulio Tremonti) vengono trovati 300 mila euro in una banca della Costa Azzurra.

Prima di loro Luigi Lusi, segretario amministrativo del partito della Margherita, intasca addirittura 13 milioni di euro di finanziamento pubblico senza che nessuno per anni se ne accorga. Il vicepresidente umbro di Rifondazione comunista in manette perché pretendeva “tributi” dalle belle donne che passavano nel suo ufficio. E poi funzionari Usl di Udine che rubano sulle protesi per l’udito, un carabiniere palermitano che si fa dare mille euro, il sindaco sardo finito dentro per i mulini a vento...

Perfino un intero consiglio comunale sciolto in blocco (destra, sinistra, centro, tutti via) perché controllato dalla mafia. Non è accaduto in Sicilia, ma a Ventimiglia, Liguria. Idem nella vicina Bordighera, pochi mesi fa.

Vent’anni fa l’inchiesta Mani Pulite ci aveva dato l’illusione che la corruzione politica fosse stata, se non debellata, almeno aggredita. Interi partiti (Dc, Psi, Pri, Psdi, Pli) sono scomparsi dopo Tangentopoli. Poi, però, piano piano, le tangenti sono ricomparse. A tal punto che oggi la Corte dei conti stima in 60 miliardi il costo delle mazzette.
«Prima si rubava per il partito, oggi si ruba per se stessi», dicono all’unisono da sinistra Gerardo D’Ambrosio, nel 1992 accusatore a Milano con Antonio Di Pietro, oggi senatore Pd, e da destra Gianfranco Fini, lui stesso però inciampato nella casa di Montecarlo.

Abbiamo fatto un esperimento: mettere in fila tutte le notizie di ruberie grandi e piccole degli ultimi tre mesi. Perché ormai siamo così abituati ai politici corrotti che, in mancanza di qualche particolare estremo o pruriginoso, la mazzetta non fa più notizia. Così, ecco l’elenco di arresti, processi e dimissioni soltanto per le ultime 12-14 settimane. Impressionante.

PIEMONTE. Il 21 gennaio l’Antimafia di Torino ha chiuso l’inchiesta Minotauro: connivenza fra politici e ’ndrangheta, 182 arresti fra cui l’ex sindaco di Leinì Nevio Coral, suocero di Caterina Ferrero (Pdl), assessore regionale alla Sanità arrestata l’anno scorso per appalti truccati: si è dimessa.
Il 30 gennaio 2012 finiscono dentro sindaco e vicesindaco di Castelnuovo Ceva (Cuneo): intercettati per due mesi, 20 mila euro di mazzette.

LOMBARDIA. Iniziato a gennaio il processo all’ex sindaco di Varese Aldo Fumagalli (Lega Nord): concussione e peculato, con contorno boccaccesco di escort e belle rumene che lui avrebbe preteso fossero ospitate nella Casa dei poveri.
Prima del “terremoto” del presidente leghista Boni, liberato a fine febbraio dopo tre mesi di carcere Franco Nicoli Cristiani (Pdl), ex vicepresidente del Consiglio regionale lombardo (dove siede anche Nicole Minetti): accusato di corruzione per una mazzetta da 100 mila euro sull’autorizzazione per una discarica. I rifiuti tossici finivano anche sotto la nuova autostrada Milano-Brescia, la «direttissima» Bre-Be-Mi in costruzione.

VENETO. Autostrade sfortunate anche per Lino Brentan (Pd), ex sindacalista Cgil amministratore delegato della Venezia-Padova: arrestato un mese fa per 100 mila euro di tangenti sugli appalti, nonostante il suo stipendio di oltre 200 mila.
A Belluno, invece, in dicembre è finito in manette Carlo Cetera, primario di ginecologia all’ospedale di Pieve di Cadore: voleva 2 mila euro per evitare liste d’attesa nei parti artificiali.

ALTO ADIGE. A Bolzano Peter Kritzinger tre mesi fa patteggia e restituisce 50 mila euro avuti per le manutenzioni delle case popolari.

FRIULI-VENEZIA GIULIA. Smantellata a novembre una banda che smaltiva rifiuti nella centrale termoelettrica di Monfalcone (Gorizia). E a Udine tre medici Asl arrestati per il reato di «comparaggio»: prescrivevano protesi per l’udito pretendendo soldi dalle ditte produttrici.

EMILIA. Il 21 febbraio condannato a due anni l’imprenditore Norberto Mangiarotti per una tangente di 80 mila euro al comune di Parma, il cui sindaco si è dimesso cinque mesi fa.

MARCHE. Il classico pizzo sulla pratica edilizia: l’8 marzo è stato condannato a 4 anni un funzionario di Camerano (Ancona) per lottizzazioni su terreni resi edificabili.

ABRUZZO. Mentre prosegue il processo per tangenti all’ex governatore e ministro Ottaviano del Turco, il 16 gennaio finisce di nuovo dentro, dopo quattro anni, il suo ex braccio destro Lamberto Quarta: appalti ricompensati da sontuose consulenze.

UMBRIA. Il 14 febbraio viene arrestato Orfeo Goracci (Rifondazione), vicepresidente del consiglio regionale umbro ed ex sindaco di Gubbio: associazione a delinquere e abuso d’ufficio. Pretendeva prestazioni “particolari” dalle signore che riceveva in ufficio.

LAZIO. Scoperti 300 mila euro su un conto in Costa Azzurra del deputato Marco Milanese (Pdl), ex braccio destro di Tremonti.
Il 20 febbraio è arrestato in flagranza Nicola Bianchi (Udc), consigliere comunale di Sabaudia (Latina): stava prendendo 5 mila euro in contanti.
Il 3 febbraio si scopre che nove ex dipendenti Rfi-Fs (licenziati) avevano gonfiato appalti per 150 mila euro.

PUGLIA. Nuovo «no» del Senato il 15 febbraio all’arresto di Alberto Tedesco (Pd), accusato di associazione a delinquere e corruzione per il periodo in cui era assessore regionale alla Sanità della giunta Vendola.

CAMPANIA. Corruzione aggravata e manette il 20 febbraio per otto dirigenti del provveditorato ai Lavori pubblici e imprenditori sull’appalto da 18 milioni della nuova sede Cnr di Napoli.

SARDEGNA. Al fresco il 28 gennaio Adriano Puddu, sindaco di Portoscuso (Cagliari) che si “occupava” di un parco eolico e di un’acciaieria, ma ora è accusato di corruzione e concussione sessuale. Il 29 febbraio sono stati arrestati tre compari che minacciavano i testimoni.

CALABRIA. Francesco Morelli, consigliere regionale Pdl, secondo più votato di tutta la regione (13 mila preferenze), era un “terminale” della ’ndrangheta? Ne sono convinti i magistrati che lo hanno arrestato tre mesi fa. Pesanti le accuse: corruzione, concorso esterno in associazione mafiosa, rivelazione d’atti d’ufficio coperti da segreto, intestazione fittizia di beni.

SICILIA. Per mille euro chiesti a un grafico pubblicitario è finito nei guai il 4 gennaio un maresciallo dei Carabinieri della stazione Olivuzza. Lo hanno smascherato i colleghi.
Iniziato il 10 febbraio a Modica (Ragusa) il processo a Serena Minardo, figlia del deputato regionale Riccardo (ex Ccd e Forza Italia, oggi Mpa), imputata di malversazione. Suo padre era stato arrestato per truffa aggravata sui contributi europei alle cooperative agricole.
Mauro Suttora