Friday, December 30, 1988

Israele e Palestina, intifada

ORA SPARIAMO

I territori occupati di Israele 

dal nostro inviato Mauro Suttora

Europeo, 30 dicembre1988

Gerusalemme ovest (Israele)
Yerushalaim, anno 5749 dell' era ebraica. 

Per il signor Edoardo Recanati, 54 anni, la strada che da Gerusalemme porta a Bet Lehem e poi giu' fino a Hebron e' la "strada dei patriarchi". La percorre due volte al giorno, per andare al lavoro al mattino e per ritornare a casa la sera: in tutto, cinquanta chilometri.
Ma giovedi' 15 dicembre questo metodico pendolare ha trovato la strada bloccata: i ragazzi palestinesi dell'intifada hanno ricominciato a tirar pietre, e allora il signor Recanati ha dovuto fare un lungo giro con la sua Lancia Delta bianca per evitare i posti di blocco .

Il 15 dicembre 1988 è una data che Recanati si ricorderà per un pezzo: "Siamo tutti sotto shock, anche se ce l'aspettavamo".
La svolta degli Stati Uniti, che accettano Arafat come interlocutore, avra' un impatto concreto molto maggiore sulla vita di Recanati che su quella degli altri tre milioni di israeliani .
Lui , infatti , e' uno dei 70 mila " coloni " ebrei che dal 1977 in poi (cioe' da quando e' salita al potere la destra del Likud) sono andati a stabilirsi in Cisgiordania .

Questi coloni rappresenteranno la piu' grossa spina nel fianco del futuro Stato palestinese , che si dovrebbe creare nei territori occupati per vent' anni da Israele .
"Arafat e' solo un terrorista criminale " , accusa Recanati . Difficile , quindi , che lo possa accettare come suo presidente . E allora ? Andarsene , profughi cacciati da altri profughi ? " Non ci pensiamo nemmeno " , sorride calmo , " siamo qui per restare " . 
Recanati vive a Tkoa , un villaggio di 400 persone in cima a una montagna spelacchiata . Da lassu' , una vista impareggiabile : da una parte i campanili e i minareti di Betlemme e Gerusalemme , dall' altra la valle del Mar Morto . In fondo , quando l' aria e' tersa , le luci di Amman , la capitale della Giordania .

Recanati e' arrivato qui una decina d' anni fa da Roma , dove faceva il manager , e dove ha lasciato cinque figli . Si e' risposato con una sudafricana e adesso ha due piccoli nella bella casetta di Tkoa . Alle elezioni di novembre ha votato per il partito di estrema destra Moledet , guidato dal generale della riserva Abramo Zeevi (soprannominato ironicamente 'Gandhi' perche' assomiglia , solo fisicamente , al leader della nonviolenza ) . Parola d' ordine di Moledet , che ha avuto il 2% dei voti e due deputati : " Trasferimento " . Tutti i palestinesi di Cisgiordania e Gaza non disposti a riconoscere l' annessione a Israele dovrebbero essere mandati via . Con le buone o con le cattive ? " Pagandoli , pagandoli " , propone Recanati . " Ma lo sa che una volta il rabbino Meir Kahane fece pubblicare su un giornale arabo una finta inserzione in cui offriva viaggio pagato e una certa cifra per i palestinesi che avessero voluto emigrare nel mondo ? La casella postale fu cosi' ingolfata di risposte che Kahane venne denunciato per disturbo di servizio pubblico " .

Insomma , comprare un milione e mezzo di palestinesi . Oppure deportarli . Eppure Recanati non e' un fascista . Anzi : anche lui , come tanti ebrei italiani , piange molti parenti morti nei lager nazisti . E proprio per fuggire dai fascisti suo padre da Roma si stabili' per dieci anni a Tunisi .
"Nel 1967 ero nel Psiup , estrema sinistra, progressista , laico , terzomondista , Vietnam e tutto quanto... Pochi giorni prima della guerra dei Sei giorni un mio amico , giornalista dell'Unità , mi propose di scrivere un articolo , in quanto ebreo , spiegando perche' Israele non aveva diritto di esistere , e come i paesi arabi lo avrebbero spazzato via . . . " . 

Non era neppure religioso , Recanati . Poi , d' improvviso , il colpo di fulmine . Il richiamo della Terra Promessa . Della terra dei patriarchi . " Qui , su questa stessa strada , quattromila anni fa camminavano Giuseppe e Giacobbe . Proprio qui , sullo spartiacque fra la valle del Giordano e il mare " , dice entusiasta mentre mi porta sulla sua auto da Gerusalemme a Tkoa .
Posto di blocco dell' esercito israeliano : " Qui c' e' la linea verde , il vecchio confine del' 67 . Non mi piace , non capisco perche' Israele continui a fare questa differenza . Ormai non esiste piu' la Cisgiordania " . Quella che tutto il mondo chiama Cisgiordania o " territori occupati " , infatti , per lui sono solo Giudea e Samaria : " Le regioni bibliche che fanno parte di Israele , da sempre " .

A un certo punto Recanati accosta a destra e si ferma . Siamo all' altezza della tomba di Rachele , la seconda moglie di Giacobbe . Va dietro , apre il cofano , tira fuori un mitra , torna al volante e posa il mitra fra i due sedili : " E proibito sparare , ma farlo vedere serve . Una volta due coloni che erano rimasti bloccati fra due barricate di palestinesi hanno sparato in aria e loro sono scappati . Il bilancio di un anno di intifada pero' , Recanati , e' di 400 morti palestinesi contro otto ebrei : ammettera' che il vostro esercito vi difende spargendo troppo sangue ? " Per me la vita e' sacra , anche un solo morto e' sempre troppo . Ma le pietre sono proiettili . Magari non ammazzano ma feriscono , mutilano , accecano . Davide con una pietra conquisto' un regno , no ? " .

E qui si scopre il tremendo affronto che , piu' sul piano simbolico che su quello concreto , i palestinesi hanno fatto agli israeliani in quest' anno di intifada : si sono impossessati dei sassi, dell' arma dei poveri , di quella stessa arma con la quale il massimo eroe d' Israele elimino' il gigante Golia . Per i palestinesi passare dalle bombe alle pietre e ' stato un segnale di buona volonta' ; per molti israeliani , al contrario , un simbolo di perfidia estrema . " E di vigliaccheria , anche " , aggiunge Recanati , " visto che mandano avanti i bambini " .

Come tutti i pomeriggi , i negozi palestinesi della disordinata periferia di Gerusalemme sono chiusi per sciopero. Aperti solo i venditori di souvenir per i torpedoni di turisti cristiani in pellegrinaggio verso Betlemme. D' improvviso Recanati riconosce un passante arabo , si ferma e gli da un passaggio per due chilometri: "E' Hassan , da quando l'Olp ha ordinato lo sciopero ha dovuto chiudere il suo negozio di fruttivendolo e adesso lavora come autista dei bus della societa' Egged . Peccato , da lui compravamo ottima frutta . Veramente una brava persona " . 
Lei non odia i palestinesi , signor Recanati ? " Assolutamente no . E neanche loro odierebbero noi , se non ci fosse l' Olp a istigarli . Crede che Hassan adesso sia contento di fare l' autista ? Solo che non puo' dire nulla , altrimenti l' Olp lo ammazza per collaborazionismo " . 

Oltrepassiamo Betlemme , arriviamo a Beit Sahur. Sulla strada, sassi. Qualche resto di copertone bruciato.
"Ahi, qui sta succedendo qualcosa", mormora Recanati preoccupato. D'improvviso, dietro una curva, dei ragazzini. Qui ragazzi arabi per le macchine con targa israeliana significano pietre, bombe molotov. Come minimo vetri rotti, se non peggio. Freniamo. Recanati alza il mitra. I ragazzi scappano dietro il ciglio. Ho le gambe dure per la paura : tirare pietre sarà forse "nonviolento" ma far da bersaglio non è piacevole. Anzi, è terrorizzante .

Recanati mi guarda soddisfatto: "Così anche lei ha avuto un assaggio di intifada".
Arriviamo a Tkoa, in cima alla collina. Recanati e sua moglie mi accolgono cordialmente nella loro casa, mostrano la terra che coltivano, i radar dei militari israeliani che li proteggono. Loro non ci credono proprio che su questa terra nascera' lo Stato di Palestina.

E allora , continuerete per l'eternità a demolire case palestinesi, come li' , sulla collina di fronte, a Kissan ?
"La punizione collettiva è l'unica che gli arabi capiscono . Fa parte della loro cultura".
E l'opinione pubblica mondiale?
"Cosa ha fatto l'opinione pubblica per Auschwitz ? Nulla, così abbiamo imparato a difenderci da soli". 
Shalom, pace, signor Recanati.

Mauro Suttora

Ora speriamo

A Gerusalemme credevano che l'intifada fosse un sogno. Cosa la Palestina pensa di Israele

dall'inviato Mauro Suttora

Europeo, 30 dicembre 1988 

Gerusalemme Est
Al Qods (Palestina), anno 1409 dell'era musulmana

Per il signor Nasser Hamammreh, 24 anni, la strada che da Gerusalemme porta a Bait Lahm e poi giu' fino a Khalil è quella che percorre in cellulare ogni volta che gli israeliani lo arrestano. 
E gia' successo sei volte : la prima quando aveva 15 anni , l' ultima lo scorso settembre , quando e' rimasto in carcere per tre settimane.
Giovedi' 15 dicembre questo " figlio della rivoluzione", vanto del presidente Arafat, questo " generale ragazzo " che in un solo anno di intifada ha fatto fare piu' strada alla Palestina che non in vent'anni di guida da parte dei vecchi colonnelli dell' Olp , ha esultato in silenzio . Esattamente come aveva fatto un mese fa , alla proclamazione dello Stato di Palestina : il coprifuoco imposto dai militari israeliani soffoca infatti ogni manifestazione di gioia . "Siamo tutti sotto shock , anche se ce l' aspettavamo " , commenta adesso Nasser , all' inizio delle trattative fra Olp e Usa a Tunisi . 

È sabato mattina , a Gerusalemme tutto tace : gli ebrei osservano scrupolosamente il riposo del " shabbat" . Nel bollettino quasi quotidiano delle case palestinesi rase al suolo per rappresaglia dagli israeliani , pubblicato sul Jerusalem Post, leggiamo che nel villaggio di Kissan , vicino a Betlemme , ieri sono state distrutte dalle ruspe ben 23 case su 28 . Ci colpisce non solo la quasi totale distruzione di un villaggio , ma anche la mancanza di motivazioni addotte dalle autorita' israeliane : " Erano costruzioni abusive " , ha dichiarato il portavoce dell' esercito , senza accennare al lancio di pietre contro auto israeliane , che e' il motivo di rappresaglia piu' comune .
Se pero' si applicasse il criterio di buttar giu' tutte le case palestinesi abusive della Cisgiordania , ne rimarrebbero in piedi ben poche.

Saliamo su un taxi guidato da un palestinese (che fortuna per Israele gli arabi che lavorano al sabato!) e ci facciamo condurre a Kissan. Ma dopo Betlemme il tassista si confonde e ci porta a Husan . Incrociamo una camionetta dell' esercito israeliano che sta pattugliando il paese e i soldati ci consigliano di non entrare , perche' il taxi ha targa israeliana (gialla , mentre quelle dei territori occupati sono blu) . Cosi' scendo e mi incammino da solo verso il centro di Husan . Dopo pochi minuti sono circondato da ragazzini , poi si ferma una scassatissima Volkswagen e due giovani mi chiedono chi sono . Stabilito che non sono un agente del Mossad travestito da giornalista per identificare i capirivolta di ogni villaggio (e' capitato) , vengo invitato a casa di Nasser Hamammreh . 

E una bella villetta circondata dalle viti, con stanze pulite e disadorne . In quella dove vengo fatto accomodare c' e' una pila di cuscini in un angolo . Di notte , per dormire , li stendono per terra . È mezzogiorno. Il padre di Nasser va nell' altra stanza a inginocchiarsi in direzione della Mecca. È l'unico in casa a lavorare (Nasser ha cinque fratelli e due sorelle), guadagna 50 shekel (poco piu' di 50 mila lire) al giorno come muratore in un' impresa di costruzioni. "Io ne guadagno 40, quando riesco a lavorare " , dice Nasser . 
Dove ? " Ho fatto un corso di hotel management e ho lavorato in diversi alberghi a Gerusalemme : Shalom , Intel , Sinai . . . Ma quando , dopo due tre mesi , scoprono che sono stato in prigione per motivi politici mi licenziano ".
E lo Stato palestinese nascera' , Nasser ? " E gia' nato , un mese fa . Prima o poi gli israeliani si renderanno conto che non possono opprimerci anche a casa nostra ".
Secondo te , perche' Israele non vuole dare l' indipendenza alla Palestina? "Innanzitutto perche' la Cisgiordania per loro rappresenta un buon mercato , con manodopera a basso costo . E , poi , per ragioni di sicurezza " .
Voi che sicurezza potete garantire a Israele ?
" L' abbiamo detto mille volte : vogliamo vivere in pace con tutti , lo Stato palestinese vicino a quello israeliano " .
Un bel sogno, per ora.
"Avevano detto che era un sogno anche l' intifada , che ci avrebbero distrutto in pochi giorni , poi in poche settimane . Invece siamo sempre qui " .
Cosa faranno adesso quelli dell' Hamas , il movimento dei fondamentalisti islamici che , soprattutto a Gaza , contestano Arafat e continuano a predicare la distruzione completa di Israele ? 
" Arafat e' il leader di tutti . Anche se io , personalmente , vorrei che quella palestinese fosse una repubblica islamica . . . " .
Sei anche tu di Hamas ?
" No , io sto piu' per George Habbash " . E Habbash e' appoggiato dalla Siria . Cosa pensi del presidente siriano Assad? 
"È un fratello".
Come , un fratello ? Ma se i siriani hanno attaccato i campi palestinesi di Al Fatah poche settimane fa in Libano ? "Si' , e' vero , e' un killer " .
Un fratello o un killer ?
" Sia fratello sia killer . Ma il problema non e' questo . Piuttosto , perche' l'Europa non ci aiuta ? " .
Aiutate voi me , adesso : portatemi a vedere il villaggio di Kissan, dove ieri gli israeliani hanno demolito 23 case palestinesi.
" Va bene " . 

 Montiamo sulla Volkswagen assieme ad Atef Al Mugrabi, un amico di Nasser che deve ritornare al campo profughi di Dehesha (10 mila abitanti , contro i 2 .700 di Husan) , dove la sua famiglia vive dal 1948. 
Attorno a Husan ci sono oliveti , vigneti , campi di pomodori. Sopra una collina , una specie di fortilizio. "È l'insediamento ebraico di Hadar Betar : ci stanno 50 coloni , molti terreni li hanno sequestrati a noi senza indennizzo " , accusa Nasser .
Avete rapporti con loro ?
"No . Il loro autobus passa per Husan due volte al giorno . L' ultima volta che un ragazzino gli ha tirato qualche sasso contro , sono arrivati i soldati israeliani . Hanno lanciato gas lacrimogeni e ci hanno picchiato . Poi , senza dire nulla , hanno tolto acqua ed elettricita' a tutto Husan per 17 giorni " .
" In aprile hanno arrestato anche me " , aggiunge Atef , " quando mi hanno liberato dopo quattro mesi di prigione i miei bambini non mi riconoscevano " .

Il campo profughi di Dehesha e' sulla strada Gerusalemme-Hebron, quella che per gli ebrei e' "la via dei patriarchi". Le sue baracche sono separate dalla strada con una rete alta cinque metri , per impedire il lancio di sassi sulle auto . 
Scarichiamo Atef e la sua famiglia e ci dirigiamo verso Kissan . Ci perdiamo nel dedalo di colline color ocra del deserto di Giudea . Poi un uomo su un mulo ci indica la direzione e arriviamo a Kissan al tramonto . Fa freddo , il vento soffia , l' aria e' pulita . Lo spettacolo e' drammatico : sul ciglio di una collina , in mezzo al nulla , senza un albero attorno , ci sono due case tra i detriti . E tre tendoni bianchi della Croce rossa tedesca.

Dalle tende escono i palestinesi di Kissan che fino a ieri abitavano nelle case rase al suolo dalle ruspe israeliane. Nasser fa da interprete , questi sono beduini che parlano solo arabo. 
"Sono arrivati ieri mattina e hanno buttato giu' tutto in tre ore . Dicono che erano case abusive , e che il terreno non e' nostro . Ma non e' vero , abbiamo il contratto di proprietà". 
Uno dei beduini si infila sotto una tenda e ne esce fuori con in mano un papiro ingiallito conservato nel cellophane : " Ecco il contratto , risale al 1905 ! " , esclama fiero . " Ma agli israeliani dei contratti dell' impero ottomano non importa nulla " , spiega Nasser , " probabilmente anche quassu' gli ebrei stanno meditando di costruire un insediamento di coloni ".

Ritorniamo a Gerusalemme. Al primo incrocio sulla strada da Hebron , dopo Kissan, un cartello giallo: indica la direzione verso Tkoa, l'insediamento israeliano dove abita Edoardo Recanati. Proprio lassù, sulla collina di fronte a Kissan. Salam, pace, Nasser.

Mauro Suttora

Friday, December 23, 1988

L'Irpinia e De Mita

De Mita s.p.a.

Scandali ricostruiti nel feudo del presidente segretario

Le hanno provate tutte , persino un cantiere navale in cima alle montagne . Ma finora i miliardi destinati all' Irpinia e dintorni dopo il terremoto hanno prodotto solo 380 posti di lavoro . E una valanga di finanziamenti a fondo perduto

di Mauro Suttora

Europeo, 23 dicembre 1988

Mai nella storia d' Italia tanto potere politico si e' concentrato in cosi' pochi chilometri quadrati . La provincia di Avellino sta infatti regalando alla patria il capo del governo , il capo del maggiore partito , il numero due del maggiore partito , il capo della regione piu' importante , il capo della Rai tv , il capo dei senatori del partito di maggioranza , il vicepresidente della Camera , un potente senatore gia' ministro per il Mezzogiorno, un altro senatore autorevole membro della direzione del maggiore partito...
Irpini ad honorem per contiguita' geografica sono altresi' il portavoce unico del partito di maggioranza , nonche' il massimo responsabile dei servizi segreti . Anche il direttore dell' Osservatore romano , organo ufficiale del papa , e' avellinese.

Alcune di queste cariche si assommano nella stessa persona , altre nella stessa famiglia . Il quotidiano di Napoli Il Mattino ci ha rivelato inoltre , domenica 11 dicembre , che la Banca popolare d' Irpinia di cui quasi tutti gli eminenti sopra citati sono azionisti sta per conquistare la leadership sull' intera Italia meridionale.
Niente male , per una provincia che non arriva a 500 mila abitanti . Altro che Cavour, Crispi, Giolitti, Mussolini, De Gasperi ,Moro ,Craxi : nessun capo di governo , prima di Ciriaco De Mita da Nusco , aveva mai potuto contare su una squadra cosi' imponente di conterranei piazzati nei posti chiave della nazione . Cosicche' i detrattori di De Mita parlano adesso di " clan degli avellinesi " , mentre i suoi ammiratori si compiacciono per l' inusitata fertilita ' dell' Irpinia , fino a ieri oscura e povera provincia.

E' con timoroso rispetto, quindi, che ci rechiamo nel cuore del genio politico italico per controllare se per caso corrispondano al vero alcune maldicenze . Prima fra queste , che i 63 mila miliardi stanziati per la ricostruzione dopo il terremoto in Irpinia del 1980 siano troppi e malspesi . E poi , se De Mita si sia arricchito grazie al terremoto, come insinuano i comunisti. O, perlomeno, se abbia fatto arricchire parenti e amici.

Certo Nusco e' non meglio collegata oggi al resto dell' Italia di quanto lo fosse dieci anni fa . Di treno , neanche parlarne : non solo il paesello di De Mita ma anche il capoluogo Avellino sono pressoche' irraggiungibili da Napoli in ferrovia , a meno che non si vogliano spendere giornate intere per percorrere pochi chilometri . La caratteristica principale dell' unica ferrovia irpina , che attraversa i fondovalle dei fiumi Calore e Ofanto , fino alla Puglia , e' quella di avere le stazioni piazzate in mezzo al nulla , a vari chilometri di distanza dai paesi di cui pure esibiscono il nome.
I vagoni pero' non sono vuoti: una dozzina di controllori basta a riempire ogni treno. Ma questo e' uno spreco comune a molti altri rami secchi della penisola . In corriera la situazione non migliora di molto : le 2.500 lire del biglietto Avellino-Nusco garantiscono solo che i 40 chilometri del tragitto vengano compiuti in circa due ore (due ore e mezzo se si passa per Bagnoli Irpino). Insomma , in Irpinia chi non ha la macchina e' quasi perduto.

Per fortuna a Nusco il visitatore puo' riposare nell' accogliente e nuovo hotel Colucci , tre stelle , 44 camere . Ammirando dalla terrazza a 900 metri di altitudine il panorama sul massiccio del Vulture , i monti del Matese e l' appennino Dauno , ci consoliamo per il freddo glaciale (nevica gia' da meta' novembre) assaggiando il maiale al finocchietto , i " cicalucculi " , il fegato " cu lu ' nghippu " nonche' il leggendario torrone irpino . In tutto nell' hotel ci sono due ospiti : tecnici romagnoli per la zona industriale . C' e' piu' gente d' estate ? " No , e' sempre cosi ", risponde il proprietario , desolato .
La carenza di turisti non gli ha impedito pero' di chiedere un contributo di tredici miliardi al Fondo per la ricostruzione . Infatti , oltre al contributo a fondo perduto del 75% per le nuove iniziative industriali (l' aiuto piu' alto mai concesso dopo una disgrazia nel mondo occidentale) , la generosa legge pro terremotati prevede anche di regalare soldi a non meglio precisate " imprese di servizi per le infrastrutture " alle aree industriali .

Sui tavoli dell' Italtecna (il consorzio Iri Italstat , quindi dc , che dovrebbe garantire l' " Alta vigilanza sull' esecuzione degli interventi " ) e' cosi' piovuta una valanga di richieste di finanziamenti per alberghi , imprese di trasporti e perfino per un " centro commerciale per la vendita di prodotti in pelle " che la signora Teresa D' Argenio sarebbe lieta di aprire in Avellino citta' . Citta' dove , come denuncia Maurizio Galasso del Wwf , dopo il terremoto c' e' stata una rovinosa speculazione edilizia : " E adesso vogliono costruire un' autostrada in citta' che funzionera' da tangenziale per arrivare a un megacentro commerciale completato da tempo ma mai aperto . Rovineranno una delle ultime aree verdi , taglieranno un sacco di alberi " .

Naturalmente , tutto il fervore economico che si e' impossessato dell' Irpinia negli ultimi anni provoca anche benefici indiretti : e' il famoso " indotto " , parola magica che i politici locali spiattellano quando si fa loro presente che il costo per ogni posto di lavoro creato finora e' di due miliardi e mezzo e di circa un miliardo a persona . Cifra smentita dal responsabile (avellinese ) dell' Ufficio che eroga i fondi , Elveno Pastorelli (l' ex capo dei pompieri che raggiunse la notorieta' grazie alla tragedia di Vermicino) : secondo lui il costo per addetto sara' meno di 300 milioni . Ma solo quando (e se) le imprese cominceranno tutte a produrre .

Per ora , invece , la realta' e' assai piu' preoccupante : " Soldi spesi , un migliaio di miliardi . Industrie insediate a oggi : 57 . Posti di lavoro : 380 , invece dei 3 . 500 promessi . Per ottenere il costo pro capite basta fare una divisione " , spiega secco Angelo Giusto , responsabile enti locali del Pci irpino . Il quale , peraltro , desume i suoi dati dalla relazione presentata dallo stesso Pastorelli al Parlamento in settembre , e aggiornata a cinque mesi fa . E questa , esiste gia' , la " relazione " invocata dal segretario socialista Bettino Craxi lunedi' 12 dicembre al posto della commissione d' inchiesta voluta dalle opposizioni , dal Pli e accettata perfino dai democristiani .

E l' "indotto" ? Un piccolo esempio di indotto e' il depliant dell' hotel Colucci di Nusco , stampato dalla Poligrafica irpina . Questa e' una delle 14 industrie che si sono stabilite nella zona industriale di Nusco . " Per noi la ricostruzione e' stata una manna " , spiega Gerardo Calabrese , il proprietario , " perche' prima operavamo gia' qui , ma ci mancavano le infrastrutture : strade , telefoni , l' elettricita' andava via venti volte al giorno . Adesso invece si puo' lavorare " . La Poligrafica ha 28 dipendenti , un fatturato di circa due miliardi l ' anno , e ha ricevuto un contributo di cinque miliardi e mezzo . Accanto c' e' la Dielve , che produce vetro ultraresistente per l' Enel : " Abbiamo iniziato due mesi fa , abbiamo 70 dipendenti " , dice l' ingegner Carmine Tirri . Otto miliardi li ha avuti la Dietalat , il cui stabilimento scintilla sotto il sole di fronte a un prato dove pascolano le pecore .

Questo e' il piu' grosso regalo che Calisto Tanzi , il padrone della Parmalat e di Odeon tv , abbia fatto al suo amico Ciriaco : 58 nuschesi da due anni sfornano focaccine e pizze . Veramente l' impegno era per 101 dipendenti , ma la legge consente che il 70% del totale possa essere raggiunto nello spazio di quattro anni . " E adesso " , annuncia Sergio Piccini , portavoce della Parmalat , " con il lancio della torta frutta faremo 35 assunzioni a tempo determinato " . Un regalo ancora piu' grande , pero' , e' stato Ciriaco a farlo . A se stesso . Infatti la piu' grande delle otto nuove aree industriali in provincia di Avellino sara' proprio questa di Nusco : 200 miliardi di contributi alle 14 aziende (che promettono a pieno regime 980 addetti) , piu' imponenti investimenti in superstrade , elettrodotti , acquedotti . Inoltre sono vicinissime a Nusco anche altre due aree industriali : quelle di Sant' Angelo dei Lombardi (due imprese , 178 addetti , 29 miliardi di contributi) e Morra De Sanctis (cinque imprese , 594 addetti , 95 miliardi) .

Guarda caso , a Morra De Sanctis e' nato Giuseppe Gargani , 53 anni , da sempre fedelissimo di De Mita , deputato , presidente della commissione Giustizia alla Camera , e soprattutto da quando in aprile Ciriaco e' diventato presidente del Consiglio coordinatore della segreteria dc . Cioe' , numero due del partito , perlomeno fino al congresso . A Morra si e' verificato l' ormai celebre fiasco della Tormene , che inopinatamente avrebbe dovuto produrre barche in un " cantiere " piantato in mezzo ad aspre montagne . Costo per il contribuente : piu' di quattro miliardi . Ma neanche le altre tre iniziative (Fisa , Flexplan e Teletecnica) hanno trovato sorte migliore : nonostante abbiano ingoiato 16 miliardi di contributi , rimangono dei fantasmi . Allora l' anno scorso e' intervenuta , provvidenziale , l' Aeritalia di Napoli (che nella lottizzazione delle Partecipazioni statali spetta alla Dc) , la quale in cambio di 75 miliardi promette di creare 360 posti di lavoro .

A Sant' Angelo dei Lombardi (uno dei comuni piu' colpiti dal terremoto : 500 morti sul totale delle 3 mila vittime) si sono invece installate due aziende : la Ferrero , che da' lavoro a 127 persone (contributo : 24 miliardi) e la Ifs (Industria filtri sud) . I capannoni di quest' ultima sono terminati , perfetto e' il raccordo stradale : peccato che non sia presente nessuno dei 51 addetti promessi , e che non ci sia alcun segno di vita . La Ferrero , invece (che qui produce la sua famosa Nutella) , la scorsa settimana si e' assunta anche un altro incarico molto importante per la provincia di Avellino : sollecitata dal prefetto Raffaele Sbrescia e dalla Coldiretti , si e' impegnata a comprare ben 80 mila quintali di nocciole (materia prima della Nutella) dai diecimila contadini irpini che le producono , e che negli ultimi due anni sono stati messi in crisi dalla concorrenza turca . Cosi' , grazie alla piemontese Ferrero , gli alberi di nocciole irpini non verranno tagliati .

Un' altra grande industria del nord che e' calata in provincia di Avellino approfittando dei contributi post terremoto e ' l' altoatesina Zuegg . Si e' stabilita nell' area industriale di San Mango sul Calore , vicina , questa , al paese di Montefalcione , dove e' nato Nicola Mancino (presidente dei senatori dc da quattro anni e capogruppo al consiglio comunale di Avellino) . A San Mango , pero' , per ora tutto tace . La Zuegg infatti offre solo lavori stagionali ai suoi 40 addetti che producono marmellate . Ma anche le altre nove industrie non sono ancora in produzione , nonostante i 129 miliardi di finanziamenti a fondo perduto e i capannoni che sono quasi tutti gia' pronti .

" Inizieremo l' attivita' entro la fine dell' anno " , promette Helmut Kling , un imprenditore tedesco che ha ricevuto 22 miliardi per il suo calzaturificio , dove dovrebbero lavorare 200 persone . Il problema e' che il signor Kling ha gia' , da nove anni , un calzaturificio a Mercogliano , nella zona industriale di Avellino (area non terremotata) . Adesso vorrebbe che una cinquantina dei suoi 160 operai di Mercogliano si trasferissero a San Mango , che dista 30 chilometri , per avviare gli impianti . I sindacati e anche il sindaco di Mercogliano lo accusano di stare in realta' preparando la chiusura o la vendita del vecchio impianto , per trasferirsi nel nuovo . In pratica , un rinnovo degli impianti a spese dello Stato . Ma Kling nega , e assicura di volersi tenere entrambi gli stabilimenti . Quanto all' obbligare 50 operai a fare i pendolari fra Avellino e San Mango , non potra' essere certo lui , che ogni week end se ne torna in auto nella sua casa a Verona , a comprendere le virtu' della sedentarieta' .

Nella zona industriale di Lacedonia , all' estremo oriente dell' Irpinia , si e' verificato il caso della Mulat . E un caso significativo . Siamo nel feudo del senatore dc Salverino De Vito , 62 anni , non rimpianto ministro per il Mezzogiorno fino all' anno scorso . De Vito e' anche sindaco di Bisaccia , comune dove nel 1987 c' erano ancora 450 famiglie rifugiate in container . Quattro anni fa la Mulat , un' azienda che impacchetta latte (proveniente dalla Germania : quello munto dalle vacche locali viene considerato troppo acido) , chiede e ottiene venti miliardi promettendo 98 posti di lavoro . Ebbene , oggi i 23 dipendenti sono in cassa integrazione , e il proprietario vuole chiudere .

Il proprietario e' il fratello del segretario regionale della Dc campana , l' avellinese Antonio Argenziano . Anzi , proprio segretario no : e' " coordinatore della segreteria " , in attesa che l' attuale segretario , il senatore Ortensio Zecchino di Ariano Irpino (membro della direzione nazionale dc , demitiano di ferro) si faccia piu' in la' . Ma Zecchino , imitando in questo De Mita , tituba , non vuole mollare la poltrona : meglio il partito o lo Stato ? E allora , per tener calmo lo scalpitante Argenziano , nonche' per premiare la sua professionalita' medica (di concessionario Renault) , ecco che gli regala una seconda poltrona : consigliere di amministrazione dell' Usl di Ariano Irpino . Ma non e' finita qui . Argenziano infatti in totale di poltrone ne ha quattro . E anche responsabile enti locali della Dc di Avellino , e soprattutto presidente della potente Asi (Associazione sviluppo industriale) , la quale vorrebbe prendere in gestione le aree industriali . Cosi' forse potra' fare altri favori alla Mulat di suo fratello .

Nel turbinio della intricata vita politica irpina pochi giorni fa si e' anche verificata la nomina del socialista Pasquale Ferrara a vicepresidente dell' Asi . Lo ha messo li' non il Psi , ma la Dc : Ferrara infatti era consigliere comunale di Avellino , ma la prima non eletta socialista , Enza Battista , aveva fatto ricorso per brogli elettorali . Allora il capogruppo dc Mancino , piuttosto che rischiare di perdere la maggioranza assoluta conquistata nell' 85 , si e' trasformato in paciere per le liti socialiste : ha fatto entrare la Battista in consiglio comunale tacitandola , e ha ricompensato Ferrara con la vicepresidenza dell' Asi .

Ecco, la Democrazia cristiana di Avellino e' una macchina cosi' oliata e perfetta da poter risolvere persino le liti altrui . Ai recalcitranti promette posti , gli irriducibili vengono irrimediabilmente emarginati . I figli , e i giovani , se fedeli , vengono lautamente ricompensati : cosi' Biagio Agnes da Serino ha assunto al suo Tg1 il figlio dell' ex sindaco dc di Avellino Giovanni Pionati , nonche' Luigi Marzullo , irpino noto piu' come accompagnatore della first baby Antonia De Mita che per la sua attivita' giornalistica . L' unico ribelle e' rimasto Giuseppe De Mita , nipote di Ciriaco . La sua tremenda colpa? Democristiano , ma andreottiano.

Mauro Suttora