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Monday, May 27, 2013

Roberta Lombardi e Vito Crimi

INTERVISTA PARALLELA AI CAPIGRUPPO DEL MOVIMENTO

COPPIA 5 STELLE

«Grillo dittatore? Neanche leggiamo i suoi post...»

Lavorano dalle 9 alle 21. Dormono (poco) con la Costituzione sul cuscino. Sono esausti ma felici: «Da noi c'è democrazia». E Beppe? Una sola critica: «È troppo buono»

di Mauro Suttora  

Oggi, 22 maggio 2013




Che orari avete? 
Roberta Lombardi: «Dalle 9 del mattino alle 9 di sera: sedute in aula e commissione, riunioni del gruppo 5 stelle e della “capigruppo”, preparazione lavori, studio documenti. Un massacro. Ma è bello».
Vito Crimi: «Alle 8.30 briefing del nostro ufficio di presidenza. Aula e commissioni da martedì al giovedì. Incontri con ambasciatori e organizzazioni, assemblee interne e congiunte fino alle 21». 
Lombardi, come fa con suo figlio?
«Lo vedo solo la mattina presto, perché quando torno a casa la sera già dorme. Ma mi consolo pensando che è per pochi mesi, o anni. E che sto facendo qualcosa per lui anche fuori casa».

Crimi, quanto paga l’hotel a Roma?
«Camera doppia, 60-80 euro».

Crimi, lei guadagnava 20 mila euro l’anno da impiegato al tribunale di Brescia. Ora li prende in un mese. 
«No. Pagati i collaboratori con i 4.180 euro lordi al mese, e detratte le spese con parte della diaria, restituiamo tutto tranne 5.000 lordi».

Lombardi, come concilia i suoi tempi?
«Fuori dal Parlamento era più facile. Dopo cena andavo a riunioni, o mi mettevo al computer. Bisogna essere capaci di delegare. E ruotare gli incarichi più pesanti, come facciamo noi».

Voi 5 stelle, però, praticate la «condivisione», così dovete riunirvi il doppio.
Lombardi: «Anche più del doppio. Un funzionario mi ha detto che non aveva mai visto una cosa simile: “Voi parlate tutti. Mentre dagli altri arrivano i dirigenti, danno gli ordini, e la riunione è finita”».
Crimi: «La condivisione è molto bella: permette di conoscersi, confrontarsi, stimarsi e fare comunità».

Una cosa anche piccola che siete riusciti a cambiare in questi primi tre mesi?
L. «La selezione dei collaboratori parlamentari, che si era stratificata negli ultimi vent’anni. Ora sono scelti in base al merito e ai curricula».
C. «E hanno tutti contratti regolari a tempo determinato, con ogni tutela».

Un vostro insuccesso, invece?
L. «Non riusciamo a comunicare bene i nostri risultati fuori di qui. Gli altri partiti hanno dovuto ripulire le liste e fare primarie, imitandoci. Ma l’opinione pubblica non sa che il merito è dei 5 stelle. Colpa nostra, ma anche dei media».
C. «Non siamo riusciti a far partire subito le commissioni».

Perché ce l’avete con tutti i giornalisti?
L. «Individualmente, siete delle brave persone. Ma dipendete da un sistema che troppo spesso distorce le notizie».
C. «Ce ne sono di onesti e simpatici».

Priorità nei prossimi mesi?
L. «Abolizione dei rimborsi elettorali, dell’Imu, impignorabilità della prima casa, eliminazione delle Province».
C. «Reddito di cittadinanza».

L’obiettivo più facile?
L. «I rimborsi ai partiti, da sostituire con finanziamenti volontari individuali e detraibili: Letta si è detto d’accordo».
C. «Sì, sulla riduzione dei costi della politica non potranno tirarsi indietro».

Anche sull’Imu è fatta, non la vuole neppure Berlusconi.
L. «Ma dobbiamo trovare la copertura, altrimenti sfasciamo il bilancio». 

E l’obiettivo più difficile?
L. «La legge sul conflitto d’interessi».
C. «Il reddito di cittadinanza».

Nuova legge elettorale: di preferenze non parla più nessuno. Sempre parlamentari “nominati” invece che eletti?
L. «Noi vogliamo reintrodurle. Non c’è bisogno di “pigiatasti” fedeli ai partiti».
C. «Non ne parlano più gli altri...»

Se otteneste un referendum sull’euro, cosa votereste?
L. «Dipende...»

Ecco, Lombardi, anche lei risponde già come una professionista della politica.
L. «Ma dipende dal contorno: se si va verso un’unione politica, l’euro va bene. Se invece rimaniamo così, senza speranza di cambiare, voterei contro».
C. «La questione è: che Europa vogliamo».

Una cosa che non vi va di Grillo?
L. «Dà confidenza a tutti, non ha filtri nell’accoglienza. Lo conosco da sei anni, si fida di cani e porci. È troppo buono».
C. «Non mi sono mai posto la domanda. Siamo qui per un obiettivo al di là delle nostre idee, una rivoluzione culturale». 

La cosa che vi piace di più di Grillo?
L. «Visione, entusiasmo per cambiare».

Pro e contro di Vito Crimi?
L.: «Di Vito mi piace tutto. Senza di lui non mi sarei candidata portavoce».

Pro e contro di Roberta Lombardi?
C. «Idem come sopra».

I vostri 163 parlamentari sono debuttanti totali. Non era meglio eleggerne almeno qualcuno con un po’ d’esperienza?
L. «I consiglieri regionali e comunali 5 stelle dovevano finire il loro mandato. È scorretto saltare da una carica all’altra».
C. «Qualunque deroga significa un fallimento, la coerenza è la nostra più importante virtù. L’esperienza ce la faremo».

Qualità e difetti maggiori dei vostri eletti?
L. «Non siamo assuefatti e rassegnati. Proprio perché nuovi, vogliamo cambiare. L’altra faccia della medaglia è che a volte siamo ipercritici su tutto. Dobbiamo trovare delle priorità».
C. «La miglior qualità è la semplicità con cui si affrontano problemi complessi. Il peggior difetto l’eccessiva severità nei confronti dei propri colleghi».

E le vostre virtù e difetti personali?
L. «Affronto i problemi, senza svicolare o rimandare. Però, nella velocità, a volte dimentico di “condividere”, di comunicare con gli altri».
C. «Qualità, chiedetela ai miei colleghi. Difetto: poca conoscenza dei complessi regolamenti parlamentari, che sto imparando a conoscere a poco a poco».

Ultimo libro letto?
L. «Mi addormento ogni sera con la Costituzione in mano».

Capirai, che noia.
L. «Divoravo i libri, ora non ho più tempo. Adoro Bulgakov, critico sociale spietato ma leggero e ironico».

E lei, Crimi?
«Ieri un libro di Camilleri, La rivoluzione della luna, che consiglio a tutti: molti parallelismi con questo momento storico... Durante i weekend mi ritaglio due orette per portare mio figlio al cinema».

Film preferito?
L. «La saga di Guerre Stellari».
C. «Ironman, e tutti quelli con Robert De Niro».

Personaggio storico ammirato?
C. «Adriano Olivetti».

Cosa votavate prima di Grillo?
L. «Scheda bianca».
C. «Rete, Rifondazione comunista, Verdi, Pds, Idv. Ho votato la persona anziché l’ideologia, per questo vorrei poter esprimere nuovamente una preferenza».
Rendiconterete le vostre spese on line?
L. «Certo, stiamo solo calcolando i contributi Inps».
C. «Abbiamo già pronti i rendiconti, alcuni l’hanno già pubblicato, ma stiamo aspettando di farlo tutti insieme in modo unitario. Non è facile, e abbiamo anche avuto parecchi impegni istituzionali».

Quando vi emanciperete da Grillo e Casaleggio?
L. «Già fatto. I post quotidiani di Grillo a volte ci dimentichiamo perfino di leggerli. E Casaleggio è un idealista sognatore».
C. «Emanciparsi vuol dire rendersi autonomi, ma noi lo siamo già. Perché dovremmo emanciparci?»

Perché espellete così tanti eletti?
L. «È vero il contrario: accogliamo tutti, c’è poca selezione all’ingresso. Poi, però, le persone si conoscono sul lungo periodo. Non abbiamo bisogno di capetti».
C. «Le espulsioni sono molte meno di quelle fatte dai partiti tradizionali, a centinaia. Quelle persone si sono tirate fuori dal movimento per loro scelta. Le espulsioni sono solo state la ratifica di una scelta autonoma effettuata da loro».

Qualche avversario politico simpatico?
L. «Giancarlo Giorgetti, capogruppo leghista: a volte mi fa ridere».
C. «Roberto Calderoli».

E spiacevoli conferme?
L. «Mah, un po’ tutti, da Brunetta in su. Li guardo, e continuano a sembrarmi personaggi staccati dalla realtà».

Ci sono ottime donne ministro nel governo Letta: Josefa Idem, Emma Bonino, Cécile Kyenge... Concorda?
L. «Vedremo. La Bonino era nostra candidata al Quirinale, ma sui beni pubblici come l’acqua siamo distanti: troppo liberista».
C. «Vedremo».

I vostri candidati presidenti erano tutti di sinistra: Rodotà, Gabanelli, Strada, Imposimato, Dario Fo... Perderete i voti dei delusi del centrodestra?
L. «Non siamo di sinistra, ma pragmatici e di buon senso. Non abbiamo ideologie e preconcetti».
C. «Non facciamo calcoli elettorali».

Grillo dice di voler arrivare al 50 e anche al 100 per cento dei voti. Velleitario?
L. «Lo dice perché auspica che i cittadini partecipino di più alla politica, controllando gli eletti. Solo così si impedisce che diventino casta».
C. «È una previsione, se gli altri continuano così».

Se cadesse il governo, appoggereste un nuovo premier di vostro gradimento? O alzereste lo stesso muro?
L. «Siamo sempre stati disponibili al cambiamento. Vero, però».
C. «Riproporremo un governo di alto profilo, al di sopra dei partiti».

Che fine ha fatto la piattaforma per far votare on line i vostri registrati?
L. «Non me lo dica. Siamo disperati. Pare che parta entro l’estate».
C. «C’è già, l’abbiamo utilizzata per le primarie: Parlamentarie, Regionalie, Quirinalie. A breve la useremo anche in modalità più evoluta».

Davvero vi dimetterete da capigruppo?
L. «Non vedo l’ora di tornare al mio beato anonimato. Evviva la rotazione trimestrale delle cariche».
C. «Certo, il 15 giugno come previsto».

Più simpatica Santanché o Gelmini?
L. «Mai incontrate, anche se sono deputate. La Gelmini una volta, di sfuggita».

Lei viene chiamata Roberta “Simpatia” Lombardi.
«Allora sono fortunata, visti certi altri soprannomi...»
Mauro Suttora

Wednesday, May 22, 2013

Duello Michaela-Cécile

LA SOTTOSEGRETARIA BIANCOFIORE E LA MINISTRO KJENGE: AGLI ANTIPODI

Oggi, 8 maggio 2013

di Mauro Suttora


Non fosse per quella benedetta ricrescita di capelli che ogni tanto svela la verità, Michaela Biancofiore sarebbe l’esatto contrario di Cécile Kyenge: (finta) bionda, nata a Bolzano (seppur romano-pugliese), di destra. E poi il cognome, un destino di purezza.
Era stata nominata sottosegretaria alle Pari opportunità. Ma lei ha subito ha perso l’opportunità di dimostrare il proprio valore, causa poco opportune dichiarazioni «omofobe» come «chi va con i trans ha seri problemi di posizionamento sessuale», «oggi purtroppo l’omosessualità è estremamente comune», «i gay si autoghettizzano, sono una casta». Spostata ad altro incarico.

Molte dichiarazioni anche su Cécile Kyenge, nuova ministra per l’Integrazione: «In un Paese civile non lo sarebbe mai diventata», l’ha accarezzata l’eurodeputato leghista Mario Borghezio, «è un elogio dell’incompetenza, fa parte di un governo bonga bonga». Lei ha risposto sobria, spiazzando i politicamente corretti: «Non dite che sono “di colore”: sono fiera di essere nera».

Nata nel Katanga, Congo profondo: padre benestante funzionario statale, capo villaggio con quattro mogli e 37 figli. Cécile voleva studiare medicina all’università, in Congo i burocrati la obbligano a iscriversi a farmacia, lei si ribella e riesce a ottenere una borsa di studio per la Cattolica di Roma. Arriva 30 anni fa, per mantenersi lavora come badante. Si specializza in oculistica, vent’anni fa si sposa con un ingegnere italiano, acquista la cittadinanza, ha due figlie oggi adolescenti: Giulia e Maisha. A Modena dove vive fonda un’associazione che aiuta gli immigrati, nel 2004 è consigliere di zona Ds, nel 2009 consigliere provinciale Pd. Eletta deputata in febbraio, la sua bandiera è lo «ius soli»: significa «legge del suolo», si è cittadini del Paese dove si nasce e non di quello dei propri genitori.
       
Michaela invece diventa berlusconiana già nel ’94, dopo il diploma magistrale. Si definisce «imprenditrice nel settore del wellness», ma è stata anche assistente alla regia in film di Carlo Verdone prodotti da Mario Cecchi Gori (Al lupo, al lupo, Maledetto il giorno che ti ho incontrato). «Sono una kamikaze imbottita di tritolo berlusconiano puro», dice, e non si toglie mai l’anello di Damiani che Silvio le ha regalato. Già fidanzata dell’ex ministro degli Esteri Franco Frattini, che dieci anni fa la nominò «consigliere per le autonomie locali», consigliere provinciale Forza Italia nel 2003, deputata dal 2006. E adesso non vede l’ora di opporsi alle idee di Cécile.
Mauro Suttora