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Tuesday, March 16, 2021

Caso Bonino: i più europei vittime della loro trasparenza

Tempi duri per i troppo onesti

di Mauro Suttora


Huffpost, 16 marzo 2021 

La prima foglia del carciofo si chiama Valerio Federico. È il tesoriere del partito +Europa, sfiduciato a maggioranza domenica dall’assemblea nazionale. “Vogliono farci fuori uno a uno, come foglie di carciofo”, ha detto la leader di +Europa, Emma Bonino. “Prima che venga il mio turno, me ne vado io”.

La storica senatrice radicale ha fondato +Europa nel 2017, dopo la morte di Marco Pannella. Difficile immaginare che il partito possa andare avanti senza di lei.

E infatti gli oppositori Piercamillo Falasca, Riccardo Magi (deputato), Carmelo Palma e Silvja Manzi (ex fedelissima della Bonino) non miravano a lei. Contestano la segreteria di Benedetto Della Vedova e i suoi magri risultati: quorum mancato alle politiche 2018 (2,6%) e alle europee 2019 (3,1%), percentuali deludenti nelle elezioni locali successive, 2% fisso nei sondaggi. Superati da Azione di Carlo Calenda, che occupa lo stesso loro spazio di centro liberaldemocratico. E con il quale convergeranno alle prossime elezioni, coinvolgendo anche Carlo Cottarelli e l’ex Cisl Marco Bentivogli.

“Siamo alla scissione dell’atomo”, commentano sconsolati gli iscritti a +Europa, viste le dimensioni minime e la litigiosità del partito. Già funestato da un fenomeno di ‘cammellaggio’ al primo congresso due anni fa, quando gli ex dc Bruno Tabacci e Angelo Sanza fecero iscrivere molti amici lucani per fronteggiare gli ex radicali.

(L’ottimo Sanza è un mitico ‘signore delle tessere’: fu anche lui, grazie ai delegati della sua Basilicata, a incoronare De Mita segretario della Dc quasi 40 anni fa).

Due dei quattro parlamentari di +Europa eletti nei collegi uninominali in alleanza col Pd, Tabacci e Fusacchia, hanno già lasciato il partito. E pure Magi ha votato la fiducia al governo Pd-M5s, contro le indicazioni della direzione. L’unica sempre contraria al populismo grillino è rimasta la Bonino.

L’attuale conflitto, però, non riguarda la linea politica. È di nuovo in ballo il tesseramento, con accuse di iscrizioni cumulative sospette per aumentare il peso congressuale di qualche dirigente.

“Da Palermo improvvisamente sono arrivate 700 nuove tessere”, rivela Palma, incolpando il tesoriere Federico di omesso controllo. In un partito con 2600 iscritti (a 50 euro l’uno), cifre simili possono decidere l’esito dell’imminente congresso.

Federico replica di aver controllato ben 500 iscrizioni sospette, ma di avere scoperto soltanto dodici ‘anime morte’ (tesserati inconsapevoli), annullandole.

“E comunque”, aggiunge, “i casi controversi riguardano diverse aree. Gli iscritti campani, per esempio, si sono moltiplicati per otto, da 50 a 400, ma risultano iscrizioni legittime. Inoltre i 2600 iscritti attuali, che potranno votare al congresso, vanno paragonati ai 1747 dell’anno scorso senza congresso. L’aumento di un terzo è un dato fisiologico. Nessuna iscrizione di quest’anno, quindi, può essere considerata irregolare rispetto alle valutazioni effettuate in passato e alla decisione del nostro organo di garanzia, tranne le dodici annullate. Se vogliamo limitare iscrizioni massicce in prossimità dei congressi, si introducano regole apposite. Chi ha firmato la mia sfiducia ha sottoscritto affermazioni senza fondamento”.

Ma perché tutto questo interesse per un partitino che prevedibilmente eleggerà pochi parlamentari? “Cupidigia”, taglia corto Bonino. Echeggiando la “sete di poltrone” che Zingaretti affibbia al Pd.

Così il povero tesoriere Federico, invece di gioire per l’aumento degli iscritti, ha dovuto trasformarsi in poliziotto e controllare luogo e date dei versamenti (140 a Palermo in due giorni), i nomi scritti sui bollettini, i titolari delle carte di credito usate per le iscrizioni online.

Da sempre in tutti i partiti del mondo c’è la piaga delle tessere gonfiate. L’iscrizione ai grillini, per esempio, è gratis. Così, per diventare deputati e ministri, a qualche furbo giovanotto è bastato inviare al blog di Grillo la fotocopia del documento di un centinaio di parenti e amici per vincere le primarie online. 

Ma gli altri partiti non fanno trapelare all’esterno le proprie lotte intestine. I +europei invece, per scrupolo di trasparenza finiscono periodicamente nei guai e si fanno male da soli.

Il segretario Della Vedova si è dimesso, fra tre mesi ci sarà il congresso, probabilmente lo vincerà e la Bonino tornerà. Ma il danno è stato fatto. Tempi duri per i troppo onesti.

Mauro Suttora

Saturday, May 10, 2003

Botte da radicali

Il segretario Olivier Dupuis se ne va

"Botte da radicali, un partito eccessivo nel bene e pure nelle liti"

Il Foglio, 10 maggio 2003

di Mauro Suttora

Anche in questi giorni, come sempre, i radicali stanno facendo un sacco di cose affascinanti. Emma Bonino entusiasma le donne yemenite che è andata a difendere, e scrive bei reportages per il Corsera. Marco Pannella incontra il governatore dell'Illinois che ha graziato 167 condannati a morte e incassa il sÏ del governo Berlusconi alla moratoria sulla pena capitale all'Onu. A Torino i due consiglieri regionali, Carmelo Palma e Bruno Mellano, presentano con il segretario del partito Olivier Dupuis un piano per la pace in Cecenia firmato da André Glucksmann, Daniel Cohn-Bendit e Elena Bonner Sacharov.

La presidente del partito Rita Bernardini passa la notte con agli extracomunitari davanti alla questura di Roma per capire le ragioni delle interminabili attese che vengono loro inflitte. L'eurodeputato Benedetto Della Vedova denuncia in un convegno che "la cultura degli enti privati diventa prefettizia". A Firenze Massimo Lensi presenta il suo libro sui diritti umani in Laos. A Bruxelles Marco Cappato si batte per la privacy nel mondo dei computer, e Maurizio Turco manda a Valéry Giscard d'Estaing le firme di 233 eurodeputati che chiedono laicità nella Costituzione Ue.

Da New York Marco Perduca denuncia che in Afghanistan la superficie coltivata a papavero per oppio è triplicata. Luca Coscioni convince Margherita Hack ad aderire alla sua associazione per la libertà scientifica, e 1.115 scienziati firmano l'appello per la clonazione terapeutica. Nei ritagli di tempo, poi, i radicali organizzano "maratone oratorie" per i dissidenti cubani, raccolgono firme per i montagnards vietnamiti, appoggiano i Falun gong cinesi e auspicano un'amministrazione Onu in Iraq.

Questa settimana, però, i militanti gandhiani hanno anche litigato fra loro. E non se la sono mandata a dire: come sempre, da perfetti libertari, hanno lavato i propri panni sporchi in pubblico. Sul loro sito internet, www.radicali.it, tutti possono seguire un gustoso psicodramma che surclassa Broadway.

Non capita tutti i giorni che il numero uno di un partito (il segretario "transnazionale" Dupuis) si dimetta sbattendo la porta, che il numero due (Daniele Capezzone, il segretario italiano) lo accusi di dire solo menzogne, e che il capo supremo lo tratti da oligofrenico. Dupuis scrive a Pannella una lettera di nove pagine per respingere "i tuoi tentativi di accreditare una lettura personale e psicologica (quando non psichiatrica) del mio disagio. E' escluso che la carica di segretario possa essere ricoperta da uno che tu consideri una via di mezzo fra un mascalzone e un mentitore recidivo".

I motivi della rottura? "Non ho la disponibilità delle risorse interne", lamenta Dupuis, "nessuna capacità effettiva di spesa, di gestire gli indirizzari, alcun effettivo potere. Ormai la mia carica serve solo per consentire a te di esercitare un controllo assoluto e irresponsabile. Non accetto di dovere rispondere io di quanto fai tu. Conosco la ferocia di cui puoi essere capace. Sei "dominus" di una organizzazione carismatica. La tua gestione della 'campagna Iraq' è stata segnata dall'esclusione di ogni momento di reale dibattito politico, e da un ricorso costante e parossistico all'imputazione di responsabilit‡ tecnico-organizzative. Si è parlato più di mailing che di scelte politiche, più di "volumi" che del significato di questa iniziativa".
E sulla Cecenia: "Falla tu una proposta che non serva solo a passare sul Tg1 e a esibire Umar Khambiev (ministro del governo ceceno in esilio iscritto al Pr, ndr) come una madonna pellegrina nella prossima campagna elettorale".

Pannella ha risposto on line dopo appena mezz'ora: "La mia è una critica ferma del segretario nell'esercizio delle sue funzioni, mentre da parte di Olivier v'è una vera e propria eruzione di giudizi che riguardano - in modo toccante - la confessione di avermi conosciuto per quale effettivamente sarei solamente dopo 22 anni di sua presenza nel Pr, otto di sua massima responsabilità politica, e sette da europarlamentare".

Un altro motivo di dissidio fra i radicali - ma questo tutto ideologico - riguarda la recente infatuazione di Capezzone nei confronti dei neo-con statunitensi. Da vent'anni Pannella e Bonino predicano il diritto di ingerenza umanitario e "democratico" contro le dittature, ma molti dirigenti storcono il naso nei confronti di quello che giudicano un eccessivo appiattimento sulle posizioni dell'amministrazione Bush, di pensatoi come l'American Enterprise Institute e di personaggi come Paul Wolfowitz.

Mauro Suttora