Sunday, February 27, 2022

Ho acceso la tv e ho trovato i figli di Putin sulla Rai

Ho visto un incredibile programma di Rai2 in cui un (finora ottimo) corrispondente da Mosca giustificava Putin, accusando il mondo libero di avere umiliato la Russia dopo il crollo del comunismo

di Mauro Suttora

HuffPost, 27 Febbraio 2022

Ieri sera ho visto un incredibile programma di Rai2 in cui un (finora ottimo) corrispondente da Mosca giustificava Vladimir Putin, accusando il mondo libero di avere umiliato la Russia dopo il crollo del comunismo, e perciò di avergli provocato la frustrazione che ora gli ha fatto invadere l'Ucraina.

Pure io a questo punto sono frustrato: davvero dobbiamo pagare il servizio pubblico per ricevere propaganda putiniana? Inconsapevole, probabilmente. Perché se a un giornalista si chiede non cronaca ma analisi, e poiché ogni misfatto ha il suo antefatto, è possibile che egli si sbizzarrisca andando a ritroso di trent'anni per "capire" e "spiegare" l'invasione dell'Ucraina (anzi dell'Ucrania, secondo la senatrice ex grillina Nugnes).

Un po' come certi ineffabili sociologi tv che commentano i crimini dando la colpa alla società o alla opprimente architettura del Corviale, invece che ai criminali. Lo speciale Tg2 ha illustrato la versione di Putin, accusando gli Usa di avere depredato la Russia negli anni '90.

Abbiamo altri ricordi. Se  gli oligarchi (vero nome: mafiosi) russi hanno approfittato delle privatizzazioni, che c'entrano gli Stati Uniti? Sono stati i vari Berezovsky e Abramovich ad arricchirsi, non miliardari o  società americane. I dirigenti di Mosca si sono fatti corrompere da loro concittadini. 

In ogni caso, è arduo trovare un rapporto causa-effetto fra accadimenti di un terzo di secolo fa e l'aggressione dell'Ucraina, se non nelle personali paranoie di Putin. Che si comporta da psicolabile fuori controllo: il botulino gli avrà dato alla testa. Insulta perfino il capo dei suoi servizi segreti in diretta tv, una scena da Fantozzi. Dà dei "tossicodipendenti" e "nazisti" ai dirigenti ucraini liberamente eletti (diversamente da lui, che incarcera o avvelena i suoi avversari). 

Sono tanti i figli di Putin in Italia: oltre al corrispondente Rai di ieri sera si stanno esprimendo al meglio Travaglio, Salvini, Lerner, Meloni, Grillo, populisti, complottisti, nostalgici fascisti e comunisti. Tutti quelli che "sì, però anche gli Usa, l'Europa, la Nato". Immagino che nel settembre 1939, dopo che Hitler e Stalin invasero la Polonia, avrebbero opinato "sì, però anche Francia e Inghilterra". Insomma: se un bandito internazionale invade l'Ucraina, è pure colpa nostra. 

Lo storico inglese A.J.P. Taylor fece risalire le cause della Seconda guerra mondiale alle angherie subìte dalla Germania col trattato di Versailles. Ma il suo libro uscì nel 1961. Se lo avesse pubblicato nel 1940, mentre le famiglie della Londra bombardata si rifugiavano in metrò così come oggi quelle di Kiev, sarebbe finito linciato dai suoi connazionali. Cari analisti, l'unico Master of war dylaniano in azione adesso è il Ras Putin. Non cercate peli nell'uovo.

Mauro Suttora

 

Tuesday, February 15, 2022

Anche noi garantisti ci arrendiamo, il romanzo di Renzi prevale sul diritto

Tanto inutile a livello processuale, quanto succulento come commedia umana, una mail spiega più della disquisizione di un politologo la politica italiana del terzo millennio

di Mauro Suttora

HuffPost, 15 febbraio 2022

Quanto ci metterà ora un pm qualsiasi ad aprire un nuovo fascicolo contro il giglio magico di Renzi? La notizia di reato c'è: babbo Renzi accusa Boschi, Bonifazi e Bianchi di essere una banda Bassotti (e complimenti per la poetica allitterazione). Al magistrato non resta che ordinare una perquisizione nella sua soffitta per trovare le relative prove sulle annate di Topolino.

Confesso che noi garantisti siamo esausti. Mica vorrete subirvi l'ennesimo predicozzo contro i magistrati che infilano fra gli atti di un'incriminazione l'e-mail privata di un padre al figlio, spacciata per indizio a carico (o a discarico, visto che Renzi senior scrive a Matteo di essersi fatto turlupinare dai soci). 

Dobbiamo invece ringraziare la procura di Firenze, perché essa conferma la superiorità della narrativa sulla saggistica. Un romanzo di Balzac o Dostoevskj vale più di dieci libri di storia su Francia o Russia. E una mail renziana senior spiega più della disquisizione di un politologo la politica italiana del terzo millennio. 

Ringraziamo come giornalisti: ci regalate titoli e copie. E siamo lieti come lettori: le vostre perquisizioni, intercettazioni e intromissioni nel privato dei potenti (come la insuperabile "sguattera guatemalteca" detta dal fidanzato di una ministra poi archiviata) risultano tanto inutili a livello processuale, quanto succulente come commedia umana.

Infatti l'altro passaggio saliente della mail senior-junior è il lamento del padre settantenne: "Quando devo pensionarmi lo decide il buon Dio, non tu". Ecco un doppio dramma: quello del padre ancora pimpante che il crudele figlio vorrebbe ridurre a umarell, a faccendiere sfaccendato. E quello del junior diventato presidente del Consiglio, ma danneggiato dalle imprese del padre.

Mai eleggere governanti troppo giovani. Finora erano i figli a danneggiare i politici: Piccioni, Leone, Donat-Cattin, Bossi, Lupi. Ora invece sono i genitori iperattivi a creare imbarazzo. L'anziano Tiziano Renzi, non contento di essere indagato per la bancarotta della sua ditta, nel 2014 si era messo a scorrazzare per tutta l'Italia, da Sanremo a Fasano in Puglia, allo scopo di propagandare progetti di outlet. Ovvio che il figlio, da palazzo Chigi, gli avesse chiesto di calmarsi: l'accusa impalpabile ma onnicomprensiva di "traffico d'influenze" era dietro l'angolo.

E adesso babbo Tiziano glielo rinfaccia: chi è stato il fesso? Io, o te che ti sei fatto incantare dal bel faccino di Maria Elena? 
Tutte questioni con scarsa o nulla rilevanza giudiziaria. Come il milione elargito dal satrapo saudita a Renzi, d'altronde. Al massimo ci sarà qualche fratello del satrapo assai irritato per codesta dilapidazione delle finanze del regno. Invece di inutili consulenze, si comprasse la Fiorentina. Allora sì che Renzi si solleverebbe dal suo attuale deprimente due per cento, e verrebbe rieletto con trionfi superiori a quelli di dieci anni fa.

Mauro Suttora 

Tuesday, February 08, 2022

Caos M5s, Conte decaduto/ “Un danno anche per il Pd, alle Comunali sarà scontro con Di Maio”

L’elezione di Conte alla guida di M5s è illegittima: lo ha detto ieri un’ordinanza del Tribunale di Napoli. Lo scenario 

intervista a Mauro Suttora

www.ilsussidiario.net, 8 febbraio 2022

È un fulmine a ciel sereno. L’elezione di Conte alla guida del Movimento 5 Stelle del 3 (modifica dello statuto) e 5 agosto 2021 (nomina del presidente) è illegittima. Lo ha detto ieri un’ordinanza della settima sezione civile del Tribunale di Napoli, che ha dato ragione a tre attivisti, Liliana Coppola, Renato Delle Donne e Steven Hutchinson, assistiti dall’avvocato Lorenzo Borrè.

I tre avevano impugnato la decisione di estromettere dal voto gli iscritti da meno di 6 mesi, circa 81mila persone, nella votazione che aveva eletto Conte leader dei 5 Stelle. In violazione dello statuto: “l’assemblea dell’Associazione Movimento 5 Stelle che ha deliberato il 3 agosto del 2021 non era correttamente costituita perché risulta che vi hanno partecipato un numero di iscritti inferiore a quello richiesto in prima convocazione. I 60.940 iscritti che vi hanno partecipato erano di numero inferiore alla metà più uno del totale degli iscritti all’associazione (che come visto era 195.387)” si legge nell’ordinanza. 

Insomma, tutto da rifare. E adesso il reggente è di nuovo Vito Crimi. Un duro colpo per la creatura di Grillo, già provata da rivalità interne, espulsioni, consensi in calo. Il punto di Mauro Suttora, giornalista e scrittore, opinionista sull’HuffPost, attento osservatore della caotica galassia a 5 Stelle.

Oltre ai ricorrenti e all’avvocato Borrè, oggi chi ride in M5s?

Nel M5s nessuno ride. Al massimo i dimaiani possono sghignazzare sulla scarsa abilità di Giuseppe Conte nello scrivere statuti inattaccabili, che non possano essere impugnati e dichiarati nulli. Eppure Casaleggio junior, che Conte e Di Maio avevano appena estromesso dal Movimento 5 Stelle, creatura di suo padre, li aveva avvertiti: quelle votazioni erano irregolari. Anche l’avvocato Borrè ha subito fatto ricorso. Ma Conte aveva sprezzantemente risposto: “Fatelo pure”. 

Si legge sui siti che alla guida di M5s, per effetto dell’ordinanza, tornano Crimi e Grillo. Perché?

Perché tutto torna a luglio 2021. Erano Crimi e Grillo il reggente e il garante dei grillini con la versione precedente dello statuto. E dovranno indire il voto per eleggere un nuovo direttorio, come previsto dal vecchio statuto. Soltanto in seguito, con un’ulteriore votazione, i capi del M5s potranno essere ridotti da cinque a uno, tornando a Conte.

La decisone del Tribunale chi avvantaggia politicamente? Di Maio? Altri con lui?

È un colpo a Conte. Quindi Di Maio e i suoi – Spadafora, Castelli, Di Stefano, Fraccaro – godono.

Però le lancette dell’orologio politico non tornano mai indietro. Si può mettere da parte la leadership contiana come se non ci fosse mai stata?

No. È quasi sicuro che Conte verrà riconfermato capo unico. Però in quest’anno fuori dal potere la sua popolarità si è già dimezzata, nei sondaggi, dal 60 al 30%. Non c’è stato bisogno di Di Maio per logorarlo.

Chi darà la linea politica e con quali iniziative?

Conte continuerà a essere il capo de facto, anche se formalmente verrà riesumato il reggente Vito Crimi.

Cosa puoi dirci dei ricorrenti?

Conosco l’avvocato Borrè dal 2015, cioè da quando fu espulso dal Movimento. Da allora ha giurato di vendicarsi, e ha fatto causa per conto di tutti i dissidenti espulsi che si sono rivolti a lui. È figlio di un romano e di una tedesca, quindi unisce il brio del legale italiano alla metodicità di quello teutonico. È la bestia nera di Grillo.

In tanti hanno scommesso su Conte. Poteri dello Stato, parlamentari, giornali. Cosa faranno i contiani?

I più danneggiati sono i dirigenti piddini, alcuni dei quali – Zingaretti, Bettini – si erano avventatamente spinti a considerare Conte come il prossimo candidato premier del centrosinistra. Invece si tratta di un trasformista che è stato capace di passare da un giorno all’altro dalla Lega al Pd, pur di conservare la poltrona da premier.

Anche Letta ha basato molti calcoli sull’interlocuzione con Conte. Cosa succederà nel centrosinistra?

Il Pd di Letta non si schioda dal 20%. I grillini scivolano verso il 10%. L’estrema sinistra resta al 2-3%. Ci vorrà tutto il centro per eguagliare il centrodestra.

Adesso che cosa accadrà in M5s? Faide interne, repulisti, espulsioni? O una convivenza forzata?

Ne vedremo di tutti i colori. Ormai contiani e dimaiani si odiano. Prossima puntata della faida, le candidature alle amministrative di primavera a Genova, Palermo e in un’altra ventina di capoluoghi di provincia. Un test importante.

I contiani hanno delle contromosse, magari in tribunale?

Dovranno semplicemente ottemperare alle regole sulle votazioni online che conoscevano ma hanno violato lo scorso agosto. Tutte le associazioni devono rispettare i propri statuti, ancora di più se si tratta di partiti che determinano la politica nazionale.

E Grillo? Cosa farà?

Grillo, poverino, ha ben altre gatte da pelare. Il processo per stupro di suo figlio, le accuse di aver preso soldi da Moby Lines. Ha già disdetto la puntata a Roma prevista questa settimana per sedare la faida Conte-Di Maio. Ma, quanto a finanziamenti, non sottovaluterei neanche i 150mila euro dell’Acqua Marcia di Caltagirone incassati da Conte.

Federico Ferraù

Monday, February 07, 2022

Il tribunale ha deciso che i grillini non esistono



Il paradosso di uno statuto scritto e riscritto dall'avvocato del popolo e bloccato da un giudice

di  Mauro Suttora

HuffPost, 7 febbraio 2022

I grillini si confermano inesauribile fonte di buonumore. Il tribunale di Napoli oggi ha addirittura deciso che non esistono. Ne era già convinto Vittorio Sgarbi, per la verità, ma limitatamente a Giuseppe Conte: "È un ologramma", ripete beffardo da tre anni in tv. 

Ma adesso il certificato di non esistenza in vita si estende all'intero Movimento 5 stelle. Irregolarità statutarie rendono nulli i voti online che la scorsa estate promossero Conte re dei grillini. 

"Siamo all'anno zero, il M5s è decapitato", esulta Lorenzo Borrè, l'avvocato che da anni, metodicamente, sta distruggendo la creatura di Beppe Grillo. Causa dopo causa, ha annullato ogni espulsione decretata con metodo stalinista dai capi del movimento. Fra questi a lungo anche Di Maio, che ora se ne dice pentito. Finché era Casaleggio senior a gestire i grillini come proprietà privata, poco male: cosa aspettarsi da uno che si ispirava a Gengis Khan?

Ma che adesso anche l'ennesima versione dello statuto più truffaldino nella storia dei partiti italiani venga giudicata illegittima, è sorprendente: Conte, fine giurista, aveva impiegato mesi ad apparecchiarla. 
E invece, zac. Come nel gioco dell'oca, tutti tornano al punto di partenza. Un tuffo nel passato: ai grillini toccherà riesumare Vito Crimi, loro penultimo capo, la testa più lucida della politica italiana? E come faranno a incassare il 2 per mille del finanziamento ai partiti, visto che non esistono più? 

I giudici napoletani concedono qualche mese di tempo al M5s per rifare tutto, statuto, elezioni, per riagguantare una democrazia interna sempre proclamata e mai attuata. Ma in autunno scatterà la ghigliottina. La quale, peraltro, è in funzione da dieci anni contro ogni dissidente: risale al 2012 la decapitazione a Bologna di Giovanni Favia, primo consigliere regionale grillino, e di Federica Salsi, accusata da Grillo di avere un "punto G" troppo pronunciato solo perché osò farsi intervistare in tv.

Da allora le purghe contro i dissidenti hanno provocato dissenterie continue, centinaia di militanti espulsi. Solo che nelle vere rivoluzioni le vittime si chiamano Marat, Danton, Robespierre. Invece nelle spensierate crociate dei bambini, come quella inventata da Grillo, gli eliminati fanno di nome Pizzarotti, Di Battista, Casaleggio junior. E ora in rampa di lancio c'è perfino Di Maio. Ogni volta, contro di loro, viene usato un garbuglio, un cavillo. Ed è quindi una vendetta del destino che proprio da sentenze azzeccagarbugli arrivi la fine per quel che rimane dei grillini. I quali sbeffeggiavano le burocrazie di partito adottando surreali "non-statuti". Poi, al contatto con la realtà, i loro statuti si sono liquefatti. Rimangono solo i soldi di Moby Lines, Philip Morris, Acqua Marcia. 

Non che gli altri partiti possano festeggiare troppo. Neanche loro sono sicuri di esistere. Dopo il voto per il Quirinale i dubbi sono aumentati. E non hanno neppure un Grillo che cerchi di risolvere tutto con una battuta: "Siamo in crisi di crescita, stiamo diventando adulti". Per carità non fatelo, cari pentastellati. Eravate meglio da giovani, almeno ci allietavate col vostro cabaret.

Mauro Suttora

Friday, February 04, 2022

È razzismo o no? Chi è la vera Lorena Cesarini?

Sei giorni prima della sua partecipazione commossa al Festival aveva dichiarato l'esatto contrario al settimanale Oggi: "Una montatura.. Non sono mai stata vittima di razzismo"

di Mauro Suttora

HuffPost, 4 febbraio 2022 

Sorpresa: Lorena Cesarini, la presentatrice che ha movimentato la seconda serata di Sanremo lamentandosi in diretta per alcuni messaggi razzisti ricevuti, aveva dichiarato l'esatto contrario al settimanale Oggi pubblicato il 27 gennaio: "Parlare di odio razziale per un paio di post mi sembra una montatura. (...) Non sono mai stata vittima di razzismo". 

Cos'è successo nei sei giorni fra la sua intervista e il comizio tv antirazzista? Gli autori dei testi di Sanremo le hanno messo in bocca parole che non le appartengono? Oltretutto l'attrice 34enne, nata a Dakar da un italiano e una senegalese ma cresciuta a Roma dall'età di tre mesi, dopo la sua esternazione davanti a undici milioni di telespettatori è stata presa di mira dal tritacarne social, questa volta per alcuni suoi accenti ritenuti troppo vittimisti. 

Perché Cesarini è stata obbligata a recitare una parte? Forse in nome di un piagnonismo di sistema, quasi ufficiale, per guadagnare audience?

Eppure all'inizio del suo intervento era stata sincera: "In 34 anni non mi sono mai accorta del colore della mia pelle". Peccato che poi il copione sia stato ribaltato, e Lorena abbia mostrato i post di insulti ricevuti dopo l'annuncio, un mese fa, della sua conduzione al festival. Deliranti, ma non più di quelli che a migliaia infestano ogni giorno i social, e soprattutto le pagine di personaggi famosi. A cominciare da Ornella Muti, che ha presentato Sanremo la sera precedente. Cesarini lo sa, perciò non aveva bisogno di una denuncia creata a tavolino dalla Rai.

Mauro Suttora

Thursday, February 03, 2022

Caos M5s/ “Il caso Belloni è più grave della zuffa tra Conte e Di Maio”

intervista a Mauro Suttora

www.ilsussidiario.net, 3 febbraio 2022

Il Movimento 5 Stelle è finora la vittima più illustre del Mattarella bis. Secondo Di Maio è stato Conte ad affossare Elisabetta Belloni, capo del Dis, candidandola senza un accordo condiviso, mentre Conte si difende e accusa Di Maio di “condotte gravi”. 

Lo scontro tra i due sembra frantumare il Movimento, ma questo non avverrà, secondo Mauro Suttora, giornalista, già a Oggi e L’Europeo, inviato, opinionista sull’HuffPost e scrittore. “Non ci sarà alcun vincitore, perché sono due democristiani che alla fine si metteranno d’accordo”. 

La notizia vera è un’altra, fa notare Suttora. “Non si è mai visto un capo dei servizi segreti che pubblica una sua foto a pranzo con un ministro, Di Maio, e proprio mentre questi è in lotta col suo capo partito, Conte. Rischiano entrambi la poltrona”.

È scontro Di Maio-Conte. Qual è la posta in gioco e chi sarà il vincitore?

La posta in gioco è la guida dei grillini, o di quel che ne rimane. L’ultimo sondaggio li dà al 14%, meno della metà rispetto al 2018. Ma non ci sarà alcun vincitore, perché si tratta di due democristiani. Quindi alla fine si metteranno d’accordo, anche perché se Di Maio prevale fra i parlamentari, Conte è più forte fra gli iscritti.

Intanto Di Maio va all’attacco di Conte per come ha gestito il caso Belloni. Dunque non c’è solo questo.

Conte è una creatura di Di Maio, gli deve tutto. È stato lui a candidarlo ministro, e poi a issarlo a Palazzo Chigi come premier. Quindi Di Maio lo considera un ingrato. E non sopporta la sua popolarità.

A proposito della Belloni. Conte l’ha difesa, ma solo fino a venerdì notte: sabato mattina ha bigiato il vertice di maggioranza, e più tardi ha detto sì a Mattarella. Cos’è successo?

Lo stesso che è successo a Salvini: ha cambiato idea appena Mattarella ha detto sì, e ha dato buca alla Meloni che lo aspettava al piano di sopra nel palazzo degli uffici parlamentari. Ubi maior, minor cessat: di fronte a Mattarella, qualunque altra candidatura è sparita.

È dal 4 gennaio che i 5 Stelle erano schierati per il bis di Mattarella. E Zampetti, segretario generale del Quirinale, è in ottimi rapporti con Di Maio.

Il bis di Mattarella aveva bisogno di qualche giorno di sofferenza prima di concretizzarsi, altrimenti non sarebbe stato giustificato come ultima spiaggia. Zampetti apprezza Di Maio perché è un giovane democristiano, tecnicamente perfetto.

Conte si fida di Letta, ma di Battista dice che è meglio non farlo. Chi ha ragione?

Dibba non vuole che i grillini stiano in posizione ancillare rispetto al Pd. Ma se non si torna al proporzionale, è difficile che il M5s da solo possa continuare a fare da terzo polo.

Letta finora ha parlato con Conte. Ma con il M5s nel caos, addio “campo largo”. Come la mettiamo?

Se si sommano Leu, Pd, M5s e verdi, nei sondaggi si sfiora il 40%: questo è il famoso “campo largo” del centrosinistra. Oppure si passa al proporzionale: ognuno per sé, e liberi di allearsi con chiunque dopo il voto.

Belloni è una serissima professionista. Nondimeno sostiene Di Maio, con il quale scambia attestati di stima e si fa fotografare a pranzo con lui. Tu lo avresti fatto?

Belloni e Di Maio hanno commesso un gravissimo errore. Non si è mai visto un capo dei servizi segreti, tranne Beria o Himmler, che pubblica una sua foto a pranzo con un ministro, Di Maio, e proprio mentre questi è in lotta col suo capo partito, Conte, e addirittura gli dà i voti, giudicandolo “leale”. Rischiano entrambi la poltrona.

Non era la candidata di Conte?

Sembra sia stata proposta da lui dopo il disastro Casellati, e avrebbe potuto essere eletta da pezzi del centrodestra, con il sì di Salvini, più i grillini. Ma di fronte a una prospettiva simile Draghi ha convinto Mattarella ad accettare il bis.

Di Maio sente e incontra Raggi, Appendino e molti altri. Davvero pensi che non tiri aria di scissione?

Raggi e Appendino contano poco, sia fra i parlamentari che fra gli iscritti grillini. La più popolare resta Paola Taverna, che sta con Conte. Dopo di lei, solo Fico. Ma per ora Di Maio e Conte troveranno un accomodamento. Anche perché non ci sono differenze di contenuto, fra loro. Sembrano quei bimbi di 5 anni che litigano solo perché tutti vogliono fare il capo. Personalismi. O vanità, come dice Grillo.

Si legge che Di Maio è corteggiato dai centristi. Non se ne fa niente?

Nel centro ci sono Calenda e Renzi, che detestano da sempre il populismo grillino. Hanno rotto col Pd proprio per questo, e ora dovrebbero allearsi con i cascami M5s?

Non è chiaro quali potrebbero essere le possibili ripercussioni della crisi M5s rispetto a Draghi e al governo. Secondo te?

Nessuna ripercussione. Draghi va avanti ancora per un anno. Al massimo si sfila la Lega, per recuperare un po’ di voti dai Fratelli d’Italia.

È a rischio anche un’alleanza più organica con il Pd? Letta potrebbe essere chiamato a fare una scelta?

Letta, col suo partito bloccato al 20%, non può fare troppe scelte. Deve stare con i grillini, chiunque li guidi.

Le fibrillazioni del M5s potrebbero accelerare le elezioni?

Si potrebbe andare al voto anticipato in autunno, dopo che i parlamentari avranno incassato la pensione.

Riuscirà Grillo col suo appello ecumenico a pacificare Di Maio e Conte?

Grillo è un comico, quindi non va preso mai troppo sul serio. Però il titolo del suo appello è illuminante: “Cupio dissolvi”, un desiderio masochistico di autodistruzione che sembra pervadere i due galletti del pollaio. Si sente un po’ Gandhi, però siccome è anche un po’ analfabeta scrive Ghandi. Vorrebbe far fare pace a Conte e Di Maio, ma dimentica che non più tardi della scorsa estate fu Di Maio a metter pace tra lui e Conte, che se n’erano dette di tutti i colori. Cosicché a noi non resta che seguire, abbastanza annoiati, questo cabaret che chiamano politica.

Federico Ferraù 

Tuesday, February 01, 2022

Fratelli contro spinelli. Per loro Muti deve restare muta

L'unica libertà gradita dai nostalgici di Salò è quella di non vaccinarsi

di Mauro Suttora

HuffPost, 1 Febbraio 2022

Fratelli contro spinelli. Per recuperare un po' di buonumore dopo la noiosa settimana di voti a vuoto quirinalizi, ecco la prima polemica della seconda era Mattarella. 

Ornella Muti, sempre splendida a 66 anni, si mostra su Facebook indossando un ciondolo a forma di foglia di marijuana. Accanto a lei l'altrettanto incantevole figlia Naike con un altro ninnolo e ben tre foglie. Totale, quattro foglie. Al di sotto della soglia massima consentita per uso personale, se ci fosse un limite per le foto sui social. E comunque, per parafrasare lo spot Chlorodont di Virna Lisi, Ornella "con quel sorriso può dire di tutto".

Ma i Fratelli d'Italia si sono desti, e due loro parlamentari hanno protestato per lo spinello virtuale della Muti: "Non può fare propaganda per la cannabis!"

Poi è riapparso l'ex senatore Giovanardi, e naturalmente ha ripetuto: "Non si può promuovere la cultura della morte!".

Il problema è che fra poche ore la Muti presenterà con Amadeus la prima serata del Festival di Sanremo. Il quale avrà cinque o sei volte più telespettatori del Parlamento che votava il presidente. Quindi ogni parola lì pronunciata pesa tantissimo. Soprattutto perché, se la Corte costituzionale non lo bloccherà, fra quattro mesi si voterà per il referendum che vuole legalizzare l'erba.

L'accorta Ornella ha precisato: "Sono favorevole alla cannabis terapeutica". Poi ha aggiunto un carico da novanta familiarpopolare perfetto per Sanremo: "È appena morta mia madre, avrei tanto voluto curarla con la cannabis come antidolorifico, invece l'hanno imbottita di psicofarmaci e non mi riconosceva più".

Niente da fare. A giugno vedremo quanti italiani sono favorevoli alla legalizzazione delle droghe leggere. La maggioranza, dicono i sondaggi. Ma i Fratelli, perfidissimi, ricordano che la sorella di Ornella tre mesi fa è stata arrestata per spaccio. Perciò la attenzionavano da tempo. Anche perché lei ha addirittura fondato un'associazione per la cannabis terapeutica. E ora non arretra: "Il vino è legale, perché non l'erba?"

Mezzo secolo dopo il clamoroso errore giudiziario dell'arresto di Lelio Luttazzi e quello di Walter Chiari, proprio ora, nei mesi in cui il proibizionismo sta crollando in tutto il mondo, ecco un dilemma decisivo. E Ornella trasformata in testimonial di sesso, droga e rock and roll (dopo che i Maneskin hanno rockizzato Sanremo).

I Fratelli ex fascisti si adontano se qualcuno ricorda le loro radici, e la fiamma Msi che arde ancora nel loro simbolo. Ma poi sono loro a scivolare, ogni volta che si parla di libertà. L'unica che gradiscono è quella di non vaccinarsi. La Muti deve restare muta. Eppure, con quel cognome lì, per i nostalgici di Salò potrebbe dire di tutto.

Mauro Suttora