Wednesday, October 02, 2002

Marion Jones e Tim Montgomery

SIAMO LA COPPIA PIU' VELOCE DEL MONDO

dal corrispondente a New York Mauro Suttora

Oggi, 2 ottobre 2002

Si amano perche' sono i piu' veloci del mondo, o sono i piu' veloci del mondo perche' si amano? Tim Montgomery e Marion Jones, statunitensi, entrambi 27enni, stanno assieme da poco. La loro intimita' e' sbocciata ed e' stata subito notata in pubblico soltanto qualche settimana fa durante un meeting internazionale d'atletica. Ma da allora l'amore ha messo le ali ai piedi di Tim, che il 14 settembre a Parigi ha conquistato il nuovo record mondiale dei cento metri: li ha corsi in appena nove secondi e 78 centesimi, migliorando di un centesimo il precedente primato stabilito dall'americano Maurice Greene tre anni fa. E la prima che si e' precipitata ad abbracciarlo in pista e' stata la sua Marion: la donna piu' veloce del mondo, cinque medaglie alle ultime Olimpiadi.

"Sono contento che lei fosse presente sulla linea del traguardo per vedermi correre", ha confessato Tim, emozionatissimo, "con Marion ho trovato la serenita' e grazie a lei ho capito che potevo raggiungere un grande risultato". Il loro attaccamento e' tale che lui ha voluto disputare la gara nella stessa corsia, la quinta, nella quale lei aveva vinto poco prima la finale dei cento metri femminili. Anzi, ha usato i suoi stessi blocchetti di partenza senza neanche adattarli alle proprie misure. Anche perche' sono alti uguale: uno e 78.

Questa dei blocchi di partenza promiscui e multiuso non e' l'unica stranezza nella storia d'amore fra Tim e Marion, che e' diventata il piatto piu' succulento dei pettegolezzi nel mondo dell'atletica leggera internazionale. Quando l'anno scorso a Oslo Tim stabili' il suo record personale di 9'84", calzava un paio di scarpe di Marion. Un altro gesto tenerissimo e' stato quello di farsi tatuare reciprocamente il nome dell'amato sul proprio braccio.

Comunque, la passione fra loro non e' scoppiata all'improvviso. Tre anni fa, infatti, Tim, stanco di risultati ottimi ma non eccezionali, si era trasferito da Norfolk in Virginia a Raleigh, la capitale del North Carolina. Li' si trova la corte di Trevor Graham, l'allenatore giamaicano gia' campione dei 400 metri che aveva portato al trionfo l'allora giovanissima Marion (22 anni) nel '97 ai mondiali di Atene sui cento metri. Impresa ripetuta due anni dopo ai mondiali di Siviglia.

Ma il capolavoro doveva arrivare l'anno seguente, quando la campionessa di Los Angeles si e' presentata alle Olimpiadi di Sidney con l'obiettivo stratosferico ma esplicito di razziare ben cinque medaglie d'oro. Ci e' andata vicina: e' arrivata prima sui cento, duecento e nella staffetta 4 per 400, mentre nel salto in lungo e nella 4x100 si e' dovuta accontentare nel bronzo. Ma un posto nella leggenda dello sport se l'e' conquistato.

Unico neo per Marion Jones: a tutt'oggi risulta assai lontana dal record mondiale sui cento stabilito da Florence Griffith Joyner (quella famosa anche per le unghie laccate lunghissime e coloratissime) nel lontano 1988: 10 secondi e 49. Il limite personale di Marion e' invece di 10 e 65, secondo tempo mondiale: sedici centesimi di secondo in piu' che per noi gente normale sono impercettibili, ma che nell'atletica moderna rappresentano un'eternita'.

Pero' e' proprio questa eccessiva distanza fra la Griffith e tutte le altre atlete del mondo a gettare, passati ormai quattordici anni, una pesante ombra sulla validita' di quella performance. Ottenuta, guarda caso, nello stesso periodo in cui anche un altro campione apparentemente spopolava: Ben Johnson, il quale proprio nell'88 venne squalificato per doping. La Griffith non e' mai stata trovata positiva, ma se e' ricorsa a qualche "aiutino" chimico lo ha pagato molto caro: e' infatti morta improvvisamente nel '98 a soli 38 anni per cause misteriose (probabilmente un attacco di cuore).

Quanto a Tim Montgomery, il suo carniere olimpico e' assai scarso rispetto a quello della neofidanzata: medaglia d'oro a Sidney nel 2000, ma soltanto per aver gareggiato nelle qualificazioni con la staffetta statunitense 4x100. E ai campionati mondiali di Edmonton in Canada, l'anno scorso, e' stato superato per soli tre centesimi di secondo dal suo acerrimo rivale Greene.

La svolta e' arrivata quest'anno, quando Tim ha vinto per ben sette volte nelle 14 gare disputate sui cento, battendo tre volte Greene. Ma ci sarebbe riuscito senza Marion, diventata ormai il suo inseparabile angelo custode, la donna a cui lui si rivolge per ogni cosa, dai consigli all'equipaggiamento? "Le ho domandato cosa dovessi cambiare in me per poter migliorare e vincere", racconta, "e lei mi ha risposto che dovevo semplicemente concentrarmi su me stesso: 'Lavora su quello che hai, tutti conoscono le tue doti e sanno che sei pronto. Non hai bisogno di dire tu a loro che sei pronto. Smettila di pensare a Greene, non leggere piu' su Internet i commenti sulla vostra rivalita', non dare piu' interviste'"

Puo' sembrare filosofia spicciola per galvanizzarsi, ma con Tim ha funzionato. Lui stesso, onestamente, riconosce che Greene gli e' superiore sotto vari aspetti: "E' molto piu' completo di me". Inoltre, non lo si puo' neppure definire tecnicamente "l'uomo piu' veloce del mondo". Questo titolo infatti appartiene a Michael Johnson, che il primo agosto 1996 stabili' il primato mondiale dei 200 metri correndo a 37,2 chilometri all'ora, contro i 36,8 toccati da Tim. Ma tutti gli altri atleti non hanno una campionessa da abbracciare e da amare dopo aver tagliato la linea del traguardo, e con la quale allenarsi giorno per giorno.

"Simuliamo partenze assieme, facciamo mille esercizi addominali ogni mattina, siamo in pista anche alla domenica. E' come avere la mia ombra accanto a me. Prima di conoscerla mi allenavo soltanto tre giorni alla settimana. Marion invece era gia' ricchissima, ma si allenava con la stessa grinta di una diseredata", racconta Tim.

E cosi', per la prima volta dopo tanti anni la luce della ribalta e' passata da lei a lui. "Marion ha gia' vissuto cio' che sto vivendo io, il successo. Quindi mi insegna molte cose, rendendole piu' facili per me". Sara' piu' facile anche vivere, grazie ai loro guadagni: nella memorabile serata di Parigi, per esempio, Marion ha incassato 150mila dollari eTim 250mila (il record del mondo da solo ne vale centomila).

Entrambi non sono dei novellini, in amore. Lui ha avuto un figlio, Jamieson, da una relazione fugace tre anni fa, e sostiene di non sapere neppure dove sia finita ora la madre. Lei ha dovuto difendere il suo ex marito, il lanciatore del peso C.J.Hunter, dall'accusa di doping (al nandrolone) che lo ha tenuto fuori dalle Olimpiadi di Sidney.

Ora, assieme, sono le due stelle gemelle che brillano sulla piu' prestigiosa corsa dell'atletica: quei cento metri che per gli uomini da quasi 35 anni, cioe' dalle olimpiadi del Messico nel '68, hanno perso il fascino del superamento della soglia proibita. Il limite dei dieci secondi, infatti, venne infranto da Jim Hines, e dopo lui da tanti altri, fra i quali impostori come Ben Johnson e insopportabili isterici come Carl Lewis. Ma per la prima volta nella storia e' la forza dell'amore a far volare un campione.
Mauro Suttora

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