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Wednesday, January 25, 2012

Capodanno alle Maldive

I POLITICI POSSONO ANDARE IN VACANZA DOVE VOGLIONO. MA SE SCELGONO LE MALDIVE PROPRIO ADESSO, NON SONO BUONI POLITICI

di Mauro Suttora

Oggi, 18 gennaio 2012

Ma si rendono conto che il clima è cambiato? I nostri politici di professione svacanzano alle Maldive per Capodanno in suites da migliaia di euro al giorno, e si scandalizzano per lo scandalo: «Che c'è di strano, era l'anniversario di matrimonio, era il sessantesimo compleanno, avevamo lavorato tanto, abbiamo pagato tutto...»

Naturalmente. Nessun reato. Avevano tutto il diritto di andare dove volevano. Ma proprio in questo momento, dovevano andare in uno dei posti più lussuosi della Terra? Ora che scattano i sacrifici da loro causati e imposti: benzina alle stelle, addizionali Irpef, pensionati non più protetti dall'inflazione?

La nostra copertina della settimana scorsa ha fatto il giro del mondo. Il quotidiano spagnolo Abc ha ripubblicato le foto di Schifani, Rutelli, Casini e Fini negli atolli, mentre agli italiani tocca «ajustarse el cinturòn», stringere la cinghia. I tedeschi hanno fatto il paragone con la loro cancelliera Angela Merkel, che per Natale si è accontentata di un'austera pensione a tre stelle a Pontresina (Svizzera). E noi abbiamo fotografato il sindaco di Londra Boris Johnson, venuto in ferie pure lui senza scorta in un tre stelle nella nostra Champoluc (Aosta): auto a noleggio, in fila allo skilift.

Anche in Italia c'è chi ha capito. A cominciare da Mario Monti, Capodanno a Roma con figli e nipotini. «Ma a palazzo Chigi!», ha tuonato Roberto Calderoli, immaginando chef e camerieri in livrea. Invece nell'alloggio di servizio a cucinare il cotechino e a servire a tavola c'erano solo la signora Monti e sua sorella. Povero Calderoli: ora è indagato lui per truffa perché si è scoperto che da ministro usò un aereo di Stato per andare a Cuneo a trovare il figlio della compagna. Danno erariale: 10 mila euro.

La musica è cambiata per i nuovi ministri e sottosegretari. Carlo Malinconico non ha fatto neppure in tempo ad ambientarsi, che ha dovuto dimettersi per avere accettato in passato soggiorni gratis all'hotel Pellicano di Porto Ercole (Grosseto) da un esponente della «Cricca». Filippo Patroni Griffi è indagato per un appartamento di 100 metri quadri dietro al Colosseo comprato dall'Inps per soli 170 mila euro. Profilo basso anche per Corrado Passera: non più villona sull'Appia o casa da 11 mila euro al mese d'affitto in via Madonnina a Milano per la nuova moglie; con lei si è appena trasferito in un anonimo appartamento ai Parioli.

Un nuovo rigore, contraddetto però dalla vecchia classe politica che non vuole sentir parlare di tagli ai propri stipendi o pensioni d’oro. L’abolizione delle Province? Contestata. Maria Elisabetta Casellati, non più sottosegretario, a Cortina continua a esibire la scorta. Il presidente della provincia di Bolzano guadagna più del presidente Usa Barack Obama (25 mila euro al mese), il suo vice più di quello francese Nicolas Sarkozy, il capo della provincia di Trento prende 2 mila euro al mese più della Merkel.

«Non ho niente contro la ricchezza», ci dice la commentatrice Marina Terragni, «chi ha guadagnato soldi onestamente ha il diritto di spenderli. Ma se un politico di carriera in questo particolare momento non capisce che farsi fotografare ai tropici a Capodanno è disastroso, non è un bravo politico. Non è sintonizzato con lo spirito del tempo. Oltretutto è una scelta tragicomica, da cinepanettone, quella delle Maldive. Lo sanno che lì ci sono i paparazzi. Cosa gli costava andarsene in Maremma - perchè di solito i politici a Roma lì hanno la villa - e starsene tranquilli? Avrebbero anche evitato lo choc da fuso orario, perché a una certa età non è che certi sbalzi caldo/freddo facciano benissimo... Consiglio l'Italia, la prossima volta. Il nostro è il Paese più bello del mondo. E in più non si rischia di fare una brutta fine, alle prossime elezioni». Ovvero: se non per sobrietà, contenetevi almeno per furbizia.

Più perfida Ambra Angiolini, «Casta diva» tv, che a Piazza pulita su La Sette ha commentato: «Non si può più nemmeno fuggire nell’oceano Indiano, che si incappa nella trippetta flaccida di Schifani».

C'è cascato anche il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, nella trappola intercontinentale da 800 euro a notte: fotografato in un resort thailandese. Uno dei pochi politici di nome che ha dribblato sapientemente il problema è stato Pierluigi Bersani: Capodanno a Bettola (Piacenza), dai suoceri.

Insomma, a ben cinque anni dalla pubblicazione del libro La Casta, che ha svelato i privilegi dei 100 mila politici italiani a tempo pieno, poco è cambiato. Tante promesse e annunci, ma quasi nessun risparmio effettivo. Anche dopo il taglio del 10 per cento a tutti gli stipendi d’oro pubblici, uno stenografo al Senato continua a guadagnare 260 mila euro l’anno: il doppio del vicepresidente degli Stati Uniti. E un barbiere 130 mila. Totale per il Parlamento: un miliardo e mezzo l’anno. Gli sprechi continuano, e anche le ostentazioni.
Mauro Suttora

Wednesday, May 04, 2011

La Carfagna si sposa

Oggi, 4 maggio 2011

di Mauro Suttora

Tutto perdonato. Marco Mezzaroma non si è scomposto di fronte alle rivelazioni di Italo Bocchino, che davanti a milioni di telespettatori di Che tempo che fa ha confessato di avere avuto una relazione clandestina con la ministra Mara Carfagna.
L’erede della ricca famiglia di palazzinari romani è fidanzato da tre anni con Mara. Più o meno a quell’epoca, mese più mese meno, Bocchino giura di avere smesso di tradire la moglie Gabriella con la stupenda Mara. Quindi l’onore è salvo.

Il castello Carandini

Per un po’ sembrava che il matrimonio, fissato per il 25 giugno, fosse rinviato o addirittura cancellato. Invece è stato confermato: si svolgerà in un castello alle porte di Roma, nella tenuta di Torre in Pietra di proprietà della famiglia Carandini. Famosa per due cose: il latte omonimo, e il conte Nicolò Carandini, capo del partito liberale nel dopoguerra, e poi fondatore di quello radicale di Marco Pannella.

Ma torniamo al nostro Marco, invidiatissimo promesso sposo della più bella ministra d’Italia, a pari merito con Stefania Prestigiacomo. Per fugare ogni dubbio, ha portato Mara per Pasqua alle Maldive, nel resort più lussuoso dell’arcipelago. E queste foto testimoniano la ritrovata armonia.

Più travagliata, invece, l’atmosfera nella famiglia Bocchino. La ricca moglie Gabriella Buontempo sembrava avere accettato le scuse e il pentimento pubblico di Italo, con un’intervista altrettanto pubblica a un settimanale. In cui l’unico veleno veniva distillato contro la «sfasciafamiglie» Mara, accusata di non essersi posta il problema di rovinare la vita di una coppia sposata da tempo e con figli: «Si presentava ovunque andassimo in vacanza. Andava addirittura dal mio stesso parrucchiere».

«Telecomandata da Italo»

Poi una stilettata politica: «Un po’ di delusione c’è stata. Anche per la scelta della persona. In politica, la Carfagna è sempre stata “telecomandata” da mio marito: segue tutto quello che lui dice. Se non era per Italo, mica li prendeva tutti quei voti in Campania».

Altre considerazioni sono state fatte sulla capacità, da parte delle mogli italiane, di tollerare lunghe relazioni extraconiugali dei mariti: «Lo sapeva tutta Montecitorio. Da due anni e mezzo pure io. In Italia se non hai almeno un’amante sei uno sfigato».

La scorsa settimana Panorama ha scritto che la signora Bocchino chiederà il divorzio. Italo però ha smentito: «Ca...te in libertà, sto partendo per Parigi con lei».

L’abito da sposa

Intanto, nella sua Salerno Mara è andata a comprare l’abito da sposa, accompagnata dalla mamma, dal fratello e dall’inseparabile cugina. Lei era commossa, e non lo ha nascosto nel negozio della sarta Pinella Passaro in corso Vittorio Emanuele: la stessa che aveva confezionato l’abito da sposa della madre di Mara quando, giovanissima, salì all’altare per sposare il preside Salvatore Carfagna.
La Passaro dice di essere rimasta incantata dal ministro: «Ha un portamento da indossatrice e una raffinatezza innata. Ho disegnato per lei un abito che sarà all’insegna della sobrietà e dell’eleganza, da vera regina». Pare che Mara abbia scelto il vestito, per ora top secret, al primo colpo.

Mauro Suttora

Wednesday, January 13, 2010

Alfano alle Maldive con la scorta

Il ministro della Giustizia, in vacanza con la famiglia, fa allontanare dei paparazzi. Abuso di potere? In realtà le cose stanno un po' diversamente...

di Mauro Suttora

Oggi, 13 gennaio 2009

Va bene che le Maldive sono un Paese di religione musulmana, ma è proprio necessaria una scorta di poliziotti italiani se un nostro politico ci va a trascorrere le vacanze private con la famiglia?

Il ministro della Giustizia Angelino Alfano ha scelto questo paradiso nell’oceano Indiano per le ultime ferie di Natale e Capodanno. Dieci giorni di relax con moglie e figli nel villaggio Valtur sull’isola di Kihad. Meta prediletta di vip italiani, soprattutto nei periodi di alta stagione. Quest’anno alle Maldive c’erano, fra gli altri, il ministro della Difesa Ignazio La Russa, il presidente del Senato Renato Schifani, la cantante Carmen Consoli con la madre, e il giocatore del Milan Ronaldinho. Alta, quindi, anche la concentrazione di paparazzi nostrani. Compresi alcuni fra i più temibili, pure loro in trasferta da Roma: Maurizio Sorge e Massimiliano Scarfone. Quest’ultimo famoso per avere immortalato il portavoce di Romano Prodi Silvio Sircana con un trans, e più recentemente per l’altro scandalo trans con il governatore del Lazio Piero Marrazzo.

I due, come ha rivelato Gabriella Sassone sul Tempo e su Dagospia, erano sulle tracce di Eros Ramazzotti, a mollo in un altro atollo nonostante gli acquazzoni quasi perenni, con la nuova fidanzata bergamasca Marika Pellegrinelli e la figlia Aurora, con amichetta al seguito. «Ormai siamo degli habitués delle Maldive, ci veniamo ogni anno da tempo immemorabile», racconta Sorge a Oggi, «ma questa volta c’è stata una spiacevole novità per noi».

Avvisati dal loro «contatto» locale della presenza del ministro Alfano, i due fotografi hanno affittato un motoscafo da 400 cavalli e dopo tre ore di navigazione da Malè si sono appostati a qualche centinaio di metri dalla costa del villaggio Valtur, per immortalare il ministro sulla battigia. Ma i due agenti di scorta del ministro si sono accorti subito dei teleobiettivi che sbucavano dalle acque. E, come nel film di Vanzina Paparazzi, prima hanno raggiunto la barca dei fotografi intimando loro in modo piuttosto rude di allontanarsi. Poi hanno allertato la polizia maldiviana.

«In realtà siamo stati identificati grazie a un altro fotografo italiano che ha dato le nostre generalità alla polizia, per compiacenza», racconta Sorge. «Il nostro collaboratore maldiviano ci ha subito telefonato per dirci di tornarcene in Italia. La polizia aveva contattato anche lui per farci sapere che la prossima volta che torniamo alle Maldive a fare foto finiamo direttamente in galera. Ma che abbiamo fatto di male? Quale reato abbiamo commesso? Abbiamo bisogno pure noi di un Lodo Alfano? Mi pare incredibile che i politici italiani comandino anche all’estero...»

In effetti, è la prima volta che la scorta di un politico italiano allontana dei fotografi in suolo straniero. Ma al ministero dell’Interno l’Ucis (Ufficio centrale scorte) spiega che i poliziotti sono stati assegnati obbligatoriamente ad Alfano perché, come ministro della Giustizia, è particolarmente esposto alle minacce di mafiosi e camorristi. È lui, infatti, il titolare dell’applicazione dell’articolo 41 bis, cioè il regime di carcere duro che tanto fa infuriare i boss. «La scorta è indisponibile», dicono al Viminale: quindi la decide il Comitato per l’ordine e la sicurezza, e neppure il ministro stesso è libero di rinunciarci. Insomma, il suo non è stato un capriccio in nome della privacy.

Nei viaggi all’estero devono portarsi dietro sempre la scorta anche i presidenti della Repubblica, del Consiglio, e quelli di Camera e Senato. Ma loro per ragioni protocollari. Per i ministri più esposti, invece, decidono caso per caso i dirigenti della Pubblica sicurezza. E, paradossalmente, il fatto che le Maldive siano uno dei luoghi più tranquilli al mondo accresce, invece di diminuire, il rischio: un eventuale attentato potrebbe essere pianificato con più facilità.
Mauro Suttora