Wednesday, August 20, 2025

Fatevi da parte, vi aspetta il livello 11.988 di Candy Crush!

Che cosa spinge i due cacicchi a perpetuare la loro vita politica? Non sanno che in pensione si possono leggere libri, vedere film, fare gite e appagare l’ozio come pare – e cioè tutte cose meravigliose?

di Mauro Suttora

Huffingtonpost.it, 20 agosto 2025

Alcuni dogi veneziani furono accecati alla fine del loro mandato, affinché non cercassero di riconquistare il potere con la forza.

Destino meno crudele ma egualmente ingiusto per Bill Clinton e Barack Obama: costretti alla pensione a 54 e 55 anni dal limite Usa di otto anni per i presidenti. E il francese Emmanuel Macron ne avrà appena 50 quando dovrà andarsene, fra due anni.

Vincenzo De Luca e Michele Emiliano, invece, sono riottosi. Non vogliono pensionarsi, dopo trenta e vent’anni rispettivamente alla guida (pare eccellente) di Salerno, Bari, Campania e Puglia.

Estirpare i cacicchi dai loro feudi un tempo era facile: bastava regalar loro un ministero a Roma o un euroseggio a Bruxelles. Ma il Pd oggi è impossibilitato a offrire tali sontuosi scivoli: non è alle viste un cambio di governo in Italia, e il prossimo voto europeo sarà nel 2029.

Quindi il 76enne Vincenzo e il 66enne Michele si agitano, non ne vogliono sapere di abbandonare la scena. Chiedono successioni dinastiche (De Luca jr segretario campano del Pd) o una candidatura da consigliere regionale (ma così Emiliano farebbe ombra al candidato presidente Antonio Decaro).

La domanda come sempre è: cosa spinge i politici a reputarsi indispensabili? E quale horror vacui temono, una volta restituiti agli affetti familiari?

Lasciamo perdere le banalità antipolitiche e qualunquiste sull'invincibile piacere del potere, droga che trasforma in cozze. Non conosciamo il numero di nipotini del duo dinamico meridionale. Ma altri prepensionati più illustri di loro hanno dimostrato che “reinventarsi” non è solo un luogo comune per consolare gli ex, privati di risarcimento. Massimo D’Alema si è dedicato a barche, vino, consulenze belliche sudamericane e alti studi di politica estera. Walter Veltroni, fra libri, film, editoriali e interviste subìte o inflitte, risulta onnipresente.

E comunque, chi ha detto che gli anziani devono “darsi da fare”? Godersi la liquidazione significa anche andare al cinema, al teatro e al ristorante, viaggiare, guardare ottimi film in tv, leggere libri stupendi. In una parola: divertirsi.

Naturalmente consigliamo a Vincenzo e Michele di compulsare gli eterni saggi consigli sulla senectute di Cicerone e Seneca, o almeno quelli contemporanei di Beppe Severgnini. Oppure di ascoltare la canzone di Charles Aznavour Devi sapere (lasciar la tavola dopo il dessert). C’è chi si riempie la vita anche solo guardando un tramonto, per non parlare dello sport visto e praticato.

Ma la principale amica del post tfr è la pigrizia. Un ozio creativo probabilmente sconosciuto a Vincenzo&Michele, e che invece impreziosisce la vita. Questo articolo, per esempio, non lo avrei mai scritto se il direttore Mattia Feltri non me lo avesse chiesto, strappandomi alle interminabili partite di CandyCrush (in dieci anni sono arrivato allo stadio 11.988), alla lettura di HuffPost e dei giornali, e al cazzeggio colto di Facebook su Ucraina e Gaza. Ho appena postato su Instagram le foto della gita di lunedì a Sighignola, belvedere fra Como e Lugano.

Ma ora vi devo lasciare, perché mi aspetta l'ultimo film con John Malkovich e Fanny Ardant al cinema Colosseo di Milano. Alle ore 15, per usufruire dello sconto +65 al primo spettacolo dei giorni feriali. 

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