Wednesday, March 31, 2010

Radicali, geniali perdenti

LE MOSCHE COCCHIERE DELLA SINISTRA

di Mauro Suttora

Libero, 31 marzo 2010

Negli stessi minuti in cui Emma Bonino ha perso per 77 mila voti la sfida laziale con Renata Polverini, una sua omonima trionfava: Emma Marrone, vincitrice di ‘Amici’ su Canale 5. Così ora sono tre le Emme nazionali: non va dimenticata la Marcegaglia di Confindustria.

Ma proprio in quei momenti dopo mezzanotte nei quali è apparso chiaro che i postfascisti ciociari e i reazionari reatini restituivano la transnazionale Emma B. al suo ambiente naturale (Bruxelles, New York, Davos, L’Aia), i radicali si erano già rialzati dal k.o.: riuniti nella loro sede nazionale dietro al Pantheon, ascoltavano Marco Pannella il quale, immune da depressioni e autocritiche, descriveva fino alle tre di notte le «iniziative di lotta che ci impegneranno da domattina».

È questa la terapia che i pannelliani adottano dopo ogni sconfitta: far finta di niente, e ricominciare immediatamente a macinare politica «contro il regime». Hanno fatto così l’anno scorso, quando per la prima volta dopo trent’anni sono stati eliminati dall’Europarlamento (colpa della tagliola veltroberlusconiana al 4%): il giorno dopo stavano già pianificando l’attuale voto regionale. È successo nel 2006, quando la rediviva Rosa nel pugno con i socialisti abortì in un pugno di mosche. L’allora segretario radicale Daniele Capezzone ripartì come un razzo a criticare il suo non ancora capo Berlusconi e, per par condicio, i propri (in teoria) allora alleati Prodi e Fassino. E fu così anche nel 2005, quando dopo la sconfitta del referendum sulla fecondazione assistita concepirono, appunto, la Rosa nel pugno.

È da sessant’anni che Pannella perde. All’inizio degli anni ’50 esordì già in minoranza nel Pli di Malagodi. Con Eugenio Scalfari se ne andò e fondò il partito radicale. Subito batoste: zero eletti al comune di Roma nel ’56, e due anni dopo alle politiche l’1,4%, ma con il Pri. In pratica, votarono per loro solo i lettori dei due settimanali «laici»: Il Mondo e L’Espresso. Non domi, i radicali da allora hanno sempre preteso di dettare la linea politica a tutti (Pci, Psi, Pri, Pli, Psdi) dall’alto del nulla del proprio consenso popolare. «Mosche cocchiere»: così, citando la favola di Fedro, Togliatti liquidava gli intellettuali che volevano comandare, o almeno consigliare e ammonire i capi, senza però sporcarsi le mani con il «sangue e merda» (© Rino Formica) della politica reale, dei voti conquistati porta a porta nelle periferie (anche a Frosinone), del contatto con le miserie della gente e i suoi vizi. Perché il vizio di tutti gli idealisti illuminati d’Italia, da Pisacane al partito d’Azione a Ugo La Malfa, è sempre stato quello che gli scienziati della politica definiscono «minoritarismo».

Ancor oggi, i radicali sono onestamente convinti di aver ragione pur essendo una microminoranza. Vendola è riuscito a strappare il 10% per il suo partitino in Puglia, sull’onda della vittoria personale? I radicali in Lazio si sono fermati al solito tre per cento, nonostante il traino della Bonino.

Nel ’99 Emma & Marco agguantarono il loro unico successo: otto per cento alle europee con punte del 18% in varie città del nord, secondo partito dopo Forza Italia. Allora stavano a destra, liberali e liberisti. Poi però non si accordarono con Berlusconi, e ripiombarono alle percentuali abituali. Chiunque, al loro posto, si sarebbe ritirato da un pezzo. Loro invece, geniali e coriacei, ora vogliono insegnare al povero Bersani come guidare il Pd. Perché solo i radicali sono il sale della democrazia, i partigiani della legalità. Non per nulla stanno dietro al Pantheon, casa di «tutti gli dei».

Mauro Suttora

Thursday, March 25, 2010

Regionali 2010

ELEZIONI: SCEGLIAMO I GOVERNATORI FINO AL 2015

La sfida cruciale è quella tra Bonino e Polverini nel Lazio. Ma i candidati curiosi sono tanti: patron di Formula Uno, igieniste dentali, celebri campioni mondiali...

di Mauro Suttora

Oggi 31/03/2010

Tutti gli occhi puntati sul Lazio: è questa la sfida decisiva delle regionali. Perché nella prima Regione d'Italia, la Lombardia, i sondaggi danno Roberto Formigoni sicuro vincitore. Mentre a Roma la gara fra Emma Bonino e Renata Polverini sarà al fotofinish. Scontate le vittorie del centrosinistra nelle Regioni rosse (Emilia, Toscana, Marche, Umbria) e del centrodestra in Veneto, sarà importante vedere chi ce la farà in Piemonte , Liguria , Campania. La Puglia è l'unica regione in cui la supremazia di Pd e Pdl sarà minacciata da un terzo incomodo. Non perché Adriana Poli Bortone (ex An, oggi Udc) possa arrivare prima, ma perché i suoi voti sottratti all'uno o all'altro schieramento determineranno il vincitore.

Anche in Calabria l'imprenditore antimafia Filippo Callipo, sostenuto da Italia dei Valori e dai Radicali, potrebbe essere una sorpresa. Nelle tre Regioni del Nord (Piemonte, Lombardia, Liguria) sarà importante vedere anche chi sarà il primo partito fra Pdl e Lega. Quest'ultima avrà due governatori, se Roberto Cota dovesse prevalere su Mercedes Bresso in Piemonte. Negli ultimi giorni di campagna elettorale il grande sforzo dei partiti è stato quello di convincere i propri elettori ad andare a votare, piuttosto che cercare di far cambiare idea a qualche avversario.

ASTENSIONI DECISIVE
La partita, infatti, verrà decisa dal grado di astensione che colpirà l'uno o l'altro campo. Nei consigli regionali non ci sono personalità di grande spicco. Lo stipendio tuttavia è ottimo: più di 10 mila euro al mese netti, considerando tutti i benefit. E senza la necessità di trasferirsi a Roma, cosa che comporta maggiori spese per i parlamentari. Per questo, nei piani intermedi della «casta» politica, la poltrona di consigliere regionale è ambita. Soprattutto quando non bisogna farsi propaganda per la preferenza. È questo il caso dei fortunati inseriti nel «listino» dei candidati governatori, eletti automaticamente in caso di vittoria.

Per loro la vera campagna elettorale c' è stata al momento della definizione delle liste. E gli avversari erano gli altri aspiranti del proprio partito al posto garantito. Alla fine ce l'ha fatta chi è nelle grazie del capo. Così in Lombardia è candidata (o meglio: già eletta) Nicole Minetti, 25enne ex ballerina e igienista dentale di Silvio Berlusconi. Il premier l'ha apprezzata come assistente del dentista che l'ha curato dopo l'aggressione subita in piazza del Duomo lo scorso dicembre.

Polemiche ha suscitato, nel campo avverso, l'imposizione da parte di Antonio Di Pietro di Maruska Piredda, 32 anni, ex hostess Alitalia anche lei nota più per la sua bellezza che per l'esperienza politica. La Piredda è stata paracadutata sia in Liguria, sia in Lombardia. Il 28 e 29 marzo non si vota solo per le Regioni. In ben 463 Comuni si elegge il sindaco. Venezia, Mantova, Lecco, Lodi, Macerata, Chieti, Andria, Matera e Vibo Valentia sono i nove capoluoghi che vanno alle urne.

Si voterà anche a Faenza (Ravenna), città di 58 mila abitanti dove scende in campo Giancarlo Minardi, 62 anni, fondatore della scuderia che per vent'anni ha gareggiato in Formula Uno, prima di lasciare il campo alla Toro Rosso che sta conseguendo buone prestazioni. Minardi sarà candidato del Pdl in una roccaforte «rossa», dove i l centrosinistra sbaraglia abitualmente gli avversari con i due terzi dei voti. Mission impossible? «I sondaggi non mi danno ancora per vinto», risponde l'imprenditore, faentino doc. E spera: «Il fatto di essere un indipendente dovrebbe garantirmi i consensi in più necessari per vincere»

Altri candidati vip affollano le liste. Vittorio Agnoletto, candidato governatore della Federa zione del la si n ist ra (Rifondazione più Comunisti italiani) in Lombardia, presenta Dario Fo, Franca Rame, Moni Ovadia e il comico Paolo Rossi. L'astrofisica Margherita Hack (ultimo libro: Libera scienza in libero stato) corre a Roma per la stessa formazione.

FISIOTERAPISTI E GEOMETRI
Il figlio di Umberto Bossi è candidato per la Lega a Brescia, mentre quello di Antonio Gava (e nipote di Silvio) ci prova a Napoli col Pdl. In Lombardia Berlusconi schiera il fisioterapista del Milan Giorgio Puricelli, 44 anni, e il proprio geometra Francesco Magnano, 59. Il centrosinistra lombardo di Filippo Penati risponde con un grande del ciclismo: Gianni Bugno, campione del mondo nel ' 92 e ' 93. Comunque vada, il premier Berlusconi il 30 marzo tirerà un sospiro di sollievo: per tre anni, fino al 2013, non sono più previste elezioni generali importanti. Potrà governare in pace, a meno di scivoloni o catastrofi.

Mauro Suttora

Monday, March 22, 2010

L'allarme dei ricattati

"La BUROCRAZIA È TANGENTE LEGALIZZATA"

di Mauro Suttora

Peggio di Tangentopoli? Secondo alcuni, oggi in Italia c'è più corruzione che nel 1992. Anche perché prima i politici agivano soprattutto per finanziare i propri partiti e correnti, mentre ora il sospetto è che molti rubino per sé (nella foto sotto, i carabinieri hanno immortalato il dirigente dell'ospedale Cardarelli di Napoli mentre incassa la bustarella ). «La corruzione sta facendo marcire il Paese», avverte Paolo Galassi, presidente dei piccoli-medi imprenditori di Confapi, «o si cambia musica, o andiamo tutti a fondo». La cosa più preoccupante è che ormai le imprese straniere scappano dall'Italia. Non investono più qui: troppe tangenti, oltre che troppa burocrazia, troppe tasse, troppa lentezza, e mezzo Paese (da Roma in giù) che sembra in ostaggio della mafia.

«La burocrazia messa in piedi dagli amministratori è una forma di tangente legalizzata imposta alle imprese. Se si moltiplicano le consulenze obbligatorie, commissioni e controcommissioni per valutare progetti e fare collaudi, si creano solo impedimenti inutili per far lavorare gli amici. E nessun magistrato può contestare nulla, tutto sembra regolare». Galassi è drastico: «Spesso i politici hanno un solo obiettivo: perpetuare il sistema inefficiente e corrotto per gestire il consenso».

episodi di corruzione negli ultimi due mesi, con la data:

SAVONA (3.2) SOLDI NEGLI SLIP
La figlia di un costruttore sorpresa mentre porta a Montecarlo 270mila euro negli slip. L'accusa è per una tangente da 50 mila euro a Stefano Parodi, Pdl, presidente del consiglio provinciale di Savona.

GENOVA (21.1) MENSE SCUOLE E OSPEDALI
Sette fra dirigenti Asl e politici locali accusati di aver pilotato appalti per mense: 22 milioni di euro nelle scuole di Genova e 14 per ospedali di Genova. Reati: corruzione, turbativa d'asta, fatture false.

MADDALENA (OLBIA) (13.2) PROTEZIONE CIVILE
Quattro arrestati e 27 indagati per corruzione sui 910 milioni di appalti al G8 della Maddalena, ai Mondiali di nuoto Roma, e per il 150° dell'unità d'Italia. Costi gonfiati del 50% alla Protezione civile.

MILANO (13.2) TANGENTE EDILIZIA
Milko Pennisi (Pdl), presidente Commissione urbanistica Comune Milano, arrestato in flagrante
mentre prende da un costruttore 5mila euro nascosti in un pacchetto sigarette.

VERCELLI (12.2) DISCARICA NELL'EX CAVA
Renzo Masoero (Pdl), presidente della provincia di Vercelli, avrebbe preteso una mazzetta di 10mila euro da un imprenditore per appalti di un'ex cava ora discarica a Livorno Ferraris (Vc).

PAVIA (13.1) MILIONI A MONTECARLO
Rosanna Gariboldi (Pdl), assessore provinciale di Pavia e moglie del deputato Pdl Giancarlo Abelli, patteggia due anni di carcere e fa rientrare 1,2 milioni dal suo conto a Montecarlo.

VARESE (19.2) FISCO CORROTTO
Arrestato in flagrante Massimiliano D'Errico, 41 anni, capo Ufficio antifrode dell'Agenzia delle Entrate, mentre prendeva 15mila euro richiesti a un imprenditore per "aggiustare" un controllo.

PESCARA (19.2) CLINICHE
Incriminato Ottaviano Del Turco (Pd), ex presidente Regione Abruzzo, per presunte tangenti di 15 milioni di euro pagate da Vincenzo Angelini, re delle cliniche.

NAPOLI (20.2) OSPEDALE CARDARELLI
Arrestato in flagrante Giuseppe Mongirulli, 58 anni, funzionario dell'ospedale Cardarelli, mentre intasca bustarella da 14 mila euro da imprenditore per installare impianti audio-video

MILANO (dicembre 2009) SPOT TV
Pier Gianni Prosperini (Pdl), assessore della regione Lombardia per Sicurezza e Turismo, in carcere per 230 mila euro su conto svizzero Ubs, pagati da Raimondo Lagostena, imprenditore tv.

REGGIO EMILIA (24.2) FORMAGGIO PARMIGIANO
Indagato Antonio Baldassarre, ex presidente Corte Costituzionale e Rai, per concorso in millantato credito. Un ex assessore di Reggio Emilia avrebbe assicurato il suo interessamento per fermare verifiche fiscali a grossisti di formaggio grana.

TREZZANO (MI) 23.2 'NDRANGHETA BIPARTISAN
In cella Tiziano Butturini, ex sindaco Pd di Trezzano (Milano) e il consigliere Pdl Michele Iannuzzi. Il costruttore Alfredo Iorio, sospeso dall'attività per collusione con una cosca, avrebbe pagato tangenti.

ROMA (28.12.09) STIPENDIO MENSILE
Arrestato in flagrante Giuseppe M., 59 anni, responsabile del centro clinico La Mongolfiera, mentre incassa i 900 euro mensili pretesi da una cooperativa convenzionata con la Asl.

ANCONA (26.1) IN BIGLIETTI DA 500
Al geometra capo di Camerano (Ancona) 19 mila euro per una lottizzazione, in biglietti da 500. Pagò un suo Suv con biglietti dello stesso taglio.

BARI (8.1) POLTRONE IKEA
Giovanni Micunco, comandante dei Vigili del fuoco, finito ai domiciliari per concussione, truffa e falso. Venti poltrone Ikea, cene e traslochi gratis e altri favori in cambio di certificati antincendio.

SAVONA (20.12.09) BUSTARELLA IN TASCA
Franco Causo, 57 anni, ispettore Asl e assessore di Cairo Montenotte (Savona), arrestato con in tasca la busta per ispezioni compiacenti a uno stabilimento industriale.

ENNA (1.1.10) MARITARE LA FIGLIA
Filippo Faraci, capo dell'Ufficio tecnico della provincia, vittima di una registrazione in cui spiegherebbe che per pagare il matrimonio della figlia ha dovuto chiedere una tangente.

NAPOLI (10.2.10) FINANZIERI NEI GUAI
Due ufficiali della Guardia di Finanza di Pozzuoli (Na): 30mila euro in contanti, ma anche in buoni benzina, per accomodare le loro indagini.

SASSARI (10.2) 1.500 EURO A PATENTE
I quiz del test si potevano conoscere prima dell'esame, in cambio di 1.500 euro. Così si sono patentati in 150, grazie a funzionari della Motorizzazione. Due autoscuole e 40 indagati.

ROMA (24.2) IVA SUI TELEFONI
Maxitruffa da due miliardi di euro di false fatturazioni. Coinvolte le società Fastweb e Sparkle Telecom con i manager Silvio Scaglia, Stefano Parisi e Riccardo Ruggiero. Il senatore Pdl Nicola Di Girolamo, eletto nella circoscrizione estero, è sospettato di essere un referente della 'ndrangheta.

NUMERI:
2.154: denunce per abuso d'ufficio, corruzione e concussione nel 2009
+229%: aumento sul 2008
69: milioni di euro persi dallo Stato in un anno (stima Corte dei conti)

Dacci oggi la nostra tangente quotidiana

UN PAESE DI LADRI? DALLE ALPI ALLA SICILIA, LE INCHIESTE DEGLI ULTIMI DUE MESI

Dalla vicenda della Protezione civile a quella della maxitruffa sull' Iva: ogni giorno un nuovo scandalo. Come mai? «Colpa della crisi», dicono gli esperti

di Mauro Suttora

Oggi, 10 marzo 2010

La più spettacolare è stata la figlia del costruttore genovese 75enne Pietro Pesce: stava portando a Montecarlo 270 mila euro nascosti negli slip. Fermata alla frontiera, multata per 100 mila euro. Non doma, ha depositato il resto su un conto intestato a una società delle isole Vergini. Sul quale transitavano milioni di euro. E il 3 febbraio la procura ha ipotizzato che al presidente del consiglio provinciale d i Savona, Stefano Parodi (Pdl), che nega, ne siano finiti 50 mila. Il 13 febbraio Milko Pennisi (Pdl), presidente della Commissione urbanistica al Comune di Milano, si è fatto beccare in flagrante mentre incassava 5 mila euro (seconda rata di una mazzetta da 10 mila) dal costruttore bresciano Mario Basso: dieci banconote da 500 infilate in un pacchetto di sigarette.

15 MILA EURO A VARESE

Nei giorni seguenti, notizie di truffe di ogni tipo: dal megascandalo della Protezione civile (appalti sospetti per 910 milioni sui «Grandi eventi») ai 15 mila euro intascati a Varese da Massimiliano D'Errico, capo Ufficio antifrode dell'Agenzia delle Entrate; dai 2 miliardi di Iva che sarebbero stati evasi da Fastweb e Telecom Sparkle, con il coinvolgimento del senatore Nicola Di Girolamo (Pdl), ai mafiosi della ndrangheta calabrese che in perfet to stile bipartisan, secondo i magistrati, pagavano sia l'ex sindaco di sinistra, sia un consigliere comunale di destra a Trezzano sul Naviglio, nell'hinterland milanese.

Dacci oggi la nostra tangente quotidiana. Nella cartina dell'altra pagina abbiamo raccolto un elenco (solo parziale) degli episodi di corruzione che sarebbero stati scoperti negli ultimi due mesi. Fatta salva la presunzione di innocenza, ogni giorno una notizia di reato, un'inchiesta aperta, una chiusa (quella in Abruzzo contro l'ex governatore Pd Ottaviano Del Turco), una sentenza definitiva (il patteggiamento di Rosanna Arnaboldi di Pavia, che ha restituito un milione e 200 mila euro), un'intercettazione. Sospetti perfino sul voto via sms per il Festival di Sanremo. Impressionante. Che cosa succede? Siamo diventati un Paese di mascalzoni? O non abbiamo mai smesso di esserlo?

«In questo mondo di ladri...», cantava Antonello Venditti, poco tempo prima di Tangentopoli. Oggi l'inchiesta Mani Pulite è appena diventata maggiorenne, Bettino Craxi è morto, l'ex magistrato Antonio Di Pietro guida il secondo partito dell'opposizione. Ma questi 18 anni non sembrano essere passati. «Le denunce per corruzione, concussione e abuso d'ufficio sono aumentate del 229 per cento nel 2009», ha appena tuonato il presidente della Corte dei Conti. Sono state 2.154: sei al giorno, compresi sabati e domeniche. E hanno provocato un danno allo Stato per 68 milioni.

VESCOVI CONTRO I CORROTTI

Se ne sono accort i anche i vescovi italiani, che hanno scritto un durissimo documento contro le «classi dirigenti inadeguate» e corrotte, soprattutto al Sud. Perfino il premier Silvio Berlusconi, sempre aggressivo contro i magistrati, sembra essersi reso conto del pro blema, e sta preparando una nuova legge anti-corruzione. Salvo, pochi giorni dopo, lanciarsi di nuovo in critiche contro le intercettazioni telefoniche.

MENO SOLDI, PIÙ DENUNCE

«Ma senza le intercettazioni molte di queste inchieste non sarebbero andate avanti», avvertono i giudici. Spiegano da Berlino gli esperti di Transparency International , che nell'ultima classifica sui Paesi più corrotti del mondo ha messo l'Italia al 63° posto, dietro al Botswana : «L'impennata delle denunce non significa di per sé che la corruzione sia aumentata. Chi soggiace alle richieste di pizzo non sempre denuncia. Perché finché i soldi girano, molti imprenditori possono trovare conveniente "ungere" le ruote per aggiudicarsi un appalto. Ma in tempi di crisi, nessuno vuole più essere preso per la gola. I margini di guadagno si assottigliano per tutti. Così politici e i pubblici ufficiali corrotti non possono continuare a pretendere come prima».

Insomma, sarebbe la mancanza di soldi a spingere, se non all'onestà, almeno a una parziale bonifica. L'insofferenza aumenta, e i taglieggiati si ribellano. Anche Mani Pulite, a pensarci bene, arrivò nel 1992, dopo la crisi economica della prima guerra del Golfo. Per la verità, dopo l' arresto di Pennisi a Milano la Proc u ra sperava che altri imprenditori si facessero avanti denunciando i tangentari, in un sistema che si presume diffuso. Ma finora non ci sono state altre «trappole» per cogliere in flagrante politici e funzionari. Lo scandalo della Protezione civile, semmai, dimostra che i modi di incassare favori si sono diversificati. Troppo rischioso farsi accreditare grosse cifre, anche su conti esteri che prima o poi vengono scoperti (anche se, confidando nella lentezza delle indagini, si può contare sulla prescrizione). E troppo semplice ricorrere ai conti di mogli, cognati, figli, parenti e amici.

Emerge quindi la tangente del Terzo millennio: quella in natura. Tanti piccoli favori «spezzettati»: dall' assunzione del figlio alla consulenza da 100 mila euro; dalla ristrutturazione edilizia della casa in campagna alle prostitute in hotel e alle «massaggiatrici» nei centri sportivi. Fino ai classici orologi da 10 mila euro e alle auto di lusso da 70 mila. Un « sistema gelatinoso», come lo hanno definito gli investigatori, difficilissimo da individuare se non attraverso le intercettazioni.

ALLARME: MAFIA AL NORD

Ma l'aspetto più preoccupante delle nuove corruzioni del 2010 è il grosso peso della 'ndrangheta. Che ormai, come si è visto, riesce a eleggere parlamentari e a controllare interi Comuni pagando politici e dirigenti sia a destra, sia a sinistra. «La palma va a Nord», ammoniva lo scrittore Leonardo Sciascia trent' anni fa: la mafia ricicla e investe in tutta Italia.

"GUADAGNO DUE MILIONI E MEZZO"
Angelo Balducci, 62 anni, vice di Bertolaso per i Grandi eventi. In carcere ha detto: «Guadagno due milioni e mezzo all' anno, perché dovrei rubare?».

FATTURE RICICLATE PER ANNI E ANNI
Nicola Di Girolamo, 49 anni, senatore Pdl eletto all' estero (circoscrizione Europa): si è dimesso per il coinvolgimento nell' inchiesta sulla maxitruffa Fastweb-Telecom Sparkle.

5.000 EURO CON SIGARETTE
Milko Pennisi, 46 anni, arrestato: ha preso la «stecca» in un pacchetto di sigarette.

NDRANGHETA BIPARTISAN
Tiziano Butturini, 53, ex sindaco Pd di Trezzano (Mi): la ' ndrangheta avrebbe pagato anche il Pdl.

LO "SCERIFFO" NEI GUAI
Piergianni Prosperini, 63, assessore Regione Lombardia: appalti in cambio di spot tv?

IL SENATORE CON IL BOSS
Il senatore Di Girolamo (a destra) posa col boss della ' ndrangheta Franco Pugliese, 53, arrestato a Isola Capo Rizzuto e ritenuto vicino alla cosca Arena, in una foto pubblicata da L' Espresso . Pugliese avrebbe raccolto voti per Di Girolamo fra gli emigrati calabresi. Per la truffa Fastweb è stato arrestato Silvio Scaglia. Indagato anche l' ex presidente di Telecom Sparkle, Riccardo Ruggiero.

Mauro Suttora

Monday, March 15, 2010

recensione Eco di Bergamo

CLARETTA PETACCI: "MUSSOLINI SEGRETO"
a cura di Mauro Suttora

1 febbraio 2010

Tre i livelli di lettura di 'Claretta Petacci. Mussolini segreto' (Rizzoli, pagg. 533, euro 21) a cura di Mauro Suttora, giornalista del Gruppo Rizzoli Corriere della Sera.
Il volume rappresenta solo una parte dei diari dell'amante del Duce, quelli scritti dal 1932 al 1938 e ora liberati dal segreto di Stato. Ebbene, possono intrigare sia per la vicenda privata (quasi in 'diretta', con i suoi risvolti anche da vaudeville), sia per il contesto storico delle cronache quotidiane che svelano un Mussolini decisamente razzista e antisemita, sia per il dubbio lanciato nella prefazione da Ferdinando Petacci, nipote dell'amante del Duce, che vive da tempo in Arizona.

Quando aveva tre anni e mezzo Ferdinando viaggiò nelle stesse automobili che il 27 aprile del 1945 portarono suo padre e il capo del fascismo con Claretta incontro alla morte. Da allora si è sempre chiesto: perché lo Stato italiano ha fatto scendere il silenzio sugli scritti di sua zia? Claretta Petacci era solo un'amante, oppure una spia degli inglesi? O, addirittura, insieme al fratello Marcello, "collaborarono con Mussolini per arrivare a una pace separata con l'Inghilterra"? La merce di scambio sarebbe stato il carteggio tra il Duce e Winston Churchill, "molto compromettente per il premier britannico"...

Dal primo livello di lettura si coglie un Mussolini involontariamente caricaturale: un amante che ogni ora è costretto da una Claretta gelosissima a testimoniare il suo amore per telefono, mentre è un uomo profondamente infedele che pensa soprattutto ad apparire forte, virile (ma frigna che gli stivaloni, indossati per avere un aspetto più 'macho', lo fanno soffrire molto) e terrorizzato dall'età che avanza. Recrimina contro la moglie Rachele e indulge con alcune vanterie erotiche: sostiene che Maria Josè di Savoia, moglie del principe Umberto, avrebbe tentato di sedurlo...

Quanto al contesto storico, emergono responsabilità precise. Se riguardo all'omicidio di Matteotti si lamenta solo per i dolori dell'ulcera provocati dalle reazioni dell'opposizione a questo efferato delitto, ecco altre 'perle' del Mussolini-pensiero: "Hitler è un sentimentalone. Questo Papa (ndr Pio XI, Papa Ratti che difende gli ebrei) è nefasto, l'entusiasmo degli italiani è un'apparenza, li conosco bene".
E ancora "Porci ebrei, popolo destinato a essere trucidato completamente": Mussolini pronuncia questa frase, pesante come un macigno, il LunedÏ dell'Angelo 1938, nel suo studio a palazzo Venezia di fronte a Claretta.
Il 4 agosto 1938 - venti giorni prima è uscito il 'Manifesto della razza' - mentre i due amanti sono in barca, così Mussolini si vanta: "Io ero razzista dal '21. Non so come possano pensare che imito Hitler, non era ancora nato. Mi fanno ridere. Bisogna dare il senso della razza agli italiani, che non creino dei meticci, che non guastino ciò che c'è di bello in noi"...

Ines Turani

Wednesday, March 03, 2010

Scandalo Protezione civile

TROPPI EVENTI PER GUIDO BERTOLASO

Il vice del sottosegretario e altri tre in carcere, 23 indagati. L’accusa: gonfiavano le cifre dei lavori, favorivano gli amici, incassavano favori di ogni tipo (anche a luci rosse).
Così quello quello che era considerato un modello di efficienza è finito nel fango. Perché si è accollato compiti non suoi, con appalti controllati da «birbantelli»

di Mauro Suttora

Oggi, 19 febbraio 2010

Maledetta Pratica di Mare. Questo deve avere pensato Guido Bertolaso, sottosegretario alla Protezione civile, di fronte alle 20.267 pagine dell’inchiesta che sta scuotendo la politica italiana. E che ha danneggiato anche la sua finora ottima immagine, a causa dell’avviso di garanzia ricevuto.

Fu infatti dopo avere perfettamente organizzato il vertice Nato di Pratica di Mare nel 2002 che Bertolaso conquistò la completa fiducia di Silvio Berlusconi. Il quale, da allora, ha affidato alla Protezione civile una quantità enorme di compiti: costruzione di alberghi per riunioni G8, edificazione di piscine e stadi per campionati di nuoto e ciclismo, smaltimento spazzatura, gestione aree archeologiche, distribuzione di indennizzi, restauro monumenti, anniversari storici...

Tutto senza gare d’appalto, a trattativa privata. Per velocizzare la burocrazia risultava comodo, e probabilente giustificato, invocare l’«emergenza» e saltare molti vincoli. Ma i cosiddetti «Grandi eventi», con appalti miliardari e scarsi controlli (anzi, sul G8 della Maddalena era stato apposto addirittura il «segreto militare»), hanno attirato gli appetiti di qualche «birbantello», come ora li chiama il premier Berlusconi.

Indagini dei carabinieri

In carcere sono finiti in quattro: il vice di Bertolaso per i Grandi eventi Angelo Balducci, il dirigente della Protezione civile Mauro Della Giovampaola, il costruttore romano Diego Anemone e il provveditore alle opere pubbliche della Toscana Fabio De Santis. Le indagini dei carabinieri, durate due anni con pedinamenti, foto e intercettazioni, sono partite da Firenze. E toscano è il politico indagato (per concorso in corruzione) più importante: Denis Verdini, coordinatore nazionale del Popolo delle libertà.

L’inchiesta è passata prima a Roma per competenza territoriale, e ora a Perugia per il coinvolgimento di un magistrato romano: Achille Toro, procuratore aggiunto, indagato per rivelazione di segreto d’ufficio, con il figlio commercialista Camillo, riguardo agli appalti dei Mondiali di nuoto 2009 a Roma. Toro si è dimesso dalla magistratura.

«Asservimento totale»

Secondo il gip Rosario Lupo, che ha convalidato gli arresti chiesti dalla procura di Firenze, il sistema funzionava così: «Balducci e De Santis, pubblici ufficiali incaricati della gestione dei “grandi eventi“ insieme a Mauro Della Giovampaola, hanno asservito la loro funzione (alquanto delicata, dati gli enormi poteri e i rilevantissimi importi di denaro) in modo totale e incondizionato agli interessi dell’imprenditore Diego Anemone (e non solo: fra gli altri, i costruttori Francesco De Vito Piscicelli e Riccardo Fusi). Tale asservimento veniva retribuito con vari benefit, anche di grande rilevanza patrimoniale: utilità indirizzate ai tre pubblici ufficiali, e a loro parenti e amici. In particolare, Anemone si metteva a disposizione per risolvere ogni esigenza, anche la più banale».

In cambio la società di Anemone, pur dichiarando solo 27 dipendenti, si è aggiudicata per trattativa privata la fetta più grossa dei lavori da 300 milioni per il G8 nell’isola della Maddalena (Olbia-Tempio), magicamente lievitati a 370 milioni nel giro di pochi mesi.

Naturalmente ci vogliono prove per dimostrare che esiste un sistema di corruzione, ma alcune intercettazioni sono inquietanti. Scrivono gli inquirenti: «Le disponibilità di Anemone a soddisfare qualsivoglia esigenza di De Santis e di Della Giovampaola si è spinta fino al punto di procurare ai medesimi, per il tramite del fedele collaboratore Simone Rossetti (gestore del Salaria Sport Village di Roma), più prostitute con le quali i pubblici ufficiali si sono intrattenuti, a spese del gruppo medesimo».

«Robetta da tangenziale»

Il 18 ottobre 2008 Anemone chiede a Della Giovampaola in quale albergo di Venezia mandare le escort. Lui risponde Gritti Palace, ma precisa che vuole ragazze selezionate: «Siccome è roba a sei, quasi sette stelle, dev’essere tutto equivalente... Perchè non è che arrivino due stelline del cazzo, anche perchè se no non le fanno entrare... lì ci sono tutti i marmi... i dipinti...». Il «premio» alla fine costerà ad Anemone 4000 euro, ma i beneficiari si lamenteranno perchè le ragazze non erano all’altezza: «‘Na robetta da tangenziale...»

Il sistema è definito «gelatinoso» non dagli investigatori ma dagli stessi protagonisti, in una delle tante loro telefonate: «Il mio ragionamento è questo... Loro stanno immersi in un liquido gelatinoso che è al limite dello scandalo». Altre definizioni senza mezzi termini degli intercettati: «Cricca di banditi», «Task force unita e compatta», «Squadra collaudatissima», «Combriccola». E i suoi componenti: «Bulldozer», «Veri banditi», «Gente che ruba tutto il rubabile», «Persone da carcerare».

Secondo il gip, sono almeno cinque gli appalti pilotati da Balducci e «combriccola» della Protezione civile: «Stadio del tennis del Foro Italico e museo dello sport di Tor Vergata (Mondiali di nuoto); aeroporto di Perugia (Celebrazioni 150 anni Unità d’Italia); Palazzo della conferenza e area delegati e residenza Arsenale (G8 all’isola della Maddalena)».

Il prezzo della corruzione sarebbero ristrutturazioni di case, auto di lusso, assunzioni di domestici e figli, favori sessuali a domicilio.
Scrive il gip: «Angelo Balducci: utilizzo di due utenze cellulari; personale di servizio nella proprietà di Montepulciano; uso di autovettura Bmw serie 5; messa a disposizione di Rosanna Thau (moglie di Balducci) di una Fiat 500; fornitura di mobili (un divano e due poltrone) per Montepulciano...»

«Bmw da 71mila euro»

Continua l’elenco: «Esecuzione di lavori di manutenzione e riparazione nelle case di Roma e Montepulciano; assunzione di Filippo Balducci (figlio di Angelo); messa a disposizione di Filippo Balducci di auto Bmw da 71mila euro; lavori di ristrutturazione per l’appartamento di Filippo Balducci a Roma con fornitura di arredo in legno e tessuti; viaggi in aerei privati; numerosi soggiorni su sua richiesta all’hotel Pellicano di Porto Santo Stefano...»
E così via, per altre 20mila pagine che descrivono una certa Roma contemporanea. Così simile a quella di duemila anni fa: basso impero.

Mauro Suttora

Monday, March 01, 2010

Radicali e popolo viola

GARANTISTI O GIUSTIZIALISTI?

di Mauro Suttora

Libero, 28 febbraio 2010

Che c’entrano Emma Bonino e Marco Pannella con il «popolo viola»? Che ci facevano ieri i radicali in piazza a Roma assieme ai cascami dell’ultrasinistra, ai residuati comunisti, alle tricoteuses che da quindici anni sognano la ghigliottina per Silvio Berlusconi?

Davvero la politica impone inversioni a U così spregiudicate? La Bonino si sente veramente così a corto di voti, per l’elezione in Lazio fra un mese, da dover corteggiare una frangia di piazza che è sempre stata, da quando i radicali esistono, agli antipodi del loro garantismo?

Si può dire che il partito radicale sia nato, come ragione sociale, assieme alla tutela dei diritti degli inquisiti. Sono passati 41 anni dal gennaio 1969, quando organizzarono la loro prima polemica “controinaugurazione” dell’anno giudiziario di fronte al “Palazzaccio” di giustizia di Roma. Invitarono magistrati e avvocati, ma soprattutto semplici cittadini danneggiati dalla giustizia. Segretario radicale era allora l’avvocato Mauro Mellini (poi deputato per dieci anni), che assieme al collega Giuseppe Ramadori, anch’egli dirigente del partito, fondò il gruppo “Rivolta giudiziaria”. Precursori: la corrente “Magistratura democratica” non era ancora nata.

Pannella faceva controinformazione sul caso di Aldo Braibanti, un intellettuale condannato a nove anni per plagio ed emarginato perché anarchico e omosessuale. Fu subito incriminato per diffamazione dei giudici. Ne nacque un caso nazionale: con il capo radicale solidarizzarono Pier Paolo Pasolini ed Elsa Morante. Alla fine il reato di plagio venne cancellato dal codice penale.

Dagli anni ’70 la magistratura è stata costantemente nel mirino dei radicali e dei loro referendum contro reati d’opinione, legge Reale, ergastolo, codici e tribunali militari. Walter Chiari e Lelio Luttazzi, incarcerati per droga nel 1970, furono difesi da Pannella, che nel ’75 effettuò la sua prima fumata di spinello in pubblico. Una lotta andata avanti fino ad oggi: alle prossime elezioni il leader radicale non si può presentare perché ha perso i diritti politici passivi (farsi eleggere alle amministrative) a causa della condanna per «cessione di droga» subita con la deputata Rita Bernardini.

Ma tutte le battaglie per i diritti civili (divorzio, aborto, obiezione di coscienza al servizio militare) possono essere considerate affermazioni della libertà individuale contro l’intromissione di stato, leggi, carabinieri, manette e giudici nella vita privata dei cittadini. Finché negli anni ’80 arrivò la campagna per Enzo Tortora, eletto eurodeputato nell’84, e quella conseguente per la «giustizia giusta», con il referendum vittorioso per la responsabilità civile dei giudici.

Il garantismo di Pannella non è mai stato peloso. Ha rasentato l’autolesionismo quando ha difeso i diritti dei parlamentari inquisiti in Tangentopoli, e perfino del boss calabrese Piromalli. E gli ha fatto definire «prostituzionale» la Corte costituzionale, oltre che «cupola della mafia partitocratica».

Viene tristezza quindi adesso nel vedere il libertario Pannella assieme a Paolo Flores D’Arcais (che come direttore della rivista Psi Mondo Operaio prendeva soldi da Craxi), ai giustizialisti e agli altri «amici di Spatuzza», il mafioso che sputazza accuse non provate contro Berlusconi. Perché i radicali sono sempre stati girondini, mai girotondini. Rivoluzionari sì, ma di centro: contro gli opposti estremismi giacobini e vandeani.

Mauro Suttora

Precisazione della signora Rossana Luttazzi, moglie di Lelio:

Gentile Signor Mauro Suttora,
mi è stato segnalato oggi sul Suo blog un articolo sui "radicali".
Ad un certo punto Lei scrive: ".....e Lelio Luttazzi incarcerati per droga".

Vede, quando si trattano argomenti tanto delicati, bisognerebbe fare uno sforzo in più, e documentarsi, rimanere nel vago non aiuta nessuno. Nel 1970 mio marito fu arrestato con un'accusa infondata di detenzione e spaccio di droga. Fu un errore giudiziario! Lo sanno tutti! Forse una delle prime vittime " illustri" del grande orecchio delle intercettazioni.. come ha ben scritto Susanna Tamaro sul "Corriere della Sera" di venerdì 26 febbraio 2010.

Chi legge "incarcerati per droga" e basta, secondo Lei, che cosa deve pensare?? E allora non è meglio chiarire un po' di più se proprio si vuol fare il nome di mio marito?

La pregherei di chiarire nel Suo blog "il concetto".

Nel ringraziarLa Le porgo cordiali saluti
Rossana Luttazzi

Se Lei vuole, può ricopiare questa mia rettifica e inserirLa nel Suo blog.


Mia risposta inviata alla signora Luttazzi:

Gentile signora,
lei completamente ha ragione. Ovviamente suo marito era perfettamente innocente, e così come per Enzo Tortora, che ho citato poco dopo come altro beneficiario del benemerito garantismo di Pannella, non ho neanche sentito il bisogno di precisarlo.
Ho sbagliato? Può darsi, ma non volevo appesantire l'articolo aggiungendo l'avverbio "ingiustamente".

Io personalmente sono antiproibizionista, non dovrebbe proprio esserci reato (come per altre droghe tipo alcol o tabacco). Ma capisco che dia fastidio a suo marito essere tirato in ballo ancora 40 anni dopo per un "reato" mai commesso!

Me lo saluti molto, quando ero piccolo ascoltavo sempre Hit Parade a pranzo, e ho avuto il piacere di rivederlo in teatro con Fiorello.

Mi scusi per il disturbo, aggiungerò questa sua lettera al mio blog, per quel che può servire. Proprio leggendo l'articolo della Tamaro mi era tornata in mente la sua vicenda

Cordiali saluti