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Thursday, September 13, 2007

11 settembre, sei anni fa

E TUTTO CROLLO'

di Mauro Suttora

New York, 11 settembre 2007

Un anniversario in tono minore: così si ricorda, quest’anno, la data dell’11 settembre 2001 negli Stati Uniti. Sarà perché sei anni non è un numero tondo come cinque o dieci, sarà per l’impantanamento dell’esercito americano nelle guerre d’Afghanistan e Iraq, ma le cerimonie si svolgono in modo più sommesso degli anni scorsi. Meno spazio sui media, anche perché l’attenzione è rivolta al rapporto del generale David Petraeus sulla vera situazione militare a Baghdad, e sulle prospettive di una liberazione che si è trasformata in occupazione, e che con il passare del tempo è diventata per gli Usa l’incubo di un nuovo Vietnam. Eppure quei quasi tremila civili morti nel crollo delle Torri gemelle a New York, il «buco» nel Pentagono e l’aereo caduto in Pennsylvania rimangono nella memoria di tutti noi.

Non c’è stato alcun soccorso da prestare alle vittime dell’11 settembre: tutti coloro che si trovavano dentro le Torri al momento del crollo sono morti. Nessun ferito. «La cosa più brutta è stato vedere gli ospedali vuoti», ha detto l’allora sindaco di New York, Rudy Giuliani, «perché significava che erano tutti andati».
Oltre a coloro che si trovavano nei piani superiori a quelli degli impatti dei due aerei, e che non sono potuti scendere perché erano bloccati dall’incendio e dal fumo, sono stati travolti dal crollo inaspettato della prima torre tutti i poliziotti e vigili del fuoco che stavano cercando di spegnere l’incendio. Quelli della seconda torre hanno avuto pochi minuti per precipitarsi al piano terra, ma anche molti di loro non ce l’hanno fatta. Le autorità avevano proclamato che le Torri sarebbero state ricostruite, ma finora pochissimi si sono azzardati a prenotare uffici in quel luogo maledetto. Così i lavori vanno a rilento.

Poco dopo l’attacco alle due Torri di New York, i terroristi islamici scagliano un aereo civile dirottato, pieno di passeggeri innocenti, anche sul Pentagono di Washington, sede del ministero della Difesa statunitense. L’impatto su una facciata dell’edificio provoca circa 200 morti e un incendio. Ma soprattutto, in questi sei anni, ha alimentato polemiche a non finire su ciò che realmente accadde. Questo perché, per malintese esigenze di sicurezza militare, le autorità hanno sempre rifiutato di mostrare la quasi totalità delle immagini raccolte, comprese quelle provenienti dalle telecamere fisse nascoste nelle adiacenze del palazzo.

Così si è alimentato lo scetticismo di molti, i quali si sono domandati se veramente un aereo fosse piombato sul Pentagono. Sono state formulate le ipotesi più varie, compreso l’attacco di un missile Cruise, o di un altro missile terra-terra. Queste foto non porranno fine alle speculazioni, ma almeno forniranno qualche prova ufficiale in più contro i «negazionisti» più fantasiosi. Come quelli che ipotizzano addirittura un auto-attacco da parte del presidente George Bush per giustificare la guerra all’Afghanistan.

Le tesi opposte in due nuovi libri

Smontare un smontatura: questo è l’obiettivo che si è dato il giornalista Massimo Polidoro, che ha curato l’antologia "11/9. La cospirazione impossibile", edita da Piemme. Il libro cerca di smentire, punto per punto, tutti gli argomenti contenuti in un altro libro appena uscito, e curiosamente pubblicato dallo stesso editore: "Zero".
Quest’ultima è un’altra antologia, curata dall’eurodeputato Giulietto Chiesa, che definisce «montatura di Bush» l’attacco dell’11 settembre. I quindici autori, fra i quali il filosofo Gianni Vattimo, lo storico Franco Cardini e la scrittrice Lidia Ravera, non arrivano fino a incolpare il presidente degli Stati Uniti per la strage delle Torri Gemelle. Però lo accusano di avere ignorato gli avvertimenti dei servizi segreti statunitensi su un imminente attacco di Al Qaeda. Questo perché, a loro avviso, il «complesso militare-industriale» americano voleva trovare una scusa per fare una guerra, aumentare le spese militari e quindi guadagnare ancora di più grazie alle commesse belliche. I sostenitori di questa teoria del complotto mettono in luce anche tutte le incongruenze delle versioni ufficiali sul disastro. Non credono, per esempio, che le Torri siano crollate da sole, ma che siano state abbattute da cariche esplosive già contenute nell’edificio. E accusano l’Air Force di avere abbattuto il quarto aereo dirottato, che si dirigeva verso la Casa Bianca.

Tutte queste tesi vengono confutate nell’altro libro, che si avvale fra gli altri dei contributi di Umberto Eco, del matematico Piergiorgio Odifreddi e di Andrea Ferrero, ingegnere dell’Alenia. Questo libro costa 16,50 euro, l’altro 17,50. L’unico felice, in ogni caso, è l’editore Piemme, che prova a fare guadagni su entrambe le tesi.

E Bin Laden resta un fantasma

Queste immagini toccanti ci ricordano i tanti modi con cui sono state onorate le vittime dell’11 settembre 2001. Ma dopo sei anni dobbiamo anche ammettere che finora il loro assassino non è stato punito. Infatti Osama Bin Laden, mandante confesso dei 19 terroristi dirottatori, è ancora libero. Così come il suo compare, il mullah Omar capo dei talebani che lo ospitavano in Afghanistan.

Le due guerre scatenate dal presidente americano Bush, contro l’Afghanistan nel 2001 e contro l’Iraq due anni dopo, non sono valse a catturarli. E hanno provocato altre vittime: si stimano attorno ai centomila i civili iracheni e afghani morti, più 3.600 soldati americani uccisi e parecchie migliaia di mutilati. «L’Iraq rischia di essere un altro Vietnam», ha dovuto ammettere lo stesso Bush. Unica nota positiva: negli Stati Uniti non ci sono stati altri attentati.