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Monday, September 26, 2005

Stan Lee

I MIEI SUPEREROI? FANTASTICI E FRAGILI

Oggi, 28 settembre 2005

Dietro il film del momento c'e' Stan Lee, che a 82 si diverte ancora a creare personaggi: "Il prossimo si ispira a Ringo Starr", anticipa. E, mentre si gode il trionfo de "I Fantastici Quattro", svela: "I miei beniamini sono amati perche' non sono invincibili"

Los Angeles (Stati Uniti)

Uomo Ragno, X-Men, Hulk, I Fantastici Quattro, Thor, Devil, Silver Surfer, Punisher, Elektra, Capitan America: tolti Batman e Superman, è lui il padre di tutti i super-eroi più famosi dei fumetti e del cinema. Stan Lee, 82 anni, guida dagli uffici di Los Angeles della sua società Pow Entertainment un impero plurimiliardario (in dollari) secondo soltanto a quello della Walt Disney, che fa divertire e sognare i ragazzini (e non solo) del mondo intero.
Da qualche giorno sono arrivate sugli schermi italiani le sue ultime creature, I Fantastici Quattro: un film che ha già sbancato il botteghino negli Stati Uniti e negli altri Paesi in cui è uscito. Ne parliamo con lui (vero nome Stanley Lieber, figlio di immigrati ebrei a Brooklyn) in questa intervista esclusiva.

Mister Lee, lei negli ultimi anni ha battuto ogni record di Hollywood: Uomo Ragno (Spiderman) è fra i dieci film che hanno incassato di più nella storia del cinema, anche gli X-Men sono stati un incredibile blockbuster, e ogni sequel ha tanto successo che subito se ne mette in cantiere un altro. Non è che anche lei si è trasformato segretamente in un super-eroe, o per lo meno in una miniera d'oro?

«Beh, il successo dei miei personaggi continua a stupire anche me. C'è da dire però che non li ho inventati tutti di recente: sono il prodotto di una vita intera di lavoro. Più che il padre, quindi, mi sento ormai il loro nonno... I Fantastici Quattro, per esempio, li ho concepiti ben 44 anni fa, nel 1961».

E perchè sono approdati sullo schermo così tardi, quasi trent'anni dopo il primo Superman, per esempio, e facendosi precedere anche da Batman?

«Per questioni legali con la Marvel, la società per cui ho lavorato per mezzo secolo, e della quale oggi sono ancora presidente emerito. Ci sono voluti dieci anni per definire il progetto, trovare la giusta sceneggiatura, gli attori e così via. Ma forse è un bene che sia così, perchè le tecnologie digitali con cui sono stati filmati gli effetti speciali sono le più avanzate: ancora un anno fa non esistevano».

Lei ha inventato la figura del super-eroe moderno, facendo rivivere un'industria - quella del fumetto - che alla fine degli anni Cinquanta era in declino, e creando una vera e propria mitologia seguita settimana dopo settimana da milioni di giovani in tutto il mondo, lettori affezionati fino al fanatismo. Come ha partorito i suoi supermen?

«Facendoli simili alla vita reale, senza identità segrete. I miei personaggi, a differenza di altri, hanno i loro problemi personali. Non sono affatto invincibili. O, per lo meno, i lettori e gli spettatori non sono sempre sicuri che alla fine possano veramente vincere».

Le è rimasto qualche super-eroe nel cassetto?

«Oh, molti. La mia società ha in cantiere parecchi progetti, con personaggi vecchi e nuovi. Faremo film per lo schermo, film per dvd, serie tv, videogiochi. Uno dei prossimi personaggi si ispirerà a Ringo Starr, il batterista dei Beatles. Un altro verrà dal mondo del rap, dell'hip-hop, sarà un eroe urbano. E Pamela Anderson potrebbe essere Stripperella, spogliarellista dotata di poteri sovrumani».

Lei, come il regista Alfred Hitchcock, figura spesso in piccole apparizioni-cameo nei suoi film. La vediamo anche nei Fantastici Quattro?

«Certo. Sono Willie Lumpkin, il postino, e per la prima volta parlo. Ma sono molto fiero anche di essere stato un venditore di hot dog in X-Men, un commerciante in Spiderman, un passante che attraversa la strada in Daredevil, un guardiano in Hulk...»

Partecipa anche alla scrittura di sceneggiatura e dialoghi?

«No. Per quello ci sono dei bravissimi professionisti, e io stesso mi stupisco ogni volta per la loro capacità».

Qual è il suo eroe preferito?

«Non ne ho. Sono come un padre, amo tutti i miei figli in modo eguale».

Ma quello che le ha dato più soddisfazioni?

«Beh, l'Uomo Ragno è sicuramente il più famoso, e infatti Spiderman è il film che ha ottenuto il successo maggiore».

Lei porta benissimo i suoi 82 anni. Qual è il suo segreto per mantenersi in forma?

«Nessuno. Non penso mai alla mia età, e adoro il mio lavoro. Per me è come giocare, mi diverto. Non
faccio jogging o altre attività fisiche, ma cammino molto. Ogni volta che ne ho occasione, nel mio tempo libero. Penso di essere l'unica persona che ogni tanto va a piedi a Los Angeles...»

Qual è stato il momento più difficile della sua vita, quello in cui avrebbe desiderato il pronto intervento di un super-eroe?

«Quasi cinquant'anni fa alla Marvel dovetti licenziare tutti, perchè gli affari non andavano bene e l'editore decise di chiudere la società. Ero disperato, perchè eravamo quasi tutti amici, oltre che colleghi. Fortunatamente, dopo qualche mese fui in grado di riassumerli».

Nel mondo c'è bisogno di super-eroi?

«Certamente. Ma esistono già: molte persone normali, quando ne hanno l'occasione, si comportano in modo eroico. Penso ai pompieri, a certi poliziotti».

E quali degli eroi moderni somogliano ai suoi?

«Qualcuno ha trovato delle analogie fra l'agente Nick Fury e l'attore John Wayne».

Ogni super-eroe ha una caratteristica, dei poteri speciali, un costume che lo definisce. Lei si è ispirato a qualcuno conosciuto nella realtà? Chi sono i «veri» Mister Fantastic, Torcia Umana, Donna Invisibile...?

«Ogni cosa che ho visto, sentito o letto è entrata nel mio subconscio, e prima o poi è tornata alla luce nella mia fantasia. Ma non ne sono conscio, non so perchè. Non mi sono mai ispirato ad alcuna persona in particolare. Solo dopo, qualcuno viene a dirmi "Ma sai, quello assomiglia a..."»

I costumi: a parte la formidabile arte dei suoi disegnatori, c'è qualcuno che l'ha ispirata? Magari qualche star di Hollywood?

«No, non ho molto a che fare neanche con i costumi. Ma i miei disegnatori sono dei geni: io spiego loro quel che ho in mente, e loro lo realizzano cento volte meglio».

La Cosa e Hulk sono due aberrazioni della natura. Pensa che ognuno di noi abbia dentro quella parte inespressa e mostruosa?

«Tutti abbiamo un carattere, più o meno buono, più o meno forte. E quando perdiamo le staffe, alcuni di noi possono provocare danni, anche gravi. Esattamente come i miei personaggi, anche se magari in scala minore...»

Lei è religioso? Crede in Dio? E i suoi personaggi?

«No, assolutamente. Non credo in Dio, e non mi piace alcuna religione. Le religioni hanno provocato più male che bene, nella storia: molte guerre, troppi morti. L'unico principio in cui credo è: "Non fare agli altri quello che non vorresti gli altri facciano a te". Basta questo: se ci limitassimo a seguire una regola così, non ci sarebbero più furti, omicidi, cattiverie. Detto questo, non posso neanche affermare che Dio non esiste. Anzi, speriamo che esista. Sicuramente c'è una forza potentissima, da qualche parte, che ha creato le meraviglie che ci circondano, e che noi con la nostra intelligenza non riusciamo neppure a immaginare».

Mauro Suttora