Showing posts with label serenetta monti. Show all posts
Showing posts with label serenetta monti. Show all posts

Thursday, February 18, 2016

Cosa succede nel Movimento di Grillo e Casaleggio?

di Mauro Suttora

Formiche.net, 18 febbraio 2016

Da Serenetta a Serenella. La parabola del Grillo politico è riassumibile fra Serenetta Monti, candidata sindaca a Roma nel 2008, e Serenella Fucksia, espulsa dal Movimento 5 stelle (M5s) all’alba del 2016.

Due donne «con le palle», per usare il bellicoso linguaggio grillino. La prima scappata un anno dopo il debutto romano (3%, quattro consiglieri municipali eletti, tre che cambiano partito dopo pochi mesi, un disastro che nessuno ama ricordare), la seconda fatta fuori con l’agghiacciante ordalia che finora ha epurato online un quarto dei 162 parlamentari eletti nel 2013. Neanche Stalin purgava i compagni a questo ritmo. In mezzo, l’incredibile storia di un partito che raggiunge il 25% al suo primo voto nazionale. Caso unico al mondo: Berlusconi nel 1994 si fermò al 21, ed ereditava gli apparati Dc e Psi.

Ma, soprattutto, un fenomeno sociologico mai capitato: 162 persone digiune di politica catapultate in Parlamento da un giorno all’altro, a formare il secondo partito nazionale. È anche la prima vera forza politica popolare nella storia d’Italia. Il Pci, infatti, nonostante volesse rappresentare la classe operaia, aveva dirigenti borghesi. I grillini invece, come reddito e cultura, sono l’odierno lumpen-proletariato dei disoccupati e precari. Nozioni da Facebook, ignoranza pari all’arroganza, prevalenza del perito informatico (il diploma del loro capo, Gianroberto Casaleggio). Non hanno letto Fruttero & Lucentini, quindi a dirglielo non si offendono.

Faccio vita da grillino da nove anni. Mi sono iscritto nel settembre 2007 dopo il Vaffa-day, un giorno prima di Paola Taverna. Partecipavo ai primi meetup di Roma: riunioni al quartiere africano in una sala affittata dal dentista Dario Tamburrano (oggi eurodeputato), poi al cinodromo, o sull’Ostiense. Serenetta sconfisse Roberta Lombardi alle primarie.

Il 25 aprile 2008 raccogliemmo un’enorme quantità di firme davanti alla basilica di San Paolo per i referendum contro l’Ordine dei giornalisti. Poi buttate, perché il figlio di Casaleggio sbagliò le date della raccolta. C’era grande entusiasmo, sull’onda del libro La casta di Stella e Rizzo. Ma alle regionali del 2010, disastro: solo quattro eletti in Piemonte ed Emilia. Tutti poi espulsi tranne uno. Trasferito a Milano, frequento anche qui il meetup. Lo stesso clima da caserma-convento-asilo-circo. «Suttora, non seminare zizzagna», mi intimano sul gruppo Facebook se esprimo una critica. Nel 2013 Paola Bernetti, la più votata alle primarie per il Senato, viene fatta fuori con un trucco. I monzesi con una cordata eleggono tre senatori, Milano neanche uno.

Stessi grovigli due mesi fa, alle primarie per il sindaco: solo 300 votanti, 74 voti alla vincitrice. I risultati vengono secretati, gli altri sette candidati non sanno le loro preferenze. Dal movimento della trasparenza al partito dell’omertà. Addio streaming, forum pubblici, dibattiti online. Dopo la valanga delle espulsioni regna la paura, si comunica solo su chat Whatsapp segrete. Sette attivisti milanesi osano pubblicare un giornalino a loro spese: cacciati con lettera dell’avvocato di Casaleggio.

Il clima di paranoia avvolge anche i parlamentari. Appena uno azzarda qualche pensiero non conformista, è bollato come dissidente. Intanto, il fervore altruista scema. I parlamentari, che prendono 15mila euro mensili, due anni fa ne restituivano in media 5-6mila. Oggi la cifra si è dimezzata: tremila. Se va bene. Molti si limitano a 1.400-1.800: Morra, Lombardi, Giarrusso, Nuti, Fico, Sibilia. I rendiconti sono una farsa: solo autodichiarazioni, niente ricevute, nessun controllo.

La cuccagna è all’Europarlamento. Ben 12 eurodeputati M5s su 17 neanche rendicontano. Possono incassare fino a 40mila euro mensili (21mila solo per i portaborse), ma tutti tranne una restituiscono appena mille euro al mese. Il siciliano Ignazio Corrao (ex portaborse in regione Sicilia) aveva assunto undici portaborse. L’ho pizzicato con un articolo sul settimanale Oggi, lui mi ha insultato, ora li ha ridotti a sette. Come un’eurodeputata abruzzese: due li tiene a Bruxelles, gli altri cinque stanno nel suo collegio elettorale.

Che differenza c’è con i vecchi politici del passato? Nessuna, tranne che i grillini si vantano di non avere funzionari di partito. Invece ne hanno centinaia, stipendiati dai 1.600 eletti.

Insomma, il movimento ora è Collocamento 5 stelle, scherzano i tanti ex. I nomi dei portaborse parlamentari sono convenientemente segreti, per non scoprire altri parenti e conviventi dopo quelli già scoperti (Lezzi, Moronese). Casaleggio e suo figlio comandano a bacchetta. I parlamentari sono sorvegliati da un simpatico reduce del Grande Fratello, Rocco Casalino: decide lui chi mandare in tv. Fra gli altri addetti stampa spicca un ex camionista di Bologna. Dove sono state abolite le primarie: alle comunali di giugno lista bloccata, tutti nominati dall’alto come nel listino berlusconiano di Nicole Minetti. A Trieste un eurodeputato ha candidato sindaca la moglie: metà dei grillini locali in rivolta.

La sceneggiata napoletana di Quarto aumenterà la disciplina interna. Per paura di altri “infiltrati” della camorra, i candidati saranno nominati d’autorità. Così, quello che era nato come un movimento liberatorio si è trasformato nel suo esatto contrario. Hare Krishna, Scientology? Ma no, meglio Testimoni di Genova. Lì Grillo ha una delle sue tre ville. E il suo commercialista personale (nonché segretario del M5s) è stato nominato in una società della regione Liguria. Quelle che i grillini volevano abolire. 

Wednesday, February 27, 2008

Beppe Grillo, primarie a Roma

Beppe Grillo cala su Roma con una Serenetta

Per la corsa al Campidoglio scelta l’ex precaria Serenetta Monti. Che si accontenterebbe del 2-3%

Libero, 27 febbraio 2008

di Mauro Suttora

Beppe Grillo fino a qualche settimana fa stracciava tutti i politici in ogni sondaggio: 60 per cento di consensi, contro il 30-40 degli altri. E minacciava: “Cacceremo i professionisti della politica con le nostre liste civiche”. Ma ora alle elezioni politiche non si presenta. Alle regionali del 13 aprile (Sicilia e Friuli) neppure, e neanche alle provinciali (“Sono enti inutili, vanno aboliti"). Restano i comuni. Roma, soprattutto, che sarà la vetrina più importante per il debutto di Grillo in politica.

L’altra sera si sono svolte le primarie fra gli ‘Amici di Grillo’ della capitale, per eleggere il loro candidato sindaco. Un centinaio di persone sono arrivate al Linux Club, locale del quartiere Ostiense che, in linea con i dettami grilleschi, propugna l’‘open source’ nei computer, contro il monopolio Microsoft-Windows. Sono duemila gli aderenti al cosiddetto ‘Meetup’ romano, il sito internet dove chiunque può registrarsi gratis.

Dopo il Vaffa-day dell’8 settembre c’è stata un’esplosione di adesioni. Quindi il comitato organizzatore, eletto ogni sei mesi, ha prudentemente deciso di limitare le candidature agli ‘antemarcia’, ovvero a chi si era registrato prima dell’8 settembre. “Troppo alto il rischio che dopo siano arrivati opportunisti”, spiega il presidente dell’assemblea, il dentista Dario Tamburrano.

Si sono candidati a sindaco (quindi a capolista) ben quattro ‘organizzatori’ su tredici. Inesistenti le differenze di linea politica. si vota per simpatia. Al ballottaggio arrivano due donne: Serenetta Monti, 36 anni, custode di museo, coordinatrice degli organizzatori da sette mesi, e Roberta Lombardi, 34, impiegata in una società di arredamenti. Vince la prima.

Il suo programma per Roma ovviamente coincide con il Grillo-pensiero, che è in gran parte simile a quello degli ecologisti: raccolta differenziata della spazzatura, no agli inceneritori (o almeno a quelli sospettati di rilasciare diossina), preferenza al trasporto pubblico rispetto alle auto (anche se, come ha fatto notare qualcuno, buona parte dei presenti non è arrivato alla riunione in bus o metro).

Serenetta Monti si autodefinisce “novizia della politica”, Ma inesperta non lo è affatto. Per dieci anni, infatti, ha lottato come precaria. “Abbandonata l'università”, racconta, “ho fatto di tutto: baby sitter, data entry, assistenza agli anziani, pony express. Poi ho seguito un corso per restauratrice. Nel ’97 il sindaco Rutelli istituì i Lavori socialmente utili e assunse al Comune mille persone per 800 mila lire al mese con venti ore settimanali. Io contribuivo a rendere più bello il Pincio, lavorando sui busti degli uomini illustri. Dopo tre anni e mezzo di lotte abbiamo conquistato il posto fisso. In quel periodo la mia vita è trascorsa tra riunioni di lavoratori di tutta Italia, manifestazioni nazionali, locali, incontri politici, commissioni del consiglio comunale, occupazioni del Campidoglio e di tutti gli assessorati di Roma. Alla fine venni assunta nel gruppo Ama [la nettezza urbana, ndr] che si occupava di scritte vandaliche”.

Ma il posto fisso non rasserena Serenetta: “Dal 2000 al 2005 ho fatto denunce al ministero del Lavoro, Asl, Inail, sui giornali, una querela da parte dell’amministratore delegato e un ricorso con richiesta di risarcimento di 25 mila euro. Risultato: due rinvii a giudizio all’amministratore delegato per inadempienze sulla legge per la sicurezza nei luoghi di lavoro. Mi è stata riconosciuto la malattia professionale: l’utilizzo indiscriminato delle attrezzature mi ha prodotto una sindrome del tunnel carpale a entrambe le mani. Mi sono sparata anche sei mesi di disoccupazione...”

Quanti voti riuscirà a prendere ora Serenetta? Gli stessi Amici di Grillo non nutrono grandi aspettative:“Speriamo di eleggere un rappresentante in consiglio comunale e in ogni municipio”. Cioè appena il 2-3 per cento. Il fenomeno Grillo si è già sgonfiato?

Mauro Suttora

Monday, September 24, 2007

Gli amici di Beppe Grillo a Roma

«Grillini»: così si fanno chiamare i simpatizzanti del comico genovese. E dopo il successo del Vaffa day fanno paura ai politici di professione. Ma chi sono ? Cosa vogliono ? Scopriamo le loro facce, le loro idee e i loro piani

Oggi, 22 settembre 2007

di Mauro Suttora



Chi l’avrebbe detto che bisogna andare fino a New York, al numero 632 di Broadway nel centro di Manhattan, per trovare il cuore del fenomeno di Beppe Grillo? La rete dei 50 mila «Amici di Grillo» sparsi in 250 città e paesi italiani (più una trentina all’estero) con i 350 gruppi che hanno organizzato il «Vaffa Day» dell’8 settembre, sconvolgendo la politica italiana, parte da qui. Dal server di Meetup.com, uno dei siti Internet più potenti della Terra, tipo My Space o You Tube

Quello di Grillo è solo uno dei 33 mila gruppi (in tutto il mondo e di ogni tipo: sportivi, culturali, politici, professionali, di semplici amici) che si fanno ospitare da questa rete globale.

Se quelli di Grillo si presentassero alle elezioni diventerebbero subito il secondo o terzo partito italiano: 17 per cento dei voti, con un 33 di simpatizzanti che «non lo esclude». Questo dicono i sondaggi. Praticamente, una mezza rivoluzione esplosa nel giro di due settimane. Perfino Tangentopoli, quindici anni fa, ci aveva messo più tempo per nascere.

«Ma noi non siamo nati ieri, siete voi giornalisti che non ve ne siete accorti fino al 7 settembre», dice a Oggi Serenetta Monti, 36 anni, custode di museo e coordinatrice di uno dei quattro gruppi degli amici di Grillo a Roma. Il più grande: 1.625 iscritti. Registrarsi su Internet non costa nulla, e ora gli aderenti aumentano al ritmo di venti al giorno. «Perché non viene a vederci, al nostro prossimo Meet up?», ci propone.

Accettiamo l’invito. Perché se fino a ieri i «grilli» (così si autodefiniscono quelli romani, e non grillini, grillisti o grillanti) erano solo la massa anonima degli spettatori di Grillo, ora che hanno fatto irruzione sulla scena politica siamo curiosi di vedere che facce hanno. E quali idee, quali proposte.

Scopriamo subito che la loro parola magica non è «Vaffa...», ma «Mitàp»: italianizzazione di «meet up», appunto, cioè incontrarsi. Perché è vero che i Grilli sono il primo movimento politico virtuale, nato su Internet appena due anni fa (ma subito esploso: il settimanale americano Time all’inizio del 2006 ha inserito il blog di Grillo fra i dieci più importanti del mondo). Però, per riuscire a raccogliere 350 mila firme in un solo giorno sulle loro tre proposte di legge (parlamentari incensurati, che tornino a casa dopo due mandati e che vengano scelti davvero, con preferenze o primarie), sono scesi nelle piazze in carne ed ossa. E hanno dovuto organizzare tutto, da volontari inesperti: chiedere permessi in questura, affittare impianti di amplificazione, procurarsi i tavolini dove si firmava...

«Il 16 agosto, quando ci siamo incontrati per organizzare il V-day romano a piazza San Paolo, eravamo in quattro gatti e avevamo paura di non farcela», confessa Stefano Franco, 42 anni, sposato, due figli, impiegato di una società informatica. Lui è uno dei quattordici «assistenti» che Serenetta, organizer eletta per sei mesi («A rotazione: pratichiamo quel che predichiamo»), si è scelta lo scorso giugno. «Invece alla fine è andato tutto bene, e solo a Roma abbiamo raccolto 40 mila firme. Dall’una del pomeriggio all’una del mattino in piazza sono passate 70 mila persone».

Così, per il primo «Mitap» dopo l’exploit, fissato per la sera di venerdì 21 settembre, addio cene in trattoria in dieci o venti. Sul sito piovono iscrizioni a valanga, e quindi Dario Tamburrano, 38 anni, dentista («Zazzaro» è il suo soprannome in rete) deve affittare una sala da 250 posti vicino a casa sua, nel quartiere Nomentano. Per pagarla, due euro a testa fra i partecipanti. Per arrivarci, istruzioni dettagliate on line con mappe, indicazione di parcheggio gratuito adiacente, mezzi pubblici e servizio di car-pooling (unica auto per quelli che arrivano dallo stesso quartiere).

Inizia l’assemblea. Presiede Serenetta, che ha esperienza di riunioni pubbliche come sindacalista («Ma di base, sono contraria a Cgil, Cisl e Uil»). Pochi preamboli, liquida la questione delle liste civiche in due parole: «Troppo presto per parlarne». E si tuffa subito, invece, a illustrare le attività pratiche portate avanti dal gruppo. Tutte nella scia delle idee che Beppe Grillo propaganda da quasi vent’anni nei palasport d’Italia. I Gas, per esempio: Gruppi di acquisto solidale. Li organizza la 35enne Lidia Gandellini, alias «Zampidia», terapista dell’arte (cura i disagi psichici e sociali con musica, pittura, danza): «Il nostro obiettivo è “accorciare la filiera” fra produttore e consumatore. Quindi acquistiamo in gruppo olio, carne biologica o detersivi da aziende di fiducia, che ci garantiscono qualità e prezzi più bassi». All’ultima riunione aveva portato taniche di olio dalla Sabina.

Lidia frequenta i Grilli romani da pochi mesi, dopo aver visto uno spettacolo di Grillo a Roma in febbraio. Da quasi due anni invece è impegnato Dario, il dentista così appassionato di ecologia che si è appena reiscritto all’università (facoltà di agraria con specializzazione ambientale a Roma): «Ma ora, con l’esplosione di Grillo, non so se avrò tempo per tutto. Io appartengo a una generazione cresciuta con lui, il programma Te la do io l’America era il nostro mito. All’inizio partecipare al suo blog era una valvola di sfogo: non pensavo che potesse arrivare ad avere un riscontro reale nella vita di tutti i giorni. Non mi sono mai occupato di politica. Ho votato a sinistra, tranne una volta per la Mussolini alla regione Lazio in segno di protesta contro gli scandali. Ma anche a destra ci sono persone stimabili, come la Prestigiacomo».

Per lui, Stefano e molti altri la passione principale è l’ecologia, e in particolare la spazzatura: «La raccolta differenziata è la chiave di tutto», spiega Stefano, «perché applicandola si può fare a meno degli inceneritori che contestiamo». Ma allora perché non siete andati nel Wwf, o in Greenpeace, o nei Verdi? «Perché Grillo ci ha messo a disposizione uno strumento più aperto».

Roberta Lombardi, 34 anni, laureata in legge, lavora in una società internazionale di arredamento: «Non mi sono mai occupata di politica, per snobismo, perché associavo questa parola ai partiti. Gli unici cortei cui ho partecipato sono stati quelli per Falcone e Borsellino, tanti anni fa. Mi interessa molto la proposta di Grillo di introdurre anche in Italia, come negli Stati Uniti, le class action, cioè le cause di risarcimento per danni di gruppo».

Dilettanti allo sbaraglio o rivoluzionari nonviolenti? Per ora fra i Grilli c’è tanto entusiasmo. L’impatto con i professionisti della politica, le loro manovre e i loro trucchi, sarà duro. Vedremo.

Mauro Suttora