E se il patrigno diventasse un PAPÀ BIS ?
Fa discutere una proposta francese sui diritti dei nuovi compagni di mamma e papà
"Ormai un bimbo su tre ha madre e padre divisi, ma estendere i doveri di paternità ai fidanzati mariti delle donne separate (e viceversa) alimenterebbe le tensioni", dicono gli esperti. Spiega la divorziata Nancy Brilli: "Niente legge, serve il buon senso"
di Mauro Suttora
Roma, 30 aprile 2008
Aiuto, un' altra legge. Non bastavano le polemiche sull' affido condiviso. Ora dalla Francia arriva la balzana idea di permettere allo Stato di intrufolarsi nelle nostre faccende private anche per quanto riguarda la figura del cosiddetto "terzo genitore". Che sarebbero poi gli antichi "patrigni" o "matrigne": personaggi detestabili in certi libri o film, ma inevitabili quando il coniuge di un matrimonio si porta appresso i figli di un legame precedente.
Statisticamente, i figli di genitori divorziati e risposati sono ormai quasi un terzo del totale. Una questione che riguarda tutti, quindi, o per esperienza personale o per le vicende di parenti stretti e amici.Ma cosa prevede, in concreto, la legge sul "terzo genitore" ? Il suo diritto a entrare in scena in casi particolari, come andare a parlare con maestri e insegnanti, accompagnare il minore a una visita medica, poter fargli fare la carta d' identità o un altro documento, portarlo in vacanza all' estero.
"Tutti problemi che si possono risolvere col buonsenso", dice a Oggi Nancy Brilli, madre di Francesco, 7 anni, frutto del suo secondo matrimonio con Luca Manfredi. Ora l' attrice convive con il chirurgo plastico Roy De Vita. "Non c' è bisogno di una nuova legge per fare l' unica cosa che i genitori separati e quelli acquisiti devono fare: mettersi nei panni dei figli, e capire che cosa li fa stare bene e cosa male".
Precisiamo subito che nelle situazioni di conflittualità fra ex lo "statuto del terzo genitore", secondo il progetto in salsa francese, non verrebbe applicato: è necessario infatti il consenso di tutte le parti in causa. "Purtroppo, però", constata Nancy Brilli, "quando i rapporti personali sono deteriorati sorgono questioni di principio di ogni tipo, con avvocati e litigi. In questi casi ottenere il consenso dell' ex è impossibile. Poi però, una volta appianati i problemi di gelosia e, diciamolo, soprattutto quelli di soldi, tutto il resto si risolve".
Anche questioni pratiche come le visite mediche ? "Ma accompagnare il bimbo dal medico non è un diritto: è un dovere di tutti i genitori, naturali o acquisiti ! Vogliamo litigare anche su questo ? Mi pare il minimo della vita", si infervora Nancy Brilli.
E invece non è tutto così semplice. Almeno per i burocrati francesi, che sembrano così ansiosi di regolamentare ogni aspetto anche minimo della nostra vita. Forse non è un caso che questa "mania normativa" si scateni proprio ora che al potere a Parigi è arrivato un presidente, Nicolas Sarkozy, la cui ex moglie Cécilia ha allevato i suoi due figli precedenti. Da un' esperienza personale, quindi, si vorrebbe arrivare a una legge valida per tutti. La scusa ufficiale è sempre la stessa: "Tutelare i diritti". Ma quali ? E di chi ?
Le famiglie allargate come quella dipinta nel serial tv I Cesaroni ci dimostrano che i problemi e le parti in causa sono innumerevoli. I padri separati e divorziati, per esempio. Che già protestano: "Concedere ulteriori diritti d' intervento ai nuovi compagni delle nostre ex ? Ma neanche per sogno", tuonano le loro associazioni, sia in Francia sia in Italia. "Noi siamo già distrutti economicamente dagli assegni di mantenimento a figli ed ex moglie, spesso ricattati da quest' ultima che ci concede i diritti di visita solo in cambio di soldi, soldi che poi vanno a mantenere in parte e certe volte perfino totalmente il suo nuovo compagno, e ora dovremmo permettergli di sostituirsi a noi anche in compiti essenziali come il rapporto con gli insegnanti e con i medici dei nostri figli ? O consentirgli di scorrazzare da solo con loro in vacanza all' estero?"
"Be' , forse in alcuni casi estremi una legge potrebbe tutelare i diritti di alcuni genitori", ci dice Simona Izzo, moglie di Ricky Tognazzi, madre di Francesco Venditti e "terza genitrice" di Sara, la figlia avuta da Ricky con la moglie precedente. "Per esempio, se un giorno la mia storia d' amore con Ricky dovesse finire, vorrei comunque poter continuare a telefonare a Sara ovunque lei sia, così come ho fatto per vent' anni...".
Ma è evidente che qui sono in gioco i diritti (e soprattutto i sentimenti) dei minori. Nel caso di un genitore biologico che vive in un' altra città, se non addirittura all' estero o in un altro continente, va da sé che gli spazi del genitore "sociale" (questa è la definizione politicamente corretta di "patrigno" oggi in Francia) aumentano.
Ancora una volta, però, tutto dipende dai rapporti fra gli ex. Se sono buoni, basterà una procura privata per permettere al nuovo marito di intervenire con insegnanti o medici, soprattutto in caso di emergenza o impossibilità della madre.
Viceversa, se i rapporti fra ex sono burrascosi, non ci sarà legge o statuto che tenga: qualsiasi intromissione del nuovo genitore verrà vista come un' invasione indebita, e anzi verrà addebitata andando a ingrossare i faldoni degli avvocati. Insomma, inutile aggrapparsi alle "praticità" della vita per far risolvere alle leggi problemi che non sappiamo dipanare fra noi.
"Di figura paterna ce n' è una sola"
La psicologa Oliverio Ferraris spiega il "no" al "terzo genitore"
"Oggi si va sempre di più verso l' affido condiviso, per responsabilizzare il genitore biologico. Quindi ampliare per legge gli spazi del "terzo genitore" rischia di aumentare i problemi, invece di risolverli". Anna Oliverio Ferraris, docente di Psicologia all' università di Roma, è autrice del libro Il terzo genitore (Cortina, 1997). E commenta così con Oggi il progetto di una nuova legge sul tema: "Spesso i genitori biologici si attaccano molto ad aspetti concreti della vita dei figli con i quali non possono più convivere, comei rapporti con i loro insegnanti o medici, proprio per avere l' impressione di svolgere un proprio ruolo. Difficile, quindi, che ci rinuncino spontaneamente".
E qual è invece il ruolo del "terzo genitore" ? Come può trovare un' identità questa nuova figura familiare, senza usurpare quella del genitore separato ? È possibile superare i conflitti, le gelosie, le reciproche diffidenze ? "Non esistono regole universali, ma solo errori che si possono evitare", risponde la professoressa Oliverio Ferraris.
Mauro Suttora
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Thursday, May 15, 2008
Wednesday, November 28, 2007
intervista a De Sica, Hunziker e De Luigi
VACANZE IN CROCIERA
Il film delle feste
Roma, 12 dicembre
Mauro Suttora per Oggi
Campione d’incassi ovunque. Il suo ultimo film Natale a New York, ha battuto tutti i blockbuster Usa nel 2007 in Italia, rastrellando 27 milioni di euro (e solo nei cinema, esclusi dvd e diritti tv). Ha sbancato i botteghini anche a teatro con il musical autobiografico Parlami di me, che dal 29 dicembre torna per sette settimane al Nuovo di Milano, quindi in tournée nel Nord Italia con puntate a Roma e Napoli.
In più, da due anni arriva in tutte le case degli italiani come vigile degli spot Tim, che gli regalano ulteriore popolarità. E venerdì 14 dicembre esce il suo nuovo film natalizio: Natale in crociera, con Michelle Hunziker, Nancy Brilli, Fabio De Luigi e Aida Yespica.
Insomma, piove sul bagnato per Christian De Sica, 56 anni. «Sì, sto attraversando un buon momento», commenta, seduto sul divano di casa. Non una villa sull’Appia, non un attico ai Parioli: un semplice appartamento al primo piano nel quartiere San Saba, un gradino sotto l’Aventino. E la normalità di De Sica, assieme alla sua spontaneità e irresistibile simpatia, ne fanno un beniamino del pubblico. «Non so se sono un grande attore», si schermisce, «ma di sicuro mi sento amato. Siamo arrivati al punto che per strada dei ragazzi ventenni, l’età di mio figlio, mi fermano per baciarmi, dicendomi “Ciao zio”... È un livello di affetto che avevo visto solo per mio padre Vittorio, o per Totò».
Sì, dimenticavamo: De Sica negli ultimi anni è apparso anche in Tv con le due serie Lo zio d’America. «Lì non faccio la solita parte del romanaccio maschilista, maleducato e misogino dei film di Natale. Sono anzi l’esatto contrario: un personaggio gentile su cui tutti fanno affidamento. E le spettatrici donne mi hanno talmente amato che me le sono portate appresso a vedermi anche al cinema».
Quest’anno De Sica festeggia il record mondiale: un quarto di secolo di film natalizi, uno dopo l’altro. «Davvero questo è il venticinquesimo? Mi faccia pensare: è vero, il primo Vacanze di Natale di Carlo Vanzina è uscito quando mio figlio Brando, che ora ha 24 anni, aveva sei mesi. Sì, era il 1983».
Finora, diciamolo pure, i cinepanettoni erano schifati dai critici: gran successo commerciale, ma quanto ad arte erano considerati serie B. «Invece adesso pure lì mi sto prendendo qualche soddisfazione», sorride De Sica, «il critico Paolo Mereghetti mi ha dato il Superciak d’oro 2007. E uno studioso di teatro ha lodato perfino gli spot Tim, definendoli “commedie all’italiana in 15 secondi”».
Insomma, è un’«età dell’oro» per il Christianone nazionale. Proprio così s’intitola d’altronde il suo prossimo film, che sarà «d’autore», tratto da un romanzo di Edoardo Nesi e prodotto da Domenico Procacci. Interpreterà un ruolo drammatico, quello di un industriale fallito e malato.
Superato con agilità anche il «divorzio» da Massimo Boldi, suo coprotagonista in ben 24 film: quest’anno il film natalizio di Boldi, Matrimonio alle Bahamas, è uscito un mese prima, si è già preso le sue soddisfazioni d’incasso e non sarà in concorrenza diretta con Natale in crociera.
La protagonista donna questa volta è Michelle Hunziker. Mentre De Sica fa la parte di un professionista sposato con Nancy Brilli che cerca di fare una vacanza con l’amante Aida Yespica, la Hunziker è una ragazza estroversa appassionata di animali. «È la prima volta che una donna ha un ruolo da vera e propria protagonista in un film natalizio», spiega De Sica, «e grazie agli animali c’è un’atmosfera fiabesca, con gatti, cani, pecorelle, che piacerà molto ai bambini».
Michelle incontra Fabio De Luigi, che interpreta uno scapolo incallito e misantropo, la cui filosofia di vita è riassunta nel libro che ha scritto: Single è bello (leggendolo, l’ex fidanzato di Michelle si è convinto a lasciarla). Dopo una serie di incontri-scontri, nei quali si procurano involontariamente danni a vicenda, i due si augurano di non incontrarsi più. Ma il destino ha altri progetti su di loro: a insaputa l’uno dell’altra, Michela e Luigi sono testimoni della sposa e dello sposo a un matrimonio che si celebra su una splendida nave da crociera in rotta verso i Caraibi.
È ovviamente la stessa nave sulla quale Christian De Sica ha imbarcato amante, e qui comincia il divertimento. «Ma le nostre sono storie parallele, in realtà, Michelle ed io ci incrociamo soltanto in una scena d’aereo», anticipa De Sica.
Per Michelle Hunziker, 30 anni, questa è la consacrazione definitiva come personaggio popolare: «Dopo Sanremo, questo 2007 mi ha offerto l’opportunità di essere protagonista di un altro evento tradizionale per le famiglie italiane, il film di Natale, e sono felicissima di avere raggiunto questo traguardo», ci dice. «Io vado matta per le commedie divertenti, e il mio ruolo non ha niente da invidiare a quelli di una Cameron Diaz o Jennifer Aniston».
Particolare curioso: realtà e fantasia si sono mescolate durante le riprese sulla nave Costa Serena in ottobre. Il giovane produttore Luigi De Laurentiis, figlio di Aurelio, si è infatti innamorato di Michelle nonostante la presenza a bordo della propria fidanzata americana Brooke. La quale è scesa inviperita a Venezia quando ha capito che non c’era nulla da fare. Ora Luigi (altra coincidenza: stesso nome dell’innamorato di Michelle nel film) e la Hunziker stanno felicemente assieme, anche se lei è ritrosa a commentare il suo inedito ruolo di «moglie del produttore».
Quel che è certo, è che nel film ancora una volta una bionda fa impazzire un uomo che pareva refrattario a ogni relazione «fissa». Il che viene proprio in questi giorni autorevolissimamente confermato da uno studio scientifico dell’università parigina di Nanterre: non sono le bionde a essere stupide, ma gli uomini che se ne invaghiscono a instupidirsi.
Michelle ride di fronte a questa ipotesi: «Certo, è verissimo, hanno dimostrato che perfino i topi sopportano meglio il dolore di fronte a un poster di Paris Hilton... Scherzi a parte, capisco che la luminosità del capello e l’appariscenza del biondo sono spesso armi di seduzione irresistibili. Ma le confesso una cosa: se io fossi un uomo, sarei più attratta dalle more. I capelli neri sono così sensuali, profondi, misteriosi... La mia attrice preferita è Keira Knightley, anche se è troppo magra».
E Fabio De Luigi, l’attor comico quarantenne che cade vittima del fascino eterno della bionda, crede in questa teoria del rimbambimento automatico? «Natale in crociera ne è la prova provata. All’inizio io Michelle non la sopporto proprio. Ma alla fine divento anch’io l’ennesima vittima dei capelli d’oro».
De Luigi è al suo secondo film natalizio, dopo il successo dell’anno scorso: «Sostituivo idealmente Boldi, quindi ero un po’ intimorito. Invece è andata benissimo, ed è incredibile la popolarità che arriva con questi film. È un fenomeno che perfino all’estero cercano di capire».
Eppure De Luigi non è un novellino: memorabili i suoi personaggi televisivi di Mai dire gol come Medioman e il cantante Olmo. Il disco con le canzoni di quest’ultimo ha venduto addirittura 250 mila copie. «E pensare che non sono neppure un cantante...», commenta De Luigi. Ma allegri, è Natale per tutti.
Mauro Suttora
Il film delle feste
Roma, 12 dicembre
Mauro Suttora per Oggi
Campione d’incassi ovunque. Il suo ultimo film Natale a New York, ha battuto tutti i blockbuster Usa nel 2007 in Italia, rastrellando 27 milioni di euro (e solo nei cinema, esclusi dvd e diritti tv). Ha sbancato i botteghini anche a teatro con il musical autobiografico Parlami di me, che dal 29 dicembre torna per sette settimane al Nuovo di Milano, quindi in tournée nel Nord Italia con puntate a Roma e Napoli.
In più, da due anni arriva in tutte le case degli italiani come vigile degli spot Tim, che gli regalano ulteriore popolarità. E venerdì 14 dicembre esce il suo nuovo film natalizio: Natale in crociera, con Michelle Hunziker, Nancy Brilli, Fabio De Luigi e Aida Yespica.
Insomma, piove sul bagnato per Christian De Sica, 56 anni. «Sì, sto attraversando un buon momento», commenta, seduto sul divano di casa. Non una villa sull’Appia, non un attico ai Parioli: un semplice appartamento al primo piano nel quartiere San Saba, un gradino sotto l’Aventino. E la normalità di De Sica, assieme alla sua spontaneità e irresistibile simpatia, ne fanno un beniamino del pubblico. «Non so se sono un grande attore», si schermisce, «ma di sicuro mi sento amato. Siamo arrivati al punto che per strada dei ragazzi ventenni, l’età di mio figlio, mi fermano per baciarmi, dicendomi “Ciao zio”... È un livello di affetto che avevo visto solo per mio padre Vittorio, o per Totò».
Sì, dimenticavamo: De Sica negli ultimi anni è apparso anche in Tv con le due serie Lo zio d’America. «Lì non faccio la solita parte del romanaccio maschilista, maleducato e misogino dei film di Natale. Sono anzi l’esatto contrario: un personaggio gentile su cui tutti fanno affidamento. E le spettatrici donne mi hanno talmente amato che me le sono portate appresso a vedermi anche al cinema».
Quest’anno De Sica festeggia il record mondiale: un quarto di secolo di film natalizi, uno dopo l’altro. «Davvero questo è il venticinquesimo? Mi faccia pensare: è vero, il primo Vacanze di Natale di Carlo Vanzina è uscito quando mio figlio Brando, che ora ha 24 anni, aveva sei mesi. Sì, era il 1983».
Finora, diciamolo pure, i cinepanettoni erano schifati dai critici: gran successo commerciale, ma quanto ad arte erano considerati serie B. «Invece adesso pure lì mi sto prendendo qualche soddisfazione», sorride De Sica, «il critico Paolo Mereghetti mi ha dato il Superciak d’oro 2007. E uno studioso di teatro ha lodato perfino gli spot Tim, definendoli “commedie all’italiana in 15 secondi”».
Insomma, è un’«età dell’oro» per il Christianone nazionale. Proprio così s’intitola d’altronde il suo prossimo film, che sarà «d’autore», tratto da un romanzo di Edoardo Nesi e prodotto da Domenico Procacci. Interpreterà un ruolo drammatico, quello di un industriale fallito e malato.
Superato con agilità anche il «divorzio» da Massimo Boldi, suo coprotagonista in ben 24 film: quest’anno il film natalizio di Boldi, Matrimonio alle Bahamas, è uscito un mese prima, si è già preso le sue soddisfazioni d’incasso e non sarà in concorrenza diretta con Natale in crociera.
La protagonista donna questa volta è Michelle Hunziker. Mentre De Sica fa la parte di un professionista sposato con Nancy Brilli che cerca di fare una vacanza con l’amante Aida Yespica, la Hunziker è una ragazza estroversa appassionata di animali. «È la prima volta che una donna ha un ruolo da vera e propria protagonista in un film natalizio», spiega De Sica, «e grazie agli animali c’è un’atmosfera fiabesca, con gatti, cani, pecorelle, che piacerà molto ai bambini».
Michelle incontra Fabio De Luigi, che interpreta uno scapolo incallito e misantropo, la cui filosofia di vita è riassunta nel libro che ha scritto: Single è bello (leggendolo, l’ex fidanzato di Michelle si è convinto a lasciarla). Dopo una serie di incontri-scontri, nei quali si procurano involontariamente danni a vicenda, i due si augurano di non incontrarsi più. Ma il destino ha altri progetti su di loro: a insaputa l’uno dell’altra, Michela e Luigi sono testimoni della sposa e dello sposo a un matrimonio che si celebra su una splendida nave da crociera in rotta verso i Caraibi.
È ovviamente la stessa nave sulla quale Christian De Sica ha imbarcato amante, e qui comincia il divertimento. «Ma le nostre sono storie parallele, in realtà, Michelle ed io ci incrociamo soltanto in una scena d’aereo», anticipa De Sica.
Per Michelle Hunziker, 30 anni, questa è la consacrazione definitiva come personaggio popolare: «Dopo Sanremo, questo 2007 mi ha offerto l’opportunità di essere protagonista di un altro evento tradizionale per le famiglie italiane, il film di Natale, e sono felicissima di avere raggiunto questo traguardo», ci dice. «Io vado matta per le commedie divertenti, e il mio ruolo non ha niente da invidiare a quelli di una Cameron Diaz o Jennifer Aniston».
Particolare curioso: realtà e fantasia si sono mescolate durante le riprese sulla nave Costa Serena in ottobre. Il giovane produttore Luigi De Laurentiis, figlio di Aurelio, si è infatti innamorato di Michelle nonostante la presenza a bordo della propria fidanzata americana Brooke. La quale è scesa inviperita a Venezia quando ha capito che non c’era nulla da fare. Ora Luigi (altra coincidenza: stesso nome dell’innamorato di Michelle nel film) e la Hunziker stanno felicemente assieme, anche se lei è ritrosa a commentare il suo inedito ruolo di «moglie del produttore».
Quel che è certo, è che nel film ancora una volta una bionda fa impazzire un uomo che pareva refrattario a ogni relazione «fissa». Il che viene proprio in questi giorni autorevolissimamente confermato da uno studio scientifico dell’università parigina di Nanterre: non sono le bionde a essere stupide, ma gli uomini che se ne invaghiscono a instupidirsi.
Michelle ride di fronte a questa ipotesi: «Certo, è verissimo, hanno dimostrato che perfino i topi sopportano meglio il dolore di fronte a un poster di Paris Hilton... Scherzi a parte, capisco che la luminosità del capello e l’appariscenza del biondo sono spesso armi di seduzione irresistibili. Ma le confesso una cosa: se io fossi un uomo, sarei più attratta dalle more. I capelli neri sono così sensuali, profondi, misteriosi... La mia attrice preferita è Keira Knightley, anche se è troppo magra».
E Fabio De Luigi, l’attor comico quarantenne che cade vittima del fascino eterno della bionda, crede in questa teoria del rimbambimento automatico? «Natale in crociera ne è la prova provata. All’inizio io Michelle non la sopporto proprio. Ma alla fine divento anch’io l’ennesima vittima dei capelli d’oro».
De Luigi è al suo secondo film natalizio, dopo il successo dell’anno scorso: «Sostituivo idealmente Boldi, quindi ero un po’ intimorito. Invece è andata benissimo, ed è incredibile la popolarità che arriva con questi film. È un fenomeno che perfino all’estero cercano di capire».
Eppure De Luigi non è un novellino: memorabili i suoi personaggi televisivi di Mai dire gol come Medioman e il cantante Olmo. Il disco con le canzoni di quest’ultimo ha venduto addirittura 250 mila copie. «E pensare che non sono neppure un cantante...», commenta De Luigi. Ma allegri, è Natale per tutti.
Mauro Suttora
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