Monday, August 04, 2008

Olimpiadi: ginnastica ritmica

LE FARFALLE DELLA GINNASTICA SIAMO NOI

La squadra vola in Cina a inseguire una medaglia

di Mauro Suttora

Roma, 30 luglio 2008

Siccome Desio sta in provincia di Monza, la battuta viene fuori spontanea anche se scontata: «Siete un po’ come delle monache...» Nel qual caso la badessa sarebbe Emanuela Maccarani, 41 anni, da dodici allenatrice della squadra nazionale di ginnastica ritmica. Che dal 2003 ha vinto tutto il vincibile: «Quarantun medaglie fra olimpiadi, campionati mondiali ed europei, coppe del mondo».

Dieci ragazze dai 16 ai 23 anni vivono assieme tutto l’anno nell’hotel Selide di Desio e si allenano ogni giorno nel palasport per otto ore. «Quattro al mattino e quattro al pomeriggio», dice l’allenatrice. E se qualche mattino volteggiano solo per tre ore, al pomeriggio si recupera: cinque ore. Ma perché proprio Desio? «Perché ha un palasport bellissimo che ci dà la possibilità di allenarci tutto il giorno».

Disciplina ferrea dal 2001, quando iniziò la residenza permanente in Brianza. Sotto la guida della Maccarani, delle sue assistenti (la chietina Eva D’Amore, la bergamasca Valentina Rovetta), della coreografa Nathalie Van Cauwenberghe e della direttrice nazionale Marina Piazza. D’estate il gineceo si trasferisce a Follonica (Grosseto), ma i ritmi restano gli stessi.
Anche le ragazze sono le stesse da molti anni. Le veterane sono «le due Elise», come le chiama l’allenatrice: la capitana Santoni di Roma e la Blanchi da Velletri (Roma), entrambe ventenni. Anche Marinella Falca, 22, da Giovinazzo (Bari) è in ritiro permanente a Desio da sette anni. Completano la squadra titolare Fabrizia D’Ottavio (Chieti) e Daniela Masseroni da Trescore Balneario (Bergamo), entrambe 23enni. Infine la new entry Angelica Savrayuk, 18, da Arezzo.

Alle olimpiadi di Atene, quattro anni fa, hanno entusiasmato l’Italia vincendo l’argento. A Pechino la squadra da battere sarà sempre la Russia. «Ma temiamo anche Bielorussia, Bulgaria, e le cinesi che gareggiano in casa», dice la Maccarani.
Partono per la Cina il 12 agosto, dopo la cerimonia d’apertura, perché le loro gare iniziano solo il 21 agosto (esibizione con le funi), per poi proseguire con i cerchi e infine il 23 le finali con le migliori otto squadre (su solo dodici ammesse).

La ginnastica ritmica è stata introdotta da poco nelle Olimpiadi: le prime gare individuali a Los Angeles nel 1984, le squadre ad Atlanta nel ’96. Ma la popolarità è in crescita, perché le esibizioni sono spettacolari: un misto fra ginnastica, danza e pattinaggio su ghiaccio. Ogni esercizio dura due minuti e mezzo, e lì dentro finiscono gli sforzi di una vita.

Ai campionati europei di Torino, in giugno, è andata molto bene. Era la prima volta dopo 22 anni che un evento internazionale si svolgeva in Italia, e il palasport era pieno: ottomila spettatori che si sono messi a fare la ola quando le nostre «farfalle azzurre» hanno vinto l’oro alle cinque funi e l’argento, dietro alla solita Russia, ai cerchi e clavette.

Un successo di pubblico che ha avuto una ripercussione anche sul piccolo schermo: il campionato trasmesso di pomeriggio su Raitre ha avuto un milione e 300 mila spettatori con il 14 per cento di share. Il doppio di altri sport e perfino più di certe gare di ciclismo, il tutto per la felicità del presidente di Federginnastica Riccardo Agabio.
Ma chi sono le nostre sei campionesse, che a Pechino volteggeranno accompagnate dalla musica di due colonne sonore (Blood Diamonds, il film con Leonardo DiCaprio, e Il Gladiatore)?

La popolarità della romana Elisa Santoni l’abbiamo saggiata in un afoso pomeriggio domenicale di giugno nel palasport della sua città, quello costruito al Flaminio per le olimpiadi del 1960 dall’architetto Pierluigi Nervi. La squadra nazionale si esibiva alla festa di fine anno della squadra di ginnastica Polimnia, e centinaia di ragazzine urlanti applaudivano dagli spalti.

Elisa, cosa fai nel convento... pardon, nel collegio di Desio, durante il tempo libero? «Ascolto le canzoni di James Blunt, leggo i libri di Dan Brown e Coelho. E studio: sono iscritta al primo anno di Scienza delle comunicazioni all’università di Bergamo, anche se finora sono riuscita a dare solo un esame».

Tutte le ginnaste maggiorenni dall’anno scorso sono state arruolate nell’Aeronautica militare, con il grado di «aviere scelto». Il che, in concreto, significa due cose: ricevere uno stipendio di mille euro mensili, e contare su un lavoro quando finisce la carriera. Il che avviene crudelmente presto: a 23 anni le ginnaste sono già vecchie.
«Sì, l’idea di lavorare in aeronautica mi piace: anche mio nonno era aviere», dice l’altra Elisa, la Blanchi. La quale rivela che tanto «suore» queste belle ragazze non sono, anche se soltanto una risulta fidanzata: «Al sabato sera prendiamo la macchina e ce ne andiamo tutte assieme a Milano, in zona corso Como, dove ci sono i locali. Il mio preferito è il Tocqueville».

Alla barese Marinella piace ballare l’hip hop, mentre l’aretina Angelica confessa la sua passione segreta: leggere I love shopping e gli altri libri della Kinsella. Angelica è l’unica delle titolari a dover fare ancora la maturità: nel ritiro di Desio è possibile studiare da privatiste, e tutte hanno superato l’esame.

Queste ragazze ovviamente hanno una motivazione fortissima, quindi spesso per loro è stato importante l’esempio di una ginnasta già famosa della loro città: «Da piccola guardavo Valentina Rovetta e sognavo di diventare brava come lei», ci dice la bergamasca Daniela. Altre piccole città-vivaio con società di ginnastica capaci di esprimere una campionessa ad ogni generazione sono Chieti, Arezzo, Prato.

La teatina Fabrizia, per esempio, che ha cominciato a far ginnastica a cinque anni, ha avuto come faro Eva D’Amore, che adesso la allena: «Nel tempo libero mi piace ascoltare i Pink Floyd. I miei attori del cuore sono Raoul Bova, Ben Affleck e Brad Pitt. In tv guardo sempre Zelig».
Ora in tv vi ammireremo noi, dal 21 al 23 agosto. Volate, farfalle azzurre.

Mauro Suttora

8 comments:

Lanfranco Palazzolo said...

Suttora beato tra le "farfalle" della ritmica.

Si direbbe beato tra le fiche leggendo il magnifico articolo di Mauro Suttora che appare su Oggi di questa settimana. In questo pezzo fantastico sulle ragazze della ginnastica ritmica il nostro "penna a sfera" è costretto a mettere in dubbio le sue convinzioni antimilitariste. Stavolta se la deve vedere con le ragazze della ginnastica arruolate nell'aviazione militare. Ma per Suttora questo è un dettaglio dopo l'intervista con la paracadutista pacifista sexy che insegna ai marines come lanciarsi dagli aerei per scannare i nemici. Anche qui sembra di stare in un film di Don Siegel pieno di personaggi tipici e di luoghi comuni. Le ginnaste si allenano purtroppo in provincia di Monza. Questo è un bel problema per chi deve leggere l'articolo perchè dalla fantasia sconfinata di Suttora esce il solito paragone con la monaca di Monza: "Siccome Desio sta in provincia di Monza, la battuta viene fuori spontanea anche se scontata: "Siete un po' come delle monache". Una battuta che non ha una ragione precisa visto le belle fiche del sestetto se la spassano come si vede dalla foto. Ma i luoghi comuni suttoriani non finiscono qui. Il nostro cerca anche di fare lo spiritoso con battute indimenticabili tipo questa: "Elisa cosa fai nel convento....pardon, nel collegio di Desio, durante il tempo libero". Chissa se gli avesse detto: "Scopo!" se il direttore gliela faceva passare. Alle prese con queste sei aviere scelte Suttora non ha il coraggio di pronunciare il suo verbo contro la guerra. E non rompe nemmeno il cazzo sul TIbet e sui diritti negati in Cina. Ai sei avieri scelti nemmeno una domanda sull'argomento. Visto che si tratta di sei militaresse almeno una domandina sulle Olimpiadi di Mosca gliela poteva pure fare. Un'ultima annotazione la facciamo sul Palasport di Desio. Le ginnaste si allenano qui. Suttora chiede alle "farfallone" della ginnastica perchè si allenano a Desio? e loro rispondono che lo fanno perchè ha un palasport bellissimo senza che Suttora si interroghi nemmeno un attimo sui retroscena che riguardano quell'edificio. Già, forse pensava troppo alla monaca di monza.

Impegno sui diritti umani voto: 2


Il Comune vuole vendere l' impianto, il ministero si oppone: «Non è legale»
Desio, bloccata l' asta per il Palasport

La vendita del palasport di Desio è stata bloccata dal ministero dei Beni culturali. Dopo aver tentato per tre volte invano di assegnare il PalaDesio in gestione ai privati, il Comune aveva deciso: il tempio della pallacanestro, costruito a tempo di record negli anni d' oro del basket locale, e poi rimasto un guscio vuoto, quando i cestisti di Desio terminarono il campionato ultimi in classifica, sarebbe stato messo all' asta. Il bando doveva essere presentato a settembre. Ma a un passo dalla pubblicazione, è spuntato un nuovo ostacolo. Cioè «il finanziamento di 300 milioni di lire - spiega l' assessore ai Servizi sociali Giampiero Mariani - che ogni anno il ministero dei Beni culturali eroga per sostenere l' impianto sportivo. Un contributo che obbliga il Comune a non vendere l' impianto prima del 2009». Una beffa per la giunta di centrodestra, che fin dal suo insediamento ha cercato di disfarsi di un impianto che costa alle casse comunali 200 mila euro all' anno di spese e che resta in disuso per 300 giorni all' anno. Il Comune avrebbe voluto vendere il PalaDesio anche per finanziare, con i 3 milioni e mezzo di euro di incasso previsto, un vasto programma di opere pubbliche, che ora rischia di restare sulla carta.
Pagina 48
(30 agosto 2003) - Corriere della Sera

Anonymous said...

Scusa, tonico a chi?

Anonymous said...

ovviamente il commento precedente è mio, non di miss Welby. gli è che sono un po' cretinetti e mi diverto come posso

Anonymous said...

Non essendo un appassionato di sport e non essendo nemmeno un estimatore della Cina sono certo che non seguirò nemmeno 5 secondi di Olimpiadi.
Ciò che mi chiedo è se le seguirà il mio amico socialista pordenonese Ubaldo Molmenti, il quale ha il figlio impegnato a Pechino fra i canottieri.

Lanfranco Palazzolo said...

No Luca, guardali i giochi olimpici perchè è sempre meglio guardare tutto. Chi si volta dall'altra parte per guardare quello che non gli piace sbaglia due volte perchè perde l'occasione per capire di più. Ciao, Lanfranco.

Anonymous said...

E' che so già come va a finire.
Va a finire come quando tento di guardare una partita di calcio: mi addormento davanti al video dopo 10 minuti.
Non è una boutade, è vero !
La stessa cosa mi accadeva quando guardavo il Bagaglino con Pippo Franco e Gullotta.

Lanfranco Palazzolo said...

Perle olimpiche

Mauro Suttora ci ha regalato la prima perla olimpica per la quale meriterà la sua medaglia di latta. Lo abbiamo visto partire dal forum per la Cina il 5 agosto e il 6 agosto è arrivato in edicola il primo numero di "Oggi" con un suo articolo da Pechino. Incredibile!!!! Ancor prima di arrivare nella capitale cinese Suttora firma corrispondenze da Berlino. Ma vediamo cosa scrive nel suo avvincente articolo e come il nostro "eroe" tratta le vicende cinesi. Nel primo periodo dell'articolo Suttora ci fa sapere che l'8 è un numero fortunato visto che i giochi cominciano l'8 agosto. Senza spiegare perchè i cinesi considerano questo numero di buon auspicio. Beh, questo ve lo dico io da parastatale di Radio Radicale: il numero 8 si pronuncia ‘Ba’ che vuol dire ‘fortuna’. L’8 è un simbolo dunque di equilibrio, armonia, e prosperità. Ma Suttora non si cura di dirlo. Ed è subito dopo che incappa nel primo errore: "Quindi anche la cerimonia d'inaugurazione comincia alle 8". Visto che ci aveva iniziato l'articolo poteva essere più preciso e spiegare che i giochi non cominciano alle 8, ma otto minuti più tardi alle otto e otto. Visto che ci aveva cominciato l'articolo poteva essere più preciso. Ma veniamo alle questioni politiche...Voi ricorderete quanto Suttora ruppe i coglioni a tutti ai tempi della visita del Governo Prodi e del ministro Bonino in Cina. Adesso vediamo la sensibilità democratica di Suttora messa alla prova. Ecco cosa ci spiega il nostro "penna a sfera" della situazione cinese fornendoci preziosissime informazioni: "Come tutti i regimi autoritarila Cina ha trasformato questo avvenimento in una grande occasione di orgoglio patriottico". Chi lo avrebbe mai immaginato! Ma è due righe più avanti che troviamo l'apoteosi Sutoriana che ci spiega i costi del boom cinese: "Ma il boom è avvenuto a spese dell'ambiente: oggi Pechino è avvelenata dall'inquinamento"....Altra grande scoperta di Suttora. E infine: "La liberalizzazione economica non ha portato la democrazia". Informazioni che certo non troveremmo nemmeno nell'atlante geografico De Agostini. E il Tibet? Niente di niente.....! Alla fine del comizietto politico di Suttora arriva il messaggio rassicurante alla Pippo Baudo: "Detto questo che la festa dello sport cominci". Neanche Tonino Carino sarebbe stato capace di dire una cosa del genere alla vigilia dei campionati mondiali di calcio.......

Mauro Suttora said...

Che vuoi, Palazzolo? Vattene, sei giovane, sii felice, al mondo non c'è solo la politica, ci sono le ragazze, la campagna dov'è bello passeggiare, che felicità dormire su un prato...