Friday, June 13, 2008

Sex and the City, il film

LE QUATTRO 'RAGAZZE' DI NEW YORK APPRODANO SULLO SCHERMO

"Ma io che le ho conosciute da vicino dico: alla larga!"

Oggi, 11 giugno 2008

Rischia di passare alla storia come quello di 'Sex and the city', il decennio degli anni Zero che stiamo vivendo. In mancanza - tocchiamo ferro - di nuove guerre o attentati. Purtroppo ho conosciuto da vicino le "ragazze" di Manhattan (si fanno chiamare ridicolmente così anche quando hanno 50 anni), avendo vissuto con una di loro per un anno mentre ero corrispondente di 'Oggi' da New York. Le conseguenze sono state: portafogli (mio) vuoto, stress, divertimento, molte ubriacature.

Ho raccontato tutto nel libro 'No Sex in the City' (ed. Cairo, seconda edizione 2007). Molti pensano che a New York, capitale mondiale dei single, si faccia parecchio l' amore. È vero il contrario: le donne, ossessionate da carriera e shopping, provano più piacere comprando un paio di scarpe che a letto. Riducono il sesso a un' attività ginnica, che però viene dopo il tapis roulant in palestra. Per i maschi è un inferno: ho visto miliardari di Wall Street ridotti a cagnolini al guinzaglio delle loro mogli. Samantha, la più simpatica delle quattro smandrappate del film, viene dipinta come una ninfomane. In realtà, è proprio lei la meno falsa.

Mauro Suttora

5 comments:

Lanfranco Palazzolo said...

Caro Mauro, non ti sembra poco elegante autocitarti nel tuo articolo? Qualcuno potrebbe pensare che cerchi di autopubblicizzare il tuo libro. Sai, in questo periodo stavo leggendo un fumetto molto interessante che ha una trama molto intrigante dal titolo "No sex in New York". Il libro è uscito nel 2004 ed è stato scritto da Riad Sattouf. Qualche volta ricordati anche di lui........

Anonymous said...

Secondo me mauro fa benissimo ad autocitarsi e così fanno tutti coloro che si autocitano negli articoli: sa di vero (io ad esempio mi autocito regolarmente, anche se non vorrei avere la presunzione di affermare: capitano tutte a me !).
Una sola riflessione: mai conosciuta una donna che NON riduca (o tenti di ridurre) il suo "lui" ad un cagnolino.
Io sono felicemente single da una vita. E non penso sia un caso.

Anonymous said...

E' vero ma questo lo possono fare i giornalisti autorevoli. Il giornalista deve essere al serizio dell'obiettività e non autobiografari. E questo metodo non può essere la regola. Questo va al lavoro, lo fermano, e fa l'articolo; recensisce il suo libro e poi si crede esse un gran figo. Se la prende co Radio Radicale perchè vorebbe lavorà là. Questo è un giornalismo da dimenticare.

Anonymous said...

I giornalisti autorevoli.....PAGGIO MI SENTO !
Meglio i NON giornalisti.
Meglio la FORMAZIONE all'informazione.

Mauro Suttora said...

mi hanno chiesto il commento proprio perche' ho scritto il libro