I LORO CAPI UNITI DA DEBITI, TASSE NON PAGATE E DISASTRI ELETTORALI
Oggi, 18 dicembre 2013
di Mauro Suttora
Il movimento dei Forconi, attrezzo con cui vorrebbero
cacciare i politici, è stato fondato l’anno scorso da Mariano Ferro, 53 anni, agricoltore con venti ettari ad Avola
(Siracusa) e assegni protestati per 7 mila euro. Le disavventure col fisco uniscono
tutti i capi della protesta.
Danilo Calvani,
51 anni, agricoltore di Pontinia (Latina), una compagna, quattro figli,
ragioniere mancato, ha un’azienda fallita per 140mila euro fra tasse non pagate,
debiti con le banche e contributi per i dipendenti non versati all’Inps. È
diventato famoso per essere arrivato a un corteo sulla Jaguar di un amico
camionista.
Lucio Chiavegato,
48 anni, ex falegname di Bovolone (Verona), tre figli, ditta di arredamenti per
hotel, fondatore vent’anni fa degli anti-fisco di Life (Liberi imprenditori
federalisti europei) e oggi animatore dei secessionisti di Veneto indipendente,
ha debiti bancari per 320 mila euro.
Questi sono i tre coordinatori nazionali dei Forconi
autorizzati a parlare con i media. Ma anche gli altri hanno problemi con
Equitalia: l’industriale siderurgico Giovanni Zanon (ipoteca per 11 mila euro)
e l’allevatore Giorgio Bissoli (27 mila).
Non è vero che ai Forconi non interessa fare un partito. In
realtà ci hanno già provato tutti, ma con risultati disastrosi. Ferro, ex
candidato sindaco per Forza Italia nella sua Avola, alle regionali siciliane 2012
prese soltanto l’1,5 per cento. Calvani, candidato sindaco a Latina due anni
fa: 320 voti, lo 0,4 per cento. Peggio Chiavegato capolista del Partito
nasional veneto alle regionali 2010: 141 voti, lo 0,18 per cento.
Ora i capi dei Forconi litigano fra loro. Andrea Zunino, 60
anni, convertito all’islam, è stato cacciato dopo una frase contro i «banchieri
ebrei». Ferro e Chiavegato si sono dissociati da Calvani sulla manifestazione
nazionale a Roma del 18 dicembre: «Troppi rischi di infiltrazioni violente».
Estremisti di destra (Forza nuova, Casa Pound) e di sinistra
(centri sociali come Askatasuna a Torino) approfittano delle proteste pacifiche
dei Forconi per attaccare le forze dell’ordine.
Le quali hanno adottato una strategia morbida. A Milano, per
esempio, non sono intervenute per sgomberare gli appena 200 manifestanti che
per ben quattro giorni hanno fatto impazzire il traffico nella zona nevralgica
di piazza Loreto. Gli unici a usare le maniere forti sono stati i tifosi
dell’Ajax per far passare il loro pullman.
Cosa vogliono i Forconi? Protestano contro tasse (Equitalia,
Guardia di finanza), politici (tutti, grillini compresi) e la crisi in genere.
Niente richieste specifiche. Gli autotrasportatori, che incassano ogni anno 1,4
miliardi di sconti sul gasolio, si sono dissociati.
Forza Italia e Movimento 5 stelle sperano di approfittare di
questi moti di piazza, raccogliendo i voti dei Forconi alle europee del
prossimo maggio. Ma nessun partito si era accorto della protesta che montava su
Internet con la parola d’ordine «Il 9 dicembre blocchiamo l’Italia».