Saturday, January 21, 2006

La truffa J.T.Leroy

INGANNEVOLE E' LO SCRITTORE LEROY SOPRA OGNI COSA

Oggi, 25 gennaio 2006

“Ingannevole è il cuore sopra ogni cosa”, ma ancor più ingannevole del cuore si è rivelato l’autore di questo libro del 2002, J.T. Leroy. Che non esiste, perchè quello che finora si era spacciato per lo scrittore 25enne e “maledetto” del romanzo autobiografico è in realtà una ragazza della stessa età, Savannah Knoop, che però non ne ha scritto una riga. La vera autrice del libro (e di altri due: il precedente Sarah e il successivo Harold’s End) è la 40enne Laura Albert, moglie di Geoffrey Knoop, fratellastro della ciarlatana.

Lo pseudo-Leroy aveva raggiunto una certa notorietà anche in Italia, soprattutto dopo che Asia Argento era diventata sua grande amica, diceva di volere un figlio da lui (dopo quella avuto col marito Marco Castoldi, alias Morgan, ex cantante dei Bluvertigo), e nel 2004 diresse un film omonimo tratto dal libro.

Adesso Asia non risponde al telefono, e anche il produttore del film Brian Young è imbarazzato, parlando da Los Angeles con Oggi: «No comment, difendiamo il nostro film in quanto opera d’arte». Opera d’arte può darsi, ma sicuramente tutta l’operazione Leroy si è rivelata una cialtronata. Confezionata a regola d’arte, questo sì, tant’è vero che ancora pochi mesi fa perfino il New York Times continuava ad accreditare Leroy come grande scrittore, fino ad affidargli un reportage turistico-letterario su Eurodisney, pubblicato il 25 settembre dal supplemento viaggi curato da un altro italiano, Stefano Tonchi
.
Proprio la spedizione a Parigi per l’inchiesta ha però insostettito il quotidiano newyorkese, dopo che il settimanale New York aveva rivelato la truffa: nell’articolo si descriveva un viaggio con quattro partecipanti, ma le ricevute rimborsate in nota-spese, comprese quelle dei biglietti aerei, si riferivano a sole tre persone. Il personale di Eurodisney e dei due alberghi dove il trio ha soggiornato si erano stupiti che quella che si faceva passare per Leroy fosse una donna, e anche messa male per essere una ventenne. Ma la Albert aveva cercato di tacitarli, inventandosi che si era fatta operare cambiando sesso tre anni prima. I suoi accompagnatori erano il marito Geoffrey Knoop e il figlio (vero) della coppia.

Questo del transessuale era il grande fascino esibito da Leroy fin dall’inizio. Nei suoi libri, nelle interviste e durante le rare apparizioni pubbliche, infatti, Savannah sosteneva di essere la figlia di una prostituta che viveva in una roulotte e soddisfaceva camionisti che si fermavano per la benzina. Il tourbillon di uomini del letto materno avrebbe provocato i primi traumi nel ragazzino, il quale poi raccontava di averle passate tutte: picchiato da mamma e da un patrigno, iniziato al sesso a pagamento e alle orge, drogato, violentato, affidato ai nonni, divenuto omosessuale...

Ciliegina sulla torta: pure malato di Aids, ed è questo il particolare che oggi irrita di più l’agente letterario dello pseudo-Leroy, Ira Silverberg, che ne ha venduto i diritti dei libri in ben venti Paesi: «Ho incontrato poche volte questa Savannah che si spacciava per Leroy, e ogni volta si nascondeva con parrucche e occhiali da sole. Ma presentarsi come una persona che sta morendo di Aids in un mondo culturale che ha perso così tanti scrittori e voci di grande valore per la tremenda malattia, e trarre vantaggio da una situazione di simpatia collettiva, è veramente brutto. Molta gente comprando i suoi libri era convinta non solo di contribuire all’affermazione di un artista nuovo e innovativo, ma anche di aiutare una persona...»

Migliaia di lettori creduloni e truffati, insomma, ma anche molti personaggi famosi si sono lasciati impietosire dalla storia tremendissima del «ragazzo». Il quale si presentava spesso alle letture pubbliche dei suoi libri (effettuate da altri: lui sosteneva di essere timido) accompagnato dai coniugi Knoop e Albert, che si spacciavano per la coppia che lo aveva «salvato», adottandolo e trirandolo fuori dall’inferno in cui apparentemente si dibatteva. Courtney Love (vedova di Kurt Cobain dei Nirvana), Tatum O’Neil, la cantante Suzanne Vega, l’attrice di Star Wars e scrittrice Carrie Fisher: tutte celebrità abbindolate dal «caso pietoso» con un’operazione di autopromozione degna del miglior esperto di pubbliche relazioni.

Che tutto questo circo di sottocultura «alternativa» alla moda puzzasse di falso se n’era per la verità accorto il settimanale (gratuito) di New York Village Voice già nel 2001. Egualmente, però, la «rivelazione» del New York Times del 9 gennaio ha fatto rumore, se non altro perchè è stata affidata (crudelmente?) alla penna di un giornalista che un anno fa aveva tessuto le lodi dello «scrittore». Il quale, in realtà, esiste: la signora Albert, musicista fallita come il marito, ha sempre regolarmente incassato i pingui diritti d’autore di questa mega-sòla, su un conto intestato a sua madre. E che, a questo punto, può legittimamente reclamare anche la gloria presso tutti coloro che in questi anni hanno avventatamente esaltato Leroy, quasi fosse un novello Rimbaud.

Mauro Suttora

3 comments:

Reflection81 said...

Salve, ho trovato il suo blog per caso, e non ho potuto fare a meno di leggere (o meglio ri-leggere!)il suo post su Leroy.
Chi le scrive è uno studente di lingue e letterature straniere, prossimo laureando di vecchio ordinamento, che ha scritto una tesi su J.T. Leroy.
Ho scritto i primi tre capitoli spezzandomi la schiena per "creare" una critica che non esisteva su nessun libro, ho spulciato Leroy fino al midollo, per poi finire il terzo, sudatissimo capitolo e scoprire che il mio "amato" J.T. non esiste.
Ho provato tanta rabbia, primo perchè era una figura nella quale mi ero immedesimato, ero entrato (forse fin troppo!) nel suo personaggio, avevo pianto per lui, e mi sentivo come rimasto fermo con un pugno di mosche...
La tesi ha subito una crisi (dovuta principalmente alla mia delusione!) ma poi si è ripresa, andando avanti e raggiungendo una fine. Ora ringrazio Leroy, perchè mi ha insegnato che nella vita tutto può essere, c'è sempre un modo per riscattarsi.
Laura albert? Un genio! Pensi solo che una donna, ormai relegata dal mondo nel ruolo di fallita, ha reagito e ha dimostrato al pianeta che una delle sue vittime condannate ha più cervello di qnto si pensi e, soprattutto, ha un talento straordinario!
Io credo che qsta truffa sia stata più che costruttiva, così che tutti possono capire che una caduta nella vita non significa la fine!
Grazie e scusi per la lunghezza.
distinti saluti.

roberta from rimini said...

Ciò non toglie che "Ingannevole è il cuore.." sia un romanzo bellissimo, almeno nella sua traduzione italiana, che è quella da me letta. Lo dico con una certa cognizione di causa, in quanto anche io laureata in Lingue Straniere ed ex allieva del Prof. Franco La Polla.

Anonymous said...

Reflection81 io spero vivamente che tu stia scherzando. mi sconcerta di più il fatto che tu reputi questa decebrebrata come un genio che non la stoia in sè. non si sta parlando di una tecnica commerciale posta con i giusti termini, ma di una truffa vera e propria ai danni di tutti quelli che ci hanno creduto. moltissima gente ha comprato il libro convinta che questo fantomatico Leroy fosse malato di AIDS e quindi sostenendo la causa. gli hanno dato SOLDI, presi dalle loro tasche, perchè mossi a pietà, per intascarli poi una coppia di falliti (per me restano tali) che ci ha vissuto allegramente. quegli stessi soldi sarebbero potuti andare a chi veramente ha subito violenze o sia malato di AIDS, non a due coglioni che ci hanno mangiato sopra. genio!? tu definisci una che ha preso per il culo il mondo alle spalle di chi sta veramente male, mangiando a sue spese un genio!? complimenti!! che razza di mondo...!