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Wednesday, November 06, 2002

Bush vince il voto midterm

COSA FARA' ORA BUSH

di Mauro Suttora

Il Foglio, 6 novembre 2002

"La vittoria di George W.Bush ha un precedente: quella di John Kennedy alle elezioni di midterm esattamente quarant'anni fa, nel 1962, quando i democratici guadagnarono quattro senatori": l'ardito accostamento Bush-Kennedy (due mondi agli antipodi) è di Michael Barone, rispettato commentatore di Fox Channel, Wall Street Journal e del settimanale Us News & World Report.

Trent Lott, repubblicano del Mississippi, tornerà a essere il capo della maggoranza al Senato già dalla prossima settimana, con l'ultima sessione del Congresso uscente. Il suo motto: "Let's roll", balliamo, il grido di guerra degli eroici passeggeri del volo sulla Pennsylvania che neutralizzarono i terroristi, e della conseguente canzone patriottica di Neil Young.

Ma non c'è strafottenza, in realtà: i repubblicani hanno imparato la lezione della meteora Newt Gingrich che brillò due soli anni, dopo la vittoria del 1994. In fondo 49 senatori su cento restano sempre democratici, possono ancora fare ostruzionismo, e fra i cittadini gli astenuti sono stati la maggioranza assoluta, con il 60 per cento. Il presidente George W. Bush ha assaporato la vittoria in silenzio, telefonando con grande stile anche ai neoletti democratici per congratularsi.

I due temi predominanti resteranno l'economia e la sicurezza nazionale. Priorità assoluta all'imbrigliamento della spesa pubblica, che permetterà di rendere permanenti e irreversibili i colossali tagli di tasse da 1.350 miliardi di dollari in dieci anni promessi da Bush, e di spingersi perfino oltre (nuove riduzioni sui capital gains e detrazioni più ampie per gli investimenti).

Il piano energetico, attualmente in stallo, verrà ripreso in mano assieme al controverso via libera per le estrazioni di petrolio in Alaska. Ma su questo i democratici minacciano il filibustering. Nessun problema, invece, per gli incentivi alle industrie sugli investimenti anti-inquinamento e in risparmio energetico. Vedrà la luce un nuovo ministero, quello della sicurezza nazionale. Quanto alla Difesa, il bilancio 2003 è stato appena approvato e non sono previste novità.

I democratici non potranno più bloccare la riforma del welfare, con la creazione di un fondo per le medicine da ricetta e l'appalto di numerosi servizi sociali alle chiese. Bush intende smantellare il costoso sistema pubblico Medicare, sostituendolo progressivamente con assicurazioni private anche per l'assistenza agli anziani. Hanno vinto tutti e tre i senatori repubblicani che più si sono battuti per la riforma della sicurezza sociale: Elizabeth Dole (moglie dell'ex vicepresidente), John Sununu e Lindsey Graham. Commenta il Wall Street Journal: "Se certi forsennati attacchi democratici in stile New deal non hanno funzionato nell'anno della Enron, non funzioneranno mai più".

Meno imminente appare un assalto alle leggi sull'aborto, richiesto dalle frange estreme dello schieramento repubblicano. Al senatore Lott stanno a cuore anche le sedici delicate nomine e conferme di giudici federali di orientamento conservatore nelle corti d'Appello finora posposte dall'amministrazione Bush, ma ribadisce che in questo campo continuerà a procedere con i piedi di piombo: "Consulteremo prima tutti nella commissione Giustizia del Senato". Quanto alla Corte Suprema, George Will sulla Washington Post ricorda che non succede dal 1811 che un nuovo giudice non venga nominato per otto anni, e poiché la nomina è a vita auspica le dimissioni del presidente William Rehnquist.

Il primo concreto risultato della vittoria di martedì in politica estera è che all'Onu Francia e Russia hanno smesso di minacciare il veto contro una nuova, dura risoluzione presentata dagli Stati Uniti sulle ispezioni in Irak alla ricerca di armi di distruzione di massa. Ormai, dopo negoziati estenuanti, siamo alla terza bozza. Si potrebbe arrivare al voto già oggi, con queste scadenze precise: entro sette giorni l'Irak deve accettare completamente la risoluzione, entro trenta deve rivelare tutti i programmi, i siti e i materiali che potrebbe utilizzare per la produzione di armamenti, entro 45 giorni gli ispettori internazionali ricominciano i loro controlli, e infine entro 105 giorni presentano il loro rapporto al Consiglio di sicurezza, ma possono denunciare subito eventuali violazioni.

Il capo degli ispettori Hans Blix andrà comunque in Irak entro due settimane, e comincerà subito le ispezioni. Ma si arriverà all'uso automatico della forza in caso di violazioni da parte dell'Irak? Francia e Russia continuano a chiedere una seconda risoluzione.