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Wednesday, May 27, 2020

Gli Usa come Milano: milioni per ospedali vuoti. Ma niente proteste

OSPEDALI IN FIERA: 21 MILIONI A MILANO, 761 NEGLI USA. "NON SONO SERVITI, MA SIAMO STATI PREVIDENTI"

di Mauro Suttora

Huffington Post, 26 maggio 2020

https://www.huffingtonpost.it/entry/gli-usa-come-milano-milioni-di-dollari-per-ospedali-demergenza-vuoti-pero-nessuno-protesta_it_5ecced0dc5b6d5ebfe87cbed


La Lombardia ha speso 21 milioni per l’ospedale covid nella fiera di Milano. Gli Stati Uniti ne hanno buttati trentasei volte tanti (830 milioni di dollari, 761 milioni di euro) per 19 ospedali di emergenza, 13 dei quali mai entrati in funzione. Negli Usa, come in Italia, la curva dei ricoverati si è abbassata. Non c’è stata la temuta valanga di ricoveri. Cosicché ora anche gli unici sei ospedali aperti per un mese sono stati chiusi. Però nessuno protesta.

Anche New York per l’ospedale ha scelto un padiglione fieristico: il Javits Center, in pieno centro a Manhattan. È costato 11 milioni, relativamente poco perché lo hanno realizzato gli ingegneri dell’esercito. E perché i 1.900 posti letto previsti non erano di terapia intensiva: si trattava solo di un maxi reparto di alleggerimento dove trasferire dagli ospedali i malati normali, per far posto a quelli covid. Dopo aver ricoverato un migliaio di pazienti, lo hanno smantellato a inizio maggio.

Altri tre ospedali non covid da campo sono sorti vicino a New York, ma con costi astronomici perché costruiti non dal Genio militare, ma da contractor privati. Uno nella contea di Westchester, cento posti per 47 milioni di dollari. Due nei campus di Long Island dell’università statale Suny: duemila letti per un totale di 274 milioni. Neanche un paziente è entrato in questi tre ospedali. 
“Ma li terremo per un’eventuale seconda ondata in autunno”, dice il governatore di New York Andrew Cuomo. Il presidente Trump lo ha attaccato, lui ha risposto: “Prepararsi al peggio, sperare nel meglio. A marzo secondo le proiezioni a New York avremmo avuto bisogno di 110mila posti letto. Per fortuna non è stato così”.

Anche nel resto degli Usa ci sono stati sprechi immensi. L’ospedale aperto il 3 aprile nella fiera di Chicago è costato 65 milioni. Doveva avere 3mila posti letto, poi ridotti a 500, ma ha curato solo 29 pazienti prima di chiudere.

Nella fiera di Detroit i malati sono stati 39, tuttavia il sindaco Mike Duggan non è pentito per i dieci milioni spesi: “Averlo usato poco è stato un grande successo” E lo ha chiuso il 6 maggio.

Filadelfia ha speso ‘soltanto’ cinque milioni per mettere 200 letti nel palasport della Temple University, che però non ha mai curato più di sei pazienti contemporaneamente, per un totale di 14.

Il centro congressi di New Orleans dove 15 anni fa si rifugiarono gli scampati all’uragano Katrina è stato anch’esso convertito in ospedale per l’incredibile cifra di 165 milioni. Ma ha avuto solo 200 pazienti.
Il sesto e ultimo ospedale utilizzato, nel Michigan, ha avuto appena sei pazienti per dodici milioni di dollari: ognuno è costato due milioni.

L’11 maggio è stato inaugurato l’ospedale da 443 posti nella fiera di Washington. Troppo tardi: è rimasto vuoto nonostante i 31 milioni spesi. Stessi buchi nelle fiere di Denver (34 milioni), Memphis e Miami (entrambi 26 milioni) e in altri cinque ospedali d’emergenza con zero pazienti.

Il tredicesimo fallimento (o successo, a seconda dei punti di vista) è quello di una vecchia ala ristrutturata nell’ospedale di East Orange, New Jersey: undici milioni per 250 letti, mai usati. Anche in Lombardia qualcuno avrebbe preferito ripristinare vecchi reparti a Legnano o Vimercate invece dell’ospedale in fiera. Ma negli Usa neppure il restauro ha scongiurato il vuoto.
Mauro Suttora