Thursday, March 14, 2013

Mistero: chi scala Grillo?


di Mauro Suttora

Oggi, 6 marzo 2013

Dopo le elezioni il sito internet www.beppegrillo.it, cuore del Movimento 5 Stelle, è diventato lentissimo, spesso inaccessibile. Questo è grave per una formazione politica che funziona online, priva di sedi e funzionari. Era successo anche dopo il successo alle amministrative lo scorso maggio.
    
l Si sta verificando un boom di iscrizioni al movimento. Chiunque può registrarsi gratis, e senza controlli. Basta inviare i propri dati, e una scansione della carta d’identità. Di questa estrema apertura, però, pare che in questi ultimi tempi stiano approfittando alcuni gruppi organizzati, con registrazioni a valanga. In particolare, a Milano si mormora di “scalate” da parte di ex Udc, il partito di Pier Ferdinando Casini ormai in disarmo.

l L’invasione silenziosa avverrebbe con intelligenza, distribuendo le registrazioni su varie giornate per non destare sospetti.
Come sempre, lo staff di Grillo è inaccessibile e non risponde alle richieste di informazione. Il server del M5S è gestito dalla società di Gianroberto Casaleggio, con uffici nel centro di Milano fra la Scala e via Montenapoleone.

l Lo scorso dicembre il M5S ha gestito le primarie online, con decine di migliaia di registrati che hanno partecipato da tutta Italia. Ma se adesso c’è un’invasione di partiti avversari, Grillo non potrà usare più questo metodo innovativo. Da sempre nei partiti tradizionali si sono combattute “guerre di tessere” fra le correnti per prevalere nei congressi. 

l L’“entrismo” era una tattica usata dai partiti comunisti. Forse Grillo dovra imitare il Rotary: i nuovi soci presentati solo da vecchi soci fidati, per evitare sgraditi intrusi.

Lo tsunami dell'Italia vera


Chi sono e cosa vogliono i parlamentari del movimento 5 stelle


Reddito medio di 20 mila euro, tanti giovani, pochi professionisti e nessun commerciante. Ecco i grillini che promettono di dar voce al paese reale

Oggi, 6 marzo 2012

di Mauro Suttora

Duecentoquarantamila euro. Tutti si chiedono i motivi del successo di Beppe Grillo. La risposta è semplice, e sta in questa cifra. Sono i soldi del «Fondo per il microcredito» in cui i 15  deputati regionali siciliani 5 stelle eletti lo scorso ottobre versano il 70 per cento delle proprie indennità. Loro trattengono solo 2.500 euro netti al mese (ne ricevono 10 mila). Il fondo cresce di 100 mila euro al mese. I deputati non entrano nella gestione, per evitare sospetti di favoritismo. Secondo la Cna (Confederazione nazionale artigiani), il fondo sosterrà 500 nuove iniziative economiche ogni anno.

«Pratica ciò che predichi»: l’insegnamento del catechismo è seguito alla lettera dal Movimento 5 Stelle (M5S). Che, contemporaneamente, taglia i costi della politica e finanzia la crescita. Anche i 163 parlamentari incasseranno soltanto 2.500 euro mensili. E rifiutano i 42 milioni di finanziamento pubblico, che invece gli altri partiti divorano per un totale di 159 milioni.
Non sarà un grande sacrificio, per gli eletti grillini. I quali guadagnano in media 20 mila euro lordi l’anno: «Quel che i politici degli altri partiti incassano in un solo mese». Loro invece sono gli unici rappresentativi del reddito medio italiano: 1.500 netti al mese. Ci sono una ventina di medici, ingegneri e avvocati ad alzare la media. Nessun commerciante. E poi una marea di studenti, casalinghe, precari, disoccupati, sottoccupati. Insomma, l’Italia: quella vera.
I neoparlamentari si sono conosciuti lunedì 4 marzo, a Roma. Pochi si erano mai incontrati fra loro. E stanno emergendo alcune personalità interessanti.

la valanga siciliana
I siciliani, per esempio. Hanno ottenuto una delle percentuali più alte d’Italia (33 per cento, di gran lunga il primo partito), ed è stata eletta Azzurra Cancelleri, 28 anni, laureanda in Scienze statistiche e sorella di Giancarlo, capogruppo in Regione. Una parentela che ha suscitato qualche perplessità, ma Giancarlo ha subito precisato: «Mia sorella era nel movimento prima di me». Ed è passata alle primarie.
Un’altra eletta non di primo pelo è Federica Daga, 37 anni: consulente informatica a Torino, nel 2010 si licenzia per darsi alla politica a tempo pieno.  Si trasferisce a Roma e lavora nel comitato per il referendum sull’acqua pubblica, vinto nel 2011. Se c’è una deputata con l’esperienza del funzionario politico (figura aborrita dai grillini), questa è Federica.
Politico a tempo pieno è anche Marco Scibona: 45 anni, maturità scientifica, è lui il «No Tav» professionista preso di mira da Silvio Berlusconi per dimostrare che il M5S pencola non solo a sinistra, ma addirittura verso l’area dei centri sociali. Scibona lavora da tre anni al gruppo M5S del Piemonte, coordinando gli oppositori del Treno ad alta velocità in Val Susa.
A Napoli regna Roberto Fico («di nome e di fatto», scherzano le grilline), laureato in Scienze delle comunicazioni. Candidato non eletto alle Comunali e alle Regionali in Campania negli anni scorsi, finalmente ce l’ha fatta. E ha avuto anche il buon gusto di non far candidare la fidanzata fotografa Yvonne.

La carica dei parenti
È invece inciampata in “parentopoli” Ivana Simeoni, infermiera caposala di Latina che a 62 anni è la decana dei senatori M5S. Assieme a lei, infatti, entra in Parlamento il figlio 39enne Cristian Iannuzzi, tecnico elettronico. Ma non è colpa loro: in molte zone d’Italia i candidati erano pochi perché poteva presentarsi solo chi aveva già corso per le Comunali. E per riempire le liste si è dovuti ricorrere a parenti e amici. È successo anche in Lombardia, dove due senatrici sono mogli di consiglieri comunali.
Sempre in Lazio, dalla più anziana alla più giovane: Marta Grande, 25 anni, ormai famosa perché per età batte tutti alla Camera. Laurea in Alabama, ora ne sta prendendo una anche in Italia. Novizia del M5S: attivista solo da pochi mesi per le comunali nella sua città, Civitavecchia (Roma), in precedenza di era data da fare con Greenpeace.
È una veterana invece Carla Ruocco, napoletana laureata in Economia, funzionaria all’Agenzia delle entrate a Roma: sarà lei la fiscalista del movimento, assieme alla torinese Laura Castelli. Un compito difficile, viste certe uscite di Grillo: «Chiudere Equitalia!».
Da altre regioni, invece, calano a Roma illustri sconosciuti. Come Donatella Agostinelli, avvocatessa di Apiro (Macerata), single, 110 e lode in Legge, con una tesi in criminologia dal titolo Il plagio sulla comunicazione e manipolazione delle coscienze nella società moderna: argomento caro a Gianroberto Casaleggio, il “guru” di Grillo.

Migliorare la società? no, cambiarla
Carlo Martelli di Novara è un genio. Laureato in Matematica (pure lui 110 e lode), dottore di ricerca, master in Australia, studi alla Normale di Pisa, docente universitario a Milano Bicocca. «Attenzione», avverte, «il nostro obiettivo non è “far funzionare la società che c’è”: questo lo fanno i conservatori. E neppure migliorarla: quello lo fanno i progressisti. Noi la società vogliamo cambiarla. Costruirne una in cui il 99 per cento dei cittadini non sia schiavo del profitto dell’1 per cento rimanente».
Una curiosità, infine: Giulia Grillo, medico di San Gregorio (Catania), omonima ma non parente del leader.
 Mauro Suttora


Friday, March 01, 2013

GRILLINI & POLITICA/ Abbiamo fatto il botto: e adesso che facciamo?

Governare o restarne fuori? E il dilemma che attraversa il Movimento 5 stelle dopo la vittoria elettorale. Per MAURO SUTTORA la storia insegna che c'è una via possibile 

intervista a Mauro Suttora di Paolo Vites


www.ilsussidiario.net, 1 marzo 2013


Giornate febbrili, queste che succedono immediatamente al voto che ha cambiato l’Italia. Ci si chiede se il nostro Paese con il successo dei grillini è diventato ingovernabile, mentre Grillo lancia – come sua abitudine peraltro – messaggi controversi, prima dicendo che non voterà la fiducia a nessun governo, poi chiedendo che Pd e Pdl votino la fiducia a un governo Cinque stelle. 

In questo quadro, la base del movimento sembra spaccarsi tra chi chiede di aprire un dibattito con le forze politiche parlamentari e chi dice invece di starne fuori.

 

Per Mauro Suttora, redattore di Oggi ed editorialista  del New York Observer, contattato da ilsussidiario.net, grande conoscitore dell’universo grillino, “si sta aprendo una fase di dibattito che può portare a una spaccatura, proprio come successo ad altri movimenti rivoluzionari quando entrarono nello scenario parlamentare”.

Per Suttora, inoltre, non è vero che un governo di minoranza non possa formarsi e lavorare: “E’ già successo in Italia negli anni settanta, quando un governo di minoranza democristiano governò grazie alla formula della cosiddetta non sfiducia”.


Suttora, che faranno i grillini? Ci sono messaggi contraddittori che arrivano dalla base ma anche dallo stesso Grillo: fare alleanze di governo o starne del tutto fuori.


Il Movimento cinque stelle sta vivendo lo stesso dilemma che hanno sempre avuto i movimenti rivoluzionari quando sono entrati nelle istituzioni. Un secolo fa accadde ai socialisti quando il liberale Giolitti li invitò a entrare nel governo e ci fu una scissione fra riformatori e rivoluzionari. Successe di nuovo nel 1963 quando il Partito socialista entrò a far parte del primo governo di centrosinistra  e ci fu una spaccatura tra quelli che entrarono con Nenni e quelli che rimasero fuori dando vita al Psiup, il Partito socialista di unità proletaria.


Dunque una spaccatura è prevedibile anche questa volta?


E’ un dilemma, un vero dilemma fra l’entrare e sporcarsi le mani e però rischiare di essere omologati e quindi anche fregati un po’ come è successo alla Lega che per vent’anni è stata in qualche modo ingaggiata e usata da Berlusconi ma non ha ottenuto niente di concreto.


E l’alternativa invece quale sarebbe?


L’altra alternativa è rimanere fuori, puliti e immacolati ma di non contare nulla e di non portare a casa alcun risultato. Ripeto: è un dilemma.


Si assiste infatti a un dibattito in Rete con gente che raccoglie firme per una parte e per l’altra.


Sì, ma non darei grande credito a queste iniziative, la Rete per sua stessa definizione, virtuale, non dà affidamento.


Ma la Rete è tutta la forza e la consistenza del Movimento cinque stelle.


In realtà come possono vedere tutti sulla Rete non esiste alcun dibattito. Sul sito di Grillo non esiste dibattito: lui posta ogni giorno qualcosa, la gente lascia centinaia di commenti, ma lui non risponde mai a nessuno.  Cè un altro aspetto invece ben più interessante.


Quale?


Seguo personalmente alcuni forum di grillini, e lì sì che si può assistere a un grosso dibattito della base. Un dibattito che non vuol dire polemiche o scontri,  ma si esaminano i pro e contro della situazione. Alcuni dicono che dopo il grande risultato elettorale lo scenario è cambiato, prima ci si poteva adagiare in una facile posizione di protesta e opposizione, ma adesso il 25% ottenuto alle elezioni cambia le carte perché Grillo risulta determinante e quindi diventa tutto più difficile. 


Secondo lei Grillo ha in mente dei nomi di possibili ministri per il governo a cui ambisce?


No, assolutamente. Grillo vive alla giornata come sempre. E’ geniale, alcune volte la imbrocca altre no. Adesso vediamo come si strutturano i gruppi parlamentari, teniamo presente che per la prima volta al mondo c’è un partito che debutta al 25% senza che neppure i candidati si conoscano fra di loro.


Il comportamento di Bersani come lo giudica, fino ad adesso?


Bersani sta facendo benissimo a fare quello che fa, sentirsi cioè quello investito della responsabilità anche se con uno vantaggio minimo. Però quantomeno come primo incarico da Napolitano lui deve tentare di fare un governo. Ha fatto benissimo a rivolgersi prima a Grillo piuttosto che rispondere alla proposta di governissimo che ha fatto qualcuno del Pdl. Da un punto di vista dei contenuti poi sicuramente il Pd è più vicino ai grillini che a Berlusconi. 


Ma secondo lei si può immaginare un governo che viva alla giornata, con i parlamentari che votano le singole leggi di volta in volta?


Sì, se lo vogliono entrambi Grillo e Bersani è possibilissimo.  Dal 1976 al 1979 per tre anni l’Italia è stata governata da un governo di minoranza democristiana che però con la formula della non sfiducia stava in piedi. Era una di quelle formule intelligentissime anche se fuori di ogni logica politica inventate da Aldo Moro.  Una formula per cui tutti e due i partiti che naturalmente non potevano giustificare davanti ai propri elettori una alleanza di governo, governarono insieme. Tutte le riforme importanti che vennero fatte in quegli anni furono fatte da Pci e da Dc insieme.


Lei ha frequentato profondamente i grillini, partecipando ai loro incontri. Come pensa stiano vivendo questi momenti dal loro punto di vista straordinari?


Partecipare ai loro incontri è interessantissimo dal punto di vista politico ma anche antropologico perché veramente vedi gente che non si era mai interessata di politica in vita sua e adesso lo fa. Le racconto questo episodio che è indicativo. La sera degli scrutini quando si delineava la vittoria, ho chiamato una mia amica conosciuta al tempo del primo Vaffa Day. Una semplice impiegata che adesso si ritrova senatrice. Il suo commento è stato: abbiamo fatto il botto!: E il secondo: E adesso che facciamo? 

Chi sono gli eletti 5 stelle


di Mauro Suttora

Oggi, 26 febbraio 2013

COMPONE SONETTI
Paola Taverna, 43 anni, Roma

«Me rappresento solo, de te nun c’ho bisogno
anzi me fai un po’ schifo
e me riprenno er sogno
ritrovo orgoglio, stima e pure convinzione
che sto cesso che me consegni
lo ritrasformo in nazione».

La senatrice Paola Taverna è la poetessa del movimento. I suoi sonetti in romanesco sono assai apprezzati dagli attivisti. Lei vive a Torre Maura col figlio di dieci anni («è la mia vita»), ed è orgogliosa delle proprie radici popolari. Si sveglia alle 5 per andare nel laboratorio medico dov’è impiegata.
Attiva dal 2007, non credeva ai propri occhi quattro mesi fa, quando le è arrivata l’e-mail di Grillo con l’invito a candidarsi: «I 5 Stelle sono l’unica e ultima possibilità per cambiare il Paese. Non voglio andare a fare giochi di palazzo, sarò solo la portavoce di semplici cittadini come me. So quanto è difficile e ingiusta la vita che ci costringono a fare».

PRIORITA' CARCERI
Giulia Sarti, 26 anni, Rimini

Alle primarie ha preso 362 voti: la più votata di tutta l’Emilia-Romagna, che tanti grattacapi ha dato a Grillo, con l’espulsione del consigliere regionale Giovanni Favia (passato a Ingroia ma trombato al voto) e della bolognese Federica Salsi, «rea» di essere andata a Ballarò. Giulia si è laureata tre mesi fa in Legge con tesi sui referendum. D’estate lavora come animatrice in spiaggia, ma la sua passione è il giornalismo: «A 12 anni intervistai la moglie del presidente Ciampi per il giornalino della scuola».

Per lei «il M5S non è solo un progetto politico, è anche un modo di vivere. In questi anni ho imparato cosa significa condurre una vita più sostenibile, fare la raccolta differenziata, rispettare l’ambiente e cambiare le proprie abitudini, dalla spesa all’alimentazione. Piccoli gesti che innescano grandi cambiamenti. Alla Camera vorrei occuparmi di Giustizia e delle carceri che scoppiano».

IL SUDAMERICANO
Alessandro Di Battista, 34 anni, Roma

Laureato in Lettere e filosofia al Dams, master in Tutela internazionale dei diritti umani, anni di cooperazione in Congo, Patagonia, Cile, Bolivia, Amazzonia. «In Colombia studio i fenomeni criminali: narcos, paramilitarismo, sicariato. Dal 2011 collaboro come giornalista al blog di Grillo. Pubblico un reportage sui disastri di Enel-Guatemala, su cui viene aperta un’inchiesta parlamentare.

L’anno scorso la Casaleggio Associati mi commissiona il libro Sicari a cinque euro. Parto per Ecuador, Panama, Guatemala, Colombia e mi concentro sulle possibili soluzioni: legalizzare la droga, riforma agraria, socializzare l’economia, decrescita felice».
Il fascino del terzomondista colpisce il cuore delle grilline romane, ma Alessandro vuole anche cose più terra terra: «Enogastronomia e turismo responsabile. L’Italia deve tornare a essere il Paese più visitato al mondo».

LA PIU' VOTATA D'ITALIA
Paola Carinelli, 32 anni, Milano

Alle primarie on line ha avuto 600 voti: il triplo della seconda classificata, la più votata d’Italia nel Movimento 5 Stelle. Figlia di un industriale chimico, single, gran pallavolista, è impiegata in una ditta di spedizioni internazionali. Ma negli ultimi anni è stata soprattutto il perno organizzativo del movimento nella città più importante d’Italia. Che ha eletto il suo primo consigliere grillino due anni fa. Non disdegna i compiti più umili: fino a pochi giorni fa smistava manifesti e volantini.

Laureata in Mediazione linguistica, Paola ha un gran spirito di gruppo: «Nel M5S ci sono stati momenti difficili, ma sono serviti per crescere. Le difficoltà le abbiamo affrontate e superate assieme al gruppo». Priorità: «Togliere i soldi alla politica: abolire i rimborsi elettorali, ridurre al minimo tutte le spese. E, soprattutto, partecipazione diretta dei cittadini».

PORTABORSE DI LOTTA
Laura Castelli, 26 anni, Torino

La sua candidatura aveva provocato qualche malumore: «La portaborse fa carriera, come negli altri partiti». Ma lei, dopo la laurea breve in Economia aziendale, il curriculum ce l’ha: progetto Sbankiamoli per le banche etiche, studi sulla gestione dei parchi, identificazione delle forze dell’ordine, lotta contro i treni che trasportano scorie nucleari.

Assistente del consigliere regionale Davide Bono dal 2010, la sua esperienza le servirà a Roma per «riordinare la fiscalità di cittadini e imprese: creazione di un cassetto fiscale, Iva per cassa, revisione degli studi di settore».
Caspita, che noia per una ventenne. Ma lei insiste: «Vogliamo introdurre criteri di finanza etica e impatto ambientale minimi obbligatori. E creare posti di lavoro con una pianificazione energetica e industriale nuova, ecosostenibile». E il debito pubblico? «Ci vuole un audit».

LAVORA "NEL LUSSO"
Roberta Lombardi, 39 anni, Roma

Laureata in legge, tesi di diritto commerciale internazionale, master alla Luiss, Roberta Lombardi è una veterana dei 5 Stelle romani. Che hanno avuto una storia travagliata: dei quattro eletti alle comunali del 2008, solo uno è rimasto con Grillo. Gli altri sono passati a Di Pietro, uno addirittura all’Udc.

Lei è appena diventata mamma («di un bellissimo pupo di dieci mesi»), ma lavora da quando aveva 19 anni. E dopo aver fatto la babysitter, la segretaria e l’impiegata, oggi sta in «un’azienda romana che fa arredamento d’interni chiavi in mano per clienti top spender (emiri, oligarchi russi, miliardari vari,). Lavoro quindi nel settore del lusso e del made in Italy».
Imbarazzata, visto il pauperismo di molti grillini? No, anzi: «Sono fiera di portare nel mondo il meglio dell’Italia. Che voglio torni a essere un Paese civile anche in politica».

Mauro Suttora