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Friday, September 22, 1989

Rimandati in Comunità

Europeo, 22/09/1989

Mercato unico. a che punto e l' attuazione delle norme

I migliori : Gran Bretagna e Danimarca . i peggiori : Spagna e Portogallo . e l' Italia ? in ritardo . ma pronta per la corsa finale , tutta in salita

di Mauro Suttora

Mancano 1 . 200 giorni . Fra tre anni , tre mesi e tre settimane , il primo gennaio 1993 , nascera' il mercato unico europeo . " Niente piu' frontiere fisiche , tecniche e fiscali fra i paesi membri della Cee " , aveva promesso il libro bianco della Commissione (il governo comunitario di Bruxelles) approvato nello storico vertice di Milano del giugno ' 85 , quello in cui Bettino Craxi riusci' a piegare le resistenze antieuropeiste di Margaret Thatcher . A quattro anni di distanza , giunta oltre la meta' del cammino pignolamente programmato nell' 85 (il libro bianco si addentrava in minutaglie , fino a stabilire per esempio che la misura sulla filiazione dei bovini sarebbe stata adottata nell' 86 , che entro l' 88 sarebbero scomparsi i controlli di polizia alle frontiere interne , che nel ' 90 i visti per l' estero sarebbero stati unificati e che nel ' 91 sarebbe stata la volta delle leggi sull' estradizione) , la Commissione presieduta dal francese Jacques Delors (socialista) ha tracciato un bilancio del cammino realmente percorso . E il bilancio non e' positivo .

Le direttive da adottare per arrivare al mercato unico sono 279 . Finora , pero' , i ministri dei Dodici hanno trovato un accordo solo su 68 di queste . E sono appena sette le direttive effettivamente diventate leggi in tutti e dodici i paesi membri . Lunedi' 18 settembre si riunira' a Bruxelles il Consiglio dei ministri incaricati di realizzare l' unificazione dei mercati . Ma il commissario della Comunita' per il mercato unico , il tedesco Martin Bangemann (liberale) , ha gia' stilato una pagella dei buoni e dei cattivi .

I pessimi sono Spagna e Portogallo , di gran lunga gli ultimi per il grado di applicazione delle leggi comunitarie nel proprio ordinamento interno . Ma per i due paesi iberici vale un' evidentissima circostanza attenuante : sono stati gli ultimi a entrare nella Cee , nell' 86 , ed e' quindi naturale che debba passare del tempo prima di una definitiva integrazione . Delors e Bangemann , pero' , tirano le orecchie anche ad altri quattro paesi " che hanno fatto registrare ritardi meno importanti ma altrettanto preoccupanti " : Grecia , Belgio , Irlanda e Italia .

Nel gruppo dei " buoni " , stranamente , con un alto numero di direttive adottate , si ritrovano invece i due paesi meno europeisti : Gran Bretagna e Danimarca . Quest' ultima , in particolare , ha gia' adottato un buon numero di direttive . La Danimarca e' pero' proprio in questi giorni nel mirino di Bruxelles per la scandalosa vicenda del ponte tunnel di 13 chilometri che colleghera' Copenaghen alla terraferma : il 22 settembre comincera' alla Corte europea di giustizia il processo intentato dalla commissione Cee contro il governo danese . Il gigantesco ponte tunnel , che costera' ben 3 . 400 miliardi di lire , e' stato infatti affidato a un consorzio che ha vinto la gara d' appalto impegnandosi esplicitamente a " usare manodopera e materiali danesi " . Una clausola protezionistica che fa a pugni col mercato libero del ' 93 , e quindi subito impugnata con successo da un consorzio avversario che fa capo al francese Bouygues .

Anche la Germania Ovest viene criticata da Bruxelles perche' e' indietro nelle misure sull' " Europa dei cittadini " , cioe' quelle sulla libera circolazione delle persone (la polizia tedesca e' molto occhiuta nei controlli ai confini) e sul riconoscimento dei titoli di studio comunitari (i tedeschi sono convinti che le lauree dei paesi mediterranei vengano piu' o meno regalate a degli ignorantoni ) . L' Olanda invece e' indietro nell' armonizzazione del proprio sistema fiscale . La Francia , al contrario , proprio la settimana scorsa ha completato una misura che favorira' la Renault rispetto ai costruttori di auto esteri : ha abbassato l' Iva sulle automobili e su tutti gli altri prodotti tassati al massimo (profumi , pellicce , attrezzature fotografiche , hi fi) dal 33 al 25 per cento . Il governo francese ci perdera' qualcosa come 600 miliardi di lire all ' anno , ma si avvicinera' cosi' alla media europea , in vista dell ' unificazione finale dell' Iva . Comunque , anche la Francia e' nell' elenco dei buoni .

Invece l' Italia e' decisamente " cattiva " , nonostante tutto il nostro entusiasmo europeista . " Si' , e' vero " , ammette Pierluigi Romita , ex Psdi , adesso Psi , neoministro delle Politiche comunitarie , " abbiamo un arretrato di circa 200 direttive europee da recepire , e siamo inadempienti su 130 di queste , per le quali sono gia' scaduti i termini " . Questo ritardo ha provocato fra l' altro un aumento , durante il 1988 , delle " infrazioni " sanzionate dalla Commissione europea a carico dell' Italia : su un totale di 307 nella Cee , il nostro paese ha ricevuto ben 107 " avvertimenti " , ovvero il doppio di qualsiasi altro Stato membro .

Anche qui , paradossalmente , i due paesi meno entusiasti verso l' Europa unita , Danimarca e Gran Bretagna , possono vantare il minor numero di infrazioni . Il ministro Romita promette pero' un cambio di marcia nei prossimi mesi : " Finora c' e' stata una mancanza di procedure e di competenze precise per il recepimento delle direttive Cee , e la nota lentezza del nostro Parlamento nel modificare le leggi interne . Ma finalmente e' entrata in vigore la cosiddetta ' ' legge comunitaria' ' varata da Antonio La Pergola , il mio predecessore : nella prossima primavera avremo cosi' un' apposita ' ' sessione comunitaria' ' , subito dopo quella di bilancio , durante la quale il Parlamento si concentrera' esclusivamente sull' approvazione delle direttive , e sulla loro trasformazione in leggi dello Stato " .

Il presidente del Consiglio Giulio Andreotti si e' impegnato espressamente , nel suo discorso di insediamento , a dedicare almeno un Consigio dei ministri al mese esclusivamente alle questioni europee . " Spero che il primo avvenga entro settembre " , dice Romita . Ma , senza aspettare primavera , 60 direttive potrebbero essere adottate gia' nelle prossime settimane se venissero approvate tre leggi di delega al governo giacenti in Parlamento , e due ferme in Consiglio dei ministri : " La Camera non impegnata nell' esame della finanziaria e del bilancio in autunno potrebbe facilmente smaltirle " , auspica Romita .

Per la verita' , sono gli stessi auspici che formulava anche La Pergola un anno e mezzo fa , quando c' era un arretrato di 250 direttive . Dopodiche' , un centinaio sono state recepite . Ma poiche' il ritmo di emanazione di direttive da parte comunitaria e' aumentato in vista del ' 93 , il divario non e' stato colmato . " Un' altra novita' adesso " , promette Romita , " sono i maggiori poteri dati al ministro delle Politiche comunitarie , che coordinera' tutte le materie attinenti alle direttive Cee . E ci vorra' anche una nostra maggiore presenza a Bruxelles nella fase di definizione delle direttive , che spesso non rispecchiano gli interessi del nostro paese " .

Un argomento scottante sara' , nei prossimi mesi , quello della regolamentazione dell' accesso in Italia per gli immigrati africani . Oggi il nostro paese e' sotto accusa a Bruxelles perche' le nostre frontiere sono un colabrodo . E finche' l' Italia rappresentera' il " ventre molle " dell' Europa , difficilmente paesi molto piu' severi in fatto di immigrazione come Gran Bretagna e Germania Ovest saranno propensi ad aprire del tutto le loro frontiere comunitarie .

Insomma , e' probabile che un' Europa piu' aperta al proprio interno diventi piu' chiusa verso l' esterno . " Ma al di la' del recepimento delle direttive " , avverte il ministro Romita , " il vero distacco economico da colmare per far entrare l' Italia in Europa e' il risanamento della nostra finanza pubblica . Con i nostri deficit di bilancio sara' molto difficile arrivare preparati alla libera circolazione dei capitali " .

Mauro Suttora