di Mauro Suttora
Huffingtonpost.it, 21 settembre 2025
Benito Mussolini fu tradito dalla moglie Rachele. Lo racconta Alessandra Mussolini nel libro 'Benito, le rose e le spine' (ed. Piemme) in uscita il 23 settembre. L'episodio fu rivelato già da Edda Ciano, figlia del dittatore, nel suo libro-intervista a Domenico Olivieri 'La mia vita' del 2002. Ma il resoconto più colorito del tradimento, che si protrasse per ben quattro anni mentre Benito viveva da solo a Roma nel 1923-27, è di Mussolini stesso, che ne parlò con l'amante Claretta il 25 ottobre 1937. Ecco come la Petacci lo trascrisse nel suo diario ('Mussolini segreto', ed. Rizzoli 2009).
Pomeriggio al mare. Andiamo a passeggio. Arriviamo ad una duna, sediamo. Lui pensa al discorso [per il 28, anniversario della Marcia su Roma].
[...] “Se tu mi dessi noia o fastidio come tante altre, ti avrei già allontanato. Invece tu comprendi, non sei come mia moglie che non si è mai resa conto della mia grandezza. Con lei non c’è stato quasi mai amore, solo una cosa fisica. Perché era effettivamente una bella ragazza, prosperosa, ben fatta, quello che si dice un bel pezzo di figliuola. Solo sensi, soltanto. E infatti non c’è stata mai comprensione né comunicativa.
L’ho perduta dopo notti e giorni tragici, in cui lei non faceva che piangere, negare. L'Edda sbottò in un gran pianto dicendo: ‘Non credo, non posso credere che mia madre abbia fatto questo...’ Ma con le lagrime rivelava ciò che aveva sofferto di ciò. L’Edda sa tutto, ha visto tutto, l’odiava a morte quell’uomo, Dio come l’odiava. Certo ha negato... è la madre. L’ho perdonata, per i figli, per non fare scandalo. Ho voluto credere, ma da allora l’ho odiata, così come la odio in questo momento. Gli anni dal '23 al ‘27 mia moglie non può davvero guardarli senza arrossire, e provare una profonda vergogna di sé. Devi impedirmi di parlare di ciò, ti prego fermami”.
Si ferma e si tocca l’ulcera.
“Vedi, ahi! Mi fa male l’ulcera ora. Credi, ho delle fitte qui, mi fa male proprio dove sono stato male, e del resto mi sono ammalato proprio la sera che la Ceccato [Bianca Ceccato, amante di Mussolini quand’era segretaria del Popolo d’Italia, ndr] mi fece la rivelazione dicendomi: ‘Fai tante scenate di gelosia, ma potresti guardare tua moglie invece che me!’ Erano scene per modo di dire, non ero geloso, no là per quel Di Castro...”.
Claretta: “Non riparare, ormai l’hai detto”.
“Non sono mai stato geloso. Oltre che di te sono stato e sono geloso di mia moglie, ma è soltanto dignità e orgoglio. Te, sarebbe stata una delusione veramente grave, dolorosa. [Mia moglie] non mi ha mai considerato un grand’uomo, né ha mai preso parte alla mia vita. Si è disinteressata completamente di me in tutto. Ma sì, mi ha tradito, è inutile mentire. Tutti lo dicevano, era una voce generale. Non si fa dormire un uomo in casa se non c’è il motivo. Faceva l’amministratore, l’aiuto dei bimbi, questa era la scusa. Ed era sempre con mia moglie. Tanti elementi confermano il sospetto, lei ha sempre negato, naturalmente, ma perché era a [..?] con lei e dormiva lì? Perché la notte si tratteneva a Villa Carpena [residenza della famiglia Mussolini a Forlì, ndr] quando non c’erano che tre chilometri e la macchina per portarlo? Pioveva, disse lei, pioveva. Ma non erano trenta chilometri, erano tre. E la madre, perché la mise a dormire in una dipendenza? Non voleva che vedesse le cose poco pulite che faceva. Poveretta, è morta di crepacuore”.
È eccitato. Parla a scatti. Il ricordo lo avvelena.
“[Ti dico] uno degli episodi. Il 25 di Natale si era seduti a tavola, eravamo una bella tavolata e c’era anche mia sorella Edvige. Non so come, ad un tratto uno dei ragazzi fa il nome di questo signore: Corrado Valori [in realtà Varoli]. Non è ministro, lo sanno tutti.
Anche a Parigi, dove stampavano in prima pagina, e i giornali ce li ho ancora, 'Chi è lo stallone di casa Mussolini? Corrado Valori'. Villa Carpena era la villa Valori, capisci. Così un bambino fece il nome di costui, e mia moglie diventò rossa, ma rossa in modo tale che imbarazzò tutti. Io già sapevo qualcosa, ma non credevo ancora. Poi, entrando per caso nel boudoir di mia moglie, trovai profumi, cosmetici, tinture: tutta una raffinatezza che mia moglie non si era mai sognata, perché era una contadina sempliciona e rozza”.
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