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Thursday, August 04, 2011

parla Morten Malmoe

LO STORICO DICE: «NESSUN PERICOLO NAZI IN NORVEGIA, IL KILLER E' UN PAZZO ISOLATO»

Oslo, 25 luglio 2011

di Mauro Suttora

«È il gesto di un pazzo isolato. Le stragi di Oslo e Utoya non hanno alcun significato politico. Rimarranno nella storia della Norvegia perché sono tremende. È il nostro 11 settembre. Ma sono l’opera di una persona sola e malata».
Morten Malmoe, 58 anni, è l’editore della casa norvegese Historie & Kultur. A lui chiediamo una spiegazione della carneficina.

«Anders Breivik si autodefinisce “nazionalista, religioso e anti-islamista”. Attenzione: non “nazista”. E in Norvegia non c’è più alcun partito, seppure minuscolo, che partecipi alle elezioni con programmi che richiamino anche lontanamente il nazismo o il fascismo. Un pericolo neonazi ci fu negli anni ‘70, quando i gruppi di estrema destra si scontravano con quelli di estrema sinistra. Ma adesso tutto si è trasferito dalla strada a internet. E i deliri con svastica non sono giudicati una minaccia dalla nostra polizia».

Infatti Breivik non era neppure schedato.
«No, perché in tutta la sua vita non aveva mai commesso alcun reato. Né aveva partecipato a episodi di violenza. Fino a tre anni fa abitava qui a Oslo, nella mia zona».

Però è stato iscitto al partito del Progresso, che ha il 20 per cento.
«E se n’è andato da parecchio. Il partito del Progresso è di destra, ma non è mai stato violento. Esiste dal 1973, e dagli anni ‘90 al suo programma antifiscale ha aggiunto la polemica contro l’immigrazione, che giudica eccessiva. Ma non c’entra nulla con Breivik».

La Norvegia ha avuto Vidkun Quisling, sinonimo di collaborazionismo con i nazisti.
«Sì, quella è una pagina nera della nostra storia. Ma Breivik è solo un pazzo grafomane. Ho cercato di leggere le 1.500 pagine che ha scritto: paccottiglia insensata. Oltretutto ha colpito, lui anti-islamico, i ragazzi del partito socialdemocratico che ora viene criticato per i motivi opposti: i bombardamenti sulla Libia. Siamo tutti sotto choc. Sono appena tornato dalla cattedrale, piena di candele e fiori per le vittime. Commovente. La vita in Norvegia non sarà più la stessa».