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Wednesday, August 31, 2011

L'estate dei politici

DA SARKOZY A BOSSI, ECCO DOVE VANNO IN VACANZA PRESIDENTI E MINISTRI. CHE ALL'ESTERO SONO SENZA SCORTA

Oggi, 17 agosto 2011

di Mauro Suttora

La barista toscana che non ha riconosciuto David Cameron ha fatto fare - indirettamente - una brutta figura ai politici italiani. «Era senza scorta, non pensavo fosse una persona importante», ha spiegato Francesca Ariani del bar di Montevarchi (Arezzo) dove il premier inglese, in vacanza toscana fino a Ferragosto, non è riuscito a farsi servire al tavolo. «Ci pensi lei, mi scusi ma sono sola al banco», lo ha liquidato l' indaffarata Francesca. E per averlo snobbato è finita sulle prime pagine dei giornali inglesi.

POLITICI STRANIERI SENZA POMPA MAGNA

La pompa magna di cui si circondano i nostri politici, con la scusa della «sicurezza», serve in realtà per farsi riconoscere e rispettare. Un retaggio borbonico sconosciuto all' estero. E infatti il presidente americano Barack Obama ha festeggiato il proprio 50° compleanno in una hamburgeria di Washington, dove ha invitato a pranzo cinque persone del suo staff. Ha pagato lui il conto, e alla fine ha offerto un hamburger anche a una signora che era in fila alla cassa.

Quanto alla cancelliera tedesca Angela Merkel, la sua semplicità è leggendaria. Nei giorni scorsi - per un'intera settimana - ha soggiornato col marito a Solda (Bolzano) in un anonimo albergo. È la sesta volta che sceglie l' Alto Adige per le vacanze.

Ma dove passeranno le ferie i politici quest'estate? La drammatica crisi finanziaria li costringe alla scrivania, oppure riescono a sbrigare gli affari tramite cellulare e computer in riva al mare?

HA CHIAMATO SILVIO DA SAINT-TROPEZ

La telefonata con cui Nicolas Sarkozy ha rassicurato il nostro premier Silvio Berlusconi domenica 7 agosto, annunciandogli che la Bce (Banca centrale europea) avrebbe acquistato titoli di Stato italiano per sostenerli, è partita da Cap Nègre, accanto a Saint-Tropez.
Qui il presidente francese si trova da qualche giorno, in una villa di proprietà della famiglia della moglie Carla Bruni. Ci trascorre tre settimane, tornerà a Parigi solo a fine agosto. Ma nessuno in Francia ha protestato: la villa a Lavandou è attrezzata per rimanere in contatto costante con tutti i leader del mondo.

Un brutto scherzo, invece, ha giocato il ministro dell'Economia Giulio Tremonti ai 150 parlamentari delle commissioni Bilancio e Affari Costituzionali di Camera e Senato: devono presentarsi a Roma l'11 agosto per una seduta. Per questo l'unica coppia «mista» della Camera (Nunzia De Girolamo, Pdl, e Francesco Boccia, Pd) ha dovuto annullare un viaggio insieme già programmato negli Stati Uniti.

ANNULLATO VIAGGIO IN POLINESIA

Annullato il viaggio di mezzo mese a Tahiti del neoministro della Giustizia Nitto Palma con la compagna Elena Stanizzi: lo avevano prenotato a gennaio, quando lui non immaginava di prendere il posto di Angelino Alfano. Lo hanno pagato (parecchio) a giugno. «Perché annullarlo? Io non mi occupo né di economia, né di ordine pubblico come il ministro degli Interni», aveva detto Palma. Poi ha cambiato idea. In effetti, l'unica emergenza che riguarda la giustizia sono le carceri che scoppiano. Ma non è un problema risolvibile nelle ultime due settimane d' agosto.

Berlusconi sta nella sua villa in Sardegna, anche per festeggiare il compleanno della figlia Marina il 10 agosto. Al massimo andrà tre giorni dall' amico Vladimir Putin in Russia.

I ministri restano tutti a portata di mano: Stefania Prestigiacomo nella sua Panarea, Saverio Romano nella sua Palermo, Gianfranco Rotondi nella sua Pineto degli Abruzzi, Anna Maria Bernini a Pesaro, Mariastella Gelmini a Maratea (Potenza), Ferruccio Fazio a Pantelleria.
Umberto Bossi come sempre a Ponte di Legno (Brescia), ospite della famiglia del deputato leghista Davide Caparini che smentisce dissapori. Tremonti lì vicino, a Calalzo (Belluno), così come Franco Frattini (Cornedo all'Isarco, Alto Adige). La barca di Massimo D'Alema resta sottocosta, dove i cellulari prendono. E a far la guardia al bidone a Roma, come sempre, il sottosegretario Gianni Letta.

Mauro Suttora

Wednesday, March 23, 2011

Bocconiana di panna

Daniela Santanchè colta in castagna

La sottosegretaria, sul sito del governo, dice di avere un master dell'università Bocconi. Falso. Si dimetterà, come accade in Germania?

di Mauro Suttora

Oggi, 23 marzo 2011

All'ufficio stampa dell'università sono indulgenti: «Cosa vuole, c'è un sacco di gente che si spaccia per bocconiano. Ci siamo abituati». Questa volta, però, la bugia non è stata detta da una qualunque. E, soprattutto, non è stata scritta - nero su bianco - in un posto qualunque.

Non sarà reato di falso in atto pubblico, perché il sito Internet del governo italiano non ha questo status. Ma Daniela Santanchè l'ha egualmente combinata grossa. Nominata un anno fa sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio con delega all’Attuazione (sotto il ministro Gianfranco Rotondi), l’estrosa signora così esordisce nel lunghissimo curriculum che ha fatto inserire sul sito del governo: «Laureata in Scienze politiche, consegue un master alla SDA Bocconi».

Ma alla Scuola di Direzione Aziendale del prestigioso ateneo milanese di lei negli archivi non c’è traccia: «Abbiamo verificato, e dalla nostra banca dati alumni [gli ex studenti, ndr] non risulta abbia frequentato un nostro master o mba. Non possiamo escludere, ma non abbiamo modo di verificare, che abbia frequentato un corso breve».

Sì, perché la SDA Bocconi organizza in continuazione seminari di aggiornamento per manager che durano uno o più giornate. E di queste decine di migliaia di persone non conserva traccia. Ma sono corsi che non possono essere certo confusi con un master.

IL RITORNO ALL’OVILE

La Santanchè si è laureata in Scienze politiche nel 1987 all’università di Torino con una tesi sull’«Evoluzione della figura del manager industriale nelle nuove tecniche imprenditoriali». Negli studi ha conservato il suo cognome di famiglia, Garnero.

A soli 21 anni ha sposato il chirurgo estetico Paolo Santanchè, che lascia nel ‘95 per il nuovo compagno Canio Mazzaro, imprenditore farmaceutico di Potenza. Poi è stato Mazzaro a lasciarla per Rita Rusic, ex di Vittorio Cecchi Gori.

Nel ‘99 la scoperta della politica: Ignazio La Russa la fa eleggere consigliere provinciale a Milano per An. Tre anni fa si candida premier per la Destra di Francesco Storace, in forte polemica con Silvio Berlusconi. Infine il ritorno all’ovile.

In coda ai curriculum di tutti i sottosegretari (e ministri) pubblicati su www.governo.it appare un «disclaimer»: «Biografia fornita dallo staff del sottosegretario». Un’educata presa di distanza. Come dire: se loro scrivono inesattezze, il governo non c’entra.

Pochi giorni fa l’astro nascente della politica tedesca, il ministro della Difesa Karl-Theodor zu Guttenberg, ha dovuto dimettersi perché si è scoperto che aveva copiato parti della tesi di dottorato.

Anche altri politici, di recente, hanno lasciato il posto per peccati che in Italia sono considerati veniali: la ministra della Cultura svedese Cecilia Chilo perché pagava la baby sitter in nero, mentre non pagava il canone; la francese Michèle Alliot-Marie perché era stata ospite in vacanza del presidente tunisino Ben Ali. Chissà se adesso la signora Santanchè mollerà la sua poltrona.

Mauro Suttora

Wednesday, December 24, 2008

La Casta costa

Bella riforma! Adesso i partiti sono 66. E noi li paghiamo tutti...

Il finanziamento statale, abolito col 90% di no, è resuscitato. Fa sopravvivere decine di formazioni fantasma. E giornali, di destra e sinistra, che ci costano mille euro a copia

di Mauro Suttora

Oggi, 24 dicembre 2008

Il più simpatico è l’insegnante di ginnastica torinese Maurizio Lupi (solo omonimo del vicepresidente della Camera). Con appena 124 preferenze è riuscito a farsi eleggere consigliere regionale nel 2005 in Piemonte. Un burlone: il suo partito si chiama Verdi-verdi per distinguersi da quelli veri, giudicati troppo a sinistra («Verdi rossi»). La sua «Ambienta-lista per Ghigo» (il candidato del centrodestra) prese appena l’1,2% dei voti.
Eppure è stato eletto, e oltre allo stipendio mensile di 10.500 euro ora incassa 43mila euro l’anno come rimborso delle spese elettorali per il partito Verdi-verdi. Iscritti: nessuno. Insomma, l’elezione per il fortunato Lupi significa un affare da 845mila euro in cinque anni: ognuno dei suoi 124 elettori gli ha regalato quasi settemila euro. Record mondiale probabilmente, roba da Guinness.

Vita da Casta. Tutto regolare, per carità: dal 2005, anche i partiti che si presentano in una sola regione hanno diritto al finanziamento pubblico. Che era stato abolito a furor di popolo dal referendum radicale del ‘93 (90% di no), ma è stato resuscitato e ribattezzato pudicamente «rimborso elettorale». Quindi il buon Lupi non ruba niente.

Ricordate il libro La Casta, di Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella? E’ stato pubblicato solo un anno e mezzo fa, ma sembra passato un secolo. Suscitò fiumi d’indignazione, ha venduto un milione e 260mila copie. Ora la Rizzoli lo ripropone in edizione economica. Gli autori hanno aggiunto un capitolo, per capire se nel frattempo qualcosa è cambiato, se qualche spreco dei politici è diminuito. Niente: «Che fine hanno fatto le promesse lanciate per placare il grande fuoco purificatore? Chissenefrega, ormai le elezioni sono passate», accusano Rizzo e Stella.

I senatori ds Cesare Salvi e Massimo Villone tre anni fa denunciarono nel libro Il costo della democrazia i quattro miliardi annui spesi per mantenere mezzo milione di persone, fra politici di mestiere e consulenti. Non sono stati rieletti: la Casta espelle chi propone autoriforme. Sordina anche sul rumoroso fenomeno di Beppe Grillo, dopo la bocciatura dei suoi referendum.

Il problema però rimane. Soprattutto in questi tempi di crisi economica. Anche i politici stringono la cinghia? Macché. Nella pagina accanto pubblichiamo l’incredibile l’elenco dei 66 partiti che si sono spartiti il finanziamento pubblico nel 2007, con accanto la cifra incassata. La cifra vera: un quarto di miliardo, compresi i soldi per gli «organi di partito». Giornali, radio, tv: 57 milioni all’anno per testate assistite. Come il Secolo d’Italia di Alleanza Nazionale: vende solo tremila copie in edicola ma incassa dallo Stato tre milioni di euro. Il conto è presto fatto: ogni acquirente del Secolo costa mille euro ai contribuenti.

Ma è così per tutti, anche a sinistra: L’Unità incassa 6,5 milioni, e i Ds riescono a rimpinguare di parecchio i «rimborsi» elettorali (34 milioni) con i media: oltre al quotidiano prendono 1,9 milioni per radio Città Futura di Roma e 300mila euro per radio Galileo di Terni. Da quando poi la legge Gasparri concede soldi per tv satellitari di partito è iniziata la corsa alla nuova mammella di Stato: 4,2 milioni l’anno per l’ex Nessuno Tv (canale Sky 890), diventata dal 4 novembre la dalemiana Red. La corrente concorrente dei veltroniani non ha voluto essere da meno, e così ecco Youdem, su Sky 813. Totale per i Ds: 47 milioni.

Ds e Margherita si sono fusi nel Partito democratico, ma così non hanno fatto i loro giornali. Quindi il quotidiano Europa continua a percepire 3,6 milioni annui. Vende 1300 copie in edicola (2.769 euro a copia, quindi).
Ma anche i singoli deputati Pd sono preziosi, se hanno un partito personale. Così la tv Libera (Sky 924) si fa sponsorizzare dal partito Democrazia Europea di Sergio D’Antoni per ricevere 2,4 milioni. La sede del partito personale dell’ex segretario Cisl è in corso Vittorio Emanuele 326 a Roma. D’Antoni aveva fatto confluire Democrazia Europea nell’Udc nel 2002, ma poi è passato al centrosinistra. Il suo partito ha ricevuto 41mila euro nel 2007, redige regolare bilancio, paga 17mila euro per un dipendente. Ma cosa fa? «Non partecipiamo direttamente alle elezioni, però abbiamo organizzato iniziative e incontri per promuovere le politiche sociali nel Sud», assicura D’Antoni, che è appunto il responsabile delle politiche del Mezzogiorno nel Pd.

Il vero artista del contributo pubblico, però, è Gianfranco Rotondi. L’amabile ministro avellinese per l’Attuazione del programma (carica di per sè surreale), segretario di quel che resta della Democrazia cristiana, ha incassato 51mila euro di rimborsi e 10mila direttamente da Forza Italia in cambio dell’appoggio a Silvio Berlusconi. Ma sono briciole. La vera polpa sta negli «organi» di partito, ben due quotidiani: La Discussione, il glorioso giornale fondato da Alcide De Gasperi che piglia 2,3 milioni di euro, e Balena Bianca (300mila).

Forza Italia incassa 46 milioni. Ma nel 2007 ha distribuito soldi a vari partitini confluiti nel Popolo delle Libertà, oltre alla Dc di Rotondi: 430mila euro ad Azione Sociale di Alessandra Mussolini, un milione a Italiani nel Mondo dell’ex dipietrista napoletano Sergio De Gregorio, 100mila ai Riformatori Liberali (ex radicali) di Benedetto Della Vedova, e perfino 15mila a Rinascita Socialdemocratica di Luigi Preti, 94 anni.

E l’estrema sinistra? Desaparecida, dopo il disastro delle ultime elezioni? Neanche per sogno. Gli ex della Sinistra Arcobaleno continuano a ricevere una valanga di soldi. Infatti alle politiche 2008 è bastato arrivare all’uno per cento (anche senza eletti) per incassare contributi fino al 2013. In più, una leggina approvata alla chetichella ha esteso fino al 2011 i rimborsi della legislatura precedente, quella del 2006, anche se interrotta anticipatamente.

Altro che risparmi, quindi: la Casta raddoppia, cento milioni in più all’anno. «Un mese fa durante la Finanziaria abbiamo cercato di eliminare questo ulteriore regalo», dice a Oggi Silvana Mura, tesoriera di Italia dei Valori, «ma gli unici a votare con noi sono stati i radicali. I politici non possono chiedere sacrifici ai cittadini se si comportano così».

I Verdi nel 2007 hanno sfiorato i dieci milioni con due radio per 2,9 milioni, e 2,7 milioni per il giornale Notizie Verdi. Rifondazione comunista oltrepassa i 16 milioni, di cui 3,9 grazie al quotidiano Liberazione. Il quale però ne perde due milioni perché vende solo 6.600 copie. I Comunisti italiani di Oliviero Diliberto hanno ereditato il settimanale Rinascita: anch’esso glorioso, fondato da Palmiro Togliatti, riceve 900mila euro ma vende appena 2.400 copie.

All’estremo opposto, il Msi-Fiamma Tricolore dell’eurodeputato Luca Romagnoli si deve «accontentare» di 364mila euro del finanziamento per le europee, perché dopo la rottura con Pino Rauti non è riuscito a conservare il quotidiano Linea (1,5 milioni): «Ci siamo trasformati in cooperativa», spiegano i giornalisti. L’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro incassa due milioni per il suo giornale. Quanto alla Lega Nord, riceve quattro milioni per il quotidiano La Padania (8mila copie) e mezzo milione per Radio Padania.

Il Nuovo Psi prende 472mila euro per il quotidiano Il socialista Lab, più 45mila euro arrivati da Forza Italia. I socialisti di sinistra dello Sdi, invece, hanno dovuto rinunciare allo storico quotidiano Avanti!, che riceve 2,5 milioni dallo stato ma è diventato pure quello coop spostandosi più a destra. Si consolano con 2,7 milioni annui di rimborsi.

Fra le vestigia del passato c’è anche il Pli, partito liberale mantenuto in vita dall’ex eurodeputato Fi Stefano De Luca con 17.500 euro frutto delle regionali in Veneto e Piemonte. E il Pri di Giorgio La Malfa figlio di Ugo, eletto nel Pdl, angustiato sia dai creditori, sia dalla concorrenza dei repubblicani di sinistra di Luciana Sbarbati, senatrice pd. Sopravvive grazie a 90mila euro ricevuti da Forza Italia, 40mila di rimborsi dalle regionali pugliesi, ma soprattutto con i 624mila euro del quotidiano Voce Repubblicana.

L’Udeur di Clemente Mastella ha incassato 1,3 per il giornale Campanile Nuovo. L’Udc di Pierferdinando Casini può contare sul milione del quotidiano Liberal: era nato un anno fa come organo di Forza Italia, ma nel frattempo il direttore Ferdinando Adornato ha compiuto un’altra giravolta e ha lasciato Berlusconi.

I radicali della Lista Pannella, infine: ricevono dallo Stato 1,6 milioni l’anno. Ma la loro Radio radicale, fra convenzione con il Parlamento e contributi per l’editoria, piglia 13 milioni annui. «Siamo un servizio pubblico», precisano, «trasmettiamo i congressi di tutti i partiti e le sedute delle Camere». È vero. Però ormai Senato e Camera hanno due canali Sky tutti loro, più il Gr Parlamento Rai. Spesa tripla per lo stesso servizio.

Mauro Suttora


FINANZIAMENTO AI 66 PARTITI NEL 2007
(fra parentesi quelli a giornali, radio, tv di partito)

1) Alleanza Nazionale 27,4 milioni (3)
2) Altern. Sociale A. Mussolini 628mila
3) Democratici di Sinistra 47,4 milioni (12,9)
4) Dc (Rotondi) 2,7 milioni (2,6)
5) Dem. Europea (D'Antoni) 2,4 milioni (2,3)
6)Forza Italia 46 milioni
7)Azione Sociale (Mussolini) 430mila
8)Italiani Mondo (De Gregorio) 1 milione
9)Riformatori Lib. (Della Vedova) 100mila
10)Rinascita Socialdem. (Preti) 15mila
11)Insieme Unione (Verdi+Pdci) 1,6 milioni
12)Partito consumatori italiani 165mila
13)Italia dei Valori (Di Pietro) 5,9 milioni (2)
14)L'Ulivo 16,1 milioni
15)L'Unione 741mila
16)La Casa delle Libertà 300mila
17)Lega Nord 14,1 (4,5)
18)Lista Pannella 14,6 milioni (13)
19)Margherita 28,7 milioni (3,6)
20)Repubblicani (Sbarbati) 242mila
21)Mov. Sociale Fiamma Tricolore 364mila
22)Nuovo Psi 2 milioni (472mila)
23)Partito Comunisti Italiani 5,2 milioni (0,9)
24)Pli (De Luca) 17.500
25)Partito Pensionati (Fatuzzo) 897mila
26)Pri (La Malfa) 754mila (624mila)
27)Rifondaz. Comunista 16,5 milioni (3,9)
28)Rosa nel Pugno 1,3 milioni
29)Socialisti Democratici-Sdi 2,7milioni
30)Udc 11,8 milioni (1)
31)Udeur 4 milioni (1,3)
32)Verdi 9,8 milioni (5,6)

LISTE REGIONALI

33)Alleanza Autonom. (V.d'Aosta) 180mila
34)Associaz. Marrazzo (Lazio) 321mila
35)Cittadini per Illy (Friuli V.G.) 85mila
36)Fortza Paris (Sardegna) 68mila
37)Gente della Liguria 64mila
38)Insieme per Bresso (Piemonte) 109mila
39)L'Aquilone (Cuffaro, Sicilia) 278mila
40)Leali al Trentino 11mila
41)Lista Civica per il Trentino 206mila
42)Lista Storace (Lazio) 338mila
43)Liste Civiche Nord-Est (Veneto) 5.600
44)Movimento Lid (Belluno) 5.600 euro
45)Mov. per l'Autonomia (Sicilia) 1 milione
46)Nuova Sicilia 86mila
47)Pace Diritti Insieme Sinistra (Bz) 15mila
48)Partito Auton. Trentino Tirolese 78mila
49)Per il Veneto con Carraro 185mila
50)Per la Liguria Sandro Biasotti 128mila
51)Primavera Pugliese 91mila
52)Puglia prima di tutto 324mila
53)Progetto Nordest (Veneto) 86mila
54)Repubblicani-Dem. (Campania) 74mila
55)Riformatori Sardi Liberaldem. 88mila
56)Sinistra Dem. Trentino per Ulivo 61mila
57)Sinistra Federalista Sarda 196mila
58)Stella Alpina (Val d'Aosta) 87mila
59)Sudtiroler Volkspartei 1,2 milioni
60)Union fur Sudtirol 26mila
61)Union Valdotaine 120mila
62)Unione Autonom. Alto Adige 14mila
63)Uniti per la Sicilia 255mila
64)Verdi-Verdi (Piemonte) 48mila

ESTERO

65)Associaz. Italiane Sudamerica 128mila
66)Italia nel Mondo con Tremaglia 77mila