Per i vaccini la libertà di scelta e gli incentivi appaiono più conformi alla Costituzione rispetto all'obbligo
di Mauro Suttora
HuffPost, 6 maggio 2021
Inutile illudersi. Fra qualche settimana, al massimo fra pochi mesi, dovremo fare i conti con i novax. Il ritmo delle vaccinazioni covid sta già rallentando in alcune regioni del Sud, anche per la diffidenza verso AstraZeneca. Stesso problema negli Usa: pure lì agli antivaccinisti si sommano le paure create dalla sospensione per dieci giorni in aprile del vaccino Johnson & Johnson.
Riusciremo a raggiungere l’immunità di gregge, con il 70% di vaccinati? La Gran Bretagna è già arrivata al 60% di prime dosi nella popolazione adulta (33 milioni su 55), e i risultati si vedono: i contagi sono crollati a duemila al giorno, i decessi a meno di venti. Per non parlare di Israele e degli Emirati arabi, che hanno quasi azzerato i morti.
L’Italia potrà tollerare un 20-30% di non vaccinati. Ma difficilmente si arriverà all'obbligo. Lo spiega Alessandro Negroni, professore associato abilitato in Filosofia del diritto, nel suo libro appena pubblicato: 'La libertà di (non) vaccinarsi' (ed. Vicolo del Pavone). "Da un punto di vista liberale", sostiene il professor Negroni, "varie considerazioni di carattere giuridico indicano l’opportunità, se non la necessità, di evitare l’obbligatorietà del vaccino contro il covid-19. L’articolo 32 della Costituzione, infatti, impone un limite invalicabile: 'Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana'".
La Corte costituzionale però nel 2018 ha dichiarato legittimo l'obbligo vaccinale per i bambini. "Sì, ma il vaccino contro il covid rientra nel concetto di 'sperimentazione medica': ha ricevuto dalla European Medicines Agency, la Ema, una 'conditional marketing authorisation', autorizzazione all’immissione in commercio subordinata a condizioni, che viene concessa sulla base di dati clinici meno completi di quelli normalmente richiesti, e quindi in presenza di un rischio insito nel fatto che sono necessari dei dati aggiuntivi".
Questo non significa che il vaccino contro il covid-19 sia dannoso per la salute (il modulo del consenso informato, rileva Negroni, indica comunque che "non è possibile al momento prevedere danni a lunga distanza"), o che non ci si debba vaccinare: semplicemente, secondo la nostra Costituzione, "il vaccino non deve essere reso obbligatorio perché nessuno può essere sottoposto a sperimentazione medica senza un consenso libero, consapevole e informato. Lo stabilisce il codice di Norimberga, varato dopo le criminali sperimentazioni naziste, e ribadito dalla dichiarazione di Helsinki, dal rapporto Belmont e dalla convenzione di Oviedo: un principio irrinunciabile per uno stato di diritto di matrice liberale".
Insomma, in materia di politiche vaccinali la libertà di scelta è preferibile e più conforme alla Costituzione rispetto a un modello basato su obblighi giuridici rigorosi. Il libro di Negroni non è 'contro' vaccini, scienza o medicina, ma 'a favore' della libertà. Riguardo alle vaccinazioni in età pediatrica, di cui anche tratta il volume, all'estero si trovano obblighi vaccinali muniti di sanzione penale, come in Francia. Ma all’estremo opposto esistono programmi promozionali massimamente rispettosi dell’autonomia individuale, come in Gran Bretagna.
A metà strada l'esperienza Usa, dove l'obbligo viene introdotto per determinati vaccini, ad esempio contro il morbillo, soltanto in determinati stati e per determinati periodi, quando la malattia supera un certo numero di contagi, e dove sono ampiamente diffuse esenzioni.
Quindi anche in Italia niente obblighi, ma misure per spingere i riluttanti a proteggersi: incentivi, disincentivi, raccomandazioni più o meno pressanti.
Mauro Suttora
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