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Friday, November 18, 2022

Le ragazze dell'Iran. Dopo Gandhi nessuno come loro



Vogliamo fare qualcosa di concreto per la più grande rivoluzione nonviolenta da decenni? Andiamo a vedere “Gli orsi non esistono” (come per noi le loro proteste), il film di Panahi rinchiuso in carcere per aver chiesto notizie di un collega scomparso

di Mauro Suttora

HuffPost.it, 18 novembre 2022 

Chi vuole fare qualcosa di piccolo ma concreto per l'Iran e la sua rivoluzione nonviolenta, la più grande dai tempi di Gandhi, corra a vedere il film "No Bears", Gli orsi non esistono. È uscito in Italia da cinque settimane, però è ancora reperibile nei cinema d'essai. 

Il suo regista persiano, Jafar Panahi, 62 anni, è stato arrestato il 22 luglio ed è incarcerato nella famigerata prigione di Evin a Teheran. La stessa dove fino al 1979 lo scià torturava i suoi oppositori (soprattutto comunisti), dove gli ayatollah continuano a gettare i propri oppositori, dov'è stata tenuta la nostra Alessia Piperno.

 Panahi c'è finito semplicemente perché aveva osato andare a chiedere informazioni su un suo collega scomparso in detenzione, senza notizie. E ora è finito anche lui nel buco nero della repressione, condannato a sei anni. 

Non è la prima volta. Ex assistente del famoso regista Abbas Kiarostami, amico del premio Oscar Asghar Farhadi, era già stato arrestato nel 2010 per aver partecipato alle periodiche proteste contro il regime. Condannato anche allora a sei anni, con il divieto di girare film per venti, farsi intervistare, viaggiare all'estero. Ma lui riesce a uscire, continua indomito a lavorare in clandestinità. E a collezionare premi nei festival, da Cannes a Berlino.

Anche 'Gli orsi non esistono' è un capolavoro, e infatti ha vinto il premio della Giuria a Venezia lo scorso settembre. È incredibile come Panahi abbia contemporaneamente scritto, diretto, prodotto e recitato questo film, di cui è il protagonista.

La storia è la sua: un regista che per lavorare deve nascondersi in un povero e polveroso villaggio iraniano al confine con la Turchia, da dove istruisce via computer i suoi attori che recitano un'altra storia-verità nella prima città turca dopo la frontiera.

Ma Panahi, con il suo tranquillo testone quadrato alla Prodi, rimane invischiato anche in una disputa medievale nel paesino dov'è rifugiato, con tanto di ragazza promessa in sposa dai suoi genitori che si ribella, perché vuole scappare col suo vero amore.

Insomma, c'è tutto l'attuale dramma dell'Iran in questo film, compresa la spiegazione del perché i pasdaran riescano a resistere all'ondata delle donne e dei giovani: il problema è che la polizia morale (e assassina) è ancora maggioritaria nell'immensa campagna persiana arretrata, dove basta un bacio per essere lapidati.

E anche il titolo del film è tragicamente adeguato: 'Gli orsi non esistono'. Così come non esistono per noi le notizie dall'Iran, occupati come siamo da Ucraina (e ci mancherebbe), Meloni e dalle nostre innumerevoli deputate desiderose di allattare in aula. 

Saturday, March 15, 1986

Filippine, cade Marcos: parla Gene Sharp

LOTTA NORMALE SENZA FARSI MALE
Un grande esperto di disobbedienza civile nonviolenta spiega la rivoluzione filippina

di Mauro Suttora

Europeo, 15 marzo 1986

(Il 25 febbraio 1986 il presidente delle Filippine Ferdinand Marcos  scappa all'estero dopo un'imponente rivolta popolare pacifica. Gli succede Corazon Aquino)

La nonviolenza ha vinto nelle incredibili giornate di Manila. Com'è potuto accadere? Ecco il parere di Gene Sharp, 58 anni, professore all'università di Harvard (Usa), massimo teorico vivente delle pratiche gandhiane:
"Azione nonviolenta è un termine generico che comprende moltissime tecniche di protesta, non collaborazione e intervento. Ma non si tratta di un metodo passivo: non è assenza di azione, è un'azione che è nonviolenta. Il suo presupposto è molto semplice: i sudditi hanno la possibilità di disobbedire alle leggi e ai governi che non accettano, perché il potere è in realtà nelle loro mani".

Anche nel caso di una dittatura?
"La servitù è sempre volontaria, in misura maggiore o minore. Lo constatava già nel XVI° secolo il filosofo francese Etienne de la Boétie, e prima di lui perfino Niccolò Machiavelli, quando scriveva che il Principe 'quanta più crudeltà usa, tanto più debole diventa il suo principato'.
Quando il consenso viene tolto, anche il peggior tiranno diventa un uomo qualsiasi. Il potenziale militare del governante può rimanere intatto, i suoi soldati incolumi, gli edifici del governo intatti, ma tutto è cambiato. È una legge scientifica.
È capitato in India con Gandhi, in Iran contro lo Scià nel 1978, e adesso nelle Filippine. Ma il primo episodio di disobbedienza civile collettiva registrato dalla storia accadde proprio da voi, a Roma, nel 494 avanti Cristo. Quando ai plebei, invece di uccidere i consoli, bastò ritirarsi sul Monte Sacro per ottenere maggiori diritti. E nessuno lo ricorda mai, ma anche la prima rivoluzione russa del febbraio 1917, quella menscevica, fu prevalentemente nonviolenta".

Invece in Cecoslovacchia nel 1968 e in Polonia nel 1980-81 i nonviolenti hanno perso.
"Sì, ma in Cecoslovacchia i sovietici riuscirono a normalizzare la situazione soltanto nell'aprile 1969, dopo otto mesi di resistenza. E in Polonia Solidarnosc è ancora attivissima, seppur nella clandestinità.
L'azione nonviolenta è un metodo: si può vincere, si può perdere. Ma, in ogni caso, quante vite si risparmiano usando le armi della nonviolenta? L'esempio delle Filippine, inoltre, sfata un luogo comune: che la nonviolenza possa avere successo solo in tempi molto lunghi. Sono bastati 18 giorni a Corazon Aquino per vincere".
Mauro Suttora