Showing posts with label sprechi. Show all posts
Showing posts with label sprechi. Show all posts

Wednesday, January 18, 2017

A ogni eurodeputato 44mila euro al mese



ECCO LE INCREDIBILI CIFRE DEGLI STIPENDI E RIMBORSI CHE INCASSANO I NOSTRI EUROPARLAMENTARI: IN TOTALE 2,6 MILIONI GARANTITI IN 5 ANNI

di Mauro Suttora

Oggi, 18 gennaio 2017

Ogni eurodeputato percepisce 6.300 euro al mese di stipendio netto (8.000 lordi, aliquota agevolata), più 4.300 di spese generali, più un’indennità di 300 euro per ogni giorno di presenza. Basta firmare, anche alle 8 del mattino (e poi andarsene) o alle 10 di sera (appena arrivati), per far scattare la giornata. Come un qualsiasi furbetto del cartellino.

Quindi molti arrivano il lunedì sera a Bruxelles o Strasburgo, e ripartono per casa al venerdì mattina. Tre giorni pieni posson bastare, se sembrano cinque. E si lavora solo tre settimane al mese. Perciò, totale diaria (300 euro per 15 giorni): 1500 euro.

Poi ci sono i cosiddetti fondi “400”, che vengono dati ai gruppi parlamentari: 2.630 euro mensili. I viaggi da e per casa in classe business sono rimborsati integralmente. Oltre a questi, vengono erogati 350 euro al mese di rimborso per viaggi al di fuori dello Stato di elezione, per motivi diversi dalle riunioni ufficiali.

Così si arriva a un totale netto mensile di 18mila euro. Ma gli eurodeputati hanno diritto anche a 21.200 euro per pagare portaborse. Al massimo tre a Bruxelles, e quanti ne vogliono nel proprio collegio. Un grillino è arrivato ad assumerne undici, creandosi benemerenze nel suo territorio.

Invitano ospiti pagati

Ogni deputato può infine invitare 110 visitatori l’anno, in gruppi da almeno 10. Agli ospiti sono rimborsati viaggi (9 cent a km, quindi dall’Italia da 180 a 360 euro), pasti (40 euro) e hotel (60 euro). In media, 540 euro a testa.

Totale: 44.280 euro. Mezzo milione all’anno. Ben 2,65 milioni in 5 anni, senza rischio di voti anticipati. Più i fringe benefit: limousine con l’aeroporto, palestra di 2.150 mq con piscina, sauna, solarium, corsi di yoga, body sculpt, kick boxing, zumba.

L’Europarlamento ha un costo annuo di 1,75 miliardi. Diviso 751 deputati, fanno 2,3 milioni a testa.

Le pensioni sono generose: a 63 anni garantiscono 1.400 euro per ogni mandato, fino ai 5.650 dai vent’anni in poi. Infine, ci sono le indennità per i trombati: un mese di stipendio per ogni anno di servizio a chi non viene rieletto. Un’eurodeputata di An nel 2014 ha avuto 190mila euro dopo 25 anni. Per «reinserirsi».

Anche il personale del Parlamento europeo è superpagato: uscieri e segretarie 4-6mila euro netti, traduttori 6-9mila, dirigenti 16mila.
Al di là delle contrapposizioni, tutti i partiti accettano i privilegi dell’Europarlamento. Anche i grillini, che rinunciano a soli mille euro mensili.

Mauro Suttora

Wednesday, May 01, 2013

1.200 stanze per un uomo solo

QUIRINALE: LUSSO NON GIUSTIFICABILE

di Mauro Suttora

Roma, 24 aprile 2013

Andate a vedere il film Benvenuto, Presidente! con Claudio Bisio. Scoprirete un mondo sconosciuto di velluti e ori, maggiordomi in livrea che si inchinano, lussi inimmaginabili e pompa borbonica. Benvenuti al Quirinale. Non vogliamo offendere nessuno, ma non è possibile che una Repubblica fondata sul lavoro e devastata dalla crisi peggiore della sua storia si permetta sprechi simili.
Quest’anno il Quirinale ci costa 245 milioni. Il doppio rispetto a 15 anni fa, il triplo sul 1986. Ma è soprattutto il confronto con l’estero a far capire l’assurdità di questa spesa.

I tedeschi spendono un decimo
In Germania la presidenza della Repubblica costa 20 milioni di euro. A Buckingham Palace la regina Elisabetta se la cava con 60 milioni annui: un quarto dell’Italia. Il presidente francese, che ha compiti ben più importanti del nostro, riceve 90 milioni. 
Noi invece manteniamo un esercito di 1.720 dipendenti: 901 civili e 819 militari. Ci sono i 260 corazzieri a cavallo,  ma per non far torto agli altri corpi anche centinaia di poliziotti, una settantina di guardie di finanza, 21 vigili e 16 guardie forestali (per la tenuta di Castelporziano).
L’imperatore giapponese ha mille dipendenti, il presidente degli Stati Uniti e il re spagnolo mezzo migliaio, a Londra ce ne sono 300, a Berlino 160.
Al Quirinale, invece, ci sono due persone solo per controllare gli orologi a pendolo, due doratori, tre ebanisti, sei tappezzieri, 14 addetti all’ufficio postale interno, 41 autisti per 35 auto blu. Nelle cucine una decina di cuochi, e 26 camerieri.
«Abbiamo ricevimenti di Stato con decine di ospiti, a volte centinaia», spiegano i dirigenti quirinalizi (un’ottantina, con stipendi medi da 10 mila euro al mese, buona presenza di parenti di politici). Certo, ma non tutti i giorni. E flessibilità vorrebbe che per questi pranzi saltuari si ricorresse, come nel resto del mondo, al catering.

542.000 euro al segretario generale
Un paradosso: il segretario generale Donato Marra, guadagna il doppio dello stesso presidente: 542 mila euro contro 239 mila. Perché i presidenti passano, ma i grandi burocrati restano.
L’elefantiasi del Quirinale ha una causa precisa: nel tempo, ma soprattutto negli ultimi vent’anni, quelli che un tempo erano semplici consiglieri del presidente, con un piccolo ufficio, si sono trasformati in veri e propri ministeri. Così oggi abbiamo il consigliere giuridico con uno staff degno del dicastero della Giustizia, quello militare per la Difesa, il diplomatico per gli Esteri, e poi gli Affari interni, e così via.
Obietta l’ufficio stampa del Quirinale (anch’esso sovradimensionato): «Il presidente guida anche il Csm (Consiglio superiore della magistratura) e il Csd (Consiglio supremo della difesa)». Certo, ma magistrati e forze armate dispongono già di fior di palazzi in centro a Roma, con strutture e funzionari.
L’aspetto più incredibile è che il Quirinale, nonostante le sue 1.200 sale e stanze, ha avuto bisogno di espandersi in vari palazzi limitrofi: apparentemente, infatti, non riesce ad accomodare le proprie sempre crescenti esigenze (comprese quelle per appartamenti privati graziosamente concessi a vari dirigenti). E così, giù in via della Dataria verso la fontana di Trevi, ecco i palazzi San Felice e della Panetteria. Dal 2009 anche palazzo Sant’Andrea in via del Quirinale, per l’archivio. Quanto ai corazzieri, caserma e stalle per i 60 cavalli stanno poco più in là, nell’ex convento di Santa Susanna.

Un velo di deferenza
Insomma, il nuovo presidente ha ampli margini per risparmiare e tagliare. Sono  ormai passati sei anni da quando Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, con il libro La Casta, hanno squarciato il velo di deferenza e quasi omertà sulle spese del Quirinale. Napolitano è riuscito a fare a meno di 460 dipendenti rispetto al 2006. Ma fra quelle 1.200 stanze, in quelle vuote ci sarebbe spazio per molti uffici pubblici.
Mauro Suttora

Pochi giorni dopo la pubblicazione di questo articolo sul settimanale Oggi il Quirinale ha annunciato tagli del 15% all'indennità del Segretario generale, del 12% ai Consiglieri del Presidente, e del 5% al personale comandato e distaccato. Risparmio complessivo: 800 mila euro l'anno.
Il Presidente ha inoltre annullato il ricevimento per il prossimo 2 giugno. Bravo Napolitano! (m.s.)