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Thursday, June 22, 2017

Le suocere di Trump



POVERO TRUMP, CIRCONDATO DALLE SUOCERE

La moglie Melania si trasferisce alla Casa bianca col figlio, portandosi dietro i genitori sloveni. E anche la madre della ex Ivana si è piazzata a casa della nipote Ivanka. Ma lui va d’accordo con tutte

Washington, 22 giugno 2017

di Mauro Suttora

Melania Trump ha finalmente traslocato alla Casa Bianca. La moglie del presidente Donald ha lasciato il triplo attico in cima alla Trump Tower di New York, e dovrà “accontentarsi” degli ultimi due piani della residenza di Washington.

Il figlio Barron ha appena finito le elementari a Manhattan, ed è stato iscritto al collegio St. Andrew’s, rompendo con la tradizione che voleva i figli dei presidenti (Obama, Clinton, Nixon) frequentare lo stesso liceo quacchero nella capitale.

A sorpresa, con Melania sono atterrati sul prato della Casa Bianca in elicottero anche i suoi genitori sloveni: l’ex chauffeur Viktor Knavs, che ha una formidabile somiglianza con Trump e soli due anni più del genero, e l’ex disegnatrice in una fabbrica di vestiti Amalia. 
Il nipote Barron è molto affezionato ai nonni, con cui parla sloveno.

Melania ha cambiato il suo cognome da Knavs al più “tedesco” Knauss (e tolto la j di Melanjia) all’inizio della sua carriera di modella, sperando di emulare il successo delle teutoniche Claudia Schiffer e Heidi Klum.

Dopo il matrimonio con Donald nel 2005 i suoi genitori e la sorella Ines hanno cominciato a vivere sempre più spesso in America, fino a stabilirsi nella Trump Tower e a seguire Melania e Barron anche nella magione di Mar-a-Lago in Florida e nella residenza di campagna (con golf) a Bedminster nel New Jersey.

Tanto entusiasmo non è stato ricambiato da Donald: ha visitato la Slovenia solo una sera, nel 2002, atterrando a Lubiana nel suo jet privato con Melania. Dopo 13 minuti salirono su un’auto per andare nel Grand Hotel sul lago di Bled, dove ci fu il primo incontro del futuro presidente con i futuri suoceri. 
Dopo cena Donald chiese a Viktor se l’hotel fosse in vendita, risalì sull’auto, e prima di mezzanotte erano già decollati.

I suoceri Knavs sono apparsi per la prima volta sul palco con tutta la famigliona Trump allargata alla Convention repubblicana della scorsa estate. Ora non si sa se si trasferiranno pure loro dentro la Casa Bianca, come fece la suocera di Obama, o se troveranno una casa a Washington nella vicinanze, come ha fatto a gennaio Ivanka Trump, figlia di Donald.

La quale a sua volta è inseparabile dalla nonna cecoslovacca Marie Zelnickova, 90 anni, mamma di Ivana: è stata lei a crescere Ivanka in seguito al divorzio, insegnandole la lingua ceca, e convive in famiglia anche dopo il matrimonio con Jared Kushner, badando ai tre bisnipotini.

Insomma, fra suocere ed ex suocere slave, Trump è circondato. E, se fosse in vita anche la madre della sua altra moglie, Marla Maples, correrebbe il rischio di ritrovarsi pure lei a Washington. Ma Trump è affezionato a tutte.

I fan del presidente sperano che la ritrovata vicinanza con la moglie aiuti Donald a moderarsi, evitando gli scatti che gli fanno mandare messaggi inconsulti su Twitter. Ma sui veri rapporti fra Melania e il presidente circolano ogni tipo di voci.

L’unica certezza è che la First Lady non si è sottratta alla tradizione che vuole tutti i nuovi inquilini della casa Bianca intraprendere costosi rinnovamenti degli appartamenti presidenziali. 
Melania ha assunto l’architetta laotiana Tham Kannalikham, già arredatrice della maison Ralph Lauren.

Per il resto, l’ultimo spiffero riguarda un misterioso amante di Melania: sarebbe un dirigente di Tiffany, il negozio di gioielli che sta proprio accanto alla Trump Tower. 
Il palazzo di Tiffany, relativamente basso per gli standard di Manhattan, è quello che permise a Donald di costruire la sua Tower con un’altezza superiore alla norma. Il trucco fu di acquistare i “diritti aerei” non sfruttati dai vicini di Tiffany.

Ma ora è tutto più difficile per Trump. I primi turbolenti cinque mesi di presidenza sono culminati con l’indagine sui rapporti con la Russia per cui oggi è ufficialmente indagato e rischia l’incriminazione.

Una delle poche parentesi di tranquillità, per lui e Melania, è stato il viaggio in Italia alla fine di maggio. «Taormina e Roma sono splendide», hanno mormorato entrambi estasiati alla partenza. 
Poi però, tornato negli Stati Uniti, per il bellicoso presidente è subito ricominciata la guerra. Come piace a lui: solo contro tutti.

Mauro Suttora

Monday, January 23, 2017

Trump: le prime mosse

di Mauro Suttora

Washington, 23 gennaio 2017

«Oggi il potere non passa solo da un presidente o da un partito all’altro. Oggi il potere torna a voi, popolo». Donald Trump, come tutti i politici, vorrebbe marcare l’inizio di una nuova era. E per dimostrarlo non misura le parole. Così il 20 gennaio, subito dopo il giuramento da presidente Usa, non ha pronunciato un discorso: ha annunciato una rivoluzione.

«COMPRA E ASSUMI AMERICANO». Il suo slogan è “America first”, prima l’America. Cioè preferire i prodotti made in Usa, e precedenza ai lavoratori statunitensi sugli immigrati. Nazionalismo economico. In concreto: imporre dazi doganali alle importazioni, ed espellere i clandestini. Dal liberismo al protezionismo.

SANITÀ. Il primo decreto firmato abolisce la riforma sanitaria di Obama, che allargava l’assistenza medica a una ventina di milioni di persone, non così povere o anziane da usufruire dell’assistenza gratuita, e non così ricche da essere coperte con le assicurazioni private obbligatorie. Ma è stata una firma simbolica: ora la parola passa ai 50 stati.
   
MELANIA/IVANKA. La terza moglie slovena Melania è tornata a New York. Si trasferirà a Washington solo a giugno, quando il figlio Barron finirà la quinta elementare. Il vuoto è colmato da Ivanka, solo 10 anni meno della matrigna, figlia della prima moglie ceca Ivana. Le due donne sono state impeccabili durante le cerimonie, ma hanno scambiato poche parole nelle lunghe ore in cui sono rimaste una accanto all’altra, presenziando alla parata. Rivalità in vista?

EX. All’inaugurazione c’erano tutti gli ex presidenti tranne il 92enne Bush senior, in ospedale. Miracolosa la guarigione del coetaneo Jimmy Carter, sopravvissuto a un tumore del cervello. Bill Clinton stava un po’ troppo con la bocca semiaperta, in debito di ossigeno. Sua moglie Hillary ha voluto esserci nonostante l’umiliante sconfitta, forte dei suoi tre milioni di voti in più di Trump (ha perso a causa dei collegi statali maggioritari). Il più allegro era George Bush junior, che non ha mai nascosto il suo disprezzo per Trump (ricambiato). Ma tutti si sono stretti fintamente la mano.
   
ANTI. Nel primo giorno della sua presidenza Trump si è beccato la prima manifestazione contro. Non era mai successo. «Io non l’ho votato, ma almeno diamogli una possibilità», ha detto l’attore Michael Keaton (in questi giorni nei cinema interpreta un personaggio trumpiano che espulse crudelmente i fratelli McDonald dal loro impero degli hamburger). Niente da fare. Le donne sono già furibonde per il maschilismo di Trump. «Potevano votarmi contro», ha risposto lui.
   
PACCHETTO. La scena più buffa è stata quella di Melania Trump che consegna a Michelle Obama un regalo. Ma l’ex First lady non sa dove metterlo. Si rivolge alle due guardie, che però hanno le mani immobilizzate nel saluto militare. Interviene Barack, sempre gran signore, e fa sparire la scatola azzurra. Cosa c’è dentro? Per ora, mistero. È un pacchetto di Tiffany, la gioielleria accanto alla Trump Tower sulla Quinta avenue di New York.

PACCO. È quello che gli schieramenti avversari temono dal fronte opposto. I democratici sono terrorizzati da quel che combinerà il vecchio Donald (perfino Reagan era più giovane di lui quando divenne presidente). I trumpisti continuano ad accusare i giornalisti di dare notizie false, anche sui numeri del pubblico all’Inaugurazione: neppure l’evidenza delle foto ha sopito la lite sulla minore presenza rispetto al debutto di Obama nel 2008.

Mauro Suttora

Wednesday, December 07, 2016

Melania Trump in privato

di Mauro Suttora

Oggi, 7 dicembre 2016

«Ma allora siamo diventati poveri!» Questa, narra la leggenda, è la frase ironica che avrebbe pronunciato Melania Trump dopo la sua prima visita alla Casa Bianca.
In effetti, le stanze della residenza del presidente Usa non brillano per magnificenza. E certo non possono competere con i tre piani di attico e superattico per un totale di 3.000 metri quadri dove abita attualmente la coppia presidenziale.

Ma com’è nel privato la futura First Lady? Una donna arguta e dotata di senso dell’umorismo, come testimonierebbe la battuta sull’austera modestia della sua nuova dimora washingtoniana, o soltanto la terza “moglie trofeo” di un miliardario zotico, come insinuano gli avversari di Trump?
Lo abbiamo chiesto all’italiana che conosce meglio Melania e Donald: Susi Mion, signora originaria del Veneto, da dieci anni loro amica e vicina di casa nella Trump Tower di New York. Lei al 32esimo piano, loro dal 66esimo in su.

«Ho conosciuto prima Donald, per alcune questioni di condominio», ci dice la signora Mion, scovata a Manhattan dal quotidiano Libero. «Gentilissimo, ha voluto invitarmi a casa loro per presentarmi sua moglie. Così sono salita su, e mi ha accolto una giovane signora che, ho scoperto, oltre alla bellezza, possiede un dolce sorriso, eleganza e fascino».

Le vicine hanno subito legato, e Melania ha invitato Susi nella loro magione di Mar-a-Lago in Florida: «L’unico motivo per cui non ho accettato, è che temo che la mia cagnolina maltesina disturbi durante il viaggio nel loro aereo privato».

Che tipo di moglie è Melania?
«Una donna molto tranquilla, quasi imperturbabile. Le piace stare a casa, non esce molto. Direi che è la classica casalinga: cucina per Donald i piatti tipici del proprio Paese, la Slovenia, si dedica alle faccende domestiche. Uno potrebbe pensare: la bellissima ex modella capricciosa e presenzialista che passa il tempo a rompere le scatole al marito ricco con 24 anni di più. Invece è l’esatto contrario: una moglie devota. Capace di restare silenziosa, ma anche di ascoltare Donald, e soprattutto di dargli un consiglio al momento giusto. E di volare sopra le critiche, a lei e a lui».

Gli unici attacchi che Melania non sopporta sono quelli al figlio Barron. Che durante il discorso della vittoria del padre, alle due del mattino del 9 novembre, si stava quasi addormentando in piedi. Normale, per un bambino di dieci anni (anche se ne dimostra di più, è altissimo). Hanno detto che ha i sintomi dell’autismo, diffondendo video che lo proverebbero. Mamma Trump ha subito diffuso una violenta diffida del suo avvocato. Hanno dovuto scusarsi.
«Come madre Melania è affettuosa e piena di premure. Spesso accompagna il figlio a scuola, e lo va a prendere. Crea attorno a lui e a Donald quel clima di serenità che è fondamentale in ogni famiglia. Lei sarebbe anche un’abile imprenditrice, e lo ha dimostrato. Ma da anni ha deciso di dedicarsi alla famiglia. Anche molto del suo tempo libero lo trascorre a casa: invita amiche, legge, fa ginnastica pilates».

Barron frequenta una delle scuole private più costose d’America: la Columbia Grammar Prep, sulla 93esima Strada dell’Upper West Side, dall’altra parte di Central Park. Costa 45mila dollari l’anno (42mila euro), come l'università di Harvard.

Melania, contrariamente a Michelle Obama che si trasferì subito con le figlie a Washington, resterà a New York fino a giugno, per non far cambiare scuola a Barron durante l’anno scolastico. Con relativi brontolii dei genitori degli altri alunni, in un quartiere che ha votato Hillary Clinton al 90%: «All’ultima riunione di classe gli agenti dei servizi segreti ci hanno bloccato l’ascensore, siamo dovuti salire a piedi!».

«Ma Melania è tutt’altro che arrogante», assicura Susi Mion, «anzi la definirei timida: non urla mai, non eccede. Riesce ad avere un ottimo rapporto anche con Ivanka e gli altri figli di Donald». 
Il che non è facile, poiché la differenza d’età con loro è di pochi anni, e Ivanka non è la più mansueta delle creature.

Insomma, signora Mion, lei ci dipinge Melania come una donna praticamente perfetta.
«Ma se è vero, perché dovrei mentire? Guardi, un anno fa, all’inizio della campagna elettorale, il New York Times mi intervistò con altri vicini di casa. Chiesi l’anonimato, e dissi questa frase: “Se Trump ha scheletri nell’armadio, la Clinton ne ha il doppio”. Ma il giornale mi identificò come una “signora con la maltesina”. Il giorno dopo Donald mi mandò un biglietto di ringraziamenti».

Quindi neanche un punto debole in Melania? 
«Senta, quant’è bella lo vedono tutti. In più è intelligente e simpatica. Posò senza vestiti da modella? Meglio lei nuda che Hillary vestita. Con le altre donne non è competitiva, anzi è solidale e garbata. Parla sei lingue: sloveno, serbo, inglese, italiano, tedesco, francese. Se la si conosce la si ama. Piano piano conquisterà il cuore di tutti. Sarà una splendida First Lady».
Mauro Suttora