Thursday, December 07, 2006

Corriere della Sera: Severgnini su No Sex in the City



GRANDE MELA
La Manhattan degli «affari galanti» raccontata da Mauro Suttora

Non troppo sesso, per favore. Siamo a New York

7 dicembre 2006

di Beppe Severgnini

recensione sul Corsera

Mauro Suttora voleva scrivere un saggio, e per fortuna non c'è riuscito. Ha prodotto invece un romanzo breve e un lungo affresco: e questi gli sono venuti piuttosto bene (No sex in the city - Amori e avventure di un italiano a New York, Cairo Editore, pp. 206, 14 euro).

No sex in the city - dove di sesso ce n' è abbastanza - è uno dei rari ritratti efficaci della città più complicata e nevrotica d' America: New York. Molti italiani hanno provato a dipingerlo, con risultati che vanno dall' infantile al disastroso. Perché quasi tutti, della Grande Mela, hanno una fifa blu (interamente giustificata). Quando la superano - di solito, dopo pochi giorni - cadono in una specie di euforia, che gli impedisce di andar oltre, e capire dove sono finiti.

Le avventure galanti sono, in realtà, una scusa per mettere il naso nelle faccende sociali, mondane e professionali di Manhattan. Talvolta si ha l' impressione che Suttora salisse in casa delle ragazze per studiare l'arredamento, e riferircelo.

Alcuni rapporti sono esilaranti: la ragazza che non vuole baciare, quella che si scatena solo in taxi, quella che lo pianta per email. C'è anche un focoso incontro notturno sul tappeto del Rizzoli Bookstore nella 57esima strada, un luogo dove alcuni di noi si sono limitati a presentare, ogni tanto, un libro.

Ripeto: il sesso, negato nel titolo, esiste. Ma è una scusa, e per l' autore non è una priorità. Più che dalle gambe e dai seni, Mr Suttora è ipnotizzato dalla pancia di Manhattan - in senso metaforico, naturalmente. Corrispondente per il settimanale «Oggi» - i newyorkesi capiscono sempre «orgy», orgia, e restano perplessi - l'autore ha scritto anche per «Newsweek» e «New York Observer», dov'è nata la rubrica che ha dato il titolo al libro.

Per uscire dalla cuccia calda della corrispondenza ci vuole coraggio, Suttora l' ha avuto, ed è stato premiato. Nei media di New York sanno chi è, e non sarei stupito se un editore americano mettesse gli occhi sul volume. Alcune intuizioni sono folgoranti. Il quarantenne Mauro - che è più abbagliato dalla mondanità di quanto voglia farci credere - riesce tuttavia a restare un italiano con gli occhi aperti.
Racconta che troppe donne newyorkesi «parlano con la voce di Topolino» (un fenomeno che la scienza non ha ancora spiegato); che i ristoranti francesi sono in crisi, e quelli italiani no; che la tariffa fissa telefonica (flat rate) è una jattura, perché i taxisti di Manhattan sono sempre al cellulare, e confabulano come zombie in lingue misteriose, disinteressandosi di chi hanno a bordo.

I personaggi del libro vengono attivati a turno con pochi tocchi, e un dialogo che fa invidia a tanti affermati narratori nostrani. Tra le ragazze americane (Marsha, Liza, Maria, Danielle, Paula, Susan, Adrienne, Nicole: dimentico qualcuna?) compare anche qualche collega italiano (Giuliano Ferrara, Guia Soncini, Christian Rocca, Simona Vigna, lo ieratico Cianfanelli).

No sex, per loro: ma contribuiscono a movimentare il racconto, che procede con leggerezza per duecento pagine fino a un finale sorprendente. «Adoro i flip-flop, le ciabatte infradito: sono sexyssime», scrive l'autore appena sopra la parola «fine». Questa, Suttora, devi proprio spiegarmela.

Beppe Severgnini

48 comments:

Arilicense said...

Ciao Mauro, ho appena finito di leggere il tuo libro (divorato in due giorni): l'ho trovato fenomenale e sono contento che l'abbia pensata così anche l'editore americano che l'ha tradotto in inglese.
Complimenti e buona fortuna.

Marco '74, Verona

Londradical said...

ciao GRANDE collega. collega nel senso di essere un GRANDE depr[s]esso.
come vedi mi sto riprendendo un pochino, anche grazie al tuo esempio e alla tua amicizia, e poi ti rispondo in privato.
intanto volevo dirti che con questo libro stai facendo scalpore!
già tutto esaurito!

Mauro Suttora said...

purtroppo e' esaurita tutta la prima edizione, lo stanno ristampando

Londradical said...

A woman was wearing a very tight skirt.

When she tried to board the Fifth Avenue bus she found she couldn't lift her leg.

She reached back and unzipped her zipper.

It didn't seem to do any good, so she reached back and unzipped it again.

Suddenly the man behind her lifted her up and put her on the top step of the bus.

- "How dare you?" she demanded.

- "Well, lady," he said, "by the time you unzipped my fly for the second time I thought we were good friends."

Unknown said...

Ciao Mauro,

I was given your book for half a day from un romano that left for Rome just today and wouldnt give it up at any cost :-) - read thru page 70 and was absolutely intrigued by the effective way of articulating what I have felt about this people since I moved in the US 10 years ago. Bravo !!!
I wonder if you have any extra info on how to purchase the book in the US - without having to beg my friend in mailing a copy from Italy.
I live in Boston, if you ever come by stop by Trattoria Toscana where I guarantee you wont have to deal with any of the details mentioned in the capitolo dei restaurants :).
I apologize for not writing this in Italian, but unfortunately I still need to improve my writing skills.
Bravo ancora una volta !!!!

Mauro Suttora said...

grazie.
the book is on sale in the U.S., but only at the Rizzoli bookstore in New York City, West 57th Street

Anonymous said...

viene davvero voglia di leggerlo..corro a cercarlo!
tua collega
Francesca

Antonio Candeliere said...

Lo compro subito

Michele Boselli said...

o, anche qui si ricicla eh?
quand'è che mi metti il link a miss welby?

Anonymous said...

pensavo di trovare la tua bella intervista su Oggi alle super-anta, (ti ho mandato una email di complimenti e mi è tornata indietro) e invece un riciclo .. ma Natale è ancora lontano!
ciao

Anonymous said...

uffa!
non ti illudere, le visite al tuo blog non sono aumentate, le ultime 1500 aperture sono opera mia!

ciao

Mauro Suttora said...

cara orietta,
ho appena inserito le 50enni, ma come secondo post (mi vergogno). Pçosso mettere gli articoli solo dopo che il giornale esce dall'edicola, quindi una settimana dopo la pubblicazione. Ma tu passa dal parrucchiere...

ciao
m

Anonymous said...

Caro Mauro, sarà che non sono un tipo mondano, ma dell'uscita di codesto tuo libro leggo solo ora sull'articolo di Severgini testé riportato.
Savergnini dice delle cose assai curiose...forse anche sulla tua personalità che meriterebbero essere spiritosamente (ma anche no) interpretate:

"il sesso, negato nel titolo, esiste. Ma è una scusa, e per l' autore non è una priorità".

Forse ciò significa che basti a te stesso e che, come disse Woody Allen (di casa a New York): "non capisco perché molti si accaniscano contro la masturbazione, infondo è fare sesso con chi si stima veramente".


Severgnini prosegue dicendo: "
Più che dalle gambe e dai seni, Mr Suttora è ipnotizzato dalla pancia di Manhattan - in senso metaforico, naturalmente"

Sarà a causa del complesso di Edipo ? Oppure imperscrutata voglia di maternità e conseguente "invidia" per la pancia della Grande Mela ?

Infine, ciliegina sulla torta della complessità psichica: "Adoro i flip-flop, le ciabatte infradito: sono sexyssime», scrive l'autore appena sopra la parola «fine». Questa, Suttora, devi proprio spiegarmela.

La spiego io, se permetti: Suttora è un malcelato feticista del piede.
Oltre a ciò di cui sopra.

Insomma, caro Mauro, mi sa che questo libro parla più di te e del tuo rapporto con il sesso (scherzo ? sbaglio ? erro ? sono un cavaliere errante, come Don Chisciotte)
Ma la Cairo Editore è quella di Sandro Mayer ?

Mauro Suttora said...

sbagli, caro Luca, ma ti ringrazio per l'attenzione.

No Sex in the City parla delle donne in generale, di quelle statunitensi in particolare, e con ulteriori approfondimenti su New York, Manhattan, e il quartiere dell'Upper East Side (quello dei miliardari).

Dopo averne conosciute parecchie, frequentate intimamente qualcuna e aver convissuto per un anno con una, ho rivalutato anche la masturbazione.
Che d'altra parte e' il loro modo di fare l'amore: strofinarsi con un pene, un dito estraneo, un dito proprio o un vibratore (in ordine decrescente di preferenza) e' per queste signorine (e anche signore) un'attivita' in cui la presenza di un altro corpo oltre al proprio risulta abbastanza irrilevante.

Se hai visto anche una sola puntata di Sex and the City in tv ci siamo capiti...

Anonymous said...

Caro Mauro, fortunatamente (o sfortunatamente) ho cercato di evitare accuratamente di vedere Sax and te City e mi accorgo solo ora di avere avuto anche la fortuna di non avere mai avuto flurt o complicazioni sentimentali (liaison suona bene direi ;-)) con statunitensi.
Sarò all'antica, ma, il vecchio modo di fare all'amore lo trovo di gran lunga più stimolante.
Ovviamente se si è in coppia.

Anonymous said...

Bagatin del "flurt" (complimenti per l'accento dello Yorkshire), ti sto col fiato al collo: non appena riesco a far fuori Cappato tocca a te. Questione di priorita'.

@Mauro: Cia' Ma'! ma quanto lo ricicli ancora Severgnini? una volta al mese??

Mauro Suttora said...

ora aspettiamo il film "Sex and the City", previsto per il 2008

Anonymous said...

LibMagazine di No Sex in the City se ne era accorto da un pezzo. Ben prima di Servegnini che lo ha recensito piacevolmente.

Mi permetto un uso improprio di questo spazio lasciando il link all'intervista cui Mauro si è prestato

http://www.libmagazine.eu/cms/index.php?option=com_content&task=view&id=282

Anonymous said...

www.libmagazine.eu

Mauro Suttora said...

grazie Michele

Unknown said...

è piaciuto anche a mia figlia ... ma ha letto il mio e ora me lo ha restituito!
Probabilmente lo presterò anche a mia nipote, eheh semmu zeneisi!

ciao

Mauro Suttora said...

grazie Ombretta, No Sex in the City avra' un alto numero di lettori per copia: come il settimanale Oggi che sta nelle sale d'attesa di medici, barbieri e parrucchieri...

Unknown said...

mmmm ... Ombretta mi chiamava il mio primo innamorato, almeno credo che fosse innamorato, era un "anziano" (almeno io lo vedevo così) vicino di casa, sempre molto elegante e distinto, un pò fogazzariano e quando mi incontrava nelle scale (mai da sola, ero una piccina di tre o quattro anni al massimo!) mi diceva:
"Ombretta, Ombretta del Mississippi, non far la ritrosa e baciami qui!" sulla guancia ovviamente, e mia madre mi obbligava a dargli un bacetto, mentre gli avrei dato volentieri due calci nei ... !

ciao :))

Mauro Suttora said...

scusa orietta,
non so perche' ti ho confusa con la migliore amica della mia compagna, ombretta appunto.

Comunque quel tuo primo fidanzato mi sembra un po' pedofilo, peggio di Raul Bova in "Scusa se ti chiamo amore"...

Unknown said...

oh non ti preoccupare, son tornata per un momento indietro nel tempo giusto il tempo di assaporare un pò di malinconia.

è bello il film? che non mi piace tanto come scrive Moccia!

ciao

Mauro Suttora said...

il film "Scusa se ti chiamo amore" e' carino, anche se il critico del Corsera lo ha stroncato

domenico said...

ottimo,cosi il libro è in ristampa.
E complimenti a Mauro per l'ottimo risultato...
io aspetto di leggerlo!

Anonymous said...

ah! ma qui si flirta tra Mario Suttora e la genovese Ombretta COLLIgari...

attenta Ombretta: Suttora non ha mai fatto mistero di preferire le donne mature... e occhio anche tu Ma', ho appena scoperto che il marito di Ombretta siculo è...

dunque attenti a "flUrtare", come direbbe Bagatin che sta a Pordenone dove in pieno centro c'è un complesso cementizio soprannominato il "Bronx" per via dei parcheggi sotterranei favorevoli ad attività delinquenziali.

il posto ideale per eliminarlo: altro che "Sax in te City", faccio io un bel MURDER NEL BRONX.

Michele Boselli said...

è vergognosa questa cosa nel tuo file su Wikipedia che Dagospia sarebbe il maggiore organo informativo italiano.

insomma!.. :)))

è poco dignitoso anche il fatto che tu tri-esumi, tetra-esumi, penta-esumi, esa-epta-Tosoni-esumi questo post.

ma capisco l'Evil-Marketing, ci lavoro anch'io: ti perdono con un post pubblicitario nel mio blog

Mauro Suttora said...

dagospia e' il medium piu' libero d'Italia, ne conosci uno migliore?

Anonymous said...

Confesso che mi piacerebbe molto leggere il tuo libro ma nelle librerie di Pordenone ancora non l'ho visto (all right, potrei chiedere al libraio dirai tu, ma io sono di quelli che ama aggirarsi silenziosamente fra gli scaffali e chiede solamente quando sta cercando qualche cosa di cui non c'è più traccia da diversi anni).
Ieri sera, dopo una serata di drinks an jazz, sono rincasato tutto sommato presto (verso le 22.30) e mi sono messo a fare zapping approdando sulla trasmissione della Carlucci: "Uomo e gentiluomo", un programma ove il malcapitato maschietto vip deve tentare di convencere una giuria di donne vip di essere un gran seduttore.
Ho visto Alessandro Rostagno, commentatore televisivo di Libero (persona che adoro perché è polemico e incazzoso quasi quanto me)parteciparvi e, non so perché, mi sei venuto in mente tu.
A quando un Suttora che si metterà in gioco (a rischio del ridicolo, certo, ma solo a rischio, non a certezza !) in televisione giocando sulle sue abilità linguistiche ed intellettuali ?

PS: la mia potrebbe essere una volgare provocazione ma, ti assicuro, non lo è affatto. Al massimo è un'idea spontanea ed incuriosita.

Mauro Suttora said...

la Carlucci e' stata mandata a cagare, le hanno chiuso quel programma dopo due sole puntate.

Ho gia' fatto abbastanza il buffone da Costanzo e a Invasioni barbariche per promuovere il libro. Invece di parlare di sociologia, o almeno di antropologia quotidiana (e' questo l'argomento di No Sex), mi chiedevano del sesso.

I gentiluomini non vanno in tv, e comunque se devono "convincere" di esserlo, non lo sono. O no?

Amo il Friuli, ci ho abitato a lungo

Anonymous said...

Ottima risposta e che condivido.
I gentiluomini non vanno in tv per quanto ci sia un'eccezione: il mio amico Andrea G. Pinketts (e garantisco io per lui, da compagno di merengue nelle giornate milanesi di qualche tempo fa).
Personalmente odio il Friuli (con particolare riferimento a Pordenone).
Bisogna viverci sin da bambini per odiarlo profondamente. Se ci si vive uno, due o anche dieci anni, ti appare come un bel posticino bucolico.
Se ci si vivono più di vent'anni ti accorgi che è una terra nefasta.
Riflessione sul Friuli dell'ultima settimana: fra gli innumerevoli articoli che sforno ce ne sono taluni che riguardano eventi culturali e musicali a Pordenone. Nessuna testata locale ha mai accettato una collaborazione con me e/o me li ha cassati tutti.
Purtuttavia collaboro con testate e riviste che escono a livello nazionale e lì me li pubblicano senza problemi ringraziandomi ed incoraggiandomi.

PS: per ulteriori approfondimenti su quanto è nefasto il friuli e nella fattispecie pordenone rivolgersi anche a www.bazardelleparole.ilcannocchiale.it

Michele Boselli said...

Bagatin villoso infestatore, dovresti avere il compleanno venerdì prossimo, se non fosse per la mia deteminazione di sicario a praticarti l'eutanasia.

ti sepolgo a Casarsa accanto a Pasolini, così magari t'insegna cos'è il Friuli-VG. ma te lo sei mai arrotolato attorno al grissino un prosciuttino di Gemona in quel posticino in centro a Spilimbergo? hai mai fatto il bagno nel golfo di Trieste? una campagna elettorale in bicicletta a Grado? una discesa da brivido dal Piancavallo a Barcis? qualche gelida avventura auto/ferroviaria a Tarvisio?

io, perdona la generalizzazione, trovo i friulani molto più "brutalmente" schietti di quanto siano ipocritamente (storicamente) servili i veneti, salvo poche eccezioni ribelliose. in Friuli è il contrario: sono la regola i ribelli schietti ed eccezioni i vili.

ma capisco che a Pordenone siate un po' imbastarditi coi veneti e gli altri terroni della Zanussi. dovreste lasciare l'amministrazione della città ai negroni di Aviano e sarebbe meglio :)

saluti sulle note di I want you, by Bob Dylan

Anonymous said...

Venesiani gran signori,
Padovani gran dotori,
Visentini magna gatti,
Veronesi....tuti mati,

Udinesi castelani
co l cognòme de "Furlani",
Trevisani pan e tripe,
Rovigòti baco e pipe,

i Cremaschi fa coioni,
i Bresàn, tàia cantoni:
ghe n è ancora de pì tristi....
Bergamaschi brusacristi!

E Belun ? Pòreo Belun,
te sè proprio de nisun!

Mauro Suttora said...

bagatin, salutami andrea pinketts (veniva a cena a casa mia a milano negli anni 90, la mia ex moglie ed io andavamo a casa sua dove cucinava la sua splendida madre)

grande libro il suo primo, "il vizio dell'agnello", dovrebbero farci un film. Anche gli altri sono belli, ma non li ho letti tutti. Unico suo difetto: e' schiavo dei propri calembours.

Quanto a Udine, a 17 anni la consideravo un buco di culo soffocante. Sono scappato prima per un anno in Usa, poi all'universita' a Trieste, infine nell'81 per sempre, alla scuola di giornalismo a Milano.

Pero' poi ogni volta che ci tornavo trovavo una ex compagna di scuola che mi scopava, quindi la percezione e' migliorata.
Forse e l' «Azzurra lontananza» (Herman Hesse), lo stesso fenomeno che colpisce Pannella (lo si puo' amare solo da lontano)

Anonymous said...

Quindi cenavi a Lorenteggio ! O, meglio, in via Lorenteggio....
Vabé, pinkettsate a parte (è il mio scrittore preferito secondo solo a Mark Twain con il vantaggio però che Pinketts l'ho potuto coonoscere di persona e passarci interi pomeriggi a bere)...
Udine è davvero "teutonica". Incute timore più che riverenza.
Pordenone, invece, mette proprio tristezza ed una qualche angoscia....
Il mio quartiere preferito, infatti, è quello delle Case Rosse, dove abita la Pezzilli: una nota di colore (il rosso delle case...non pensate solo alla Pezzilli) fra tanto grigiore.
Quanto alle ragazze del loco....l'unica di cui mi innamorai era una cattolica fondamentalista che l'anno scorso tornò da kabul arruolata nell'esercito ed oggi fa la carabiniera.
Per il resto preferisco le lumbard !

www.lucabagatin.ilcannocchiale.it

Michele Boselli said...

cia' Ma',

ti segnalo che Giulia del blog SE NON ORA QUANDO - http://viscontessina.blogspot.com/ - mi chiede sul blog di MW come trovare il tuo libro. mi par di capire stia a Lecce.

purtroppo questo messaggio significa che l'affamato Bagatin si precipiterà a importunare Giulia, come al suo solito (il disperato ci prova con tutte).

io davvero non capisco come mai quel coglione di Londradical non sia ancora riuscito a far fuori non dico Cappato, ma neppure Bagatin :(

Anonymous said...
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